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Sintesi
Italiano: Luigi Pirandello

Storia: Giolitti

Scienze della Terra: la neve (l'atmosfera)

Scienze sociali/psicologia: la comunicazione e psicologia clinica

Inglese: Oscar Wilde

Filosofia: Arthur Schopenhauer
Estratto del documento

Quando si ha passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme negli strati più

superficiali si ha il fenomeno dell’evaporazione, mentre il passaggio inverso si

definisci condensazione.

Il vapore d’acqua è l’elemento di importanza principale nel dominio della

meteorologia. Si tratta di gas invisibile che ha la proprietà di trasformarsi in

piccole goccioline o cristalli di ghiaccio quando si abbassa la temperatura. Nel

momento in cui l’aria si raffredda l’eccesso di vapore acqueo si condensa sotto

forma liquida e si forma una nube di particelle in sospensione (nube di

condensazione). La presenza di queste imperfezioni atmosferiche innalza il

punto di congelamento dell’acqua intorno ai -12’C : nella nube si formano allora

piccolissimi cristalli di ghiaccio che coesistono con le goccioline di acqua.

Questi cristalli captano le goccioline vicine, si ingrossano e cominciano a

cadere per la forza di gravità. Il sistema di cristallizzazione dell’acqua è quello

esagonale (secondo la temperatura in cui si trovano o della fascia che

attraversano, essi cristallizzano lungo assi diversi).

Agglomerandosi uno con l’altro i cristalli formano un fiocco di neve. Se nella

caduta continuano a trovare temperature negative, allora nevica. La

classificazione internazionale dei cristalli distigue tre famiglie:

Colonne ( -5’C -10’C)

 Piastrine ( -10’C -15’C)

 Stelle (inferiore ai -15’C)

I vari strati che compongono il manto nevoso posso avere caratteristiche

diverse durante la caduta.

Si ha una lenta evoluzione permanente che dà luogo a dei significativi

cambiamenti della forma dei cristalli detti metamorfismi.

metamorfismi

Già durante la loro caduta, i cristalli possono frantumarsi o perdere delle

ramificazioni, sotto l’effetto del vento o del peso stesso degli strati superiori.

La neve è un materiale molto complesso: è un miscuglio di acqua sotto forma

solida, ghiaccio costituente lo scheletro dei cristalli, di acqua sotto forma

liquida, di acqua sotto forma gassosa presente nell’aria che occupa il 90% del

volume della neve fresca. 5

Agisce anche il fenomeno degli scambi di energia: quello in entrata dell’energia

solare e quello in uscita dell’energia che la terra emette nello spazio.

Il sole emette energia sotto forma di radiazione luminosa che si propaga come

onda elettromagnetica. La Terra ne intercetta nell’alta atmosfera ma solo una

piccola parte raggiunge il suolo: le radiazioni nell’attraversare l’involucro

atmosferico può subire dei fenomeni:

Diffusione: deviate in tutte le direzioni;

 Riflessione: deviate verso lo spazio;

 Assorbimento: interagire con le molecole di gas e venire riemesse come

 raggi infrarossi.

Le radiazioni assorbite sono del tutto convertite in calore, mantengono però

l’equilibrio tra calore acquisito e calore disperso. L’atmosfera viene riscaldata

dal basso: la Terra trasferisce calore in tre modi:

Irraggiamento termico;

 Per conduzione e convezione ( l’aria calda si espande, sale e richiama

 l’aria fredda);

Per evaporazione e condensazione (l’aria assorbe dall’ambiente calore,

 che poi viene restituito dal vapore dopo la condensazione sotto forma

liquido o solido).

Per conduzione c’è cessione di calore verso corpi più freddi, cioè verso

l’atmosfera.

Si definisce gradiente geotermico la differenza di temperatura che c’ tra un

punto ed un altro all’interno della terra.

Questa emissione di calore da parte della Terra permette di avere alla base del

manto nevoso, un temperatura costante (0’C).

Invece la situazione della temperatura al di sopra di quello strato, dato dal

manto nevoso, è ben diversa. Vi è un continuo scambio di energia dallo strato

inferiore verso la superficie del manto nevoso, come pure dalla superficie verso

l’atmosfera.

Grazie al potere isolante della neve le escursioni termiche rapide riescono ad

influenzare solamente i primi 30-50cm dello strato superficiale.

Il manto nevoso

Ogni nevicata ha una sua identità, si deposita con modalità diverse, si

trasforma a seconda delle variazioni. Ha quindi una personalità che si esprime

con qualità termodinamiche.

Ogni strato si accumula su quello precedente. L’assestamento del manto

nevoso, i vari cicli di gelo/ disgelo, le temperature, i metamorfismi compattano

gli strati, che perdono a tarda primavera le caratteristiche assunte nel corso

della stagione.

La neve è un materiale molto compressibile, e l’assestamento (comprende

anche l’espulsione di aria) produce un aumento della resistenza. Assestamento

significa consolidamento relativo a quello stesso strato.

Un altro fattore importante è a resistenza che può essere: di compressione

(poca coesione), a trazione (elevata coesione), di taglio ( pericolo valanghe).

La neve è sottoposta alla forza di gravità, che è il motore principale

dell’assestamento, si ha un movimento verso valle dei vari strati. Gli strati

6

superiori scivolano verso valle a velocità più elevate rispetto gli stati sottostanti

che resistono all’attrito del terreno.

I vari tipi di neve hanno diversi angoli di scivolamento che possono essere

statici o dinamici.

Abbiamo accennato prima che il manto nevoso subisce modificazioni durante il

corso della stagione legati ai differenti rapporti di calore che ne determina la

resistenza.

Pertanto la neve, quando si poggia su pendii sufficientemente pendenti ha

movimenti verso valle che possono essere lenti o di tipo repentino (delle

valanghe propriamente detto).

Una valanga è una massa di neve che si mette in moto, in modo istantaneo, a

seguito della rottura delle condizioni di equilibrio del manto nevoso presente su

un pendio sufficientemente inclinato, per cause naturali e precipita verso valle

per effetto della forza di gravità.

Distinguiamo diversi tipi di valanghe:

Debole coesione

 A lastroni

 Radente asciutta e bagnata

 Polverosa

 Mista

Il peso della neve è definita dai fattori che influenzano la temperatura tra cui

l’altitudine, l’ora del giorno, le stagioni, i venti, la copertura nuvolosa, la

latitudine per quanto riguarda i raggi solari, l’esposizione al sole, la copertura

vegetale,l distanza dal mare e le correnti marine.

3. LA COMUNICAZIONE

Essere è una esperienza che parte dal soggetto ma che ha la necessità

dell’altro per esprimersi: vedere e essere visti, in un dialogo costante,

accogliente e basilare per la vita (D.Winnicott “ Sviluppo affettivo e ambiente”

1970).

Goffman

Metafora del teatro: ci comportiamo secondo un’etichetta, ossia la società ci

impone un comportamento in base al contesto.

Vita sociale è la rappresentazione esterna e noi siamo burattini che indossano

maschere a seconda dell’eventualità.

Nel privato (retroscena) siamo sciolti e l’etichetta crolla.

La comunicazione è il primo mezzo che permette di identificarsi. Il concetto di

comunicazione non è univoco, bensì rimanda ad accezioni e significati anche

molto distanti fra loro.

Il termine “comunicazione” deriva dal latino “mettere in comune”: indica

quell’attività grazie a cui diversi soggetti possono condividere qualcosa. Un

altro significato è inteso come “mettere in collegamento”. In terzo luogo la

comunicazione può essere intesa come passaggio di informazione da un

emittente a un ricevente attraverso un canale. 7

Informazione, emittente, ricevente, canale e codice costituiscono gli elementi

indispensabili di ogni processo comunicativo.

Comunicazione non significa solo trasmettere qualcosa ma deve essere dotata

di un significato sia per chi la trasmette sia per chi la riceve. Le medesime

parole, dette in toni o contesti diversi, possono trasmettere diversi stati

d’animo. Inferire significa comprendere tramite indizi: se avviene la corretta

interpretazione di tali indizi, la comunicazione ha avuto successo (inferenza).

La comunicazione è , inoltre intesa come processo psicologico in quanto chi

riceve il messaggio non è passivo ma spetta l’elaborazione, la decodifica di

esso.

Modello di comunicazione interpersonale

Platone si interrogava sulla differenza tra i due principali mezzi di

comunicazione della sua epoca, l’oralità e la scrittura, e sul loro rispettivo

impatto sulla società.

Non esiste una teoria delle comunicazioni unitaria, ma un insieme di metodi

d’indagine che si propongono di analizzare gli aspetti di un oggetto.

La comunicazione come passaggio univoco di informazioni:

1. Emittente

2. Informazione

3. Destinatario

La comunicazione come relazione, condivisione:

Soggetto A --- informazioni --- soggetto B

Teorie

1. Laswell

Si tratta di uno schema descrittivo dell’atto comunicativo. Individua 5 domande

fondamentali:

CHI, CHE COSA, ATTRAVERSO QUALE CANALE, A CHI, EFFETTI

Si tratta di un modello asimmetrico in quanto non c’è ritorno.

Presenta infatti alcuni limiti che lo rendono inadeguato a studiare il fenomeno

della comunicazione.

Il CHI (mittente) sembra avere il controllo assoluto del processo mentre il

 ricevente (A CHI) è passivo.

Sembra che abbia gli affetti immediati sempre e comunque invece

 l’effetto non sempre è immediato.

2. Shannon e Weaver

È una teoria prettamente teorica, non si occupano del contenuto quanto della

trasmissione del segnale. L’esito della comunicazione non dipende dal

contenuto ma è determinato dall’accuratezza della trasmissione e dalla qualità

della ricezione. la codifica e la decodifica:

Si basa su 2 punti cruciali:

La codifica è l’attività che svolge l’emittente per trasformare le idee che ha in

mente in suoni e gesti che possano essere compresi. 8

La decodifica è il processo inverso, svolto dal ricevente che deve tradurre il

messaggio decodificandolo correttamente.

rumore

L’altro importante elemento è il , vale a dire un disturbo indesiderato

che altera il segnale.

Funziona perfettamente coi mass media, non prende in considerazione una

serie di aspetti fondamentali della comunicazioni, quelli che hanno a che fare

con l’interazione e la dimensione interpersonale.

3. Gerbner

La comunicazione ha inizio col soggetto che percepisce un evento esterno: il

significato di tale evento non è mai percepito completamente perché viene

personalizzato dai nostri sensi e ricordi. Dopo il processo di selezione ha inizio

la comunicazione vera e propria, cioè la percezione viene trasformata in un

messaggio con una forma e un contenuto.

La comunicazione mediatica è la più “potente” nel far percepire quello che

vuole ritoccandolo in base alle sue idee.

È importante avere delle proprie idee per non essere influenzati.

4. Jacobson

Individua i 6 elementi fondamentali della comunicazione linguistica:

Emittente

 Contatto

 Messaggio

 Codice

 Contesto

 Destinatario

A questi 6 fa corrispondere altrettante funzioni:

Emotiva (possibilità di esprimere se stesso)

 Fàtica ( relazione tra i soggetti, mantiene viva la connessione psicologica)

 Poetica (il messaggio vuole attirare l’attenzione sulla forma, struttura

 delle parole)

Metalinguistica (momento in cui i soggetti verificano se “parlano la stessa

 lingua”)

Referenziale (denotare gli oggetti relazionandoli con la realtà)

 Conativa (effetti del messaggio sul destinatario)

Pragmatica della comunicazione

Si occupa anche degli effetti della comunicazione sul comportamento. La

comunicazione influenza infatti il comportamento, ed è questo l’aspetto

propriamente definito pragmatica.

Austin distingue 2 funzioni fondamentali: performativa (fare) e constatativa

(dire). 9

Sostiene inoltre che quando parliamo si compiono 3 atti: locutorio (parlare) ,

illocutorio (atto nel dire qualcosa, azione dichiarata da chi parla LA FRASE

STESSA) , perlocutorio (atto col dire qualcosa , dare più significati).

Se la comunicazione segue questi atti allora raggiunge il suo scopo.

La comunicazione interpersonale è costituita dal dialogo, dove tutti gli

interlocutori possono intervenire. Non ci sono mai un emittente completamente

attivo e un destinatario del tutto passivo, ma ci sono soggetti impegnati

congiuntamente nella produzione dei significati.

Nella comunicazione si possono avere inferenze cioè concludere qualcosa

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