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Inglese: Victorian Age
Storia: Rivoluzione Industriale
Fisica: Effetto Volta
innalzando moderne e futuristiche costruzioni che affascinarono e turbarono
contemporaneamente la società.
Uno dei campi nei quali l’architettura del ferro trovò agio di esprimersi nel modo più
libero e consono alle sue caratteristiche fu quello delle cosiddette grandi strutture,
quali ponti, viadotti, stazioni ferroviarie e padiglioni espositivi, che cominciarono a
caratterizzare il paesaggio con la loro spettacolarità.
T. F. Pritchard, A. Darby, J.Wilkinson, Ponte sul Severn a Coalbrookdale (oggi Iron Bridge), 1775-
1779.
In questo quadro storico nascono nella seconda metà dell’ottocento le grandi
Esposizioni, nelle loro innumerevoli varianti: le esposizioni nazionali, internazionali,
mondiali ed universali, le fiere patronali e commerciali, i saloni specialistici, le fiere
campionarie, i mercati. Alcune esposizioni furono organizzate allo scopo di mettere in
mostra i progressi compiuti in campo tecnologico, e ciò avvenne soprattutto in
Inghilterra. In generale, sia che si usasse già il termine di esposizione oppure altri
concetti come fiera, mostra, salone, etc. si afferma l’idea di uno spazio circoscritto, sia
all’aperto che in interni, esclusivamente destinato a scopi espositivi e commerciali.
Si può dire infatti come tutti questi eventi fossero accomunati dalla circostanza della
pubblicizzazione del prodotto e in un certo senso abbiano partecipato al lento processo
di mondializzazione della società industriale, cui ha fatto seguito la più recente
accelerazione prodotta dalla società dei servizi e da internet verso la globalizzazione.
I termini che abbiamo utilizzato (mercato, fiera, salone, esposizione) riguardano eventi
con finalità simili, che possiamo appunto riassumere nella volontà di pubblicizzare un
certo prodotto, però caratterizzati allo stesso tempo da specificità dalle quali non si
può prescindere. Si può infatti distinguere con chiarezza il tipo urbano del mercato da
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quello della fiera, l’evento cittadino o quello nazionale ed infine l’Expo come luogo
speciale che una sorta di invalicabile recinto separa dal resto del contesto urbano e
che si ripete ad intervalli regolari. In un certo senso le Expo sono eventi destinati a
suscitare meraviglia, aperti a tutti (sia operatori del settore che pubblico), dove
tendenzialmente vengono invitati espositori provenienti da tutto il mondo.
Se da una parte l’avvenimento dell’Expo è da considerarsi l’evoluzione massima dello
sviluppo del mercato non è da trascurare l’importantissimo ruolo amministrativo e
decisionale interpretato dalle maggiori potenze politiche che desideravano utilizzare le
esposizioni come mezzo per manifestare nel contesto internazionale la propria forza
industriale ed economica.
Caratteristiche generali delle Esposizioni
secondo il BIE
Il termine Expo si riferisce generalmente a una manifestazione di tipo fieristico
caratterizzata da un tema specifico.Vengono chiamate Expo fiere dedicate
all'esposizione di prodotti e tecnologie, ma anche eventi riguardanti temi generali
quali l'alimentazione o la filosofia, eventi che quindi si configurano spiccatamente
come meeting costituiti da più giorni di conferenze ed interventi.
Il termine Expo è anche stato adottato in tempi moderni dalle esposizioni organizzate
(Bureau International des
e riconosciute dall'Ufficio Internazionale delle Esposizioni
Expositions, BIE) con sede a Parigi che vengono ospitate da un unico Paese
organizzatore e che vedono la partecipazione di più Nazioni e/o organizzazioni
internazionali.
« Una esposizione è una mostra che, qualsiasi sia il suo titolo, ha come fine
principale l'educazione del pubblico: può presentare i mezzi a disposizione
dell'uomo per affrontare le necessità della civilizzazione, o dimostrare i progressi
raggiunti in uno o più settori dello scibile umano, o mostrare le prospettive per il
futuro »
Protocollo 1988,
(BIE, Convenzione di Parigi, 1928, Articolo 1)
La definizione citata riguarda sicuramente solo le esposizioni contemporanee, dal
momento che in quelle meno recenti erano esclusivi i caratteri commerciali e di
potenza cui abbiamo già accennato.
Con il nome generico di Expo ci si può riferire sia a una Esposizione universale che a
una internazionale. Sebbene la classificazione ufficiale non abbia sempre seguito
questo dualismo, è possibile riconoscere, lungo tutta la storia delle esposizioni, la
volontà di designare due tipologie di eventi: uno più grande, caratterizzato da un'area
espositiva molto ampia e che trattasse temi di carattere generale, e uno minore,
organizzato in un'area più piccola e definito da un tema di carattere specifico. L’Ente
che da quasi un secolo sovrintende alla gestione delle Esposizioni è l'Ufficio
Internazionale delle Esposizioni. Si tratta di un’organizzazione non governativa creata
nel 1928 tramite la Convenzione di Parigi e che divenne effettiva a partire dal
1931.Inizialmente il BIE aveva solo compiti amministrativi legati all'organizzazione
delle esposizioni internazionali. Col tempo però il suo ruolo è evoluto in quello di ente
sì a supporto amministrativo, ma che offre anche esperienze professionali nelle
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materie soggetto delle Expo e che partecipa attivamente alla promozione delle stesse.
Inoltre è importante il suo ruolo come organizzazione propositrice di dialogo e
cooperazione internazionale. Regola quindi la frequenza delle esposizioni, la loro
regolamentazione con rispetto delle leggi internazionali e ne garantisce la qualità. Al
momento i membri del BIE sono 157 Stati. Come si legge sulla pagina web ufficiale
dell'organizzazione, il BIE è un organismo il cui fine è la regolamentazione e il
monitoraggio di qualità di esposizioni internazionali organizzate dai propri membri.Le
un luogo unico dove si pratica
Expo, come si legge dallo stesso sito del BIE, sono “
educazione attraverso sperimentazione, cooperazione attraverso partecipazione e
sviluppo attraverso innovazione. Sono un messaggio di interesse universale; una
esperienza educativa e ricreativa, laboratori di sperimentazione che mostrano le
novità e lo straordinario”. Gli obiettivi che il BIE vuole raggiungere attraverso le
Esposizioni sono:
Rinforzare le relazioni internazionali
Condividere cultura ed educazione
Incoraggiare lo sviluppo
Lavorare per l'ambiente
Rinnovare la città
Sperimentare col futuro
Ovviamente una Expo può raggiungere l'obiettivo del rafforzamento delle relazioni
internazionali perché numerosi Paesi vi partecipano. Sono invitati ad illustrare il tema
generale dell'Esibizione nei loro padiglioni e ognuno con proprie modalità. Sono
dunque un modo per esprimere e pubblicizzare la propria cultura e un veicolo di
scambio culturale. Possono partecipare alle esposizioni organizzate dal BIE anche i
Paesi non membri e aziende che espongono normalmente in padiglioni dedicati
appositamente alle iniziative private. Sono inoltre invitate a partecipare alle Expo
numerose associazioni internazionali. Ad esempio sono state spesso presenti la Unione
Europea, le Nazioni Unite e la Croce Rossa Internazionale.
Classificazione delle Expo
L'ultimo protocollo riguardante la classificazione delle Expo è stato firmato nel 1988;
entrato in vigore a partire dal 1996 prevede la seguente classificazione:
International Registered Exhibition
1. (Expo registrata, o mondiale, comunemente
detta "Universale")
Frequenza: ogni 5 anni
Durata massima: 6 mesi
Costruzione dei padiglioni da parte dei partecipanti
Dimensioni dell'area non definite
Tema generale
International Recognised Exhibition
2. (Expo riconosciuta, comunemente detta
"Internazionale")
Frequenza: si tengono nell'intervallo fra due Expo registrate
Durata massima: 3 mesi
Costruzione dei padiglioni da parte degli organizzatori
Superficie massima del sito: 25 ha
Tema specifico
In generale valgono anche le seguenti regole:
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l'intervallo fra due Expo organizzate dallo stesso Paese deve essere di almeno
15 anni
dopo la presentazione della prima candidatura gli altri Paesi membri hanno 6
mesi di tempo per presentare candidature alternative
Processo di candidatura International Registered Exhibition
Il governo di uno stato che vuole organizzare una
deve informare il BIE e rispettare alcuni criteri. La richiesta presso il BIE deve
presentare il tema dell'Esposizione, le date proposte e la durata. L'Ufficio
Internazionale delle Esposizioni informa tutti i governi dei suoi stati membri della
richiesta pervenuta; entro sei mesi da questa data tali governi sono liberi di presentare
una candidatura alternativa. Alla fine dei sei mesi il BIE si riserva il diritto di effettuare
visite di controllo alle città candidate per accettare alcune caratteristiche delle
proposte quali:
tema
durata e date
localizzazione
area del sito prescelto
numero dei visitatori stimati
stima di bilancio
appoggio governativo e/o delle autorità locali e/o degli enti coinvolti
Attraverso i report di queste visite l'Assemblea Generale avrà elementi per poter
votare, segretamente, la candidata ritenuta più idonea, che diverrà la città
organizzatrice dell’Expo. Storia delle Esposizioni
In generale si può dire che le expo, nella dimensione della fiera universale, abbiano
inteso rappresentare l’innovazione tecnologica esponendo i prodotti
dell’industrializzazione, del progresso e del moderno design, costituendo anche
un’occasione ludica in cui al progresso viene affiancato il divertimento; in un certo
senso nasce un movimento itinerante di carattere internazionale che vuole
rappresentare il contesto economico, politico e culturale e stimolare nuove idee
soprattutto nel campo dell’architettura e del design.
Spesso le expo hanno anche svolto un ruolo celebrativo di anniversari significativi,
come Parigi 1889 che commemora il centesimo anniversario della Rivoluzione
francese, oppure Siviglia e Genova 1992 che celebrano il quinto centenario della
scoperta dell’America.
Inoltre le Esposizioni universali hanno sempre rappresentato le epoche a loro
contemporanee.
Si possono individuare tre diversi ambiti temporali legati alle condizioni dell’industria e
al sistema culturale,politico ed economico che hanno caratterizzato l’organizzazione
del’expo.
In primo luogo l’epoca dell’”industrializzazione”, databile tra l’esposizione del 1851 di
Londra e quella del 1939 di New York, in cui le esposizioni sono focalizzate sul
commercio e sulla pubblicità di invenzioni tecnologiche divenendo luogo di incontro
mondiale dello stato dell’arte di scienza e tecnologia.
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In secondo luogo l’epoca dello “scambio culturale”che caratterizza il periodo che va da
New York 1939 a Genova e Siviglia 1992 in cui la specializzazione è quella del
confronto culturale, spesso indirizzato alle questioni di carattere umanitario. La
tecnologia e le invenzioni sono ancora attuali, ma non sono più rappresentative del
tema principale. Alcune recenti edizioni come Hannover 2000 con il tema “Uomo,
Natura, Tecnologia” e Aichi 2005 con “La saggezza della natura” hanno ripreso questa
tendenza.
Vi è poi l’epoca del “marchio nazionale”, da Siviglia 1992 ad oggi, che rappresenta
l’inizio delle expo come occasione di pubblicità e comunicazione per le singole nazioni.
I padiglioni diventano così l’elemento chiave per diffondere un certo tipo di immagine,
essendo quindi quasi dei veicoli pubblicitari per il “marchio” della nazione. Inoltre
anche i Paesi e le città organizzatrici trovano nelle expo un’occasione di rilancio
territoriale.
Torre Eiffel, G. Eiffel Ponte dell’Amalillo, S. Calatrava
Esposizione e territorio
Da un punto di vista urbanistico ed architettonico le esposizioni non si sono sempre
inserite in modo armonico nell’ambito del territorio circostante. Nella storia di alcune
expo le aree dedicate all’esposizione sono state considerate quasi delle “città nella
città” o “cittadelle” all’interno del contesto urbano, sostanzialmente isolate rispetto
alla città reale, talvolta recintate, con molti problemi di utilizzo successivo all’evento.