Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FILOSOFIA: FEMMINISMO MARXISTA
ITALIANO: SIBILLA ALERAMO – UNA DONNA
INGLESE: SUFFRAGETTES – VIRGINIA WOOLF
CHIMICA: MARIE CURIE – IL RADIO
FISICA: MARIE CURIE – LA RADIOATTIVITÀ
BIOLOGIA - ECOLOGIA: IRENE CURIE – ENERGIA NUCLEARE
INFORMATICA: ADA LOVELACE – PRIMO PROGRAMMA PER IL COMPUTER
MATEMATICA: SOPHIE GERMAIN – LA TEORIA DEI NUMERI
IL FEMMINISMO | 9
condizione di discriminazione, l'appartenenza a classi sociali diverse produceva problemi ed
esigenze differenti e perciò distinti programmi di rivendicazione. Le donne operaie, direttamente
impegnate nel lavoro di fabbrica, fecero confluire la loro protesta all'interno delle rivendicazioni
del movimento operaio, dal quale - quindi - non si distinsero; le donne della classe media, che
invece non erano generalmente inserite nel mondo del lavoro ma del quale volevano far parte,
produrranno un movimento d'opinione formato di sole donne. K.Marx
“Abolizione della famiglia! Anche i piú radicali inorridiscono di fronte a tanto vergognoso disegno
dei comunisti. Qual è il fondamento della famiglia di oggi, della famiglia borghese? Il capitale, il
guadagno privato. Una famiglia interamente sviluppata non esiste per la borghesia; essa tuttavia
trova il suo completamento nella forzata mancanza di famiglia dei proletari e nella prostituzione
pubblica.
La famiglia del borghese scompare naturalmente con lo scomparire di questo suo completamento,
ed entrambe vengono meno una volta distrutto il capitale. Ci rimproverate di voler eliminare lo
sfruttamento dei figli da parte dei loro genitori? Questo misfatto noi lo confessiamo. Ma voi dite
che rimpiazzando l’educazione familiare con quella sociale noi distruggiamo i rapporti piú cari. E
non è forse determinata anche la vostra educazione dalla società? dai rapporti sociali nel cui
ambito voi educate, dall’interferenza, diretta o indiretta che sia, della società tramite la scuola, ecc.?
I comunisti non hanno inventato l’influenza della società sull’educazione, essi hanno solo
trasformato il suo carattere, sottraendo l’educazione all’influenza della classe dominante. La
fraseologia borghese sulla famiglia e sull’educazione, sui rapporti affettivi tra genitori e figli,
appare tanto piú disgustosa, quanto piú, a causa della grande industria, viene a mancare ai
proletari ogni legame familiare e i bambini divengono semplici articoli di commercio e strumenti
di lavoro. Ma voi comunisti intendete adottare la comunanza delle donne, ci grida in coro tutta la
borghesia. Il borghese non vede nella propria moglie che uno strumento di produzione. Ode che
gli strumenti di produzione debbono essere sfruttati in comune e naturalmente si sente autorizzato
a credere che la medesima sorte toccherà anche alle donne. Non pensa minimamente che la
questione sta proprio in ciò; abolire la posizione della donna come semplice strumento di
produzione.
D’altra parte non v’è nulla di piú ridicolo di questo orrore altamente morale che provano i nostri
borghesi per la pretesa comunanza ufficiale delle donne nel comunismo. I comunisti non hanno
bisogno d’introdurre la comunanza delle donne, essa è quasi sempre esistita. I nostri borghesi, non
I L F E M M I N I S M O | 10
paghi di poter disporre delle mogli e delle figlie dei loro proletari – per non parlare della
prostituzione ufficiale – considerano il sedursi reciprocamente le mogli uno dei divertimenti piú
piacevoli. Il matrimonio borghese è in pratica la comunanza delle mogli. Al massimo si potrebbe
muovere ai comunisti il rimprovero di voler sostituire la comunanza delle donne ipocritamente
mascherata con una comunanza ufficiale, palese. D’altra parte vada sé che, una volta scomparsi gli
attuali rapporti di produzione, viene meno anche la corrispondente comunanza delle donne, cioè
la prostituzione ufficiale e non ufficiale.” K. Marx, Manifesto, II
Il Manifesto Comunista, scritto nel 1848 da Marx ed Engels, cominciava a mettere in discussione la
famiglia borghese nella quale la donna era sottomessa al ruolo di semplice strumento di
riproduzione.
Il marxismo ha fornito, per la prima volta, una base materialista scientifica non solo per il
socialismo, ma anche per la causa della liberazione della donna. Ha spiegato le origini della sua
oppressione, la sua relazione con un sistema di produzione basato sulla proprietà privata e su una
società divisa tra una classe che possiede ricchezza e una classe produttrice di ricchezza. Ha
spiegato il ruolo della famiglia all’interno di una società divisa in classi come un contratto
economico, e nella sua funzione primordiale di perpetuare il capitalismo e l’oppressione della
donna. Ha spiegato inoltre l’abolizione della proprietà privata può fornire le basi materiali per
trasferire all’insieme della società tutte le responsabilità sociali che ricadono oggigiorno sulla
famiglia individuale, come la cura dei bambini, degli anziani, dei malati, l’alimentazione,
l’abbigliamento e l’educazione. Liberate da questi pesi, le donne avrebbero la possibilità di
rompere con la servitù domestica e coltivare pienamente le loro capacità come membri creativi e
produttivi della società, e non solamente come riproduttrici. La costrizione economica sulla quale
poggia la famiglia nella società borghese, così come la conosciamo, sparirà e le relazioni umane
saranno trasformate in relazioni libere, di persone libere.
Engels va oltre scrivendo L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato dove spiega le
ragioni profonde dell’oppressione della donna, le forme che essa ha assunto nel corso dei secoli, il
significato, storicamente progressivo, dell’integrazione della donna nella produzione industriale e
la necessità della rivoluzione socialista per aprire il cammino alla sua liberazione. Engels dimostra
che la causa dell’oppressione della donna è fondamentalmente economica anziché storica e che, di
conseguenza, è necessario trasformare la società per mettervi fine. I L F E M M I N I S M O | 11
Inoltre Marx ed Engels nel 1864 fondarono La Prima Internazionale che inizialmente non aveva un
programma chiaramente marxista ma, fin dai suoi primi passi, definì la sua posizione in rapporto
alla causa dell’emancipazione femminile. Andando contro tutti i costumi dell’epoca l’Associazione
Internazionale dei Lavoratori, così si chiamava, scelse una donna per il Consiglio Generale, la
sindacalista inglese Henriette Law. Ma nonostante tutto alcuni socialisti partecipanti rifiutavano
l’affermarsi delle donne dichiarando: “La donna ha come meta essenziale quella di essere madre di
famiglia, deve rimanere al focolare domestico, il lavoro le deve essere vietato”.
Poi ci fu La Seconda Internazionale divisa tra riformisti, che difendevano il diritto di voto solo per
gli uomini e i marxisti, difensori del suffragio universale. La dirigente politica femminista marxista
più importante della Seconda Internazionale, così come della Terza, fu Clara Zetkin, membro
dell’Spd ( Partito Social-Democratico ). Al Congresso di Stuttgart, nel 1907, difese la posizione dei
marxisti, che si rivelò vincente. La Seconda Internazionale lanciò una campagna internazionale a
favore del suffragio femminile, con manifestazioni di massa in diversi Paesi. Il partito più
importante all’interno della Seconda Internazionale era l’Spd che, nel 1891, anno in cui l’ala di
sinistra arrivò ad approvare un programma essenzialmente marxista, si mise ad esigere diritti
politici per tutti, indipendentemente dal sesso di appartenenza, e l’abolizione di tutte le leggi che
discriminavano la donna. Clara Zetkin, dell’ala della sinistra marxista, diresse il movimento
socialista delle donne durante tutto il periodo precedente la guerra e combatté, all’interno
dell’Spd, per lo sviluppo di una prospettiva rivoluzionaria della lotta per l’emancipazione della
donna. Si può definire Clara Zetkin erede assoluta di Marx in quanto è convinta delle idee
marxiste tanto che quando la maggioranza della direzione dell’Spd capitolò di fronte al
capitalismo tedesco e votò per la difesa della “propria” borghesia nella Prima Guerra Mondiale,
Clara Zetkin fu una dei rari dirigenti del partito, insieme a Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, a
rompere con l’Spd e mantenere una posizione internazionalista rivoluzionaria. Clara Zetkin e
Rosa Luxemburg si incontrano per la prima volta nel Congresso del Partito Socialdemocratico a
Stoccarda nel 1898 , l'anno successivo si trovano di nuovo insieme a lavorare per il partito ad
Hannover. Loro stesse durante la seconda Conferenza Internazionale del lavoro delle donne
proposero un International Women Day e l’ 8 Marzo del 1911 si celebrò la prima Giornata
Internazionale della Donna: in diversi paesi europei e negli USA oltre un milione di donne scesero in
piazza, urlando a gran voce le parole d'ordine che attraversavano il movimento femminista di
quegli anni: diritto di voto, parità di opportunità lavorative e di salari, uguali diritti all'interno del
matrimonio, fine delle discriminazioni. I L F E M M I N I S M O | 12
ITALIANO: SIBILLA ALERAMO
«Perché io son nata poeta, non santa».
Una vita intensa, errabonda e spietata quella di Rina Faccio, questo il vero nome di Sibilla
Aleramo, che ha vissuto lo scorcio tra due secoli.
Nata nel 1876 ad Alessandria da padre ingegnere e madre casalinga, la maggiore di 4 figli, la
Faccio visse i primi anni a Milano e dopo con la famiglia si trasferì a Civitanova Marche per il
lavoro del padre. L’adolescenza dell’ Aleramo non fu facile: la madre, a causa della depressione,
tentò il suicido e successivamente fu ricoverata in manicomio. Nel 1891 Rina fu violentata da un
impiegato della fabbrica del padre: rimase incinta ma perse il bambino, e tuttavia nel 1893 fu
costretta a sposare l’uomo che la violentò, Ulderico Pierangeli. Prigioniera di una vita squallida, di
un paese provinciale, cercò di consolarsi nell’ accudire il figlio Walter avuto nel 1895. Ma la caduta
di questa illusione la portò a un tentativo di suicidio dal quale si risollevò grazie alla letteratura.
Nel 1899 si trasferì a Milano e le fu affidata la direzione del settimanale socialista L’Italia Femminile
fondato da Emilia Mariani e dove collaborarono molte femministe tra le quali ricordiamo Maria
Montessori. Il suo impegno femminista non si fermò alla scrittura ma si concretizzò nel tentativo di
costruire sezioni del movimento delle donne e nella partecipazione a manifestazioni per il diritto al
voto e contro la prostituzione. Nel 1900 lasciò il giornale e tornò a Civitanova Marche ma dopo
dissensi familiari decise di abbandonare il marito e a malincuore anche il figlio e si trasferì a Roma
dove nel 1902 si legò a Giovanni Cena, giornalista.
Qui, su sollecitazione dello stesso Cena, iniziò a scrivere Una Donna che pubblicò nel 1906; il
romanzo tratta la vicenda della sua stessa vita, dall’ infanzia fino alla sofferta scelta di
abbandonare il figlio, in nome di una vita libera e contro la costrizione e l’umiliazione
dell’esistenza che un’ipocrita ideologia del sacrificio intende imporre alle donne. Il libro divenne
un manifesto ed un appiglio per coloro che non volevano più celare i propri desideri e per questo
ottenne subito un grande successo e fu tradotto in quasi tutta Europa e anche negli Stati Uniti.
Luigi Pirandello commenta così: "Pochi romanzi moderni io ho letti che racchiudano come questo
un dramma così grave e profondo nella sua semplicità e lo rappresentino con pari arte, in una
forma così nobile e schietta, con tanta misura e tanta potenza." Dalla sua prima pubblicazione, il
romanzo non ha mai cessato - a tutt'oggi - di essere ristampato.
L’ Aleramo continuò la propria attività nel movimento femminista, partecipando al Primo
Congresso Femminile Nazionale e impegnandosi nelle attività umane e sociali come la costruzione
I L F E M M I N I S M O | 13
di scuole o la formazione di Comitati per l’Istruzione. Terminata la relazione con Cena ebbe una
relazione con lo scultore Leonardo Bistolfi, che la immortalò nel viso dell'Italia con la spiga della
moneta da 20 centesimi, poi ebbe una relazione omosessuale con la giovane intellettuale Lina
Poletti.
Nel 1913 fu la volta di Umberto Boccioni, conosciuto a Milano, che la portò nel movimento
futurista presieduto da Marinetti. Sibilla non era una donna appassionata, il suo rapporto con gli