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Tecnologia: i raggi x
Diritto: la S.p.A.
Italiano: il Futurismo
Sistemi: i sensori e i trasduttori
Disegno: l'azienda
Storia: la terza rivoluzione industriale
QUALI SONO I LIMITI DI QUESTO METODO E COME SUPERARLI???
• I difetti rilevabili con la radiografia devono essere abbastanza grandi, difetti molto
piccoli non sono rilevabili per questo si ricorre ad altri metodi come quello ultrasonico.
I due metodi diventa così complementari, infatti per ottenere un buon esame si
procede in questo modo:
1. Si utilizzano gli ultrasuoni (più veloci e più economici dei raggi x ) per individuare
un presunto difetto e la posizione in cui si trova;
2. Successivamente si effettua l’esame radiologico (lento e costoso) per identificare
tutte le restanti caratteristiche del difetto: grandezza, profondità, ecc…
LE CENTRALI NUCLEARI
COME SI E’ ARRIVATI??
• La consapevolezza della limitata quantità dei combustibili fossili
utilizzati precedentemente per produrre energia e le continue
innovazioni e scoperte ottenute durante la seconda metà del
XX secolo, hanno indotto l’uomo a cercare nuovi metodi per
produrre elettricità per il fabbisogno sociale. A seguito delle
continue ricerche e scoperte raggiunte durante la terza
rivoluzione industriale nasce un nuovo metodo di produzione di
energia: il processo di fissione nucleare dell’atomo.
COS’È LA FISSIONE NUCLEARE?
• Nel 1939 gli scienziati scoprirono che bombardando un atomo
di uranio 235 con un neutrone, si ha un processo di scissione
che produce due nuclei delle stesse dimensioni dell’atomo con
l’emissione di due o tre neutroni. Mettendo sulla bilancia, da
una parte i reagenti e dall’altra i prodotti, si scoprì che i prodotti
erano sempre più leggeri, perché perdevano massa rilasciando
energia cinetica. Se il processo viene ripetuto a catena, si ha
una produzione di energia(calore) molto alta. Sulla base di
questo procedimento nacquero le prime centrali nucleari.
QUALI E QUANTI TIPI CI SONO???
Le centrali nucleari possono essere di vari modelli in base:
combustibile
al tipo di utilizzato;
moderatore
al tipo fi utilizzato (sostanza che si usa per rallentare i neutroni e per
ottimizzare la reazione);
raffreddamento generazione
in base al sistema di e di del vapore;
Tutte le centrali nucleari hanno uno schema standard funzionale,
indipendentemente dal loro tipo. Ogni centrale è costituita da: Trasformazione di energia
Scambiatore di calore:
Lo Turbina a Vapore:
La macchina
trasforma l’energia termica operatrice che trasformano
del moderatore in energia l’energia cinetica in energia
cinetica sotto forma di vapore meccanica
acque, il quale viene mandato
alla turbina.
Nocciolo:
Il genera
calore tramite le barre
di combustibile(uranio)
controllate da quelle di
controllo, le quali sono
composte da materiali
che assorbono neutroni
in modo da rallentare o L’Alternatore: una
arrestare il processo di macchina elettrica
fissione nucleare; il rotante basata sul
calore prodotto dalla fenomeno
reazione a catena viene dell’induzione
trasferito al moderatore elettromagnetica, che
trasforma l’energia
meccanica in energia
elettrica che sarà
trasferita agli utenti.
Pompe
Le : macchine
idrauliche operatrici che Condensatore:
Il che trasforma il
permettono il movimento vapore non utilizzato, in acqua
del fluido. che verrà rimandata tramite una
pompa, in circuito.
VANTAGGI
Questa tipologia di centrali produce un'elevatissima
potenza per metro quadrato e con un costo del kWh prodotto
(escludendo il costo di smaltimento scorie), più o meno
uguale a quello delle centrali a carbone , rappresentando
quindi una valida soluzione alla dipendenza
dai combustibili fossili.
Non hanno inoltre alcuna emissione di CO2 diretta
in quanto in esse non avviene nessun fenomeno di
combustione chimica anche se, nel suo complesso,
la filiera di produzione dell'uranio e di smaltimento
delle scorie determina una produzione di CO2 non del tutto trascurabile.
SVANTAGGI:
Uno degli svantaggi principali di queste centrali è il
problema dello smaltimento dei rifiuti, al quale non
sono ancora state trovate delle soluzioni adeguate.
Inoltre un eventuale incidente in queste centrali,
può causare catastrofi socio-ambientali di grandi
dimensioni, come quelle avvenute a
Chernobyl o a Fukushima.
LE TURBINE A VAPORE
Le turbine a vapore sono delle macchine motrici rotanti a flusso continuo capaci di
trasformare l’energia cinetica posseduta dal vapore ad alta pressione, in energia meccanica
grazie al movimento rotatorio delle pale. Le turbine sono costituite da due parti:
distributore
1. il : che trasforma l’energia potenziale termica in energia cinetica
trasmessa alle giranti;
girante
2. la : tramite il movimento rotatorio prodotto dal flusso di vapore sulle pale,
trasformano l’energia cinetica in energia meccanica mediante un albero.
ciclo di Rankine
Il lavoro utile che le turbine a vapore producono, segue il un ciclo
termodinamico composto da due trasformazioni adiabatiche e due isobariche. Questo ciclo
può essere di due tipi:
3. Aperto : quando il vapore di scarico non viene sfruttato ma viene rilasciato in atmosfera
senza;
4. Chiuso : quando il vapore di scarico viene riutilizzato tramite un condensatore che
trasformandolo il vapore in acqua rimessa in circolo.
Il ciclo ideale di Rankine viene rappresentato su tre piani:
Il primo è il più intuitivo, ma il secondo è il più importante (il terzo è per uso specialistico).
Facciamo dunque riferimento al diagramma T-s e spieghiamo il ciclo passo-passo:
1→2 il fluido, che è nella fase liquida, subisce una compressione isoentropica (s è costant
:
viene realizzato mediante una pompa, sistema aperto che non scambia calore .
2 → 2’, 2’ → 3 : il fluido viene prima riscaldato e poi vaporizzato, sempre a pressione cos
utilizza una caldaia, sistema aperto che non scambia lavoro:
la quantità di calore q1 viene prelevata dai fumi caldi prodotti dalla combustione di un
combustibile
e dell’aria comburente
3 → 4 il fluido, che ora è nella fase di vapore saturo secco, passa attraverso a una turbina
:
sistema
aperto che non scambia calore, e, espandendosi isoentropicamente, compie lavoro
4 → 1 il fluido, nello fase di vapore saturo a bassa pressione, viene portato completament
:
fase
liquida, a pressione e temperatura costanti; per fare ciò, si utilizza un condensatore, che ce
quantità di calore a una serpentina (serbatoio freddo)
Per migliore il rendimento del ciclo, si possono attuare vari procedimenti:
Diminuire la pressione di condensazione : in turbina il vapore viene sfruttato a fondo
fino a entrare nel condensatore a una pressione assoluta di pochi centesimi di bar
Aumentare la temperatura finale di surriscaldamento : l’incremento della temperatura
massima del fluido operativo migliora il rendimento
Eseguire surriscaldamenti ripetuti : il surriscaldamento consiste nel traferire calore al
vapore saturo secco aumentandone l’entalpia; l’operazione avviene a pressione
costante facendo passare il vapore uscente dal corpo cilindrico entro fasci tubieri
posti nella sommità della caldaia ove le fiamme sono spente e i fumi caldi.
Le Turbine a Vapore possono essere di due tipi:
1. Ad Azione: se la differenza di pressione a valle e a monte del rotore è uguale.
quindi la pressione del fluido prima e dopo il rotore è esattamente la
stessa.
2. A Reazione: le due pressioni sono diverse
SENSORI E TRASDUTTORI
L’ avvento delle macchine e dei nuovi sistemi de produzione, diedero l’input a nuove e
rinnovate forme di automazione, come i sensori e i trasduttori. I sensori sono strumenti
in grado di rilevare una grandezza attraverso l’emissione di un segnale controllabile.
Mentre si definisce trasduttore uno strumento in grado di rilevare una grandezza e di
trasmetterla, attraverso un segnale di tipo diverso da quest’ultima, direttamente a
qualsiasi componente del sistema.
I trasduttori e i sensori sono normalmente elettrici in quanto convertono una grandezza
fisica in un segnale elettrico. Questi vengo classificati:
In base alla
In base alla In base al tipo
• Elettrico • Analogico
• Posizione tipo di
funzione: di uscita:
• Resitivo • Digitale
• Temperatur funzionamento: • Induttivo
a • Pneumatico
• Forze • Capacitivo
• Acustici
• Deformabili
tà
• Resistenza
Le caratteristiche generali dei trasduttori sono:
o Curva caratteristica: una curva che mette in correlazione le 2 grandezza interessate.
o Campo d’azione: i valori minimi e massimi entro cui si può sfruttare il trasduttore
o Campo di misura: è l’intervallo nel quale è possibile sfruttare il trasduttore. Quando la ‘’x’’ non
corrisponde a nessun valore di ‘’y’’ , il trasduttore non si può sfruttare.
o Sensibilità: è la variazione della grandezza in uscita rispetto a quella in entrata. Maggiore è la
variazione e maggiore sarà la sensibilità
. Non univoca
o Linearità: la curva deve essere più lineare possibile in modo tale da evitare l’interpolazione con più
valori
o Risoluzione: la più piccola differenza tra due grandezze
o Precisione: la più piccola grandezza rilevata
Trasduttori di Temperatura
I trasduttori di
temperatura,
si dividono in: Circuiti
Bimetallici Termistori RTD Termocoppie
Integrali
Le TERMOCOPPIE sono i sensori di temperatura più utilizzati in quanto resistono a
elevate temperature. Questi sfruttano il principio seebeck, il quale afferma che in un
circuito formato da due conduttori di natura differente si crea una differenza di
potenziale se i due materiali sono sottoposti a un gradiente di temperatura. I due
conduttori sono giunti solo a una estremità in modo da formare una giunzione calda,
mentre l’altra è libera e gli estremi dei materiali sono collegati a un misuratore di
corrente. e
n
o
i
z
i
s
o
P
i
d
i
r
o
t
Trasdut
I sensori di
posizione, si
dividono in:
Resistivi Induttivi Capacitivi Encoder Termocoppie Sensori Ottici
I sensori ottici sono dispositivi formati da:
• Un emettitore: che emette un fascio laser
• Un ricevitore: che riceve il fascio, bloccando attraverso un filtro, tutte le altre
lunghezze d’onda esistenti
In base alla disposizione di questi due elementi, si possono classificare tre tipi di sensori
ottici:
Sbarramento: Riflessione:
Reflex:
Trasduttori di Deformazione
Sono apparecchi capaci di rilevare deformazioni di flessione, compressione o trazione. Un esempio di
questi trasduttori è l’estensimetro: uno strumento basato sulla variazione di resistenza elettrica di un
filo(in costantana) in seguito ad un suo allungamento per trazione. Questa sollecitazione è dovuta a
forze le quali vengono misurate in proporzione all’allungamento e alla variazione di resistenza del filo.
.
La resistenza del filo segue è data da: Un applicazione è la cella di carico.
Il filo viene incollato sulla superfici del corpo di cui si vuole misurare la deformazione. Per aumentare la
sensibilità dello strumento, l’estensimetro è inserito in un circuito elettrico in modo da formare un lato
del ponte di Wheatstone, grazie al quale si può conoscere il valore di una resistenza incognita.
Ponte in Equilibrio
R x R = R x R
x 1 3 2
V =0
G
APPLICAZIONE
DELL’ESTENSIMETRO
La cella di carico LVDT, comunemente usata nelle pese di autocarri, sfrutta il principio dell’estensimetro. La
forza applicata alla piattaforma comprime la molla e sposta l’equipaggio mobile del LVDT, che
fornisce un’uscita proporzionale allo spostamento e quindi alla forza. Essendo infatti K la costante
elastica della molla, ‘’x’’ lo spostamento della piattaforma, risulta: F=-Kx
Trasduttore di Luce
I trasduttori di luce ovvero gli LDR(Light Dependet Resistor) sono apparecchi che sfruttano la capacità
di un materiale: il solfito di cadmio, il quale libera elettroni quando assorbe luce. Questo fenomeno ha
un tempo limitato e la quantità di elettroni N viene calcolata tramite la seguente formula: N= μ x L x l x
d
N= elettroni liberati
μ= costante che dipende dalla lunghezza d’onda
L=quantità di luce
l= larghezza delle superfici
d=distanza tra le superfici di cadmio
Questi trasduttori vengono usati in quei luoghi dove per esempio è necessario attivare una fonte
luminosa artificiale quando diminuisce la intensità della luce diurna. I trasduttori di luce captano la
intensità luminosa e la convertono in un segnale elettrico.
Società Per Azioni