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Sintesi

Introduzione Febbre a 90, parte sana del tifo tesina



“Even though there is no question that sex is a nicer activity than watching football (no nil-nil draws, no offside trap, no cup upsets, and you're warm), in the normal run of things, the feelings it engenders are simply not as intense as those brought about by a once-in-a-lifetime last-minute Championship winner.
None of the moments that people describe as the best in their lives seem analogous to me. Childbirth must be extraordinarily moving, but it doesn't really have the crucial surprise element, and in any case lasts too long; the fulfilment of personal ambition - promotions, awards, what have you - doesn't have the last-minute time factor, nor the element of powerlessness that I felt that night. And what else is there that can possibly provide the suddenness? A huge pools win, maybe, but the gaining of large sums of money affects a different part of the psyche altogether, and has none of the communal ecstasy of football.
There is then, literally, nothing to describe it. I have exhausted all the available options. I can recall nothing else that I have coveted for two decades (what else is there that can reasonably be coveted for that long?), nor can I recall anything else that I have desired as both man and boy. So please, be tolerant of those who describe a sporting moment as their best ever. We do not lack imagination, nor have we had sad and barren lives; it is just that real life is paler, duller, and contains less potential for unexpected delirium.”.
(Nick Hornby, “Fever Pitch”)

Questa tesina parla dei tifosi e dello sport. I cuori palpitano, gli spalti rumorosi dello stadio si colorano, il fischio dell'arbitro è il segnale dell'inizio di un nuovo spettacolo calcistico e coreografico. Il calcio non è un semplice evento sportivo, ma un fatto sociale, costruito ad hoc dai media a tal punto da attrarre grandi masse di tifosi negli stadi e davanti alla televisione. Alcuni di essi sarebbero capaci persino di festeggiare il matrimonio con la radiolina nascosta nel taschino. Sarebbero addirittura in grado di amare la loro squadra più del loro partner, privandolo di ogni tipo di infedeltà (e io sono certamente tra questi). Infatti il calcio riesce a trasferire un'ondata incontrollabile di emozioni. Ci si ritrova immersi in quella che ormai potrebbe essere paragonata ad una relazione sentimentale, con quella squadra che non è lecito tradire, neanche con qualche altra squadra minore che milita in un diverso campionato.
Le emozioni del tifoso sono un mix di collera, gioia, ostilità, rancore e sono in funzione degli schemi cognitivi in base ai quali egli ha appreso ad interpretare gli eventi della partita. Scariche di adrenalina, accelerazioni dei battiti, costrizione dei vasi sanguigni e aumento della pressione arteriosa sono spesso i “sintomi” avvertiti per una partita combattuta. Si arriva a far dipendere la propria indole dalle prestazioni di undici uomini che diventano la clessidra umorale di chi li osserva ed è come se fosse loro la responsabilità di generare uno stato d'animo temporaneamente depresso o felice. Il tifo sportivo diviene così un ottimo indicatore psicologico. Infatti non è direttamente correlato con la pratica agonistica e con l'amore per lo sport, ma piuttosto è una complessa interazione fra la psicologia del singolo ed alcuni aspetti della sua società. La tesina di maturità permette anche dei collegamenti con le varie materie scolastiche.

“Non ha importanza dove si è nati, quando come e dove si sono avuti i primi approcci con il calcio, per diventare un appassionato, un tifoso. Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita. Io abitavo a Bologna. Soffrivo allora per questa squadra del cuore, soffro atrocemente anche adesso, sempre”.
(Pier Paolo Pasolini, citato in Valerio Piccioni, “Quando giocava Pasolini”, 1996)

Collegamenti


Febbre a 90, parte sana del tifo tesina



Storia -

Antica Roma


Latino -

Gli Annales di Tacito


Inglese -

Nick Hornby, Febbre a 90


Italiano

-

Giacomo Leopardi, A un vincitore nel pallone; Umberto Saba, 5 poesie sul gioco del calcio


Psicologia -

Il tifo secondo la Psicologia sociale


Scienze - Il sistema endocrine
Estratto del documento

Associazione Tifosi Giallorossi "Attilio

iniziano a riunirsi in gruppo, a Roma, con l'

Ferraris", Circoli Biancocelesti 1951 Fedelissimi Granata 1951,

i e a Torino, con i

il fenomeno esplode, mentre in Gran Bretagna sono attivi gruppi i cui

Hooligans.

appartenenti vengono chiamati Vi sono tuttavia differenze basilari

tra i due modi di essere: in Gran Bretagna gli hooligan lasciano molto più spazio

alle azioni spontanee, mentre il modello ultrà italiano tende a coordinare i vari

elementi in un'unica voce. Anche le forme estetiche del tifo risentono di questa

differenza: in Gran Bretagna si predilige l'impatto vocale a quello visivo e non si

usano i tamburi che hanno contraddistinto le colorite curve italiane fino al 2009

(poi proibiti così come i megafoni).

Nel corso degli anni Sessanta queste nuove strutture aggregative iniziano a

svilupparsi intorno alle grandi squadre dell’epoca e i loro membri si distinguono

dai sostenitori tradizionali per il modo attivo ed organizzato di incoraggiare la

loro squadra del cuore. Ogni gruppo ultras ha allora un proprio nome simbolico

ed uno striscione dietro cui radunarsi. Nascono le coreografie per sostenere la

propria squadra: si cantano inni, gli stadi si riempiono di bandiere, si lanciano

coriandoli e si accendono i primi fumogeni. Parallelamente nasce anche la

competizione con i gruppi ultras di altre squadre. Si incontravano e tuttora si

incontrano nei settori popolari degli stadi, dove le società favoriscono l'afflusso

giovanile attraverso speciali campagne di abbonamenti e biglietti a prezzo

ridotto.

Gli ultras presentano caratteristiche specifiche che li rendono un fenomeno

originale del calcio italiano: essi "segnano il proprio territorio", ovvero un

settore di curva viene delimitato da uno o più striscioni con il nome e il simbolo

del gruppo; utilizzano un abbigliamento tipico delle persone che in politica

appoggiano le fasce più estremiste e indossano inoltre giacconi e maglie

ricoperti di stemmi della propria squadra del cuore; si aggiunge la sciarpa e

berretto con i colori della squadra.

“Il calcio senza gli ultrà non esiste. Chi dice che sono la parte peggiore di questo

mondo non capisce niente. Gli ultrà sono amore: io li ho visti piangere per questa

maglia, li ho visti piangere a Verona, l'altra squadra della mia carriera che m'è rimasta

dentro insieme al Genoa. Squadre che sono una cosa sola con la loro gente. I

delinquenti li puoi trovare al cinema, in piazza, quando vai a fare la spesa. La gente

che ama una squadra è una cosa sana. A Roma l'amano. Anch'io non ho mai smesso di

farlo”. (Gianfranco Zigoni )

5. Testimonianze di tifo sportivo nella letteratura

Molti scrittori hanno ammesso di essere appassionati del calcio. Nella

letteratura italiana, un caso rilevante è quello di Giacomo Leopardi, con la

“A un vincitore nel pallone”,

sua canzone datata 1821. Leopardi, in questa

canzone di cinque strofe, si riferisce ad un giovane, Carlo Didini di Treia, e lo

acclama come campione, elogiandolo per l'energia espressa nell'azione

sportiva. 5 poesie sul gioco del calcio

Più aderenti al tema calcistico sono le di Umberto

Saba, che si avvicina al calcio casualmente, entra la prima volta allo stadio

solo per accompagnarvi la figlia desiderosa di vedere la squadra di casa, la

Squadra paesana”;

Triestina. Quel primo incontro col calcio è narrato in “ il

poeta era ormai rapito da quello spettacolo che gli permetteva, fra l'altro, di

riconoscersi nella massa. Continuò a scrivere liriche sull'argomento, prendendo

spunto ogni volta da alcuni momenti che lo avevano colpito maggiormente;

Tre momenti,

così nella seconda composizione, descrive la gioia e la felicità dei

tifosi, la cui brevità è compensata dall'immensità, e inoltre gli istanti che

precedono il fischio d'inizio e il comportamento del portiere, che si rilassa

quando i suoi compagni hanno il controllo del gioco, ma che diventa guardingo

appena lo perdono. Ancora il comportamento dei tifosi è descritto nella

Tredicesima partita, .

facendo leva sul sentimento di unità che lega gli spettatori

Fanciulli allo stadio”:

Emblematico è invece il quarto capitolo della raccolta, “ è

l'unico momento in cui Saba mostra una sorta di disprezzo per il calcio, anzi,

piuttosto per i calciatori, che "odiosi di tanto eran superbi passavan là sotto" e

"tutto vedevano, e non quegli acerbi"; gli acerbi sarebbero i ragazzini e, infatti,

specialmente a loro è dedicata la poesia, perché nelle loro speranze,

Goal,

puntualmente deluse, Saba crede di rivivere la propria infanzia. Infine c'è

probabilmente la più famosa fra queste poesie di Saba a soggetto calcistico.

Tema di questa lirica sono i sentimenti contrastanti dei due portieri nel

momento di un goal, appunto: il vinto, che si dispera e "contro terra cela la

faccia", come a voler scomparire, e l'altro, che, obbligato a rimanere nei pali,

lascia libera di vagare almeno la sua anima, alla ricerca della felicità insieme ai

suoi compagni.

Un ultimo esempio che voglio riportare, è quello di Nick Hornby, uno scrittore

inglese che nel suo libro “Febbre a 90” descrive la sua ossessione per il calcio.

Un'ossessione intensa, condizionante, ma genuina. Per l'autore il calcio

rappresenta un'altra dimensione della realtà, incomprensibile per chi non è

tifoso. Una passione, la sua, sbocciata già nell'infanzia, una malattia da cui non

è mai più guarito. Un'attrazione invincibile trascina Hornby allo stadio, con

qualsiasi tempo e in qualsiasi condizione fisica. Non esistono riti o cerimonie

familiari che tengano (matrimoni, compleanni, cene), nessuna amicizia e

nessun impegno di lavoro hanno la precedenza rispetto all'appuntamento con

lo stadio. Le vicende della propria squadra del cuore scandiscono la sua

esistenza, vi si intrecciano creando un legame indissolubile. Hornby si accorge

che persino il suo linguaggio è farcito di metafore calcistiche, che il suo

rapporto coi luoghi geografici è influenzato dal calcio. Una sconfitta della

propria squadra, una difficoltà nel creare gioco, uno scialbo pareggio,

l'eliminazione da un'importante competizione lo gettano nello sconforto, gli

procurano dolore, rabbia, frustrazione e lacrime autentiche. Al contrario,

nessun raggiungimento nella propria vita personale equivale, secondo lo

scrittore inglese, alla conquista di uno scudetto. L'eccitazione di chi tifa, in caso

di vittoria, è un'estasi, una gratificazione di ordine superiore perfino a quella dei

protagonisti diretti, dei calciatori. Calciatori di cui Horbny rammenta il nome a

distanza di decenni, come ne rievoca le prodezze che ancora lo commuovono e

lo fanno fantasticare. Di ognuno ricorda il carattere e il tipo di insegnamento, di

lezione morale che egli come spettatore-testimone ha potuto trarre dalla

contemplazione delle loro gesta agonistiche e dallo svolgimento della loro

carriera.

“As I get older, the tyranny that football exerts over my life, and therefore over the lives

of people around me, is less reasonable and less attractive. Family and friends know,

after long years of wearying experience, that the fixture list always has the last word in

any arrangement; they understand, or at least accept, that christenings or weddings or

any gatherings, which in other families would take unquestioned precedence, can only

be plotted after consultation. So football is regarded as a given disability that has to be

worked around. If I were wheelchair-bound, nobody close to me would organise

anything in a top-floor flat, so why would they plan anything for a winter Saturday

afternoon.” (Nick Hornby, Fever Pitch)

6. Psicologia e Tifo

Ma cosa significa dal punto di vista psicologico fare il tifo per una squadra? Il

primo fattore chiave per comprendere la dinamica psicologica del tifoso è

l'identificazione. La squadra che difende è una vera e propria rappresentazione

del suo Sè. A partire da questo presupposto, riusciamo facilmente a

comprendere come il tifoso possa sentire come proprie le vittorie e le sconfitte

della sua squadra. L'identificazione con la propria squadra fa sì che il tifoso si

senta realmente responsabile del successo (o dell'insuccesso) di essa. Il tifoso

non può sottrarsi dal contribuire al successo della sua squadra attraverso

alcuni tipici strumenti come striscioni, cori o gesti scaramantici razionalmente

ininfluenti sull'esito della partita, ma importantissimi nella psiche del tifoso. I

tifosi non assistono solo ad una partita ma, urlando il nome della loro squadra,

incitando i giocatori a fare determinate azioni, partecipano attivamente a tutte

le fasi della partita, saltando sugli spalti (o sul divano!), aiutano in campo, tanto

che alla fine della partita il tifoso è realmente sfinito come i suoi giocatori!

La vittoria o la sconfitta della squadra del cuore determina vere e proprie

fluttuazioni emotive in grandi fasce della popolazione che durano anche per

giorni interi dopo la partita stessa.

Dal punto di vista psicosociale, essere tifoso non è solamente un modo per

passare il tempo, ma una vera e propria identità sociale che si manifesta

appieno durante ogni partita quando il tifoso si identifica con il gruppo

positivamente. Le stesse tifoserie diventano una vera e propria identità

sovraordinata ed il singolo si annienta in queste entità, diventando sé stesso

solo in quanto appartenente al gruppo. Il tifoso, ogni volta che c'è una partita,

non assiste alla vittoria o alla sconfitta della sua squadra, bensì combatte una

battaglia per l'affermazione del proprio sè. Questo aspetto si trova esplicitato in

maniera lampante nella terminologia utilizzata da tifosi, cronisti e giornalisti

sportivi. Il linguaggio utilizzato richiama infatti totalmente la metafora della

“schierano” “dirige”

guerra. Si parla di allenatori che giocatori, il giocatore che

“Capitano”,

la squadra è il quando una squadra vince in trasferta si dice che ha

“espugnato” lo stadio avversario.

6.1 Il tifo secondo la Psicologia Sociale

“rivale”

Quasi sempre il possiede caratteristiche indesiderabili agli occhi del

tifoso. Il tifo, o meglio gli effetti generati dal tifo, causano una serie di bluff

nella nostra mente in cui spesso e volentieri cadiamo a piedi pari. Il tifo è forse

l'elemento fondamentale dell'esistenza di uno sport: uno sport che non ha un

certo seguito difficilmente riesce ad emergere e sopravvivere e può però

“buon padre di fam

Dettagli
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