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Sintesi
Introduzione Donna e Superstizioni tesina


Questa tesina di maturità descrive la donna e la superstizione. Argomenti tesina maturità: in Filosofia Schopenhauer, in Psicologia la psicologia della superstizione, in Inglese Nathaniel Hawthorne, “The Scarlet Letter", in Storia la stregoneria come reato e Giovanna D'Arco, in Italiano Giovanni Verga: la Lupa, in Sociologia la stregoneria ai giorni nostri: Halloween, la Wicca, in Storia dell'arte Francisco Goya, in Latino Lucrezio e il “sacrificio di Ifigenia”, in Biologia le basi biologiche della superstizione.

Collegamenti

Donna e Superstizioni tesina


Filosofia - Schopenhauer.
Psicologia - Psicologia della superstizione.
Inglese - Nathaniel Hawthorne, “The Scarlet Letter".
Storia - La stregoneria come reato, Giovanna D'Arco.
Italiano- Giovanni Verga: la Lupa.
Sociologia - La stregoneria ai giorni nostri: Halloween, la Wicca.
Storia dell'arte - Francisco Goya.
Latino - Lucrezio: il “sacrificio di Ifigenia”.
Biologia - Le basi biologiche della superstizione.
Estratto del documento

Scheda N°1 A

Chi erano le streghe?

Obiettivo: illustrare l'ambiente sociale in cui vivevano le streghe e la loro

identità

Contesto geografico e sociale

Le presunte streghe vivevano in comunità prettamente rurali o, almeno la maggior

parte di quelle accusate, proveniva da piccoli villaggi agricoli o dalle campagne.

Questa ambientazione della stregoneria nelle campagne ci rimanda alla vita dei

contadini ignoranti, ancora legati alle credenze superstiziose e magiche.

Resta, tuttavia, difficile stabilire le caratteristiche della personalità della strega e

quali fossero i conflitti che si generavano tra quest'ultima e i vicini che la

condannavano

Sesso delle streghe

Questo aspetto è sicuramente il più documentato. Infatti, risulta che fossero per la

maggior parte donne, perché lo stereotipo della strega era stato sempre femminile.

Le donne, inoltre, erano sospettate di stregoneria perché si riteneva che fossero

moralmente più deboli quindi più soggette a soccombere alle tentazioni del diavolo.

Oltre a ciò, le donne venivano accusate anche per i ruoli che svolgevano all'interno

della società come cuoche, genitrici, levatrici. In quanto cuoche, avevano occasione

di raccogliere erbe per finalità magiche o per ricavarne pozioni o unguenti.

La funzione di guaritrice rendeva le streghe spesso note come “sagge”, in quanto

usavano erbe e unguenti per guarire, rimedi popolari considerati magici. Infine,

come levatrici venivano accusate spesso della morte di neonati, in quanto esse

erano reputate avide di bambini non battezzati da poter sacrificare al diavolo.

L'età, la condizione coniugale ed economica

Esse avevano per lo più età avanzate. Infatti, lo stereotipo di strega era di una

donna anziana. Questo perché prima che la strega venisse processata passavano

molti anni. Un'ultima spiegazione del gran numero di streghe anziane è

rappresentato dal fatto che erano fisicamente più fragili, perciò più propense a

proteggersi con la stregoneria.

Per quanto riguarda la condizione coniugale, essa variava a seconda del periodo e

del luogo. Nella maggior parte delle regioni, la maggioranza delle streghe non era

coniugata, trattandosi per lo più di donne vedove o nubili, nonostante venissero

accusate anche donne sposate in conflitto con i mariti o con i figli.

Oltre a ciò, la maggioranza delle donne processate proveniva dagli strati sociali più

bassi per cui era più facile pensare che queste scendessero a patti con il diavolo in

cambio di prestazioni di scarso valore materiale. Le persone povere, specie se di

sesso femminile, rappresentavano i membri più deboli e vulnerabili della società e

proprio a causa di questa loro mancanza di potere venivano designate come capri

espiatori di tutti i mali della società. Inoltre, a causa della ristrettezza economica in

cui vivevano, erano più propense a vendere farmaci magici per guadagnare o ad

usare la stregoneria contro chi minacciava di privarle delle loro misere risorse.

La personalità della strega

Innanzitutto, non si può parlare di un unico tipo di personalità, anche se potremmo

tentare di definire alcuni tratti comportamentali tipici per spiegare le accuse di

stregoneria.

In primo luogo, le streghe erano descritte come donne irascibili, polemiche,

brontolone e con i segni della senilità. Infatti, le persone senili sono considerate le

più litigiose, irritabili e squilibrate. Un'altra caratteristica personale della strega era

rappresentata dalla sua fama di praticare forme di devianza religiosa o morale. Un

certo numero di streghe erano denunciate,difatti, dai tribunali ecclesiastici per

crimini come quello ad esempio di non andare in chiesa, di violare il precetto del

riposo festivo, di bestemmiare, di prostituirsi e di praticare l'aborto. Infine, le streghe

venivano viste dalle autorità come ribelli, nei confronti di Dio, dell'ordine politico,

sociale e morale dell'uomo.

Sitografia e Bibliografia

http://www.merlinx.it/htm/streg/erano.htm “I Robinson”, s.l., Editori Laterza

Levack Brian P., La caccia alle streghe in Europa, (2008), pp

169-170. Scheda N° 1 B

Giovanna D'Arco

Obiettivo: descrivere le imprese eroiche della giovane pulzella d'Orleans

e la sua tragica fine sul rogo poiché accusata di stregoneria solo per il

fatto di essere diventata un ostacolo all'aristocrazia francese.

“Eretica, Con queste accuse, Giovanna d’Arco

strega, e colpevole di atti illeciti”.

fu messa al rogo il 30 maggio del 1431.

La vergine d’Orleans diceva di parlare con Dio e che proprio Dio l’aveva investita

del compito di salvare la sua amata Francia, prima riferendo il suo piano al Delfino

di Francia, Carlo VII, e poi guidando le sue truppe verso la vittoria contro il nemico

inglese.

La figura di Giovanna, ormai leggendaria, divenne improvvisamente ingombrante

per l'aristocrazia francese che cominciò a temere di vedere offuscato il proprio

prestigio da una pastorella lorenese. Inoltre, il nuovo re temeva soprattutto di

perdere la corona. Ma Giovanna era una ragazza estremamente decisa e

determinata e aveva dalla sua parte un esercito carico di entusiasmo con il quale

attaccò Parigi ma invano poiché Carlo VII non inviò i rinforzi promessi. A causa di

ciò, venne ferita e poi catturata dalle forze borgognone, fu venduta agli alleati inglesi

sottoposta al processo con l’accusa

per la somma di 10.000 scudi d'oro e da questi

di stregoneria e per aver creduto di poter comunicare con Dio direttamente senza

la mediazione della Chiesa cattolica.

La pulzella, che non a caso significa "vergine", non poteva essere dichiarata strega,

in quanto le regole della chiesa prevedevano che una strega poteva essere

considerata tale solo dopo essere stata posseduta fisicamente dal diavolo. Le

matrone, allora, sondarono la purezza di Giovanna più e più volte, senza che mai

siano stati riscontrati segni di violazione.

Così, ad appena 19 anni, Giovanna d’Arco e la sua "vocazione al trionfo" vengono

sotto l’accusa del tribunale ecclesiastico presieduto dal

condannate a morte

Cardinale di Rouen, venne condannata a morte e giustiziata sul rogo. In un secondo

momento la Chiesa riaprì l'inchiesta: il tribunale fu riconosciuto come illegittimo e

Giovanna fu riabilitata e riconosciuta innocente. Fu proclamata Santa da papa

Benedetto XV, nel 1920, quasi quattro secoli dopo il suo martirio. Ancora oggi,

Giovanna D'Arco è tra i Santi più amati in Francia.

Sitografia

http://blog.libero.it/ignotaveritas/3674112.html

http://www.arealocale.com/default.asp?ID=2436&action=article

Scheda N°2

Arthur Schopenhauer

Obiettivo: illustrare il pensiero di Schopenhauer in merito alla sua

riflessione sulla realtà umana, illogica e crudele, celata dietro al “Velo di

Maya” ossia l’illusione che vela la realtà delle cose nella loro essenza

autentica. Inoltre, spiegare ciò che rende gli uomini “pecore” della società,

visione che può essere ricondotta alla credenza nelle “streghe cattive”

nel periodo delle persecuzioni al punto da scatenare una reazione a

catena che provocò milioni di vittime.

Vita

Schopenhauer nasce a Danzica il 22 febbraio 1788. Egli è stato un filosofo, un

aforista e uno dei maggiori pensatori del XIX secolo .

La sua filosofia recupera alcuni elementi dell'Illuminismo, del Romanticismo e del

kantismo, fondendoli con la suggestione esercitata dalle dottrine orientali,

specialmente quella buddhista e induista, creando una sua originale concezione

basata su un radicale pessimismo.

Schopenhauer e il Romanticismo

Il filosofo trae alcuni temi di fondo del suo pensiero dal Romanticismo, come ad

esempio l'irrazionalismo, il dolore e il tema dell'infinito. Tuttavia Schopenhauer

rifiuta quella tendenza ottimistica del Romanticismo, orientandosi verso il

pessimismo.

Punti cardine del pensiero di Schopenhauer

1) Il «velo di Maya»

Schopenhauer è stato il primo filosofo occidentale a tentare il recupero di alcuni

aspetti del pensiero dell'estremo Oriente, soprattutto nella suo opera Il mondo come

volontà e rappresentazione (1819).

E’ questa l’opera più conosciuta di Schopenhauer dove è presente l’influenza di

Kant. Infatti, pone come punto di partenza della propria dottrina la distinzione

Kantiana tra fenomeno e noumeno.

l’unica conoscibile e accessibile dalla mente

Per Kant il fenomeno è la realtà,

umana.

Per Schopenhauer invece il fenomeno è illusione, sogno e parvenza, è quello che

“Velo di Maya” l’illusione che vela la

nella filosofia indiana viene chiamato ossia

realtà delle cose nella loro essenza autentica; mentre il noumeno è una realtà

che si “nasconde” dietro l'ingannevole trama del fenomeno.

“E’ Maya, il velo ingannatore, che avvolge il volto dei mortali e fa loro vedere un mondo

del quale non può dirsi né che esista, né che non esista perché ella rassomiglia al sogno,

rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua;

per un serpente.”

o anche rassomiglia alla corda gettata a terra, che egli prende

( il mondo come volontà e rappresentazione, par. 3)

Da ciò si capisce che per il filosofo la realtà visibile è apparenza, e per l'appunto

illusione. Nulla, a ben guardare, ci garantisce che ciò che esiste o accade non sia

solo un sogno. A differenza di Kant, Schopenhauer ritiene però che fenomeno e

noumeno possano raggiungere la conciliazione e che di conseguenza sia possibile

per il filosofo squarciare il velo di Maya.

2) Rifiuto dell'ottimismo cosmico

Nell'Europa del suo tempo dominava un profondo ottimismo, per cui si credeva che

tutto fosse governato secondo un progetto razionale e perfetto. Il rifiuto di questa

concezione da parte di Schopenhauer può essere considerato uno degli aspetti più

interessanti della sua filosofia. Si tratta della critica delle varie menzogne con cui

gli uomini tentano di celare a se stessi qualche dato negativo del vivere o la cruda

realtà del mondo in generale. Secondo il filosofo anche il più ottimista fra gli ottimisti,

portato di fronte alle miserie della vita umana avrebbe cambiato idea, ed è per

questo che l'ostentato ottimismo diventava quasi una presa in giro della cruda

realtà, illogica e irrazionale. La vita, infatti, è un'esplosione di forze

sostanzialmente irrazionali e il mondo è il teatro dell'illogicità e della

sopraffazione; di conseguenza Schopenhauer scorge un'aperta contraddizione fra

la credenza in un mondo perfetto governato da Dio o dalla Ragione e la realtà di un

mondo malfatto e caotico.

Infine Schopenhauer contesta anche le religioni che definisce << metafisiche per

il popolo>>

“...Mediante il precoce indottrinamento, in Europa si è arrivati al punto che la credenza in

un dio personale è letteralmente diventata, in quasi tutti, un'idea fissa.

Le religioni si sono impadronite della disposizione metafisica dell'uomo, in parte

delimitandola e paralizzandola tempestivamente con i loro dogmi, in parte mettendo un

assoluto divieto su tutte le sue libere e naturali espressioni. Così, all'uomo la libera ricerca

sulle questioni più importanti e interessanti, anzi sulla sua stessa esistenza, viene in parte

proibita direttamente, in parte ostacolata indirettamente, in parte resa soggettivamente

impossibile mediante quella paralisi; e dunque la più elevata delle sue disposizioni giace

in catene...”

Come credere, dopo tutto ciò, in un Dio creatore e provvidente?

È naturale quindi che Schopenhauer consideri una tale idea inaccettabile. L’uomo

chiede invano aiuto agli dèi perché rimane implacabilmente in preda al suo destino.

superflui e le dottrine religiose sono generalmente “rivestimenti

Gli dèi sono quindi

mitici delle verità impenetrabili dalla rozza mente umana”.

La vita è considerata un inferno in cui gli uomini sono al contempo anime dannate

Questo a causa dell’egoismo

e diavoli. che abita in ogni uomo il quale di

conseguenza, augura ogni sciagura possibile al proprio prossimo o gioisce delle

disgrazie altrui.

Tutto è dunque mistificazione non certo dono. Chi reputa la vita come dono non

sottolinea mai come, con la vita, si donino per forza di cose anche malattia e morte.

Gnosticismo

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