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Sintesi
Italiano: Il Romanticismo & Giacomo Leopardi

Tecnologia: L'energia nucleare in Sudafrica

Scienze: Le malattie in Africa

Ed. Fisica: Gli atleti africani

Musica: Il Melodramma & Giuseppe Verdi

Arte: Francesco Hayez & "Il Bacio"

Francese: Jacques Prevert

Inglese: Lord Byron

Geografia: Sviluppo & Sottosviluppo

Storia: Colonialismo & Imperialismo
Estratto del documento

ITALIANO:

Il

Romanticism

STORIA: o & Giacomo TECNOLOGIA:

Leopardi L'energia

Colonialismo nucleare in

Sudafrica

&

Imperialismo

:

GEOGRAFIA SCIENZE:

Sviluppo & Le malattie

Sottosvilup in Africa

Gli

po eventi

mondial

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INGLESE: ED. FISICA:

'800

Lord atleti

Gli

Byron africani

FRANCESE: MUSICA:

Il

Jacques Melodramm

Prevert a &

ARTE: Giuseppe

Verdi

Francesco

Hayez & "Il

Bacio"

& imperialismo

La colonizzazione europea ha avuto il suo massimo

traguardo tra il XVI ed il XX secolo ed avvenne più con la

forza che con la convinzione. Pur riferendosi spesso a una

presunta "missione civilizzatrice", le potenze coloniali

europee si dedicarono soprattutto allo sfruttamento delle

risorse naturali del continente.

Colonialismo

&

imperialismo

1. L’EUROPA COMINCIA A “DIVENTARE STRETTA” E TENDE

NUOVAMENTE AD ESPANDERSI

Nella seconda metà del XIX secolo diversi fattori lasciavano pensare

che il colonialismo fosse tramontato:

Le colonie inglesi del Nord-America erano indipendenti da più di un

 secolo;

Le colonie spagnole e portoghesi dell’America meridionale avevano

 ottenuto anch’esse l’indipendenza;

Nel corso del secolo la “tratta degli schiavi” era stata abolita, rendendo

 inutili le basi inglesi in Africa;

Le restanti colonie europee sembravano poco interessanti dal punto di

 vista economico.

Intanto, però, la popolazione in Europa aumentava e grandi masse

prendevano la via dell’emigrazione inserendosi in America, in Asia, in

Africa e in Australia. Finanzieri e banchieri, a loro volta, in cerca di nuovi

investimenti, avevano “piantato” grandi quantità di denaro nelle miniere

e nelle piantagioni extra-europee. Di conseguenza, vollero sorvegliare i

loro capitali da vicino.

Ma c’era ancora un altro motivo per guardare al di là dell’Europa. Infatti, fu

così che avvenne una seconda crisi di sovrapproduzione, simile a quella del

’48, che aveva rovinato sia i lavoratori, sia gli imprenditori.

Quindi occorreva che gli altri continenti diventassero nuovi mercati.

2. I BIANCHI SI CONVINCONO DI AVERE UNA MISSIONE

CIVILIZZATRICE

Gli europei erano spinti verso altri continenti dalla certezza di avere una

responsabilità di portata storica:quella di esportare la civiltà bianca, che

ritenevano “la migliore del mondo”. Il geografo inglese David Livingstone,

percorse l’Africa sud-orientale, mentre altri s’inoltrarono nelle foreste del

Congo. Imperialismo

Imperialismo: nuova forma di

colonialismo che, per la prima

3. IL VECCHIO COLONIALISMO SI volta, mirò sia al totale

sfruttamento economico dei

TRASFORMA IN IMPERIALISMO Paesi colonizzati sia al loro

Le classi dirigenti dell’Ottocento interpretarono controllo territoriale.

questo intreccio di azioni terrene e di interessi

culturali e religiosi, di buoni sentimenti e di

imperialismo

abusi, in una sorta di imperialismo, che Napoleone chiamò “politica

imperiale”. Esso si concretizzò attraverso:

La conquista militare di vasti territori, sia africani sia asiatici, con lo

 scopo di occuparne il territorio e di fondarvi un impero;

La dominazione politica delle nuove colonie attraverso governatori e

 funzionari europei;

Un nuovo tipo di sfruttamento economico che aveva anche lo scopo

 di rivendere le materie prime, oltre che trarle dalle colonie, dopo averle

ritrasformate in prodotti lavorati.

4. LE NAZIONI EUROPEE SI SPARTISCONO L’AFRICA

Mentre in Asia gli europei avevano già da tempo messo piede, L’Africa era

un continente ancora “libero” e su di esso si gettarono tutte le nazioni

imperialiste, con l’intento di occuparsi i territori. Nel 1884-85 Bismarck

convocò la Conferenza di Berlino, dove fu stabilito il principio secondo cui

le future colonie sarebbero appartenute a chi le avesse occupate e

soggiornate per primo. Gli effetti furono tragici, infatti, la più crudele forma

di conquista fu quella del Congo belga: gli abitanti erano soggetti al lavoro

forzato di uomini, che la maggior parte era morta di fame.

Altrettanto criminoso fu il comportamento dei Tedeschi in Namibia, dove

essi decisero di sterminare il popolo Herero per cedere il posto ai coloni

bianchi. Anche l’Italia occupò l’Etiopia, ma il suo primo intervento coloniale

fu un disastro, perché l’esercito italiano era ancora impreparato.

Altrettanto criminoso fu il comportamento dei Tedeschi in Namibia, dove

essi decisero di sterminare il popolo Herero per cedere il posto ai coloni

bianchi. Anche l’Italia occupò l’Etiopia, ma il suo primo intervento coloniale

fu un disastro, perché l’esercito italiano era ancora impreparato.

5. GLI INGLESI DROGANO LA POPOLAZIONE CINESE

Tra le tante azioni che avvengono nel periodo dell’imperialismo, emerge il

comportamento degli Inglesi. Essi compravano argento in Cina, una

nazione sottosviluppata, e cercavano un modo di non pagare in denaro.

Siccome nelle piantagioni inglesi in India producevano oppio, estratto dai

papaveri, fu così che vennero indotti i mercanti cinesi a barattare l’oppio

con l’argento. Essi accettarono e ne diffusero quantità enormi tra la

popolazione che, in pochi anni, ne incrementò il consumo a tal punto da

ridursi in uno stato di totale dipendenza. Nella prova di mettere fine a

questo commercio, l’imperatore della Cina mandò le sue truppe a Canton,

bloccando le navi commerciali inglesi ferme nel porto, ma la Gran Bretagna

era pronta a reagire con la sua potente flotta da guerra sbaragliando le

truppe cinesi. Così scoppiò, tra il 1839 e il 1842, la guerra dell’oppio che

finì con la sconfitta della Cina. Così le vendite dell’oppio si moltiplicarono e

quindi anche tutte le altre potenze europee individuarono nella Cina un

territorio da sfruttare tutti i settori vitali della sua economia, senza neppure

occuparla militarmente.

6. NASCONO DUE NUOVE POTENZE IMPERIALISTE: USA E GIAPPONE

Negli ultimi anni dell’Ottocento anche gli USA e il Giappone cominciarono a

seguire una politica di tipo imperialista. L’America conquistò le Isole

Hawaii e le Isole Samoa, le Filippine e Cuba, lasciando alla Florida una

grande autonomia amministrativa, ma esigendo in cambio il monopolio del

commercio della canna da zucchero, che comprava a prezzi “ridotti al

minimo” riducendo la popolazione in miseria.

Il Giappone, che nel 1868 aveva rovesciato il sistema di tipo feudale

avviando una corsa forzata all’occidentalizzazione, diventò, intorno al 1900,

una grande potenza industriale e conquisto la Manciuria e la Corea.

Questo fece del Giappone una potenza industriale in grado di competere per

capacità produttiva e armamenti con l’Europa e gli Stati Uniti.

Terzo Mondo

Molte volte si usa la parola per

indicare i Paesi sottosviluppati. Questo

termine fu usato per la prima volta nel

1952, per distinguere i Paesi d’Africa, Asia e

America Latina da quelli industrializzati.

Sviluppo &

Sottosviluppo

Il divario tra persone “ricche” fra quelle povere tende ad

aumentare. Le statistiche sul PIL (Prodotto Interno Lordo) dei vari

Paesi danno la misura della ricchezza disponibile, ma non la sua

distribuzione: nei Paesi in via di sviluppo, gran parte della gente ha

un basso consumo di beni e servizi, mentre vi è una piccola fascia di

popolazione che ha livelli pari a quelli occidentali e i dirigenti vivono

nel lusso. Esistono, inoltre, forti ineguaglianze fra città e campagna;

in India, ad esempio, le città provviste di servizi sono simili a isole in

un oceano sperduto. Altri indici rivelatori del livello di vita sono:

Il consumo di energia (America Settentrionale e Europa usano

 più della metà della produzione di energia rispetto all’Africa;

Centri indicatori culturali, per esempio il grado di

 alfabetizzazione, i libri stampati, i televisori o le automobili.

Ma spesso la valutazione dello sviluppo dipende dai criteri

“Occidentali” che misurano i beni materiali a disposizione. Un Paese

non è sviluppato solo quando ha una forte produzione o un reddito

pro capite elevato, ma quando ha soddisfacenti condizioni sociali,

sanitarie, scolastiche, un ambiente vivibile, una capacità di

organizzare il territorio con vie di comunicazione e altri servizi.

Alcuni Paesi che producono petrolio in cui il reddito è alto, anche se

a vantaggio di pochi o è impiegato in spese militari, non ha ancora

le condizioni generali di un Paese sviluppato. Ad esempio la Cina è

considerata un Paese povero, ma non sottosviluppato poiché ha

aggiunto un certo livello soddisfacente delle esigenze essenziali e di

controllo del territorio.

Per indicare le disuguaglianze del

mondo complesso in cui viviamo ci sono

varie terminologie:

Nord ricco: industrializzato e

 sfruttatore;

Sud povero e sfruttato.

Con questa definizione constatiamo che

le regioni più sviluppate appartengono

all’emisfero settentrionale, Russia

compresa. E’, però, una divisione di tipo

economico più che geografico. Nel

“nord” appartengono anche l’Australia e

tutti i Paesi che ne fanno parte: ad

esempio l’Arabia Saudita, un Paese

meno popolato ma molto ricco. Inoltre

vi è una divisione schematica per

verificare gli squilibri:

Il Nord ha il 23% della popolazione e l’80% dei consumi mondi

 ali;

Il Sud ha il 77% della popolazione e solo il 20% dei consumi.

In quest’ultimo ragioni storiche e politiche hanno prodotto una

scarsa vita democratica ed enormi differenze sociali interne a

ciascun stato. Anche il Nord ha i suoi squilibri: le nazioni ricche

hanno 250 milioni di poveri e un gran numero di disoccupati.

Quindi, possiamo dedurre che le cause interne del sottosviluppo

sono:

1. La mentalità contadina chiusa alle innovazioni;

2. L’influsso di certe religioni;

3. Le periodiche calamità naturali (inondazioni, siccità, animali

nocivi);

4. L’eccesso frazionamento delle proprietà contadine;

5. La presenza di latifondi;

6. La mancanza di infrastrutture;

7. Carenti strutture sanitarie;

8. Le guerre e lotte tribali;

9. L’instabilità politica;

10. Corruzione, sprechi e parassitismo.

Mentre la principale causa esterna del sottosviluppo è stata il

colonialismo, che corrisponde al nostro neocolonialismo, unito allo

scambio ineguale. Moltissime colonie, infatti, pur raggiungendo

l’indipendenza politica, sono rimaste economicamente dipendenti

dai Paesi ricchi.

Il circolo vizioso del sottosviluppo

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Dal

sottosviluppo si può uscire?

Per uscire dal sottosviluppo è necessario:

a. Distribuire le risorse del pianeta in modo più equo fra tutti i

suoi abitanti; l’esplosione demografica, quindi, non è la causa

del sottosviluppo, ma sono le risorse a non essere distribuite in

modo adeguato;

b. Aumentare le risorse senza danneggiare l’ambiente e con la

corretta applicazione delle tecniche;

c. Ridurre o eliminare gli sprechi, ad esempio l’uso eccessivo

delle armi (bombe o carri armati).

Quindi è possibile uscire dal sottosviluppo, anche se generato da un

circolo vizioso. Il vero sviluppo nasce all’interno di una comunità con

il desiderio di uscire dalla miseria in cui si trova.

Le

malattie

Africane

Molte regioni del Terzo Mondo sono esposte a

malattie causate da particolari agenti

patogeni come quello che colpì nel ’95 gli

abitanti di Ebola, nel cuore dello Zaire:

secondo i ricercatori si tratta di un virus

“imprendibile” che in appena dieci giorni

riesce a combinare i diastri che l’AIDS

produce in dieci anni e che potrebbe essere il

male del prossimo secolo.

Le malattie africane

C’è un rapporto diretto, in tutti i Paesi, fra povertà, istruzione, diffusione delle

vaccinazioni, riduzione della mortalità infantile. Ogni anno si contano 4 milioni

di piccoli morti per malattie intestinali, 800.000 di tetano neonatale, 2 milioni

per morbillo e tosse convulsa…

La poliomelite, che nei Paesi ricchi del Nord del mondo è quasi scomparsa,

colpisce ogni anno 250.000 bambini nei Paesi sviluppati. L’AIDS, sviluppatosi in

Africa, ha sparso ovunque il suo contagio… Nel mondo si registrano 12 milioni

di lebbrosi e 800.000 nuovi casi all’altro, eppure si tratta di una malattia che,

con una diagnosi precoce e farmaci adatti, può essere vinta.

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