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Introduzione Evoluzione del logo dall'antichità ad oggi, tesina
La seguente tesina di maturità descrive il logo. Il logo è formato dalla scritta del nome dell’azienda con le sue speciali caratteristiche tipografiche, cioè la parte leggibile e pronunciabile di un marchio e dalla parte simbolica di un marchio, l’emblema non leggibile e non pronunciabile che rimanda all’impresa, il pittogramma. La pittografica è una forma in cui il segno graco (il pittogramma) rappresenta la cosa vista e non la cosa udita, riproducendo così l’oggetto e non il suono. I pittogrammi esistono dalla storia, questa scrittura si limitava a descrivere, o meglio, rappresentare un evento ed era in grado di trasmettere solo concetti elementari come l’uccisione di una preda, quanti cacciatori avevano partecipato alla spedizione o quali animali erano stati catturati. Ma non si poteva dedurre quanto tempo avevano atteso i cacciatori prima dell’agguato o a quale distanza si trovava la caverna dal territorio di caccia. Le immagini della scrittura pittografica, che potevano essere capite da chiunque, preannunciano lo sviluppo del linguaggio. La differenza tra le lingue e le rappresentazioni granché è che quest’ultime sono basate su un “linguaggio” universale, ossia un’immagine di un animale era comprensibile a tutti, mentre le lingue orali no. La capacità di produrre parole per comunicare si sviluppò dalla capacità di trasformare le immagini, e quindi i simboli, in parole. Si passa gradualmente dalla descrizione di oggetti alla comunicazione di concetti cognitivi, siamo alle origini della successiva divulgazione di idee attraverso suoni: l’alfabeto. Dai pittogrammi dell’era glaciale si sviluppò la scrittura ideografica, che nacque in Cina intorno al 2500 a.C. L’ideogramma è un disegno molto stilizzato, corrispondente ad una parola, ma per poter rendere tutti gli elementi di una lingua occorrono numerosi segni, tanti quante sono le parole esistenti. Si intuisce subito che questo è sistema molto complesso da utilizzare è didifficile da apprendere. Il manifestarsi della necessità di una scrittura arriva quasi contemporaneamente dall’Oriente dal momento che molti dei documenti più antichi sono stati scritti dai Sumeri, Egizi e Accadi. Le prime testimonianze scritte risalenti alla ne del IV millennio sono una forma mista di ideogrammi ed elementi fonetici e comprovano già una forma superiore della scrittura che deve essere stata preceduta da una scrittura puramente ideografica.
Collegamenti
Evoluzione del logo dall'antichità ad oggi, tesina
Spagnolo - "El logotipo Desigual".
Grafica - "L'evoluzione del logo della Apple".
Arte - "Il logo della zuppa Campbell".
Economia - Le varie funzioni e la cosiddetta definizione della parola "logo".
L’evoluzione del logo
d a l l ’ a n t i c h i t à a d o g g i
di Frare Sabrina
1 il logo nell’antichità
2 Definizione logo e Brand
3 Evoluzione del logo della Apple
4 Il logo della zuppa Campbell
5 El logotipo Desigual
Il logo nell’antichità
Il logo è formato dalla scritta del nome dell’azienda con le sue speciali caratteristiche
tipografiche, cioè la parte leggibile e pronunciabile di un marchio e dalla parte sim-
bolica di un marchio, l’emblema non leggibile e non pronunciabile che rimanda
all’impresa, il pittogramma.
La pittografia è una forma in cui il segno grafico (il pittogramma) rappresenta la cosa
vista e non la cosa udita, riproducendo così l’oggetto e non il suono.
I pittogrammi esistono fin dalla storia, questa scrittura si limitava a descrivere, o
meglio, rappresentare un evento ed era in grado di trasmettere solo concetti ele-
mentari come l’uccisione di una preda, quanti cacciatori avevano partecipato alla
spedizione o quali animali erano stati catturati. Ma non si poteva dedurre quanto
tempo avevano atteso i cacciatori prima dell’agguato o a quale distanza si trovava la
caverna dal territorio di caccia.
Le immagini della scrittura pittografica, che potevano essere capite da chiunque,
preannunciano lo sviluppo del linguaggio. La differenza tra le lingue e le rappresen-
tazioni grafiche è che quest’ultime sono basate su un “linguaggio” universale, ossia
un’immagine di un animale era comprensibile a tutti, mentre le lingue orali no. La
capacità di produrre parole per comunicare si sviluppò dalla capacità di trasformare
le immagini, e quindi i simboli, in parole.
Si passa gradualmente dalla descrizione di oggetti alla comunicazione di concetti
cognitivi, siamo alle origini della successiva divulgazione di idee attraverso suoni:
l’alfabeto.
Dai pittogrammi dell’era glaciale si sviluppò la scrittura ideografica, che nacque in
Cina intorno al 2500 a.C.
L’ideogramma è un disegno molto stilizzato, corrispondente ad una parola, ma per
poter rendere tutti gli elementi di una lingua occorrono numerosi segni, tanti
quante sono le parole esistenti. Si intuisce subito che questo è sistema molto com-
plesso da utilizzare e difficile da apprendere.
Il manifestarsi della necessità di una scrittura arriva quasi contemporaneamente
dall’Oriente dal momento che molti dei documenti più antichi sono stati scritti dai
Sumeri, Egizi e Accadi. Le prime testimonianze scritte risalenti alla fine del IV millen-
nio sono una forma mista di ideogrammi ed elementi fonetici e comprovano già una
forma superiore della scrittura che deve essere stata preceduta da una scrittura
puramente ideografica
Definizione logo e Brand
Il logo (o logotipo) e formato dalla scritta del nome dell’azienda con le sue speciali
caratteristiche tipografiche, è la parte leggibile e pronunciabile di un marchio, il segno
alfabetico con cui si scrive il nome della marca. In pratica la firma visiva di un brand.
In molti casi al logotipo si aggiunge un “simbolo”, detto pittogramma, cioè la parte
simbolica di un marchio, l’emblema non leggibile e non pronunciabile che rimanda
all’impresa. Il pittogramma riproduce graficamente l’oggetto rappresentato, questi si
dividono in “ideogrammi” e “iconografici”.
Grazie al marchio si riconosce la provenienza di un prodotto o di un servizio da una
certa impresa. Il marchio serve anche a diffondere e fare accrescere la fama di un
imprenditore e la fiducia in chi acquista e spesso i consumatori ripongono fiducia nel
marchio prima ancora di conoscere un nuovo prodotto. Il marchio è un segno distintivo
dell’azienda, deve essere semplice, memorabile, unico e coerente co l’immagine
dell’azienda.
La marca (brand in inglese) è un concetto più complesso, astratto, teorico, intangibile, è
una variabile multidimensionale che contiene non solo gli aspetti distintivi (marchio,
nome, insegna) ma anche la storia dell’impresa, l’esperienza maturata dai consumatori
verso i prodotti, il livello di notorietà e la fiducia del consumatore verso l’impresa, nel
mondo del marketing si usa spesso dire che la marca è nella mente del consumatore.
Il marchio a confronto della marca si può depositare, infatti per chi inizia un’attività
registrare il proprio marchio ha un’importanza strategica rilevante, accresce la reputa-
zione e consente di mettere in cassaforte un bene destinato ad aumentare in misura
esponenziale il suo valore economico. Non a caso nelle cessioni di azienda il marchio
rappresenta spesso il bene più importante e più ambito. Il marchiò in se è un conteni-
tore della marca, perché ad esempio, nel momento in cui vediamo un indumento
firmato da un marchio di alta notorietà, questo, suscita un pensiero (positivo o negati-
vo) da parte del cliente, in base all’esperienza che si ha con quell’azienda, in poche
parole, quando vediamo un oggetto firmato ad esempio “Giorgio Armani”, la nostra
mente suscita immediatamente pensieri positivi, originalità, qualità, fedeltà.
I pittogrammi sono stati indubbiamente all’origine e la base di tutte le scritture.
L’analisi dei molteplici percorsi che hanno condotto una lingua verso una sua rappresen-
tazione grafica ci ha consentito di individuare due categorie principali: scritture figurati-
ve e scritture alfabetiche.
La prima tipologia include tutte quelle scritture che non hanno subito variazioni signifi-
cative nel tempo, ma che anzi hanno conservato gli antichi pittogrammi, anche se stiliz-
zati, nel corso dei secoli, una prova ne è la scrittura cinese.
Nella seconda categoria, invece, troviamo tutte quelle scritture i cui segni si sono modifi-
cati fino ad arrivare a segni unicamente fonetici, le cui linee si sono sempre più modifica-
te nel tempo fino ad arrivare all’alfabeto latino. Esempi di pittogrammi nella storia
Esempi di pittogrammi al giorno d’oggi
E v o l u z i o n e
La ripetizione è diventata segno distintivo della sua arte: su grosse tele riproduceva
moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori, usando immagini pubblicita-
rie di grandi marchi commerciali (ad esempio le sue bottiglie di Coca Cola e i barattoli
della famosissima zuppa Campbell), o immagini d’impatto come incidenti stradali o
sedie elettriche.
Warhol riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio
ripetendole più volte, opere che riprendevano la serialità delle immagini, il loro ripeter-
si ossessivo, che diveniva così una “denuncia positiva” di un mondo dominato dal con-
sumismo, una denuncia positiva, perché l’artista nella società americana, vede un
valore positivo proprio per il suo grande livellamento. Il bello degli americani, come lo
stesso Warhol ha espresso, è che mangiano tutti le stesse cose, dal presidente degli
Stati Uniti al barbone che è seduto ad un angolo di strada, si crea così questo concetto
di eguaglianza.
Gli oggetti pop per eccelenza sono i cibi, quelli preferibilmente conservati e surgelati. Il
monumento a questo tipo di cibo consumistico è la celeberrima Minestra in scatola
Campbell’s, che l’artista Warhol inizia a dipingere dagli anni Sessanta.
Andy Warhol sceglie la minestra in scatola Campebell’s per il fatto che era il prodotto
più usato nella società di massa a quel tempo e di conseguenza questa zuppa era il
prodotto più usato dalla società per via del nome, ovvero del logo “Campbell’s”, il logo
così diventa un’icona, ha un ruolo importantissimo e si presta così a diventare dell’arte;
perché senza il logo e marchio, la zuppa non sarebbe mai stata il prodotto maggior-
mente comprato in America e di conseguenza l’artista non l’avrebbe riprodotta nelle
sue opere.
Cosi, dobbiamo la creazione di queste opere e la popolarità di questo prodotto ameri-
cano grazie all’importanza del logo nella società.
Altre furono le opere realizzate sempre attraverso questo concetto, ad esempio le
brillo boxes e le green Coca Cola Bottles.
Il marchio si realizza con varie strumentazioni, difatti è anche un’opera di ingegno,
mentre la marca si costruisce negli anni e non smette mai di evolversi, ogni azione di
comunicazione e marketing che l’impresa intraprende o non, contribuisce allo svilup-
po positivo o negativo della marca.
Evoluzione del logo della Apple
La mela di Apple la compagnia fondata da Steve Jobs è, ai giorni nostri la mela più
famosa al mondo.
La storia come quasi sempre accade in questi casi, si confonde con le leggende me-
tropolitane e diverse sono state le teoria del perché Jobs abbia scelto questo simbo-
lo. Si è detto che Jobs lo propose perché la mela era il suo frutto preferito, ma anche
per un omaggio alla casa discografica dei “Beatles”, la “Apple Records”.
Una volta scelto il nome della compagnia si dovette procedere a dotarlo di un imma-
gine, dalla nascita di questa, (1976) i logni utilizzati sono stati tre.
Il primo logo venne disegnato da Ronald Wayne nel 1976, un eleborato disegno in
bianco e nero simile alle vecchie etichette americane, più adatta sicuramente ad altri
usi sul mercato, che non ha rappresentare un’azienda di computer. Nel logo proposto
da Wayne viene rappresentato Newton, seduto sotto un albero a leggere, circondato
dalla scritta “Apple computer & co”. Il logo di Wayne fu un disastro, la mela appesa
all’albero quasi non si vede, troppi dettagli e cambiando le dimensioni del logo se ne
perdono molti, compresa la mela e la scritta, difatti venne direttamente scartato.
Per il nuovo luogo fu incaricato indirettamente Rob Jannof uno dei più creativi dise-
gnatori di quegli anni.
Janoff cercò ispirazione nella materia prima, comprando al supermercato ogni varietà
di mela che riuscì a trovare, creando così il secondo logo apple: la mela arcobaleno.
Si dice che Janoff disegnò la mela con il morso in omaggio ad Alan touring, uno dei
pionieri dell’informatica, suicidatosi mordendo una mela che lui stesso aveva avvele-
nato; altri invece pensarono che la mela a sei colori rappresentasse simbolicamente la
comunità gay, cosa che venne subito smentita da Jobs e Janoff.
Nella metà degli anni 90; Jobs decise di apportare diversi cambiamenti tra cui il logo.
Si iniziò quindi a studiare un logo che mantenesse la mela, ma che giocasse su toni
bianchi, grigi e neri, dando così un immagine più seria e professionale all’azienda.
il ter