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Ho deciso di affrontare il tema dell'apparire e dell'essere all'interno della mia tesina di maturità. Sono stata colpita dal pensiero di Pirandello e ho cercato di calarlo nell’attuale società, dopo essermi resa conto di come il suo pensiero sia moderno. Egli ravvisa nel contrasto tra vita e forma, tra maschera e volto, tra apparire ed essere, una realtà fittizia, che troppo spesso prende il posto di quella reale. Tali contrasti,ora,sembrano esaltati dalla “virtualità”, che spesso prostra la realtà con l’ausilio del il veloce progresso tecnologico.
Ciò comporta la necessità di individuare nuovi criteri di interpretazione culturale: la vita attuale è caratterizzata, infatti,da condizioni del tutto differenti da quelle storicamente note.
Innanzitutto l’intensificazione dei rapporti tra le Nazioni e tra le persone, grazie alle comunicazioni fisiche (aerei,treni più veloci) e a quelle multimediali (internet,televisione): la velocità ne è il tratto distintivo più marcato. La conseguenza è stata la mondializzazione dell’economia,il mutamento di certi stili di vita, il superamento di modelli culturali ben radicati. Era inevitabile che ciò accadesse: il passare dalla cultura dal villaggio locale a quella del villaggio globale non poteva non richiedere l’accrescersi di modelli interpretativi, che rischiano di esaltare l’ apparire a scapito dell’essenza della realtà.
Ritengo utile fare una digressione, all'interno della mia tesina, su un argomento cruciale. Qual'è la risposta che possiamo dare a questa domanda: che cosa si intende per verità e, quindi , qual è la verità della realtà?
Ci accorgiamo che la verità è elusiva, enigmatica, avvolta nel mistero, soprattutto quando,dopo aver creduto di averla compresa, la rianalizziamo. Dare una definizione della verità, è dunque,problematico.
Noi osserviamo ciò che ci circonda; sarebbe ingenuo pensare che ciò che vediamo e ascoltiamo sia sempre oggettivamente vero: spesso è solo soggettivamente tale. Siamo spinti ad adattare il reale alle nostre categorie.
Un esempio: ci siamo adattati a credere e a “percepire” di vivere su qualcosa che è ferma, immobile; invece, il pianeta che ci ospita gira incessantemente. Ci accorgiamo che la verità è elusiva,enigmatica, avvolta nel mistero, soprattutto quando, dopo aver creduto di averla compresa, la rianalizziamo. Dare una definizione della verità è dunque problematico.
Noi osserviamo ciò che ci circonda; sarebbe ingenuo pensare che ciò che vediamo e ascoltiamo sia sempre oggettivamente vero: spesso è solo soggettivamente tale. Siamo spinti ad adattare il reale alle nostre categorie.
Per quanto sia impossibile non apparire, l’uomo dovrebbe prendere coscienza del proprio essere, ed è appunto per questo che l’uomo si trova dinanzi ad un bivio: da una parte farsi inglobare dalla società delle apparenze e diventarne leone, dall’altra continuare da solo nella ricerca della propria esistenza, escludendosi dalla socialità. Questi due stili di vita sono nettamente separati, anzi in continua opposizione e non ne è possibile una sintesi, perché non c’è un punto di convergenza. Non esiste nessun momento di superamento che includa entrambe; sono semplicemente: tesi e antitesi, due diverse possibilità di realizzazione dell’uomo sulla terra, in eterna contraddizione e in eterna lotta. L’unica soluzione fra le due è che una caschi o muoia nell’altra.
Per questo, ho riportato nella tesina, sempre in rapporto “tesi/antitesi”, fortissime tendenze all’apparire e all’essere della storia: l’estetismo e il dannunzianesimo e l’esistenzialismo.
Italiano: Pirandello, il teatro grottesco di Luigi Chiarelli, L'estetismo e il dannunzianesimo.
Inglese: Victorian Age and Oscar Wilde.
Storia: Mussolini e il fascismo.
Filosofia: Schopenhauer e Sartre.
Geografia astronomica: La magnitudine apparente e assoluta e le stelle variabili pulsanti.
Latino: Apuleio e le Metamorfosi.
centomila”
Tramite questi due romanzi Pirandello ci fa capire che:
L’uomo non può fare a meno di una maschera che gli doni un ruolo o un apparenza
quello che si è, quello che si è
E’ impossibile mostrarsi agli altri per perché neanche
noi stessi riusciamo a capirlo.
Ora, non potendo esentarci dall’apparire, converrebbe ad ognuno di noi crearsi una
maschera che piaccia, che più rifletta quello che si sente dentro, togliersi quella
imposta dalla società e indossare quella che si preferisce.
Avevano forse ragione proprio quei personaggi che Pirandello ha tanto criticato, coloro
non si interessavano delle cose importanti della vita, ma solo delle esteriorità, della
forma, dell’estetica. Essi hanno speso la loro vita creando arte immorale ed inutile al
sociale, col solo scopo di imprimere le forme del piacere per comunicare questa
sensazione a tutti. l’Estetismo.
La corrente simbolo di questa ricerca del bello è
L'estetismo si impone come il rifiuto reazionario e sdegnoso della realtà. Agli occhi
dell'esteta, l'arte è il solo valore autentico dell'esistenza; perciò egli costruisce la
propria vita come un'opera d'arte; perennemente alla ricerca della bellezza, egli
rigetta ogni considerazione morale, ogni dovere imposto dalla società umana. L’esteta
uomo e letterato è una figura complessa e molto intrigante. Lo scrittore si propone,
con ogni mezzo, di suscitare nel lettore emozioni rare, forti e sconvolgenti. La
letteratura degna si distingue soprattutto in base alla forma: la parola poetica è una
rivelazione delle energie interne e ha la funzione di eccitare l’animo del lettore, di
accarezzare l’orecchio con la sua musicalità, di comunicare immagini attraverso il
suono. Il verso, la rima, la ricercatezza stilistica sono spesso il fine stesso del
comporre, che presuppongono una sensibilità e un gusto del tutto eccezionali. Amare
la vita significa renderla unica, perfetta, sovrumana, fino all’esasperazione delle
perversioni sadiche che procurano l’estremo e crudele piacere.
Esteta non è colui che gode semplicemente delle situazioni della vita, ma colui che è
in continua ricerca di sensazioni ed esperienze L'esteta ha il compito di tendere alla
raffinatezza, all'eroismo, alla gloria, ad un ideale supremo di bellezza; bellezza isolata,
preziosa, ambigua, perversa e lussuriosa.
In Italia in questo periodo una vera e propria moda spopola nella Roma aristocratica
Dannunzianesimo
influenzata dal . Questi atteggiamenti del D’annunzio
influenzarono la vita Pratica, Letteraria e Politica degli Italiani.
Nella vita pratica: ricordiamo gli anni romani (1881-1891) vedono D’Annunzio astro
nascente non solo del firmamento letterario,ma anche di quello mondano della
capitale. Egli diventa personaggio ricercato nei salotti dell’aristocrazia, nelle redazioni
dei giornali, al centro di amori teatrali. Diventa produttore letterario che ben conosce i
prodotti preferiti dal pubblico e pronto a muoversi incontro alle esigenze di mercato. E’
questo il periodo estetizzante della vita e dell’opera di D’Annunzio, che abilmente
costruì la maschera dell’individuo superiore, amante del bello e sprezzatore dell
morale comune.
Nel settembre 1894 conobbe Eleonora Duse, maggiore attrice del tempo, con la quale
intrattenne una relazione fino al 1905, convivendo in una famosa villa detta “La
Cappoccina”, vicino Firenze. Qui visse una vita lussuosa ed eccezionale, atta a colpire
l’attenzione del grande pubblico. Era lo stesso artista a voler essere sempre al centro
dell’attenzione, protagonista di una “vita inimitabile”. Questo atteggiamento favorì
anche il successo delle sue opere. Nasceva da qui una contraddizione da cui
D’Annunzio non riuscì mai a liberarsi, contrasto fra il disprezzo della massa e del
mercato e la necessità di lusingare l’una per conquistare l’altro.
Dannunzianesimo,
Si parla di perché in Italia l’ammirazione per il poeta assume le
dimensioni di un vero e proprio fenomeno di massa e di moda anche nei
comportamenti ispirati al suo linguaggio,al suo abbigliamento, ai suoi vari
atteggiamenti.
Nella vita letteraria con i suoi virtuosismi stilistici e lessicali diventò il modello di
tanti poeti del suo tempo. Nella primavera del 1910 Gabriele D’annunzio partiva per
Parigi, egli fu accolto come un eroe e per un po’ di tempo scrisse in francese,
ottenendo la stima dei più celebri artisti francesi, come Anatole France che di lui disse
Doveva venire un poeta dall’Italia per insegnarci a scrivere in francese
un giorno:- -.
L’ iter culturale ed ideologico.
L’Italia si avvia a perdere le sua caratteristica di paese agricolo, per accedere allo
sviluppo capitalistico ed avviarsi a diventare un paese industriale. La maggiore
circolazione di denaro genera da un lato desiderio di guadagni facili e di piacere,
dall’altro frustrazione e impotenza in chi è costretto comunque alla vita modesta di
piccolo borghese. D’Annunzio interpreta sentimenti e pulsioni soprattutto della
borghesia italiana piccola e media.
In D’Annunzio troviamo l’interprete per eccellenza del desiderio di piacere e di lusso,
di erotismo sregolato e libero, di trasgressione rispetto a tutti i valori tradizionali.
D’Annunzio crea il mito dell’artista solitario e raffinato, spregiatore del mondo
borghese, della mercificazione dell’arte, ma allo stesso tempo promuove la propria
immagine, facendone un vero e proprio mito, sfruttando i meccanismi massificanti
dell’industria culturale e delle mode, della “pubblicità” per la quale utilizza gli
strumenti di diffusione allora esistenti.
La vera costante e il filo conduttore della sua vita e del suo pensiero è la volontà di
ricavare sempre il maggior vantaggio possibile utilizzando le strutture mentali e
culturali della società di massa e le tecnologie disponibili. Si potrebbe dire che l’unica
vera ideologia dannunziana sia la volontà di soggiogare l’immaginario collettivo, di
esprimere la propria volontà di potenza attraverso una serie di rituali che un’intera
generazione imita e ammira.
Nella vita politica, Gabriele D'Annunzio divenne un personaggio di primo piano nella
nostra storia nazionale per la sua azione favorevole all'intervento italiano nella prima
guerra mondiale. Nel 1915, allo scoppia della Prima guerra mondiale, tornò in Italia,
dove intraprese un’ intensa campagna interventista, scuotendo le masse con i suoi
discorsi, e partecipò personalmente ad imprese belliche navali ed aeree. La sua
fusione continua tra arte e vita fa sì che D’Annunzio effettivamente partecipi ad
imprese belliche stupefacenti, agiti le masse con i suoi discorsi, diventi profeta e vate
del fascismo.
Il suo spirito nazionalista lo indusse anche a seguire il fascismo, di cui ammirava il
vitalismo, l’aggressività, l’arroganza verso la massa. Il fascismo utilizzò ideologie,
atteggiamenti, espressioni dannunziane, ma lo mise poi in disparte come presenza
ingombrante.
INGLESE
Victorian Age (1837-1901)
This period goes from 1837 to 1901 when Queen Victoria reigned. She became queen
when she was only 18. In this period there is an expansion in the English colonies.
Some countries became part of England. For example India, Africa, Australia, New
Zealand, and Canada. But under this appearance of a prosperous period founded on
pure principles hides a inconvenient Truth. Unfortunately the economy progress has
touched only a little part of population, only the middle class composed by merchants
and bankers, while the biggest part of population, composed by workers and
unemployeds, lives in terrible conditions. For the first time in literary history, in the
Victorian Age the novel became the leading genre. The greater part of the reading
public, including the upper class and the intellectuals, read novels. The novel reflected
the pratical bent of the age, the new social and economic developments, scientific
discoveries, and the ethical problems raised by the Industrial Revolution. Generally
speaking, Victorian readers expected to be instructed and at the same time to be
entertained. Novelists were conditioned by their readers’ expectations and so they
clearly show both the desire to please and the fear to shock. This explains why early
Victorian novels present conformity to accepted moral standards together with a great
liveliness. As the century went on, however, other novelists followed the general anti-
Victorian trend. This culminated in the disengagement of the Aesthetic Movement,
with its belief in “Art for Art’s sake” and in “Beauty dor Beauty’s sake”. The
Aesthetes reversed the classical theory of art by declaring that it was life that must
imitate art. The Aesthetic creed derived from the French writer Thèophile Gautier’s
theory, summed up in his slogan “L’ART POUR L’ART”, which implied that art should
have no moral basis or purpose: it is a good in its own right, an end in itself. The
th
movement spread all over Europe during the last part of the 19 century and became
a cultural force in Britain particulary in 1890s. The typical example of this attitude to
life was given by Oscar Wilde, the best known of the group.
Oscar WILDE
Oscar Wilde was born in Dublin. He studies at Oxford University. In Oxford Oscar
became famous for his being extravagance, in fact he considered the beauty in
dressing as important as beauty in art and literature.He was considered a “Dandy”. A
Dandy is a man for whom the perfection in dressing or in dress was as important as
the perfection in art.
Wilde was also famous for his way of said or aphorism (ex: “My life must be my
masterpiece”, or when he was at the New York Customs he said “I have nothing to
declare but my genius”).
In 1895 his fall started, because he had a homosexual relationship with Lord Alfred
Douglas. He was the son of a very important aristocratic man. Alfred's father provoked
him until Wilde reacted by taking him to court for slander. In front of the court he had
to admit his love affair and was sent to prison because homosexuality was a serious
criminal affair. He remained in prison for 2 years. He wentin Paris where he lived exiled
alone, and died alone in a small hotel. He is buried in a cemetery of Paris as Charles
Baudelaire. Wilde is also a Victorian; in fact the precept “ART FOR ART’S SAKE” is for
him a moral and not an aesthetic imperative. Wilde is numbered among English
decadents not as a poet but as a novelist and as a “posueur”. He wrote “ The Picture
of Dorian Gray” under the influence of his two teachers: John Ruskin who taught him
socialist ideas and his creed of beauty of manual labour and Walter Peter, in opposition
to Ruskin’s theories, claimed that art was to be autonomous and distinct from morality.
“The picture of Dorian Gray”, a story about a young beautiful man called Dorian who
desired to separate his external appearance from his interior reality. The story is
introduced by Basil Hallward, a famous English painter of the nineteenth century, has
two great friends: Henry Wotton and Dorian Gray. Basil is very attached with Dorian
because with his pure beauty, without life contaminations, inspires him beautiful
paintings and a day he shows to his friend Dorian portrait. But because of that portrait
and the friendship with Henry and a day he shows to his friend Dorian portrait. But
because of that portrait and the friendship with Henry Wotton, Dorian lost his
innocence. He wish that the portrait getting old while he be forever young and
handsome. And so it happen. But the portrait age as Dorian soul begin dark, because
his beauty is in his interior pureness. The bad actions of Dorian makes his portrait
more deformed since when he destroyed it because he doesn’t tolerate more its
horrible vision. Destroying it he takes its aspect, he becomes old and his soul is signed
by terrible crimes. Dorian’s desire has separated his external appearance from his
interior reality. In the society his appearance, that is the exteriority, enchants
everybody and even if he commits criminal acts, nobody can believe that he can be