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Sintesi

Introduzione Fardello del Terzo tesina



Quando decisi di scrivere sulla mia tesina di maturità delle fallacie logiche, mio padre, che è uomo di indole pratica poco incline ai sofismi, mi consigliò di trovare un argomento meno astratto, che sfuggisse alla mia consueta tendenza all’inutilmente teorico. D’altronde cosa mai si potrebbe nascondere dietro quella cerimoniosa nomea se non l’ennesima e asfittica analisi sulla retorica di qualche millennio fa? Dopo averlo ascoltato mi persuasi al contrario della necessità della mia scelta. In molti infatti considerano le fallacie come un qualcosa di lontano, un argomento magari vagamente tecnico e pedante, ma ciò è quanto di più distante dalla verità ci possa essere.
Le fallacie hanno in realtà sempre convissuto con l’uomo: impastano con la loro viscosa e dolciastra irrazionalità la bocca dei nostri politici, serpeggiano attraverso la nostra storia, deviandone il corso, e infestano in modo sistematico il quotidiano di tutti noi. Esse sono celate in piena luce e in piena luce ostacolano, corrompono e deturpano la nostra capacità di ragionamento, senza che nessuno si opponga apertamente alla loro egemonia. È questa la sconcertante peculiarità che le caratterizza: non si tratta di fenomeni linguistici e psicologici particolarmente difficoltosi da comprendere; molte di esse sono semplicemente infrazioni di quell’implicito codice che potremmo chiamare “buon senso”. Questo tuttavia non deve rassicurare il lettore: ciò che manca loro in complessità viene sopperito grazie allo straordinario fascino che sono in grado di esercitare su di noi. La tesina permette anche vari collegamenti alle materie scolastiche.

Collegamenti


Fardello del Terzo tesina



Greco - Aristotele.
Latino - Seneca, Giovenale, Tacito.
Italiano - Leopardi.
Storia - Fascismo, Nazismo.
Filosofia - Hume.
Estratto del documento

Intessuto in una trama di minacce e fallacie fondamentali per

legittimare la sequela di inaccettabili violenze di cui il Fascismo si era

ultimatum:

macchiato, si può chiaramente distinguere un ogni azione

intrapresa dal governo fascista da quel momento in poi sarebbe dovuta

essere considerata come diretta espressione della volontà popolare,

rendendola di fatto insindacabile. Ma Mussolini non fu il solo a dare rilevanza

fondamentale alle fallacie nella sua opera propagandistica:

«Ogni incrocio di due esseri che non si trovino esattamente allo

stesso livello ne produce uno che si trova ad un livello intermedio

fra i due genitori. Di conseguenza quest’essere soccomberà in

seguito nella lotta con l’essere di livello superiore. Questo incrocio è

quindi contrario alla volontà della Natura di produrre forme di vita

superiore. [...] Così come si oppone all’unione di individui deboli e

forti, allo stesso modo la Natura scoraggia la commistione di razze

superiori e inferiori che porterebbe alla rovina una millenaria opera

di miglioramento della specie. L’esperienza storica lo dimostra. […]

Ogni mescolanza è quindi un peccato contro la volontà del Creatore,

un peccato destinato ad essere punito. Quando l’uomo cerca di

ribellarsi contro la ferrea logica della natura entra in conflitto con i

principi che presiedono alla sua stessa esistenza e questo tentativo

determina la sua rovina.» 17

Discorso del Bivacco,

16 Benito Mussolini, Camera dei Deputati, Roma, 1922

14

– Adolf Hitler

Al di là della puerile sicumera pseudoscientifica di questo passo, che d’altro

Mein Kampf,

canto permea tutte le pagine del è bene sottolineare la

ad naturam,

prevedibile presenza di una gran quantità di fallacie che in

questo caso costituiscono il nerbo della stessa teoria razziale

hitleriana.

4.2.5 L’ineluttabilità della propaganda

È interessante notare come l’uso della propaganda non sia stata prerogativa

topoi

dei regimi totalitari. In verità molti schemi retorici, diversi e persino

alcuni concetti fondamentali che un movimento antidemocratico come il

Fascismo ha saputo sfruttare e piegare ai suoi fini, trovano la loro origine del

Risorgimento italiano. Scrive Alberto Banti:

«La nazione fascista irrigidisce ed estremizza i tropi elementari della

matrice discorsiva originaria. La genealogia e il sangue da figure

metaforiche si trasformano in proiezioni di un “sapere” e di un senso

comune razzisti, che le leggi coloniali e quelle razziali rendono

tragicamente operativi. La mistica del sacrificio, l’offerta votiva del

sé psichico e corporeo – per gli uomini -, dei propri familiari e del

proprio mondo affettivo – per le donne – prosegue secondo una

traiettoria tracciata sin dai martirologi e dalle cristologie di epoca

risorgimentale. La centralità della riproduzione, dell’onore sessuale,

dell’integrità razziale di donne e uomini nelle loro relazioni sessuali,

ripercorre con implacabile coerenza biopolitica, l’essenza dei

rapporti di genere così come sono disegnati dal nazionalismo delle

origini »

18

- Alberto Banti

In particolare, la corrente nazional-patriottica ebbe il merito di forgiare con

fatica e dedizione l’idea di nazione italiana, idea in cui sangue e

lignaggio diventano discrimini cardine al fine di delineare una identità

nazionale coerente, e la cui origine quindi si avvicina pericolosamente

all’ad naturam . Fece inoltre largo uso del linguaggio, delle tecniche e delle

immagini che poi saranno proprie della mitologia fascista: strutture

discorsive elementari che hanno a che fare con fattori primari come la

nascita/morte, l’amore/odio, la sessualità/riproduzione sono state

individuati dal Banti come comuni elementi tra le due propagande.

È da segnalare tuttavia una sostanziale differenza: laddove il fascismo si

abbandonò all’uso delle più becere forme di errori di ragionamento e vizi

logici, la narrativa risorgimentale cercò invece di conservare parte della

propria coerenza. Benché la maggioranza della propaganda del Risorgimento

rimanga esattamente ciò che è, ovvero un complesso sistema di simboli e

Mein Kampf,

17 Adolf Hitler, Edizioni del Partito Nazionalsocialista, Monaco, 1938

Sublime maestra nostra,

18 Alberto Mario Banti, Laterza, Roma-Bari 2011

15

miti che talvolta cade in fallacia, raramente questa propaganda fu

dichiaratamente asservita all’irrazionale e alla violenza bruta.

L’Argumentum ad Verecundiam

 4.3

4.3.1 Definizione e struttura

L’espressione significa letteralmente “alla modestia”, ed è stata creata da

John Locke: in essa si taccia di presunta immodestia coloro che decidono di

allontanarsi dal consenso raggiunto dall’autorità. Nei casi in cui il concetto di

autorità si incarni nella figura di un individuo, ci si riferisce ad essa con il

ipse dixit”

nome di “ . In definitiva, si può cadere in questa fallacia nel

momento in cui si accetta per indiscutibilmente vera una tesi se essa è

sostenuta da una qualche entità di grande influenza o esperienza.

Step 1 | A afferma la proposizione Ω

Step 2 | A è un’autorità riconosciuta del campo

Argomentazione fallace

Step 3 | La proposizione Ω è indiscutibilmente vera

4.3.2 Dio fa il bucato più bianco!

Questa fallacia è diventata parte integrante dell’arsenale dei creativi al

servizio delle grandi aziende pubblicitarie. Negli ultimi decenni si è infatti

affermato l’uso dei “testimonial”, attori o personaggi famosi più o meno

rilevanti, che incoraggiano l’acquisto dei più disparati prodotti, spesso

senza possedere alcuna delle conoscenze necessarie a giudicare i

prodotti stessi.

4.3.3 Obsolescenza gnoseologica

La fallacia in realtà non intende svalutare il valore delle esperienze e delle

conoscenze acquistate con impegno e fatica da centinaia di esperti in

qualsivoglia settore. Il suo fine è quello di scoraggiare le pressioni sotto la

cui influenza molto spesso rimangono soffocate le nuove teorie o le antiche

filosofie, pressioni create dal sistema costituito al fine di proteggere i suoi

dogmi e non favorire in alcun modo il dibattito, e quindi il sano

sviluppo di valori e sapere condivisi. Col passare del tempo le certezze di

oggi potrebbero essere viste sotto una diversa luce o dimostrarsi errate:

aggrapparsi alle proprie convinzioni può risultare fatale. Emblema di ciò sono

le posizioni tradizionaliste e opprimenti di molti dei governi che si sono

avvicendati al comando dei grandi stati democratici, mentre il discorso vale

immancabilmente per tutte le teocrazie e i totalitarismi, che hanno sempre

l’ad verecundiam

considerato come un formidabile quanto indispensabile

16

mezzo di controllo culturale. Inevitabilmente, tuttavia, la stasi culturale

conduce alla rovina.

Non Sequitur

 4.4 Il

4.4.1 Definizione e struttura

 non

"Post hoc ergo propter hoc": dopo ciò, dunque a causa di ciò. Il

sequitur primario è semplice caratteristica di tutte quelle argomentazioni che

pretendono di stabilire un nesso causale fra due eventi che non hanno

nessuna relazione fra loro, se non quella temporale.

Step 1 | A sostiene che l’evento Ω sia conseguenza di Ψ

Step 2 | L’evento Ω si è cronologicamente verificato dopo Ψ

Argomentazione fallace

Step 3 | L’evento Ω è conseguenza causale di Ψ

4.4.2 Persuasione e paura

non sequitur

Il non è tuttavia solamente legato all’erronea associazione fra

ordine cronologico e casualità. Abbandonata la conseguenzialità cronologica,

il già debole nesso logico tra gli eventi si deteriora, fino a quando la

premessa non ha più alcuna relazione con le conclusioni. Il

meccanismo risulta efficace soprattutto nel caso di fenomeni di forte

nitidezza fuorviante,

impatto emotivo: in questo caso si parla di o

campione non rappresentativo. Usando la stravolgente capacità persuasiva

della tragedia, della paura e del risentimento, un rarissimo accadimento

tragico può diventare statisticamente rilevante, fino ad essere

considerato un pericolo quotidiano e estremamente probabile solamente in

base alla forte tensione emotiva che il primo evento ha causato.

4.4.3 Variante: Il pendio scivoloso

o

non sequitur

Il dimostra in effetti una spiccata tendenza alla degenerazione

logica collegata ai concetti di sequenza e tempo. Quando ci troviamo di

fronte ad una omissione di un “anello” nella sequenza logica degli eventi,

china pericolosa,

siamo avviati su una ovvero una fallacia chiamata anche

pendio scivoloso.

Step 1 | A sostiene che l’evento Ω seguirà all’evento Ψ

Step 2 | È probabile che a Ω segua Χ e in seguito a Χ segua Ψ

Argomentazione fallace

Step 3 | All’evento Ω dovrà obbligatoriamente subito seguire Ψ

17

pendio scivoloso

Il è in effetti basato su una versione distorta e

maldestramente sincopata del sillogismo ipotetico, sotto la cui egida si

nascondono in realtà mancanza di dati reali, considerazioni affrettate e

iperboli prive di fondamento. Si preferisce spezzare la continuità della

speculazione, giungendo quasi sempre ad un epilogo disastroso, senza

fornire dettagli sulle modalità di transizione tra i vari accadimenti, a questo

punto dati per scontati.

4.4.4 Una piccola, grande fallacia

Al termine di questa spiegazione viene legittimamente da chiedersi quale sia

il reale pericolo posto da una fallacia così apparentemente ovvia, così

elementare e così facilmente confutabile. Si tratta indubbiamente della

tecnica più semplice di diversione, ma ciò non deve portare a

non sequitur e il pendio scivoloso

sottovalutarla, anzi: il sono armi in grado di

manipolare e ingannare le masse come gli intellettuali, poiché è proprio nella

loro semplicità e immediatezza che si nasconde la natura subdola e

seducente che le caratterizza. Non a caso tra i loro utilizzatori troviamo

alcune eccellenti personalità.

«Ma la cittadinanza, ch'è or mista

di Campi, di Certaldo e di Fegghine,

pura vediesi ne l'ultimo artista.

Oh quanto fora meglio esser vicine

quelle genti ch'io dico, e al Galluzzo

e a Trespiano aver vostro confine, […]» 19

– Dante Alighieri

«Una Roma ingrecata non posso soffri

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