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Storia: Hiroshima e Nagasaki
Scienze: Datazione assoluta tramite radioisotopi
Biologia: La PET e l'adroterapia
Tecnologia: Funzione di un reattore nucleare
e quindi il decadimento avviene solo quando la massa del nucleo che decade (massa iniziale) è
maggiore della somma delle masse dei nuclei prodotti.
1.1.2.Decadimento beta
Il decadimento beta si divide in beta positivo e beta negativo, poiché la particella emessa può
carica negativa unitaria (β-, o carica positiva unitaria (β+,
avere decadimento beta negativo),
decadimento beta positivo). In ogni caso la massa è identica a quella dell'elettrone e un protone viene
convertito in un neutrone o viceversa e dopo il decadimento compare un' ulteriore particella, definita
neutrino nel caso della beta positiva e antineutrino nel caso della beta negativa.
L' esistenza di questa particella fu ipotizzata per la prima volta da Pauli che tentò di inserire l' analisi del
decadimento di Beta nello studio delle leggi della conservazione dell' energia e della quantità di moto.
Se infatti il neutrino non facesse parte dei prodotti del decadimento gli elettroni verrebbero espulsi,
mentre si verifica sperimentalmente che gli elettroni emessi possiedono una distribuzione di energie
che va da 0 ad un valore massimo.
-
Decadimento β
- : Quando il nucleo è instabile per eccesso di neutroni, un neutrone in eccesso si
trasforma in protone secondo la formula: + -
+ β
n° = p + antineutrino
Il decadimento beta negativo provoca una transizione isobarica: il numero Z aumenta di una unità e
l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a destra nella tavola periodica mentre
resta invariato il numero A. L'energia liberata dalla trasformazione del neutrone in protone diviene
-
cinetica dell'elettrone (β
energia ) e dell'antineutrino (particella priva di massa) che vengono espulsi dal
nucleo e rimane in parte nel nucleo provocandone l'eccitazione e la conseguente diseccitazione con
emissione di un fotone gamma. -
β
L'energia della particella e dell'antineutrino è
imprevedibile e si distribuisce in uno spettro continuo di
valori secondo una modalità probabilistica, mentre quella
del fotone gamma è caratteristica per ogni radionuclide e
β-
può assumere solo livelli discreti di energia. Le particelle
possono ionizzare il mezzo attraversato provocando
l'allontanamento di elettroni dalla sfera di influenza nucleare
per repulsione elettrostatica, a spese della loro energia
cinetica (in media 34 eV per ogni evento di ionizzazione in
aria). Essendo molto più piccole e elettricamente meno
cariche delle particelle alfa, hanno una più bassa densità di ionizzazione e potere penetrante circa
1000 volte inferiore di quello di una particella alfa di pari energia.
+
Decadimento β
- : Quando il nucleo è instabile per difetto di neutroni, un protone in eccesso emette
+
β
una particella , chiamata positrone, e si trasforma in neutrone secondo la formula:
+
β
p+= n° + + neutrino
+
β
Il decadimento è più probabile rispetto alla cattura elettronica per gli elementi con basso numero
atomico e inoltre provoca una transizione isobarica: il numero Z si riduce di una unità e l'atomo si
trasforma in un elemento chimico differente, situato a sinistra nella tavola periodica mentre resta
invariato A. 6
-
β
Come le particelle , ma in maniera contraria, le particelle
+
β possono ionizzare il mezzo attraversato provocando
l'allontanamento di elettroni dalla sfera di influenza nucleare
per attrazione elettrostatica, a spese della loro energia
cinetica (in media 34 eV per ogni evento di ionizzazione in
-
β
aria). Il potere pentrante è uguale a quello delle particelle .
Un altro fenomeno che si verifica più spontaneamente del
decadimento beta positivo è la cattura elettronica
Quando il nucleo è instabile per difetto di neutroni un
elettrone degli orbitali più interni può venire catturato dal
nucleo dove un protone si trasformerà in neutrone secondo
la formula: p+ + e- = n° + neutrino +
β
La cattura elettronica è più probabile rispetto al decadimento per gli elementi con alto numero
+
β
atomico e provoca una transizione isobarica identica a quella causata dal decadimento : il numero Z
si riduce di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a sinistra nella
tavola periodica mentre resta invariato A.
Il riarrangiamento degli elettroni orbitali, che si spostano verso l'orbitale più interno rimasto privo di un
elettrone e quindi verso orbite a minore contenuto di energia, provoca la liberazione dell'energia in
eccesso sotto forma di radiazioni X "caratteristiche".
2.Reazioni nucleari di molto l’uno
Quando due atomi, vincendo la forza di repulsione di Coulomb, riescono ad avvicinarsi
all’altro, si verificherà un riarrangiamento delle particelle dei loro nuclei: questo è ciò che avviene in una
reazione nucleare, che è simile al riarrangiamento degli atomi dei reagenti in una reazione chimica. Le
reazioni nucleari, di solito sono prodotte bombardando un nucleo specifico (M ) con un proiettile
i
nucleare (m ), che in molti casi è un singolo nucleone (protone o neutrone) o un nucleo leggero come il
i
deuterio o una particella α. I nuclei più pesanti non sono usati perché la repulsione elettrica tra i due
nuclei richiederebbe un proiettile con una enorme energia cinetica. Alcune volte sono usati come
proiettili addirittura i fotoni.
parte delle reazioni avviene con l’emissione
La maggior della medesima particella, ma può accadere
che un’altra particella proiettile (m ) venga espulsa e un nucleo residuo o finale (M ) viene lasciato
f f
rispettivamente in uno stato eccitato o nello stadio finale: nel primo caso, quello del nucleo residuo, la
nello stadio finale.
reazione proseguirà a catena fino all’esaurirsi
La reazione così descritta è designata dai simboli
M (m , m )M
i i f f
Dove i nuclei iniziali e finali sono all’esterno delle parentesi e la particelle proiettili in arrivo e in uscita
sono tra le parentesi. Questa formula dunque è sinonimo di trasformazione. Per esempio, quando
viene bombardato l’azoto, , con una particella alfa, il risultato potrà essere un protone e un nucleo
residuo di ossigeno . Questo processo può dunque essere scritto mediante la formula appena
descritta come
Più in generale, quando le energie delle particelle coinvolte non sono troppo alte, una reazione
nucleare si suppone che avvenga in due fasi:
1)una particella in arrivo o un proiettile vengono catturati, causando la formazione di un nucleo o
composto intermedio in uno stato eccitato che possiede un’alta energia. 7
2)il composto può diseccitarsi dopo l’emissione di una particella uguale a quella di inizio o tramite altri
mezzi.
Concludendo si può quindi affermare che le reazioni nucleari sono essenzialmente processi di collisioni
nelle quali energia, momento, numero di nucleoni e carica devono essere conservati. Le due reazioni
nucleari fondamentali sono la fusione e la fissione nucleare.
2.1.Fusione nucleare
La fusione è il processo di reazione nucleare attraverso il quale i nuclei di due o più atomi vengono
compressi tanto da far prevalere l'Interazione forte sulla repulsione elettromagnetica, unendosi tra loro
ed andando così a generare un nucleo di massa inferiore alla somma delle masse dei reagenti: questo
accade poiché, la quantità di materia mancante si è
trasformata in energia.
La fusione di elementi fino ai numeri atomici 26 e 28
(ferro e nichel) è esoenergetica, ossia emette più energia di
quanta ne richieda il processo di compressione. Oltre tali
valori è endoenergetica, cioè assorbe energia, a causa della
costituzione di nuclei atomici più pesanti.
Questa reazione avviene continuamente sul Sole e sulle altre
stelle, ad una temperatura di qualche milione di grado: la
luce e il calore che giungono a noi sono solo l’effetto visibile
del fenomeno. A tali temperature, i nuclei degli elementi in
gioco nella fusione, vengono strappati dai loro elettroni
circostanti (ciò avviene a causa della collisione) e la
sostanza che si forma è un misto di nuclei caricati
positivamente e elettroni negativi chiamato plasma.
Il Sole emette grandi quantità di energia trasformando una
parte della sua materia e diventando, perciò, sempre più
Schema della fusione nucleare tra “leggero” in un processo che dura ormai da milioni di anni.
deuterio e trizio. Come si può notare è Sulla Terra gli scienziati sono riusciti finora a realizzare la
una reazione esotermica. fusione nucleare soltanto in forma non controllata, in
micidiali ordigni distruttivi come la bomba ad idrogeno. Non sono, invece, ancora riusciti a far
sprigionare questa enorme energia in maniera lenta e controllata.
La causa principale sta nelle altissime temperature occorrenti alla reazione che si aggirano attorno ad
alcuni milioni di gradi. Non esiste al mondo alcun materiale solido capace di resistere a tali
temperature.
Recenti esperimenti di fusione a freddo hanno fatto sperare in una prossima soluzione del problema.
Gli scienziati ritengono però che l’utilizzazione commerciale della fusione nucleare non potrà iniziare
prima del 2020/2050.
Le materie prime per il processo di fusione, deuterio e trizio, sono disponibili in grandissima quantità a
bassi costi: il deuterio si ricava dall’acqua di mare, il trizio si ricava dal litio.
L’energia di fusione potrà essere forse il futuro dell’umanità, non solo dal punto di vista della
disponibilità praticamente illimitata, ma anche da quello di sicurezza.
Infatti non produrrà scorie radioattive che, al contrario, sono un gravissimo problema nella produzione
di energia per fissione.
Analizziamo ora i processi fisici che si celano dietro a questo genere di reazione.
Nella fusione nucleare la massa e l'energia sono legate dalla teoria della relatività
ristretta di Einstein secondo l'equazione: 2
E = mc 8
in cui: E è l'energia, m è la massa della particella
2
in esame, e c è il quadrato della velocità della
luce nel vuoto.
In questo tipo di reazione il nuovo nucleo
costituito ed il neutrone liberato hanno una massa
totale minore della somma delle masse dei nuclei
reagenti, con conseguente liberazione di
un'elevata quantità di energia, principalmente
energia cinetica dei prodotti della fusione.
Affinché avvenga una fusione, i nuclei devono
essere sufficientemente vicini, in modo che
la forza nucleare forte predomini sulla repulsione
coulombiana (i due nuclei hanno carica elettrica
positiva, quindi si respingono): ciò avviene a
distanze molto piccole, dell'ordine di
−15
qualche femtometro (10 metri). L'energia
necessaria per superare la repulsione
coulombiana può essere fornita ai nuclei
portandoli ad
Curve rappresentative di varie reazioni di fusione altissima pressione (altissima temperatura, circa
nucleare: deuterio-deuterio (D-D), deuterio-trizio 10⁷ kelvin, e/o altissima densità).
3
(D-T), deuterio-elio-3 (D-He ). La soglia per la L'energia potenziale totale di un nucleo è
reazione D-T è circa 50 keV, per la reazione D- notevolmente superiore all'energia che lega
3
He è circa 100 keV; per le reazioni D-D è di oltre gli elettroni al nucleo. Pertanto
100 keV. l'energia rilasciata nella maggior
parte delle reazioni nucleari è
notevolmente maggiore di quella
delle reazioni chimiche. Ad esempio
l'energia di legame dell'elettrone al
nucleo di idrogeno è di
13,6 eV mentre l'energia che viene
rilasciata dalla reazione D-T mostrata
in seguito è pari a 17,5 MeV, cioè più
di un milione di volte la prima. Con
un grammo di deuterio e trizio si potrebbe quindi produrre l'energia sviluppata da 11 tonnellate
di carbone.
Gli atomi interessati dal processo di fusione nucleare, in natura e in ingegneria, sono gli isotopi
dell'atomo di idrogeno, caratterizzati da minimo numero atomico, a cui corrisponde la minima energia di
innesco. Tuttavia all'interno delle stelle più grandi è possibile anche la fusione di elementi più pesanti,
si ritiene fino al ferro.
La fusione nucleare controllata potrebbe risolvere la maggior parte dei problemi energetici sulla terra,
perché potrebbe produrre quantità pressoché illimitate di energia senza emissioni di gas nocivi o gas
serra e con la produzione di limitate quantità scorie radioattive fra cui il trizio; una piccola quantità di