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Introduzione Expo di Parigi 1900, tesina
Da sempre le esposizioni universali sono state occasioni per celebrare la grandezza del Paese ospitante e per mostrare innovazioni tecnologiche, ma anche culturali, simbolo di una società in continuo sviluppo. In occasione dell’evento mondiale che quest’anno interesserà il nostro Paese, ho scelto di approfondire il tema delle esposizioni universali attraverso una breve introduzione riguardante la “Great Exhibition” di Londra, la quale si mostrò come pioniera di una tradizione che continua da più di 150 anni. Da Londra fino a Parigi nel 1900 appare chiaro come questi eventi non riflettano solamente una volontà auto celebrativa delle nazioni, ma anche l’intera società ed epoca nella quale sono inseriti. La corrente filosofica del Positivismo fa da sfondo ad entrambe queste importantissime esposizioni; nella prima, durante l’età Vittoriana, si è ancora agli albori di questo pensiero, nonostante questo si presenta già chiaramente la fiducia nel progresso e nelle scienze, per le quali furono allestiti interi padiglioni ricchi di invenzioni avveniristiche per quel tempo, e si osserva inoltre una prima volontà di comunicazione fra popoli di diverse culture.
È proprio appena un decennio prima della Great Exhibition che colui che è ritenuto l’esponente di maggior rilievo del positivismo, Auguste Comte, pubblica Corso di Filosofia Positiva, opera che dà il nome all’intero movimento e al cui interno Comte esprime le sue teorie sull’importanza delle scienze positive e sulla volontà di applicare il metodo positivo anche alla sociologia, presentando così un metodo scientifico che raggiunge ogni dimensione della nostra vita e che si pone come maggiore obiettivo il progresso attraverso il culto della scienza.
Differente dalla prima edizione è invece l’esposizione a Parigi, la quale si presenta totalmente inserita non solo negli ideali positivisti ma anche in quell’epoca di pace ricordata da tutti come la Belle Époque. Fu certamente una delle più magnifiche esposizioni di tutta la storia con un’affluenza di visitatori veramente enorme, lo sfarzo delle costruzioni in piena Art Nouveau e l’utilizzo dell’energia elettrica resero Parigi bella come mai prima e lasciarono incantate milioni di persone. La mia scelta per la tesina è ricaduta su questo periodo, e su questa città che da sempre mi affascina, poiché, a mio avviso, essi esprimono al meglio l’ottimismo che ha caratterizzato questo inizio secolo ricco di aspettative, celebrato nella capitale europea della cultura distintasi per il fermento artistico, letterario e scientifico.
Oltretutto, sulla base del contesto socio-culturale del tempo, ho ritenuto opportuno confrontare, anche attraverso la struttura architettonica, i padiglioni espositivi delle grandi potenze del 1900 con quelli delle nazioni che oggi si presentano all’Expo di Milano 2015.
Risulta, infatti, evidente come siano cambiate nel corso di 115 anni le relazioni fra i vari Paesi, ma soprattutto come è cambiata la concezione stessa di esposizione, la quale si è evoluta ed ha acquisito connotati sostanzialmente differenti rispetto alle prime edizioni. Dalla pura affermazione dell’identità nazionale si è passati alla ricerca corale di soluzioni riguardanti problemi di interesse mondiale, proprio l’obiettivo che si prefigge quest’anno l’Expo con il suo tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Ciò che mi ha colpito di più e che ho intenzione di trasmettere negli argomenti che di seguito tratterò, è la differenza fra l’apparenza gioiosa e sfavillante che caratterizzava la Belle Époque, che verrà celebrata in grande stile durante l’esposizione universale, e la realtà contraddittoria sotto la sua superficie, la quale poneva già le basi per il primo conflitto di portata mondiale. Importante è evidenziare l’evoluzione di tutte le nazioni presenti ad entrambi gli expo, attraverso le quali si può comprendere il radicale stravolgimento, sia sociale che culturale, che l’Europa ha subito durante il XX secolo, teatro non solo di due guerre mondiali ma anche di sostanziali rivoluzioni nel campo scientifico. I frenetici sviluppi caratteristici di questo secolo sono proprio alla base di quella nostalgia che, a posteriori, ha dato il nome a quell’epoca in apparenza così distante dalle catastrofi che erano invece imminenti, creando così il mito della Belle Époque. La tesina permette collegamenti con le varie materie scolastiche.
Collegamenti
Expo di Parigi 1900, tesina
Inglese -
The Great Exhibition
.Storia -
La Belle Epoque
.Filosofia -
Il positivismo e Auguste Comte
.Bibliografia.....................................................................................................................................................19
Sitografia........................................................................................................................................................19
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Expo di Parigi 1900:
tra ottimismo e progresso
Introduzione
Da sempre le esposizioni universali sono state occasioni per celebrare la grandezza del Paese ospitante e per
mostrare innovazioni tecnologiche, ma anche culturali, simbolo di una società in continuo sviluppo. In
occasione dell’evento mondiale che quest’anno interesserà il nostro Paese, ho scelto di approfondire il tema
delle esposizioni universali attraverso una breve introduzione riguardante la “Great Exhibition” di Londra, la
quale si mostrò come pioniera di una tradizione che continua da più di 150 anni. Da Londra fino a Parigi nel
1900 appare chiaro come questi eventi non riflettano solamente una volontà auto celebrativa delle nazioni,
ma anche l’intera società ed epoca nella quale sono inseriti. La corrente filosofica del Positivismo fa da
sfondo ad entrambe queste importantissime esposizioni; nella prima, durante l’età Vittoriana, si è ancora agli
albori di questo pensiero, nonostante questo si presenta già chiaramente la fiducia nel progresso e nelle
scienze, per le quali furono allestiti interi padiglioni ricchi di invenzioni avveniristiche per quel tempo, e si
osserva inoltre una prima volontà di comunicazione fra popoli di diverse culture.
È proprio appena un decennio prima della Great
Exhibition che colui che è ritenuto l’esponente di
maggior rilievo del positivismo, Auguste Comte,
pubblica Corso di Filosofia Positiva, opera che dà
il nome all’intero movimento e al cui interno
Comte esprime le sue teorie sull’importanza delle
scienze positive e sulla volontà di applicare il
metodo positivo anche alla sociologia, presentando
così un metodo scientifico che raggiunge ogni
dimensione della nostra vita e che si pone come
maggiore obiettivo il progresso attraverso il culto
della scienza.
Differente dalla prima edizione è invece
l’esposizione a Parigi, la quale si presenta
totalmente inserita non solo negli ideali positivisti
ma anche in quell’epoca di pace ricordata da tutti
come la Belle Époque. Fu certamente una delle più
magnifiche esposizioni di tutta la storia con
un’affluenza di visitatori veramente enorme, lo
sfarzo delle costruzioni in piena Art Nouveau e
l’utilizzo dell’energia elettrica resero Parigi bella
come mai prima e lasciarono incantate milioni di
persone. Mappa Esposizione Universale 1900
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La mia scelta è ricaduta su questo periodo, e su questa città che da sempre mi affascina, poiché, a mio avviso,
essi esprimono al meglio l’ottimismo che ha caratterizzato questo inizio secolo ricco di aspettative, celebrato
nella capitale europea della cultura distintasi per il fermento artistico, letterario e scientifico.
Oltretutto, sulla base del contesto socio-culturale del tempo, ho ritenuto opportuno confrontare, anche
attraverso la struttura architettonica, i padiglioni espositivi delle grandi potenze del 1900 con quelli delle
nazioni che oggi si presentano all’Expo di Milano 2015.
Risulta, infatti, evidente come siano cambiate nel corso di 115 anni le relazioni fra i vari Paesi, ma
soprattutto come è cambiata la concezione stessa di esposizione, la quale si è evoluta ed ha acquisito
connotati sostanzialmente differenti rispetto alle prime edizioni. Dalla pura affermazione dell’identità
nazionale si è passati alla ricerca corale di soluzioni riguardanti problemi di interesse mondiale, proprio
l’obiettivo che si prefigge quest’anno l’Expo con il suo tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Ciò che mi ha colpito di più e che ho intenzione di trasmettere negli argomenti che di seguito tratterò, è la
differenza fra l’apparenza gioiosa e sfavillante che caratterizzava la Belle Époque, che verrà celebrata in
grande stile durante l’esposizione universale, e la realtà contraddittoria sotto la sua superficie, la quale
poneva già le basi per il primo conflitto di portata mondiale. Importante è evidenziare l’evoluzione di tutte le
nazioni presenti ad entrambi gli expo, attraverso le quali si può comprendere il radicale stravolgimento, sia
sociale che culturale, che l’Europa ha subito durante il XX secolo, teatro non solo di due guerre mondiali ma
anche di sostanziali rivoluzioni nel campo scientifico. I frenetici sviluppi caratteristici di questo secolo sono
proprio alla base di quella nostalgia che, a posteriori, ha dato il nome a quell’epoca in apparenza così distante
dalle catastrofi che erano invece imminenti, creando così il mito della Belle Époque.
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The Great Exhibition
London 1851
Between the 1830 and 1860 England experienced a period of development, which is called Victorian Age,
an age of increasing information and knowledge where there was a pervasive optimistic belief in progress.
The name cames from the queen Victoria whose accession, in 1837, gave the monarchy a new image of duty.
In this era a new network of railways was built in England, which not only ditributed goods, but also
transported people and united the nation; steamships expanded this network to all the parts of the British
Empire through the trades of raw material and taking civil servants and immigrants to new lives. All these
innovations increased the British national pride which was celebrated in the Great Exhibition, the first
universal expo, in 1851. It proudly demonstrated the power of England and took place in the Crystal Palace,
an enormous structure of iron and glass. The exhibition lasted five months, from May to October, and the
idea was originated by the inventor and artist Henry Cole and designed by Joseph Paxton, but the success of
this great event was due to Prince Albert, Queen Victoria’s husband. Infact he recognized that this huge trade
would show how England was at the forefront of technology by displaying its latest inventions developed
during the Industrial Revolution, from massive steam engines to the latest cameras. Other nations were
invited to participate, and the official name of the exhibition was The Great Exhibition of the Works of
Industry of All Nations. The concept of the exhibition was extremely new and modern,
and nothing like the Crystal Palace had ever been built. The
beautiful area located in Hyde Park and the great innovations
presented brought to London over than 6 million of visitors
including many from abroad, the Queen was one of them and she
frequently visited the exhibition. Inside the Palace people could
see all kind of novelties of the time included industrial inventions,
medical artefacts, labour-saving devices and arts, such as
photography; furthermore the famous scientist Jean Bernard Léon
Foucault built a pendulum which was suspended from the roof to
demonstrate the rotation of the Earth.
The most amazing sights in the Palace were the huge galleries
dedicated to new technology, all the spectators remained
enchanted by these miraculous machines which were moving
before their eyes, in the second-floor they could see philosophical,
musical, and surgical instruments therefore items ranging from
pipe organs to microscopes.
The main gallery of the Crystal Palace
The opening ceremony was magnificent and very elaborate and it took place on May 1, Queen Victoria and
Prince Albert rode in a procession from Buckingham Palace to the Crystal Palace in order to personally open
the Great Exhibition. Then ,when the royal family and all the visitors were in the Palace, Prince Albert made
a formal speech about the purpose of the event and Queen Victoria declared the Great Exhibition officially
open. 5
Half of the exhibits were from other nations in order to give a realistic International flavour. Artifacts and
items of interest from around the world were displayed, including enormous sculptures from India and even
one of the world’s most famous diamond which attracted hundreds of people every day. There were also
many ordinary items like household items, farm implements, and food products which also came from
America, but the most famous attraction from this far-away Country was the McCormick’s reaper, a
remarkable new machine that everyone wanted to see.
Besides showcasing British technology, Prince Albert also wanted the Great Exhibition to be a gathering of
many nations. As a consequence he invited other European royals, but, to his great dissapointment, nearly all
of them rejected his invitation. This was because European nobilty worried about by revolutionary
movements in their countries, espressed fear of getting away with a journey to London, furthermore there
was also general opposition of an event open to people of all social classes.
If on the one hand the nobility snubbed the Universal Exhibition on the other there was a large participation
by ordinary citizens, who were favored by the reduction in the ticket price during the summer months, in fact
a day at the Crystal Palace was very affordable for everyone.
External view of the Crystal Palace
When the exhibitiom was over the building had to be dismantled. This was a very difficult operation because
of its huge size, considerino also the fact that it enclosed many huge trees of the park. Despite this difficulty
the Crystal Palace was taken down in a short time and was transferred and re-erected at Sydenham in South
London , where it was enlarged and trasformed into a permanent attraction; it remained in use until it burned
down in 1936.
The Great Exhibition left several legacies, in fact it gave the name to the area where it was housed, and also,
more importantly, has started a wonderful tradition of universal exhibitions that have amazed with their
modernity and wonders million of people in the world and still continue to do so nowadays.
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Esposizione Universale
Parigi 1900
I l 14 aprile 1900 si apriva a Parigi la prima esposizione universale del Novecento dal tema: “Le bilan d’un
siècle”. Questa non solo si prestava a riassumere il secolo appena trascorso (non a caso il nome “Bilancio di
un secolo”), attraverso la celebrazione delle conquiste nel campo della scienza, dell’arte e della cultura nel
XIX secolo, ma offriva anche una panoramica sulle principali invenzioni tecnologiche di più recente
ideazione.
Nel florido periodo della seconda rivoluzione industriale la Francia si riconferma non solo come potenza, ma
anche come vetrina della modernità che avrebbe caratterizzato il XX secolo, essa, infatti, viene scelta per
quattro delle dodici esposizioni universali che erano finora state organizzate dalla B.I.E.,