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Introduzione Emigrati italiani e sogno americano tesina
Per la mia tesina di maturità ho scelto “Il sogno americano” come tema per la mia, poiché l’America, e in particolare gli Stati Uniti rappresentano un sogno per me stessa, la speranza di un futuro migliore di quello che sicuramente potrei avere in Italia. Dal momento che sento di appartenere più all’America che al nostro Paese, seppur sono nata e cresciuta qui, ho deciso di ricercare quali sono stati i motivi che hanno spinto i nostri nonni o forse generazioni ancora più anziane, ad attraversare un Oceano, esponendosi a rischi e al pericolo di non approdare mai nella terra “where everything is possible”. Mi sono chiesta se l’America dei film, è stata la stessa che i nostri connazionali emigrati si sono trovati davanti, se per loro è stato facile inserirsi in una nazione che celebra la libertà e il diritto al benessere (“The pursuit of happiness”) tra i principi alla base della Dichiarazione d’Indipendenza ma allo stesso tempo nasconde giochi di potere e innumerevoli ipocrisie.
In questa tesina ho ripercorso attraverso la storia,la pedagogia e la letteratura italiana e inglese, il “viaggio” concreto o ideale che ha portato gli italiani ad amare ma allo stesso tempo ad odiare gli Stati Uniti.
Nell’augurio che un giorno, potrà essere il mio viaggio.
“…che tutti gli uomini sono creati uguali; che sono stati dotati dal loro Creatore di taluni diritti inalienabili; che, fra questi diritti, vi sono la vita, la libertà e il perseguimento del benessere. Che per garantire questi diritti, vengono istituiti fra gli uomini dei governi che derivano dal consenso dei governati il loro giusto potere [...] “
Thomas Jefferson
Collegamenti
Emigrati italiani e sogno americano tesina
Storia - "L'emigrazione italiana a partire dal 1870" "I ruggenti anni venti dell'America" "La crisi del '29 e il crollo del sogno americano".
Pedagogia - Maria Montessori "il simbolo di coloro che ce l'hanno fatta; Come il metodo Montessori ha cambiato l'America".
Italiano - Pascoli "Italy".
INGLESE -Francis Scott Fitzgerald "The Great Gatsby and the American dream's death "
Gli emigranti italiani non dovevano fare i conti solo con le contingenti difficoltà di
vita legate alla quotidianità così precaria, a queste infatti si aggiungeva la ferita,
di essere considerati dalla gente del posto “undesired
ancor più dolorosa,
people”, ovvero persone indesiderate.
veniva associata l’immagine di gente “cafona”, un’arretratezza
Agli italiani, con
di costumi dovuta alle origini contadine, che non gli avrebbe permesso di
integrarsi in un contesto civilizzato e indirizzato al progresso come quello
americano.
Si sviluppò quindi lo stereotipo degli italiani considerati delinquenti, sporchi,
“è più facile
ignoranti, criminali e mafiosi e, come spesso purtroppo accade,
spezzare un atomo che un pregiudizio” .
Ciò fece sì che alcuni nostri connazionali, che si erano visti rifiutati e disprezzati
dal tessuto sociale nel quale si trovavano, intraprendessero davvero la strada
della criminalità e della delinquenza.
Seppure il sogno americano tanto ambito da noi italiani, sembrava svanire una
d’oltreoceano,
volta giunti sulle coste con l'avvicinarsi del XX secolo, le grandi
personalità dell'industria divennero le nuove icone del Sogno Americano, dato
che molti di loro erano arrivati a controllare grandi imprese e immensi capitali
pur provenendo da umili condizioni
sociali; famosi esempi di ciò si
trovano nei capitalisti Andrew
Carnegie e John D. Rockefeller.
L'acquisizione di un notevole
benessere dimostrava che, avendo
talento, intelligenza e costanza nel
lavoro, era possibile avere successo nella vita.
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verso l’America furono avviate negli anni successivi al
Nuove ondate migratorie
primo conflitto mondiale, anni in cui gli italiani ,come del resto gli europei in
generale, cercavano altre possibilità che permettessero di ricostruire quella vita
che era stata loro sottratta.
La guerra scoppiò nel 1914, ma solo nel 1917 gli Stati Uniti entrarono
apertamente nello scontro.
Dopo il 1918, con la fine del conflitto,Germania, Francia, Inghilterra, Russia e
tutti gli altri paesi del Vecchio Continente si trovarono dinanzi a salatissime
perdite economiche e di vite umane; gli Stati Uniti invece risentirono di una
perdita minima e quando i militari americani tornarono alle loro case non
trovarono nulla da ricostruire ma, al contrario, furono accolti da centinaia di
possibilità per un futuro nuovo, migliore e tutto da inventare.
Gli anni Venti furono visti come il raggiungimento di quella ricchezza e di quella
felicità che avevano spinto intere popolazioni, e anche i nostri connazionali, ad
emigrare negli anni precedenti .
Infatti, tra il 1922 e il 1929 gli Stati Uniti conobbero una crescita economica
nella loro storia sia nell’industria che in agricoltura.
senza precedenti
La produzione industriale salì del 64%, uno sviluppo favorito sia dal basso
costo della manodopera sia dalla
produzione in serie organizzata
secondo il metodo taylorista.
Tutto ciò significò una produzione di
beni, come le automobili, gli
elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici,
cucine, radio) che in breve tempo si
trasformarono in consumi di massa. 7
Anche il volto delle grandi città
americane cambiò notevolmente
aspetto assumendo le caratteristiche
visibili ancora oggi: furono infatti
costruiti grattacieli, metropolitane e
superstrade.
Gli Stati Uniti volevano dimenticare i
sacrifici della guerra, volevano
distrazione e divertimento: questi anni
passarono alla storia come «i ruggenti anni ’20» durante i quali l’American Way
a rappresentare “Il Sogno” per
of Life, lo stile di vita americano, cominciò tutti i
popoli dell’Occidente.
Della guerra restava solo la
delusione, da cui ci si distraeva con
l'alcool, con i balli e con la rivolta
contro ogni tipo di tradizione, in
nome della libertà.
La volontà di difendere il benessere
raggiunto e l’ordine sociale fece
crescere negli Statunitensi un
sentimento di intolleranza nei
confronti degli immigrati,e per questo
motivo le leggi sull’immigrazione
furono irrigidite per impedire la contaminazione etnica e la diffusione delle idee
sovversive provenienti dall’Europa.
In questo clima repressivo i Repubblicani scatenarono anche la campagna
proibizionista che vietava di vendere e consumare alcolici.
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Questo provvedimento fu reso
esecutivo nel 1921, ma si rivelò
controproducente, infatti l’alcolismo non
fu sconfitto e, inoltre, causò un aumento
del contrabbando, della corruzione e
dei gangster.
dell’attività
Sostenendo di agire in difesa
dell’occupazione nazionale, Coolidge,
presidente americano succeduto al
repubblicano Harding (colui che emanò
la legge proibizionista)e a Wilson (colui che condusse gli stati Uniti nel primo
conflitto mondiale e si fece promotore dei 14 punti Wilson), irrigidì la politica
l’Immigration Act
anti-immigrazione con del 1924.
La legge poneva un limite ai flussi migratori, fissando una quota di nuovi
d’origine, pari al 2%
immigrati, per ciascun paese degli immigrati presenti in
America al censimento del 1980.
L’immigrazione di massa proveniente dall’Europa durante i primi venti anni del
secolo si riduceva dunque bruscamente( ad asiatici e indiani era inoltre
completamente proibita l’immigrazione).
In alcuni stati vennero poi prese misure discriminatorie anche di carattere
economico, come ad esempio in California, dove nel 1913 venne introdotta una
norma che impediva ai cittadini non americani di essere proprietari di terre o di
affittarle per periodi superiori a tre anni(leggi simili furono approvate anche in
altri 11 stati) 9 e l’American way of life,
Ben presto si comprese che il Sogno Americano che
spinto gli immigrati a scegliere l’America
avevano ,non sarebbero durati in
eterno e che l’ottimismo in cui era immersa la nazione era destinato ad essere
drammaticamente interrotto.
crescente, la speculazione, i facili guadagni, l’incontrollata
Il benessere
produzione industriale e agricola crearono negli Stati Uniti una crisi di
sovrapproduzione.
Il mercato internazionale, divenuto a poco a poco stagnante, si trovò
nell’impossibilità di assorbire le eccedenze produttive e ciò determinò una crisi
gravissima, con una serie di conseguenze a catena.
Giovedì 24 Ottobre 1929, “il Giovedì
nero”, dopo una giornata di grande
nervosismo e di ribasso di tutti i titoli, la
borsa di New York crollò
improvvisamente e nel giro di qualche
giorno il valore dell’intero mercato
finanziario americano si dimezzò.
La crisi degli Stati Uniti si propagò in tutto
il mondo, soprattutto in Europa, dove il
ritiro dei capitali americani e l’arrivo sui
provocarono l’arresto della produzione.
mercati di prodotti a prezzi bassissimi
Con la crisi del ’29 terminava definitivamente il sogno americano e il grande
l’America
flusso immigratorio verso che cessava di essere vista come la terra
delle opportunità e mostrava al mondo le enormi fragilità di un sistema
capitalistico imperfetto.
Non vi fu economista, storico o intellettuale che non si interrogò sulle cause
vicine e lontane del crollo di Wall Street: per alcuni si era trattato di un collasso
essenzialmente borsistico-finanziario;per altri ci si era trovati immersi in una crisi
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più generale, che aveva investito l’intera economia americana evidenziando le
debolezze di una crescita economica tanto importante e rapida quanto
disordinata e squilibrata.
A risollevare gli Stati Uniti dalla crisi contribuì con tempestività e decisione il
nuovo presidente, il democratico Franklin Delano Roosevelt (1882-1945),
designato nelle elezioni della primavera 1932 e confermato in seguito per altre
tre volte, nel 1936, nel 1940 e nel 1944.
Roosevelt elaborò un piano di emergenza chiamato New Deal (nuovo corso);
accettando l’esistenza del sistema capitalistico,egli
pur era convinto
dell’assoluta urgenza di porre precisi limiti alla crescita senza controlli e
all’eccessiva libertà concessa all’iniziativa individuale dai governi repubblicani e
sfociata nella crisi del 1929.
Il New Deal rappresentò una decisa tendenza ad allontanarsi da un economia
libera di tipo privatistico per adottare un economia guidata, basata su un
energico intervento dello Stato e quindi in aperto contrasto con la legge del
mercato.
Roosevelt intervenne anche a livello di politica sociale, attraverso la difesa dei
salari minimi e dei contratti di lavoro, la presenza dei sindacati nelle aziende e
l’obbligo per gli imprenditori di trattare con essi.
Nello stesso tempo egli realizzò una vasta serie di lavori pubblici e risollevò
aziende in crisi con capitali statali.
Il Presidente seppe inoltre procurarsi i mezzi necessari per attuare tali iniziative
attraverso una rigida politica fiscale, particolarmente pesante nei riguardi dei
ceti più abbienti.
in poi nacque l’altra faccia “dell’American dream” ,
Da Roosevelt
quella della disillusione e della delusione verso “It’s called the American
Dream
un sogno che non sarà mai completamente realizzato. Because you have to be
asleep
To believe it.”
-George Carlin
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STORIA DI UNA DONNA CHE CE L’HA FATTA
MARIA MONTESSORI, LA
Un inizio comune unisce spesso le storie dei grandi personaggi che hanno
cambiato l’America: una nave che arriva dall’Europa ed entra nella baia di New
York, salutata dalla Statua della Libertà.
Per coloro che non detenevano sufficiente denaro,il viaggio oltre che essere
pericoloso ,aveva una sosta obbligata a Ellis Island dove essi venivano
un’elegante
sottoposti alle più crudeli e umilianti perquisizioni e analisi ;ma, per
signora italiana che un secolo fa arrivò sulla
barca “Cincinnati”, lo sbarco fu con tutti gli onori,
con tanto di giornalisti e fotografi in attesa su un
molo di Manhattan.
Nel 1913 Maria Montessori fu accolta come una
“regina”, ponendo le basi per la futura diffusione
del suo metodo pedagogico in tutti gli States.
In nessun altro Paese le scuole Montessori
hanno avuto una diffusione capillare e un
successo come negli Usa.
Cento anni dopo quel primo sbarco, intere
generazione di «bambini Montessori» si sono fatti strada nella società
americana con le idee della professoressa di Chiaravalle (Ancona).
Tra questi spicca una nutrita schiera di protagonisti del web come Jeff Bezos,
fondatore di Amazon, Jimmy Wales, il creatore di Wikipedia, e soprattutto Larry
Page e Sergey Brin, che in California
guidano l’incarnazione digitale del
metodo Montessori: Google.
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Larry Page si è formato alla “Montessori
school” in Michigan, Sergey Brin alla
“Montessori school” in Maryland,quando
si sono incontrati la prima volta a
Stanford, si sono riconosciuti subito.
Marissa Mayer, una delle prime
dipendenti di Google racconta ancora con un misto di orrore e ammirazione i
vari eventi pubblici in cui Larry e Sergey sembravano fare a gara per sfidare il
protocollo,inclusa la volta in cui a Londra scandalizzarono il principe Filippo a
cena al St.James Palace, bevendo gli sciroppi alla frutta che servivano come
guarnizione per il soufflé.
Alla Meyer che cercava di spiegare il loro uso corretto, i due fondatori di Google
“E chi lo dice?
risposero come hanno fatto più volte in circostanze analoghe:
Siamo i bambini della Montessori, siamo stati addestrati ed educati a
mettere in discussione l’autorità”.
Quando la Montessori arrivò in
America la precedeva la fama
europea, che aveva già portato nel
giro di un paio di anni alla nascita negli
Usa di un centinaio di scuole ispirate
al suo metodo.
In anni in cui l’insegnamento era
dominato dalle regole del rigido
autoritarismo dalla cattedra, molti americani si lasciarono conquistare dalla
proposta pedagogica di lasciare spazio alla creatività innata dei bambini,
favorendo attraverso il gioco il carattere e i diversi tempi di apprendimento di
ciascuno. 13
dopo breve tempo l’entusiasmo
Nonostante il grande successo, verso il metodo
Montessori negli Stati Uniti, si smorzò e i critici della studiosa italiana, tra cui
molti seguaci dell’influente ebbero successo nell’attaccare alla
John Dewey,
radice le sue proposte.
Sono nate in Italia cento anni fa, ma oggi sono diffuse e apprezzate in tutto il
mondo e, mentre nel nostro Paese faticano a crescere di numero, negli Stati