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Sintesi
Introduzione Donna nel tempo tesina


Questa tesina ha come obiettivo quello di descrivere la donna nel tempo. Tesina maturità argomenti: in Storia la donna nella storia, in Diritto la donna in Parlamento, in Scienza delle finanze la donna e il sistema pensionistico, in Economia aziendale l'imprenditoria femminile e infine in Italiano la donna "musa" di Montale.


Collegamenti

Donna nel tempo tesina


Storia - La donna nella storia.
Diritto-La donna in Parlamento.
Scienza delle finanze- La donna e il sistema pensionistico.
Economia aziendale-L'imprenditoria femminile.
Italiano- La donna "musa"di Montale.
Estratto del documento

Per secoli le donne non hanno avuto voce, non hanno parlato di se

stesse, non hanno espresso i loro bisogni, ”la donna sembrava non

essere mai vissuta”, con rarissime eccezioni.

Le donne sono state rappresentate, simboleggiate,

raccontate dagli uomini secondo un ideale corrispondente ai valori

di cultura creata dagli stessi uomini. 2

Storia La donna nella storia

Furono le guerre ad accrescere e valorizzare il ruolo delle donne con

conseguente pratica dimostrazione della loro idoneità a governare patrimoni

e,quindi, di una capacità non inferiore a quella degli uomini. Nei periodi di

guerre e calamità, le donne hanno sempre assunto un ruolo da protagoniste,

mostrando rilevanti idoneità lavorative e organizzative. 3

L’inserimento della donna nel mondo del lavoro

Il primo fenomeno d’inserimento in massa delle donne nel mondo del lavoro

si ebbe durante la Prima guerra mondiale tra il 1914 e il 1918. Dal 1915, col

protrarsi della guerra, fu necessario badare a riaprire alcune fabbriche di

vitale importanza per le esigenze belliche. I governi fecero allora appello

alle donne affinché occupassero i posti e le mansioni che fino a quel

momento erano considerate maschili. Il fatto accelerò l’integrazione

femminile nella produzione sia agricola sia industriale e nei servizi.

L’inserimento nel mondo del lavoro non diminuì i loro impegni domestici,

che era alleviato con l’istituzione all’interno degli stabilimenti di asili per i figli

delle lavoratrici (furono le donne anziane a dedicarsi alla cura dei piccoli e

delle case, mentre le più giovani si recavano in fabbrica).

Alla fine della guerra i governi facevano pressione affinché le donne

lasciassero le attività e tornassero alle loro mansioni “naturali”, la cura della

famiglia e del focolare. Molte accolsero l’invito, altre dovettero adattarsi a

svolgere quei compiti che gli uomini rifiutavano, altre non volevano tornare

agli antichi ruoli: il servizio domestico e l’agricoltura. La guerra mutò anche

l’atteggiamento femminile nei riguardi del movimento operaio. Il numero 4

delle donne iscritte ai sindacati aumentò e furono così costituite nuove

associazioni sindacali specificamente femminili.

La guerra mostrò quanto poteva valere la manodopera femminile come

riserva. Le nuove tecnologie richiedevano più destrezza e velocità che non

muscoli e resistenza fisica. 5

Il lavoro femminile dopo la Seconda guerra

mondiale

Nel secondo conflitto mondiale, nel settembre del 1936, si ripeté la stessa

situazione che si era già verificata vent’anni prima. Le donne furono inserite

in massa negli ambiti produttivi per ricoprire i posti lasciati vacanti dagli

uomini e il loro inserimento nel mondo professionale conobbe un certo

incremento.

La struttura interna del lavoro femminile conobbe grossi cambiamenti grazie

ad una nuova concezione del lavoro stesso, visto come realtà necessaria che

dava dignità alla donna. L’affermazione di questa idea favorì l’impiego di un

numero sempre elevato di donne in età giovanile, donne sposate e di donne

delle classi medie. Le operaie abbandonavano il lavoro salariato solo quando

le condizioni economiche lo consentivano. Dalla Seconda guerra mondiale, la

presenza delle lavoratrici si concentrò in quei settori d’attività già occupati

dall’inizio del secolo; per contro si verificò un calo nella percentuale di donne

impegnate nell’agricoltura dovuto al loro passaggio all’industria. Allo stesso

modo diminuì il numero delle donne, impegnate, nel servizio domestico e

come nutrici, a causa dei cambiamenti intervenuti nella vita privata: molte

domestiche si avviavano al lavoro in fabbrica. Il terziario conobbe un aumento

progressivo di lavoratrici (come segretarie, telefoniste e altro), grazie

all’inserimento di operaie più qualificate e soprattutto donne di classe media.

6

La medicina, l’ingegneria, l’avvocatura e altro, cominciò la presenza

femminile che era ancora minoritaria ma in costante crescita. L’insegnamento

si dimostro l’unico ambito con una rilevante partecipazione di donne,

maggiore nella scuola primaria.

La discriminazione non scomparve dal mercato del lavoro: le donne

continuarono a occupare le categorie inferiori, i lavori noiosi e peggio

remunerati nella scala professionale.A partire dalla Seconda guerra mondiale

si verifico una parità dei lavori tra uomini e donne. Mestieri che in precedenza

erano stati degli uomini si andarono a “femminizzare”, perdendo il loro

prestigio sociale e allo stesso modo furono create nuove professioni

femminili. Solo i paesi socialisti ruppero questo schema di valori e le donne

poterono accedere a professioni più qualificate in competizione degli uomini:

l’ingegneria, la medicina.

Infatti, in Russia, con la rivoluzione socialista, le donne conquistarono molti

più diritti democratici. Per la prima volta,un paese legiferò a favore dell’

uguaglianza di salario femminile e maschile a parità di lavoro. Alla fine della

Seconda Guerra Mondiale, contrariamente a quando successe nei paesi

capitalisti, nell’Urss la manodopera femminile fu conservata e si ricercarono i

mezzi per permettere alle donne di raggiungere delle qualifiche maggiori.

C’erano donne in tutti i settori produttivi : nelle miniere, nell’edilizia civile,nei

porti,in tutte le branche della produzione industriale e civile.

Nonostante l’inserimento nel mondo del lavoro le donne italiane non avevano

ancora il diritto di voto. 7

Diritto

La donna nel Parlamento

Nell’arco di un secolo e mezzo, soprattutto nel secondo dopoguerra, la

diffusione del modello industriale ha consentito alla donna, di rivendicare in

pieno i suoi diritti, mediante l’accesso a tutte le professioni e le cariche

pubbliche.Per molto tempo la donna è stata inferiore all’uomo sul piano

giuridico, economico e civile e per tanto tempo è rimasta esclusa da tutta una

serie di diritti e di attività.

La donna ha potuto raggiungere una “parità” almeno sotto il contesto

giuridico. 8

Il 30 gennaio 1945 un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri

riconosceva finalmente il diritto al voto alle donne. Così alla consultazione

elettorale del 2 giugno 1946 alle urne si presentarono 12.998.131 cittadine

italiane.

Per l'esercizio dell'elettorato passivo delle donne, era stato necessario

approvare un altro decreto legislativo pochi mesi prima la consultazione

elettorale ( art. 7 del Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 74 del 10 marzo

1946, G.U. n. 60 del 12 marzo 1946).

Fra i 556 deputati eletti nelle prime elezioni a suffragio universale della storia

italiana furono appena 21 le donne che aprirono l'esperienza parlamentare

repubblicana. 9

Dal 2 Giugno 1946 in Italia la donna ha cominciato ad ottenere maggiori diritti

nel campo politico.

Nonostante questo ancora oggi, in Italia, la donna ha poca influenza

nell’ambito parlamentare.

Infatti, al Senato della Repubblica le donne sono 94 su 315 (30%), mentre

alla Camera dei Deputati 202 su 630 (32%). In totale, nel Parlamento sono

296 su un totale di 945 parlamentari (31,32%). Ciò significa che la

percentuale di donne presenti all’interno del Parlamento italiano è piuttosto

bassa, risultando al 54°posto su 188 paesi nella “Classifica mondiale della

presenza femminile nei Parlamenti nazionali”. 10

Il Parlamento

Per Parlamento si intende l’organo legislativo dell’ordinamento giuridico

italiano.La Costituzione attribuisce al Parlamento la funzione legislativa(forma

le leggi ordinarie e le leggi costituzionali),la funzione di indirizzo e di controllo

politico(determina gli obiettivi di politica generale dello Stato e verifica

l’effettiva corrispondenza dell’azione del Governo sia al programma per il

quale ha ottenuto la fiducia sia alla volontà del corpo elettorale di cui il

Governo è espressione) e la funzione di corpo elettorale. Il Parlamento è

costituito da due camere: la Camera dei Deputati(Palazzo Montecitorio) e la

camera del Senato (Palazzo Madama) . 11

Il sistema bicamerale italiano si ispira al principio del bicameralismo

perfetto,cioè l’attribuzione alle due camere delle stesse funzioni e

prerogative.Pertanto,gli atti del Parlamento sono validi solo se sono approvati

nello stesso contenuto da entrambe le camere.

Trattandosi di due Camere distinte ognuna di esse lavora per conto proprio,

salvi i casi eccezionali, previsti dall’ART. 55, in cui si riuniscono in seduta

comune:

- L’elezione e giuramento del Presidente della Repubblica

- La messa in stato d’accusa del PDR per alto tradimento o attentato alla

Costituzione

- L’elezione dei 5 giudici costituzionali

- L’elezione dei 8 componenti del Consiglio Superiore della Magistratura

Esistono, comunque, delle differenze formali tra Camera e Senato:

 La Camera dei deputati è formata da 630 deputati(12 eletti

nella”Circ.Estero”), mentre il Senato da 315 deputati(6 “Circ.Estero).

 L’età minima per l’elettorato attivo è di 18 anni e per l’elettorato passivo

25 anni per la Camera dei deputati.Invece per la camera del Senato è,

rispettivamente, 25 e 40 anni

 A differenza della Camera nel Senato sono presenti alcuni membri non

elettivi: i senatori a vita di diritto(ex PDR)e i senatori a vita per

Meriti(nominati dal PDR fra i cittadini che hanno dato lustro alla nazione

per altissimi meriti ).

La durata in carica del Parlamento viene chiamata legislatura ed è di 5

anni.La legislatura può cesare prima della scadenza del quinquennio, in caso

dello scioglimento anticipato delle camere che ha luogo quando il Parlamento

in carica non è in grado di sostenere il Governo .La legislatura può essere

prorogata oltre 5 anni solo in caso di guerra.

Il PDR non può sciogliere anticipatamente le Camere negli ultimi sei mesi del

proprio mandato (il cosiddetto semestre bianco), salvo che la scadenza del

suo mandato non coincida con quella delle Camere.

Ciascuna delle due Camere del Parlamento ha un’organizzazione interna per

lo svolgimento delle proprie funzioni.Questi organi di funzionamento sono:

 I presidenti delle camere, eletti da ciascun’assemblea fra i propri

membri ,hanno il compito di presiedere la Camera di appartenenza, di

rappresentarla e di coordinarne i lavori.

Spetta al presidente della Camera di presiedere il Parlamento in seduta

comune e di convocare le Camere per l’elezione del nuovo PDR. Il

presidente del Senato, invece,esercita le funzioni del PDR in caso di

assenza o di impedimento temporaneo. 12

 I gruppi parlamentari ,per la costituzione dei quali è necessario un

numero minimo di parlamentari(20 per la Camera e 10 per il Senato),

presenti in entrambe le Camere e raccolgono tutti i parlamentari dello

stesso partito politico.

 Le commissioni parlamentari (14 alla Camera e 13 al Senato),sono

formate in proporzione al numero dei gruppi parlamentari e servono a

trattare gli argomenti da sottoporre alla discussione dell’assemblea.Le

commissioni si distinguono in:

- Permanenti, con una durata pari a quella della legislatura(ciascuna ha

una competenza corrispondente a quella di un ministero).

- Temporanee,con una durata limitata(commissioni di inchiesta costituite

per svolgere indagini in ambiti di rilevanza sociale).

- Bicamerali,costituite sia da deputati che da senatori che hanno il

compito di controllo in particolari settori della vita pubblica.

Le Camere possono deliberare solo se è presente la maggioranza dei

rispettivi componenti quorum di validità della deliberazione. Esistono tuttavia

diversi tipi di maggioranze:

- maggioranza semplice ( 50% +1) dei presenti

- maggioranza assoluta(50% + 1) dei componenti delle camere

- maggioranza qualificata (2/3), sono percentuali superiori richieste nei

casi in cui si vuole coinvolgere le opposizioni/minoranze. 13

Scienza delle finanze

La donna e il sistema pensionistico

Insiste sulla disparità di trattamento ,tra l’uomo e la donna,in campo

previdenziale l’Unione Europea che, con una nuova sentenza della Corte di

Giustizia, ribadisce il suo “no” alla legislazione italiana che fissa un periodo

inferiore di 5 anni alle donne impiegate nel pubblico impiego rispetto agli

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