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Tratta del concetto di "donna nazista" e dell'importanza che ha avuto all'interno della politica e della società durante gli anni 1933-1945
Materie trattate: Storia
In copertina : Un dipinto di Fabio Traverso che rappresenta il modello nazista dei
matrimoni di razza «ariana» e la religione neopagana.
Premessa:
Una delle caratteristiche più note del Nazismo è la misoginia, ossia
l’avversione per le donne. Mi sono sempre chiesta come potesse essere la vita di una
donna in uno stato che provasse ostilità nei suoi confronti, perciò dato che con
l’esame di maturità viene chiesto allo studente di approfondire un argomento ho
deciso di soddisfare questa mia curiosità.
Inizialmente il lavoro presentava delle difficoltà nel reperire il materiale che mi
era necessario in quanto l’argomento da me scelto è ancora poco trattato, ma
attraverso un’approfondita ricerca trovai un articolo di Stefania Maffeo intitolato “Gli
angeli del focolare nazista: l’altra metà del cielo hitleriano” riportante la bibliografia.
Solo dopo aver scritto gran parte dei contenuti del mio elaborato trovai il taglio
giusto da dare al mio lavoro, cosicché si incentrasse solamente sul ruolo della donna
in quel periodo e tralasciasse tutti gli altri aspetti fuorvianti dalla questione che più mi
premeva approfondire. Introduzione:
La storia parla poco delle donne tedesche durante il Nazismo e prima della fine
’70 nessuno si era preoccupato di chiarire quale ruolo avesse
degli anni nella Germania
’33-’45 la componente femminile ariana.
degli anni
È curioso cercare di capire perchè personaggi rilevanti come la Führerin Gertrud
Scholtz-Klink non comparissero nelle storie del Terzo Reich. Secondo lo storico
britannico Tim Mason era possibile che il rifiuto da parte di storici maschi di considerare
le donne come oggetto della propria ricerca derivasse dalla convergenza del loro punto di
vista con le opinioni naziste riguardo il sesso femminile. La risposta più probabile a questa
domanda però è che l’idea stessa di “donna nazista” fosse un controsenso: com’era
possibile infatti che il sesso debole avesse giocato un ruolo attivo in uno stato tanto
misogino?
Al contrario di come si potrebbe pensare, nella costruzione della dittatura nazista
le donne non ebbero un ruolo così irrilevante: discorsi, lettere, rapporti sulle attività e
circolari della Sndap documentano il sostegno fornito da loro al Nazismo e come la
propaganda hitleriana ponesse all’attenzione delle tedesche, sia cattoliche che protestanti,
la necessità di condividere attivamente l’obiettivo della selezione razziale. Il regime affidò
loro una precisa funzione nell’inquadramento gerarchico della società, ponendole a metà
strada tra gli uomini di razza ariana e quelli stranieri: così divennero soggetti partecipi alla
causa del totalitarismo, pur nella rigida separazione dei sessi e dei ruoli affidati a uomini e
donne. Ma per poter giudicare quanto il gentil sesso fu responsabile della selezione
razziale bisogna prima prendere in considerazione come vissero e influirono nella politica
di quegli anni. Vita delle donne nel Terzo Reich
Durante la Repubblica di Weimar, periodo che precede il governo nazista, le
donne avevano il mondo del lavoro aperto anche alle alte cariche, quali magistratura e
politica, aiutate pure dal movimento femminista molto diffuso in quegli anni.
Dopo che il partito nazionalsocialista vinse alle elezioni avvenute nel Marzo del
1933, col Machtergreifung ( cioè la presa del potere) cominciò il periodo del Terzo Reich
e le donne dovettero dimettersi subito dalle cariche di rilievo e col tempo anche dalle altre;
l’unica professione in cui, nonostante vi fossero discriminazioni, il numero di impiegati
femmine era rilevante era quella dell’insegnante: a causa della diffusione delle scuole
femminili erano richiesti docenti dello stesso sesso.
Gli uomini operanti soprattutto in campo medico politico e giuridico definivano
l’operato delle loro colleghe penoso e inefficiente, e la direzione del partito liquidava le
critiche provenienti dalla sfera del sesso debole “affermando che alle donne molto
qualificate rimaneva la possibilità di svolgere lavoro volontario o professioni
specificamente femminili, purché fossero buone nazionalsocialiste” e che “quelle tra loro
“politicamente fidate” sapevano perfettamente di essere ben accette nell’amministrazione
1
della sfera femminile”.
Agnes von Zahn-Harnack, rappresentante del movimento femminista tedesco e
membro del partito democratico in Germania, scriveva lamentandosi pubblicamente:
[…]
<< numerose donne che occupavano posizioni di rilievo sono state licenziate o
costrette alle ferie; soltanto due di loro sono state sostituite da altre donne, e anche settori
che senza alcun dubbio sono di competenza delle donne, da un punto di vista sia sociale
2
che culturale, sono stati affidati a mano maschili. >>
1 Claudia Koonz, Donne del Terzo Reich, Giunti, Milano1996, p. 146
2 Ibidem, p. 146
Per evitare che si causassero disordini il Ministro dell’Interno Wilhelm Frick si
vide costretto ad intervenire a sostegno delle donne:
<< Come desumo da varie fonti, negli ambienti dei funzionari, degli insegnanti e degli
regna una forte inquietudine a proposito dell’ostilità
impiegati di sesso femminile
dimostrata loro da numerose autorità a livello sia statale che locale. [...] Devo sottolineare
come ai sensi della legislazione vigente non ci sia lecita nessuna discriminazione nei
3
confronti di funzionari e insegnanti di sesso femminile. >>
Alle donne veniva inoltre chiesto di svolgere propaganda per la maternità
finalizzata alla preservazione della razza pura e attività di volontariato o sociali a beneficio
“In una pubblicazione
della nazione tedesca. ufficiale del partito Marie Baltzer faceva
appello a una “maternità organizzata”, per cui le donne (tedesche) avrebbero dovuto
le loco capacità domestica” 4
rinforzare la loro salute fisica e sviluppare affinché le future
generazioni fossero sane e forti, per una Germania superiore nel mondo.
In aggiunta alla vita legata alla famiglia e alla vita domestica, di cui ne erano
simbolo le tre “k” tradizionali ( Kinder = figli, Küche = cucina, Kirche = Chiesa), un’altra
autrice di quel periodo dichiarò che nella sfera femminile bisognava includere
Krankerhaus (= ospedale) e Kultur (= cultura). Infatti oltre alle pure attività di volontariato
si aggiunsero quelle di provvedere ai camerati delle S.A. feriti o che avevano bisogno di
sostegno psicologico e/o spirituale e confezionare loro anche biancheria e indumenti.
Nonostante si fossero adeguate alle circostanze collaborando anche con gli
esponenti del governo le donne difesero sempre la loro posizione, e le organizzazioni
femminili che avevano deciso di collaborare con la Germania Nazista facevano pressione
affinché vi fosse una donna che all’interno delle istituzioni le rappresentasse. “La
candidata ideale alla direzione delle donne doveva possedere due requisiti fondamentali:
essere in grado di organizzare le donne e al contempo abbastanza opportunista da cedere a
3 Ibidem, p. 146
4 Ibidem, p. 136 2
quegli uomini che volevano anch’essi controllare la sfera femminile” 5 ; inoltre le doti che
doveva possedere erano sicuramente l’obbedienza, ma anche l’attitudine amministrativa.
5 Ibidem, p. 152 3
Gertrud Scholtz-Klink
Colei che divenne Lady Führer über alles fu Gertrud Scholtz-Klink.
(Gertrud Scholtz-Klink )
Nata in Germania il 9 Febbraio 1902 da una famiglia di razza ariana, era figlia di
ricevette un insegnamento
un alto funzionario statale. Istruita in un ambiente d’élite
cristiano e antisemita, ma a causa della Prima Guerra Mondiale dovette interrompere gli
studi e, una volta conclusasi la guerra, la giovane, bionda e graziosa Klink sposò un
veterano con cui mise su famiglia, alla quale si dedicò interamente .
(Gertrud con la sua famiglia)
Ella non era affatto attratta dalla politica ma il suo interesse per essa nacque dalla
totale fedeltà verso suo marito, come lei stessa racconta:
<< Avevo sempre condiviso le idee di mio marito ma, in fondo, la politica non mi aveva
mai interessato. Durante gli anni Venti avevo troppo da fare, tra la casa da mandare avanti
e i figli da allevare, facendo in modo che in famiglia regnasse un’atmosfera serena. Un
tornò da un raduno. Mi dissero che l’eccitazione
giorno però mio marito, convinto SA, non
per la marcia gli avevano fatto venire un infarto. Non seppi altro. […] Volevo prendere il
1
suo posto, dedicare tutta la mia vita al movimento per il quale egli si era sacrificato.>>
Così si diede da fare in campo sociale creando organizzazioni femminili che
assistessero le famiglie naziste bisognose ed esortando le sue donne a rinunciare a
qualsiasi ambizione a compiti maschili o alla parità di diritti, poiché questo ideale
profetizzava vita breve; il non essere mossa da aspirazioni di potere, il suo opportunismo, i
suoi modi compiacenti e la sua flessibilità le fecero presto ottenere la fiducia dei suoi
superiori maschi, finché nel Novembre del 1934 ottenne il titolo di Reichsfrauenführerin e
Frauenministerium, il ministero delle donne.
fu a capo dell’intero
Col passare del tempo ottenne milioni e milioni di adesioni alle sue
organizzazioni grazie anche alle capacità dialettiche e persuasive che possedeva, rinforzate
1 Claudia Koonz, Donne del Terzo Reich, Giunti, Milano 1996, p. 172
5
poi sullo sfondo dalla sua totale fede negli ideali di grandezza orgoglio e patrimonio
nazionale che erano propri del marito defunto.
La sua concezione totalitaristica della Germania e l’accrescere del suo potere la
portò ad avere il controllo dell’aspetto sociale dell’intera nazione tant’è che inviava
ovunque ce ne fosse bisogno oratrici, animatrici di comunità, assistenti sociali, educatrici e
puericultrici affinché aiutassero le donne tedesche ad organizzare la propria vita in base
alle esigenze dello stato: “prima la maternità e poi, quando Hitler stava riarmando la
nazione, il doppio impegno: il lavoro sui campi o nell’industrie e l’educazione dei figli,
2
mentre gli uomini andavano alla guerra.”
(Gertrud mentre parla alle sue donne)
La Führerin del Terzo Reich ebbe un’autorità dittatoriale tale che Peter
Engelmann la descrisse in questo modo:
<< la signora Klink governa la vita delle donne tedesche in tutte le sue manifestazioni.
Dice loro quanti figli mettere al mondo e quando; dice loro come vestirsi e cosa preparare
da mangiare. Dice loro cosa mormorare, col sorriso sulle labbra, quando salutano mariti e
2 Ibidem, p. 51 6
figli in partenza per la guerra; dice loro di sorridere anche quando saranno caduti. Le
3
donne sono responsabili della moralità della nazione.>>
Quando Claudia Koonz, una tra le maggiori storiche del nazismo, agli inizi degli
ottenne un’intervista con l’ex Lady Führer la trovò ancora fedele ai suoi principi
anni’80
di Germania nazista e determinata a descrivere così ciò che aveva fondato:
<< il mio ministero, allora, si occupava dei doveri delle donne. Avevamo creato una specie
di stato nello stato, con dipartimenti che si occupavano di economia, educazione, questioni
coloniali, problemi dei consumatori, sanità, istruzione e assistenza sociale. Non abbiamo
4
mai avuto interferenze maschili, potevamo fare ciò che volevamo. >>
Questa donna coerente rimase orientata al nazismo fino alla morte, avvenuta
nel 1999, non rinnegandolo mai.
3 Ibidem, p. 29
4 Ibidem, p. 36-37 7
Auguste Reber-Gruber
Nata nel 1892 Auguste Reber-Gruber si specializzò subito in campo didattico
ottenendo il dottorato in pedagogia ed insegnò per un periodo nel campo dell’educazione
fisica diventando poi presidente del Bayerischer Lehrerinnenverein (Lega delle insegnanti
bavaresi).
Prima del Machtergreifung non era interessata al nazionalsocialismo, ma quando
al governo salì questo partito cominciò ad affermare, inserendolo perfino nel suo
curriculum, di aver partecipato fin dall’inizio alle adunate di Hitler e di essere stata più
volte minacciata poiché portava la croce uncinata durante quel periodo in cui le era stato
vietato, dal 1916 al 1926.
Avendo lei rifiutato il Cristianesimo impose alle sue insegnanti delle concezioni