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Storia--Propaganda Fascista
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Matematica--Significato geometrico di integrale
Sistemi--Sistemi d'acquisizione e distribuzione dati
Giuseppe Ungaretti è nato ad Alessandria d'Egitto l'8 febbraio 1888 ed è morto a
Milano il 1° giugno 1970. Di famiglia toscana, dopo aver trascorso in Egitto
l'infanzia e l'adolescenza, nel 1912 si è trasferito a Parigi, dove ha trascorso molti
anni, si è laureato alla Sorbona ed è stato a contatto con le prime avanguardie
novecentesche e con i grandi temi del simbolismo e della poesia pura. Ha partecipato
alla prima guerra mondiale, combattendo in Italia e in Francia. Rientrato in Italia nel
1921, ha lavorato al Ministero degli Esteri e ha aderito al fascismo: Mussolini stesso
ha firmato la presentazione di una sua raccolta. Poco prima della seconda guerra
mondiale, nel 1936, è stato chiamato a insegnare lettere italiane all'Università di Sao
Paulo, in Brasile. Dal 1942 ha insegnato letteratura italiana moderna all'Università di
Roma. L'apparizione dei primi libri di Ungaretti (Il porto sepolto nel 1916 e Allegria
di naufraghi nel 1919) ha rappresentato uno dei momenti decisivi della formazione
della poesia italiana contemporanea. La sua fama di poeta è cresciuta con il passare
del tempo.
L'ERMETISMO
La poesia ermetica fu così chiamata nel 1936 dal critico letterario F. Flora il quale
utilizzando l'aggettivo ermetico volle definire un tipo di poesia caratterizzata da un
linguaggio difficile , ambiguo e misterioso. Gli ermetici con i loro versi non
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raccontano , non descrivono , non spiegano , ma fissano sulla pagina dei frammenti di
verità.
I loro testi sono composti da poche parole , che hanno un'intensa carica simbolica. Gli
ermetici si sentono lontani dalla vita sociale , l'esperienza della prima guerra
mondiale e del periodo fascista li ha condannati ad una grande solitudine morale.
ANALISI DELLE POESIE DI UNGARETTI
Le poesie di Ungaretti, sono molto diverse da quelle degli altri poeti. Esse, infatti,
sono molto brevi, a volte composte da una sola frase, mancano di punteggiatura ed è
molto importante il titolo, perché in esso , è racchiuso tutto il significato della poesia
stessa, avvolte anche la morale, esaltando le emozioni forti, avvolte evidenti, avvolte
nascoste.
MANCANZA DELLA PUNTEGGIATURA
La mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore. Infatti, le poesie
di Ungaretti sono molto tristi, essendo ispirate dalla Prima Guerra Mondiale. Anche
gli spazi tra una strofa e l’altra sono importanti: danno alla poesia un ritmo simile ad
un singhiozzo.
POESIA “SOLDATI” 6
Composta nel Luglio 1918. In questa poesia il titolo è parte integrante del testo
essendo un elemento essenziale per la sua comprensione costituendo il punto di
riferimento del procedimento analogico che assimila la vita del soldato alla fragilità
di una foglia d’autunno.
La rivoluzione metrica consiste nelle parole chiave che accentuano il valore delle
parole stesse, nell’andare a capo che crea delle pause. Un metodo che funge da mesta
riflessione e che emerge piano piano dall’animo del poeta. Troviamo, anche che il
titolo è parte integrante della poesia, in caso contrario non potremmo capire il senso
della poesia stessa.
Essa è costruita tutta su una similitudine tra una forma impersonale “ si sta” riferita
ovviamente ai soldati che implica anche l’inclusione del poeta, e “le foglie” degli
alberi in autunno. Cadiamo come le foglie dagli alberi d’autunno noi soldati, fermati
da una scheggia, da un proiettile. Il tema è quello della precarietà dei soldati costretti
al fronte, di chi è appeso ad un filo tra la vita e la morte.
Precarietà e fragilità dell’uomo di fronte al suo destino.
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
PARAFRASI POESIA “SOLDATI”
Cadiamo come le foglie dagli alberi d’autunno noi soldati 7
2 LA PROPAGANDA FASCISTA
Il movimento fascista fu sempre intollerante verso le manifestazioni popolari e pronto
ad appoggiare chiunque fosse propenso a usare la “mano forte”. Questo sistema
autoritario fu assicurato da una grande capacità comunicativa: “La Propaganda”,
attraverso la quale fu stabilita un controllo totale sull’informazione e sulla cultura.
I fascisti tendevano a distinguersi perfino da caratteristiche fisiche e comportamentali
quali, ad esempio, il volto sbarbato e un corpo allenato (simbolo di una vita attiva e
sportiva); il modo di camminare che doveva imprimere sicurezza: movimenti veloci e
scattanti; un proprio modo di salutare: braccio e mano tesi in avanti, il cosiddetto
saluto romano obbligatorio nelle circostanze ufficiali e nelle parate.
Proprio riguardo al modo di salutare il fascismo tentò, senza ottenere risultati, di
abolire la stretta di mano.
Mussolini nella sua Dottrina espose una concezione dello stato che sembrava
riallacciarsi al pensiero risorgimentale, ma in realtà il fascismo pretese di costruire
uno stato che accogliesse in sé ogni individualità per annullarla nella concezione di
una propria priorità assoluta volta ad affermare il primato del dominio e della forza.
Vi fu l’intelligente opera di strumentalizzazione che sfruttò le capacità
d’indottrinamento delle masse. 8
Avvenne un drastico annullamento della volontà individuale per l’esaltazione assoluta
del sacrificio e della sottomissione alla volontà del capo per il bene della patria.
Tramite una propaganda che fece il controllo politico su tutti i mezzi di
comunicazione, avvenne il processo di fascistizzazione del paese, con lo scopo di
orientare l’opinione pubblica, di caricarla ,comunicando l’esaltazione della missione
nazionale. I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società italiana e furono
diffusi attraverso la radio, la stampa e il cinema. Con la propaganda si cercò di dare
una giustificazione alle iniziative di guerra e di conquista.
IL DOPOLAVORO
A partire dal 1925 il regime fascista avviò il programma di ”nazionalizzazione” del
tempo libero, dai divertimenti allo sport, il cui primo passo fu la creazione dell’Opera
Nazionale Dopolavoro(OND). Le attività dei vari circoli erano suddivise, secondo un
programma uniforme per tutta la nazione, in una serie di servizi sociali:
-Istruzione: cultura fascista e formazione professionale;
-Educazione fisica: sport e turismo;
-Educazione artistica: musica, cinema, radio…
Inizialmente questo programma era rivolto agli ambienti urbani e industriali, ma a
partire al 29 divenne anche dopolavoro agrario, la cui finalità era di non distrarre i
contadini dalla terra.
Alla fine degli anni venti poi fu messo a punto un programma ricreativo destinato al
gentil sesso, che implicava un accurato addestramento per l’elevazione morale delle
donne nella società fasciata, e corsi di pronto soccorso, igiene ed economia
domestica. 9
Dal giugno del 35 Mussolini istituì il sabato fasciata, che interrompeva la giornata
lavorativa del sabato alle ore 13.00 perché il pomeriggio fosse dedicato all’istruzione
pre o post-militare.
Un aspetto importante dell’OND era quello dell’assistenza ai lavoratori, che avevano
modo di sviluppare le proprie capacità fisiche, intellettuali e morali, anche fuori dal
lavoro.
GIOVENTÙ ITALIANA DEL LITTORIO:
Il fascismo considerava fondamentale la missione educativa, dedicando le cure
maggiori all’educazione giovanile attraverso istruzioni di carattere assistenziale,
risolvendo tutti i problemi attinenti alla scuola nelle istituzioni educative ,scolastiche
e parascolastiche, come la Gioventù Italiana del Littorio(G.I.L.).Il motto della G.I.L.
era; ”credere, obbedire, combattere. ”,essa organizzava tutti i fanciulli e giovani
italiani dei due sessi, dai sei ai ventun anni, nelle seguenti categorie:
per i maschi: Giovani Fascisti, Avanguardisti, e Balilla;
per le femmine :Giovani Fasciste, Giovani Italiane, e Piccole Italiane;
e inoltre i Figli Della Lupa per maschi e femmine.
Per la gioventù maschile, la G.I.L. coltivava ogni attitudine militare, impartiva una
formazione che li preparava ad una vita in Marina o nell’Aviazione; per quanto
riguardava la gioventù femminile invece la principale attività erano i corsi di
preparazione alla vita domestica, nei quali le fanciulle si addestravano al buon
governo della casa. 10
LA RADIO:
Più di ogni altro mezzo assunse un ruolo di primo piano. I programmi trasmessi,
erano costituiti per lo più da discorsi tenuti dal Duce, marce ufficiali, o conversazioni
sul razzismo. La radio così diventò la voce ufficiale dello stato. L’attività di
diffondere o controllare l’informazione nel regime fascista si basava secondo un
principio ben definito:<<Ciò che è nocivo al partito si evita, ciò che è utile al Regime
si fa!>>.
LA STAMPA:
E’ importante sottolineare come il controllo attuato dai regimi sull’informazione fu
possibile grazie all’acquisto, tra il 1911 e il 1925,delle maggiori testate giornalistiche,
e ,grazie all’introduzione degli albi. I quotidiani, attuando una censura su cronache
nere o fallimenti economici, dipingevano il periodo fascista come un modello storico
di pace e moralità. Lo stesso accadde nei giornali per bambini, volti a inculcare nella
testa dei più piccoli le ideologie fasciste (superiorità dei bianchi sui neri, malvagità
degli ebrei…)
Già dai primi anni del Regime la stampa fu sottoposta ad un controllo formale.
Nonostante però Mussolini avesse il controllo sulla maggior parte dei giornali, alcuni
giornali d’opposizione come La Stampa e Il Corriere della Sera riuscirono a
sopravvivere. 11
Con le “Leggi Fascistissime” e quelle del 25,Mussolini dispose che ogni giornale
avesse un direttore responsabile inserito nel partito fascista e che il giornale stesso,
prima di essere pubblicato, fosse sottoposto ad un controllo.
Queste leggi inoltre istituirono ”L’Ordine dei Giornalisti” i cui membri, ovviamente,
dovevano far parte del Partito Fascista. Mussolini creò inoltre l’Ufficio Stampa, che
nel 37,venne trasformato in Ministero della Cultura Popolare.
Questo ministero aveva l’incarico di controllare ogni pubblicazione, sequestrando
tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime, diffondendo i cosiddetti
“ordini di stampa”( o veline) con i quali si impartivano precise disposizioni circa il
contenuto degli articoli, l’importanza dei titoli e la loro grandezza. A capo di questo
Ministero v’era Galeazzo Ciano, che poi divenne ministero degli Esteri e che si
interessò anche dei mezzi di comunicazione di massa(radio e cinema).Il Min.Cul.Pop,
oltre a controllare le pubblicazioni, si pose come obbiettivo quello di suscitare
entusiasmo ed esaltare il mito del Duce.
IL CINEMA:
Nel 1925 avvenne la costituzione dell’istituto nazionale L.U.C.E. ovvero l’unione
cinematografica educativa. Questo istituto, in cui i cinegiornali venivano proiettati
obbligatoriamente in tutte le sale a partire dal 26,rappresenta il più efficace mezzo in
campo dello spettacolo. La tematica più ricorrente diventa il mito bellico con il
conseguente elogio del patriottismo.L.U.C.E. divenne il fulcro del cinema.
Negli anni 30 nascono gli studi di Cinecittà e gli stabilimenti di Tirrenia, importanti
riviste del cinema. Lo stato sostiene finanziariamente l’industria cinematografica,
tanto che le sale presenti in Italia non erano poche, ma non così tanto da coprire
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l’intero territorio nazionale, così nacque il Cinemobile che proiettava i film nelle
piazze. Nel 31 avvenne il passaggio dal cinema muto a quello sonoro.
LO SPORT:
Fin dagli anni ’30 venne perseguita la realizzazione di un’educazione fisica di massa.
Mussolini fu spesso ritratto in foto come aviatore, schermidore, automobilista,
cavaliere…., incarnando il simbolo di una concezione attiva e virile dello sport e
dello stato. Il regime mussoliniano costituì il primo esempio di utilizzazione
dell’organizzazione sportiva come strumento di propaganda Lo sport assunse un
valore come attività educativa in sintonia con i valori della nazione guerriera
propagandati dal Fascismo .Esso, come attività di massa, doveva stabilire una nuova
gerarchia di valori ed essere espressione di uno stile di vita basato sulla supremazia
del più forte.