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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Essere Abruzzesi

Autore: Dell'orso Gianluca

Scuola: Liceo classico

Descrizione: a partire dal tragico evento che ha colpito la mia città  natale, l'aquila, una riflessione su grandi personalità  ed eventi storici abruzzesi, insieme ad un approfondimento scientifico sui terremoti, per meglio comprendere cosa è accaduto.

La scelta di un percorso multidisciplinare non è stata per me facile ed immediata. Mi sono trovato in difficoltà  nell'orientarmi tra varie ipotesi, più o meno originali, senza che nessuna mi convincesse davvero. Poi, in seguito agli eventi tragici del 6 Aprile 2009 che hanno colpito la mia città  natale, L'Aquila, ho sentito più volte parlare, attraverso i media, della dignità  degli abruzzesi e di tanti altri pregi di una gente che forse mai come in questa circostanza aveva avuto l'attenzione del resto d'Italia. In realtà  però queste caratteristiche sono connaturate agli Abruzzesi, testimoniate dalla storia. Benedetto Croce, grande filosofo abruzzese, disse in un discorso che egli tenne nella sua città  natale, Pescasseroli, il 21 Agosto 1910: Ho vissuto la mia vita a Napoli, tra una popolazione intelligentissima, calda, cordiale, impulsiva: e di Napoli conosco ogni pietra e ogni ricordo; e il figliuolo dei monti ha ormai il bisogno irrefrenabile di dimorare nel cuore di quell'antica città  [ ]. A Napoli ho svolto la mia attività  di uomo di studio, tra compagni carissimi e giovani che mi si son fatti spontanei discepoli. Eppure io ho tenuto sempre viva la coscienza di qualcosa che nel mio temperamento non è napoletano. Quando l'acuta chiaroveggenza di quella popolazione si cangia in scetticismo e in gaia indifferenza, quando c'è bisogno non solo di intelligenza agile e di spirito versatile, ma di volontà  ferma e di persistenza e resistenza, io mi son detto spesso a bassa voce, tra me e me, e qualche volta l'ho detto anche a voce alta: - Tu non sei napoletano, sei abruzzese! - e in questo ricordo ho trovato un po' d'orgoglio e molta forza.

Area: umanistica

Materie trattate: Geografia Astronomica, i Terremoti, il terremoto del 6 Aprile. Storia, la Resistenza e le stragi naziste in Abruzzo, l'eroismo abruzzese. Italiano, D'Annunzio, Terra Vergine, Le Vergini delle Rocce, La figlia di Iorio, La fiaccola sotto il Moggio, Canto Novo, Alcyone, i Pastori, le opere ambientate in Abruzzo. Filosofia, Croce, Intorno al mio lavoro filosofico, Ciò che è vivo e ciò che è morto nella filosofia di Hegel, Aesthetica in Nuce, il piu grande filosofo abruzzese ed in particolare la sua Estetica. Latino, Sallustio, De Catilinae Coniuratione, massimo esempio di abruzzese nella letteratura classica. Inglese, famiglia Rossetti e Confraternita dei Pre-Raffaelliti, The Woodspurge, l'Abruzzo conquista la Letteratura Inglese.

Bibliografia: PROF.SSA OTTAVIANO A. M., Lezioni di Geografia Astronomica, A.S. 2008/2009. PALMIERI E. L., PAROTTO M., Il Globo terrestre e la sua evoluzione, Zanichelli;

PROF. RODINI G., Lezioni di Storia, A.S. 2008/2009. DELLA PERUTA F., CHITTOLINI G., CAPRA C., Dall'Europa al Mondo, vol.3, Le Monnier. SITO UFFICIALE ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - http://www.anpi.it/ PARISSE G., Onna, quella strage del 1944, Il Centro, 25 Aprile 2009;

PROF.SSA IOCCO V., Lezioni di Italiano, A.S. 2008/2009. LUPERINI R., CATALDI P., MARCHIANI L., TINACCI V., La scrittura e l'interpretazione, vol.3, tomo primo, G.B. Palumbo Editore. PUCCIO F., Letteratura Italiana, vol.3, tomo A, Fratelli Conte Editori

PROF. RODINI G., Lezioni di Filosofia, A.S. 2008/2009. PROF. RODINI G., Dispense di Filosofia e Storia - classe III A. ABBAGNANO N., FORNERO G., Itinerari di Filosofia, vol.3, tomo A, Paravia.

PROF.SSA CASALE G., Lezioni di Latino, A.S. 2006/2007. PROF.SSA SCAMPOLI A. M., Lezioni di Latino, A.S. 2007/2008, 2008/2009. GARBARINO G., Opera, Letteratura - Testi - Cultura Latina, vol.1, tomo B, Paravia;

PROF.SSA SALLESE L., Lezioni di Inglese, A.S. 2008/2009. CATTANEO A., DE FLAVIIS D., Literary Maps, vol.2, Carlo Signorelli Editore. Sito Ufficiale Rossetti European Center - http://www.centrorossetti.eu/

Estratto del documento

ESAME DI STATO

A.S. 2008/2009

PERCORSO MULTIDISCIPLINARE

ESSERE ABRUZZESI

GIANLUCA DELL’ORSO

CLASSE III A

LICEO CLASSICO “L. V. PUDENTE”

VASTO (CH)

Perché questo percorso?

La scelta di un percorso multidisciplinare non è stata per me facile ed immediata. Mi sono trovato in difficoltà

nell’orientarmi tra varie ipotesi, più o meno originali, senza che nessuna mi convincesse davvero.

Poi, in seguito agli eventi tragici del 6 Aprile 2009 che hanno colpito la mia città natale, L’Aquila, ho sentito

più volte parlare, attraverso i media, della dignità degli abruzzesi e di tanti altri pregi di una gente che forse mai

come in questa circostanza aveva avuto l’attenzione del resto d’Italia.

In realtà però queste caratteristiche sono connaturate agli Abruzzesi, testimoniate dalla storia.

Benedetto Croce, grande filosofo abruzzese, disse in un discorso che egli tenne nella sua città natale,

Pescasseroli, il 21 Agosto 1910:

Ho vissuto la mia vita a Napoli, tra una popolazione intelligentissima, calda, cordiale, impulsiva: e di Napoli

conosco ogni pietra e ogni ricordo; e il figliuolo dei monti ha ormai il bisogno irrefrenabile di dimorare nel cuore di

quell’antica città […]. A Napoli ho svolto la mia attività di uomo di studio, tra compagni carissimi e giovani che mi

si son fatti spontanei discepoli. Eppure io ho tenuto sempre viva la coscienza di qualcosa che nel mio temperamento

non è napoletano. Quando l’acuta chiaroveggenza di quella popolazione si cangia in scetticismo e in gaia

indifferenza, quando c’è bisogno non solo di intelligenza agile e di spirito versatile, ma di volontà ferma e di

persistenza e resistenza, io mi son detto spesso a bassa voce, tra me e me, e qualche volta l’ho detto anche a

voce alta: – Tu non sei napoletano, sei abruzzese! – e in questo ricordo ho trovato un po’ d’orgoglio e molta

forza.

Non si tratta di “istinto di sopravvivenza” nelle difficoltà post-sisma. Questa è la vera essenza degli abruzzesi.

Forse soltanto oggi il grande pubblico l’ha potuta conoscere ed apprezzare, ma questa è una caratteristica che

ha attraversato i secoli e le difficoltà che il cammino della storia ha portato su questo territorio.

Come non citare, ad esempio, la Seconda Guerra Mondiale e le lotte lungo la linea Gustav. La Resistenza

italiana è nata in Abruzzo a partire da prime manifestazioni di guerriglia spontanee che poi assunsero forme più

complesse e si estesero su tutto il territorio nazionale. E anche in questo caso la popolazione abruzzese mostrò

tutta la sua compattezza e grandezza. Racconta Carlo Azeglio Ciampi, Presidente emerito della Repubblica

Italiana, che fu protagonista della Resistenza su territorio abruzzese, con una frase bellissima:

Ci dividevamo il pane che non c’era.

E per concludere, quante volte L’Aquila si è rialzata dalle macerie di terremoti?

Il popolo aquilano è da sempre stato un popolo duro a morire, tale da costringere i dominatori spagnoli a

costruire una fortezza impenetrabile in città dopo la rivolta del 1527 con questa motivazione:

Ad reprimendam Aquilanorum audaciam.

Spinto da queste considerazioni, ho quindi deciso di concentrare il mio percorso sulla mia terra d’origine, in cui

sono fiero di essere nato. Ed anche qui mi sono trovato a dover fare un’ulteriore selezione, a dover scegliere tra

tanti eventi e personalità di notevole importanza.

In conclusione ho scelto di trattare, a partire dall’epoca classica, la figura di Sallustio, nativo di Amiternum,

città che sorgeva nell’area recentemente colpita dal sisma, e la sua monografia De Catilinae Coniuratione.

Quindi, saltando avanti di qualche secolo, non potevo non dedicare un certo spazio ad una delle maggiori

personalità della Letteratura Italiana, Gabriele D’Annunzio, concentrandomi in particolare sulle opere

“abruzzesi”, che sono ambientate in Abruzzo o presentano particolari riferimenti alla sua terra d’origine.

Per quanto riguarda la Storia, la scelta non poteva che cadere sugli eventi che ebbero luogo in Abruzzo dopo

l’Armistizio di Cassibile, siglato il 3 Settembre 1943 e reso noto cinque giorni dopo, ed in particolare sulla

Resistenza, che vide i nostri conterranei protagonisti di azioni eroiche o di veri e propri martìri, frutto della

follia tedesca.

Anche in Filosofia la scelta è stata piuttosto scontata. Sebbene infatti personalità quali Ottavio Colecchi e

Bertrando Spaventa siano state assolutamente fondamentali nel panorama filosofico italiano, rispettivamente

per quanto riguarda la diffusione del kantismo e lo sviluppo dell’idealismo italiano, l’Abruzzo ha dato i natali

ad uno dei più grandi filosofi del XX secolo, Benedetto Croce, la cui Estetica, tra le varie parti del suo

pensiero, è stata ed è tuttora di straordinaria importanza nella cultura italiana ed europea.

Infine, dall’Abruzzo, e precisamente da Vasto, proviene la famiglia Rossetti, che prima con Gabriele e poi

con i suoi figli Dante Gabriel e Christina Georgina fu protagonista nel panorama culturale italiano ed

inglese, con la fondazione della Confraternita dei Preraffaelliti.

E ovviamente non ho potuto non includere nel discorso un approfondimento scientifico sui terremoti, per

meglio comprendere che cosa è successo la notte del 6 Aprile e, conoscendo le caratteristiche del nostro

territorio, poter contribuire alla rinascita nel segno di una maggiore consapevolezza.

2

I TERREMOTI

Un terremoto è una vibrazione più o meno forte della superficie della Terra prodotta da una rapida liberazione

di Energia Meccanica a partire da un punto al suo interno.

Il punto in cui l'energia si libera è detto ipocentro del terremoto. Da lì l'energia si propaga per mezzo di onde

sferiche, paragonabili a quelle acustiche, che raggiungono la superficie.

Si definisce invece epicentro il punto in superficie sulla verticale all’ipocentro.

Alla metà del XIX secolo Mallet elaborò la teoria secondo cui un terremoto consiste in una serie di onde

elastiche che si propagano attraverso la Terra, causate dalla deformazione o frattura di masse rocciose. Nel

1906 Harry Reid propose un modello del meccanismo secondo cui si verificherebbero le deformazioni

all'origine dei terremoti: il modello del rimbalzo elastico.

Secondo questo modello, due blocchi contigui di roccia, inizialmente a riposo, vengono sottoposti ad uno

sforzo e si deformano elasticamente. Quando si supera il punto di rottura, si origina una faglia a partire dal

punto più debole, e lungo di essa i due ammassi cominciano a scivolare, man mano che riacquistano

bruscamente il loro volume e la loro posizione di equilibrio, liberando l'energia elastica accumulata durante la

deformazione in parte sotto forma di calore, in parte come violente vibrazioni che si propagano in tutte le

direzioni. Una faglia però può essere già presente, ed essere riattivata in seguito a nuove sollecitazioni a cui le

rocce sono sottoposte.

In base a questo modello, si può parlare di ciclo sismico. Una zona dove si è appena manifestato un terremoto

dovrebbe aver raggiunto un nuovo equilibrio. Ma il perdurare delle forze tettoniche, in grado di deformare la

crosta, tornerà ad accumulare nuova energia fino ad un successivo punto di rottura e al manifestarsi di un'altra

crisi sismica. Si distingue un periodo pre-sismico, in cui la deformazione elastica provoca variazioni in alcune

caratteristiche delle rocce, ed un post-sismico, in cui l'area colpita va verso un nuovo equilibrio attraverso

scosse successive o repliche.

I movimenti all'ipocentro producono differenti tipi di deformazioni, cui corrispondono differenti tipi di onde.

Per riconoscerle, bisogna portarsi a distanza dall'epicentro. Si distinguono tre tipi di onde.

Le onde interne o di volume:

Le onde longitudinali, o di compressione, sono quelle al cui

passaggio le particelle di roccia oscillano avanti e indietro

lungo la direzione di propagazione. La roccia quindi subisce

variazioni di forma e volume, dilatandosi e comprimendosi.

Queste onde sono le più veloci (onde prime, P) e si propagano

attraverso ogni mezzo;

Le onde trasversali, o di taglio, sono quelle al cui passaggio

le particelle di roccia compiono delle oscillazioni

perpendicolari alla direzione di propagazione. Dipendono da

deformazioni dovute allo scivolamento delle masse rocciose

sul piano di faglia. La roccia subisce solo variazioni di forma,

ma non di volume. Queste onde sono più lente delle onde P

(onde seconde, S) e si propagano solo attraverso i solidi.

Le onde superficiali, che si originano quando le onde interne

raggiungono la superficie e si propagano dall'epicentro lungo

la superficie terreste:

Le onde di Rayleigh (onde R) sono quelle al cui passaggio le

particelle di roccia compiono orbite ellittiche in un piano

verticale lungo la direzione di propagazione;

Le onde di Love (onde L) sono quelle al cui passaggio le

particelle di roccia oscillano trasversalmente alla direzione di

propagazione, ma solo sul piano orizzontale.

Le onde sismiche si registrano attraverso i sismografi. Il sismografo è uno strumento che si basa sull'inerzia di

una massa sospesa che tende a rimanere immobile anche quando il supporto inizi a muoversi insieme al suolo

per il manifestarsi di una vibrazione. Un pennino scrivente, solidale con la massa, lascia una traccia su una

striscia di carta che ruota per mezzo di un rullo solidale con il suolo. Per registrare il movimento in maniera

completa si usano tre sismografi: uno in grado di muoversi solo lungo la verticale (movimenti alto-basso) e due

liberi di muoversi sul piano orizzontale (movimenti nord-sud; est-ovest). Sui sismogrammi ottenuti si possono

vedere dapprima le onde P, poi le onde S e nella parte finale prevalentemente le onde superficiali.

3

E' possibile ricavare la distanza dall'epicentro di un terremoto da una stazione sismica. E' sufficiente misurare,

sul sismogramma, la differenza tra il tempo di arrivo della prima onda P e quello della prima onda S e poi

cercare sull'ascissa della dromocrona la distanza epicentrale che corrisponde a quell'intervallo. Le dromocrone

sono le curve che si ottengono analizzando i tempi di propagazione dei diversi tipi di onda in funzione della

distanza dall'epicentro.

Per ricavare la posizione esatta dell'epicentro, è necessario disporre delle distanze dall'epicentro di almeno tre

stazioni sismiche, per poi tracciare su una carta geografica tre circonferenze con centro nelle tre stazioni e

raggio di lunghezza parti alla distanza epicentrale determinata per ciascuna stazione. Il punto di intersezione tra

le tre circonferenze fornisce la posizione dell'epicentro.

Per ricavare la profondità dell'ipocentro sono necessarie invece le registrazioni di almeno l0 stazioni.

Si distinguono terremoti superficiali (0 km -70km di profondità), intermedi (70 km - 300 km) e profondi (oltre

300 km). 4

La "forza" di un terremoto si può misurare attraverso studi macrosismici o studi sismograjìci. Dai primi si

ottiene la misura dell'intensità di un terremoto, dagli altri invece si ricava la valutazione della magnitudo.

L'intensità viene rilevata attraverso gli studi macrosismici, in base alla valutazione degli effetti prodotti dal

terremoto su persone, manufatti e terreno. Si misura con la scala MCS (Mercalli - Càncani - Sieberg), divisa in

12 gradi. Ad ogni località viene assegnato un grado di intensità, via via decrescente in località sempre più

lontane. Tra le aree caratterizzate da diversa intensità si tracciano dei "confini" chiusi, chiamati isosisme, la cui

forma dipende da cause di ordine geologico (es. territori che per la loro struttura attenuano o amplificano

l'effetto delle onde sismiche) o di densità abitativa (infatti a zone deserte sarà attribuito un valore di intensità

particolarmente basso, in quanto un terremoto propagatosi in quell'area non provocherà alcun effetto su persone

o cose).

I Avvertita solo dagli strumenti.

STRUMENTALE

II Avvertito solo da poche persone sensibili in condizioni particolari..

LEGGERISSIMA

III Avvertito da poche persone.

LEGGERA Avvertito da molte persone; tremiti di infissi e cristalli;

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