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Italiano- la perdita d'identità di Pirandello: Il fu Mattia Pascal
cioè di diversità, all’interno di un continuum
temporale?
Nell'idea
dell'armonia e del […]Se guardiamo infatti a come la vita si è
consenso sviluppata sul nostro pianeta, vediamo che lo ha
universale, c'è un fatto attraverso un processo di continua e
odore davvero progressiva differenziazione. Ai suoi albori
spiacevole di
tendenze esistevano soltanto distese sconfinate di terre
totalitarie, deserte e di oceani vuoti. In questi oceani hanno
rendere tutti cominciato a formarsi accidentalmente la prime
uniformi, rendere molecole organiche, le prime proteine, le prime
tutti uguali. Alla cellule. Poi hanno cominciato a svilupparsi gli
fine questa è
un'idea mortale, organismi unicellulari, i procarioti, che hanno
perché se popolato gli oceani e nel corso di miliardi di anni
davvero ci fosse arricchito di ossigeno l’atmosfera così da permettere
armonia e il passaggio delle forme vitali dall’acqua alla
consenso, che terraferma, e quindi il progressivo sviluppo su
bisogno ci
sarebbe di tante quest’ultima di tutte le infinite specie vegetali e
persone sulla .
animali che ora la abitano, uomo compreso
terra? Ne
basterebbe una: E così ora la terra pullula di vita, e pullula di varietà.
lui o lei avrebbe E’ quindi evidente che, anche se non possiamo
tutta la saggezza, identificare tout court la vita con la varietà,
tutto ciò che è possiamo però senz’altro dire che lo sviluppo della
necessario, il
bello, il buono, il vita coincide con lo sviluppo della differenziazione,
saggio, la verità. in maniera direttamente proporzionale.
Penso che si
debba essere sia […]Questo vale per la vita del pianeta come per la
realisti che vita del feto, che in nove mesi si sviluppa
morali. evolvendosi dall’unicità della cellula uovo all’infinita
Probabilmente varietà di cellule che compongono il corpo umano.
dobbiamo Non c’è evoluzione senza differenziazione, senza
riconsiderare
come incurabile aumento della varietà, o della diversità.
la diversità del
modo di essere […]E questo ci riporta a un altro elemento
umani. fondamentale che è frutto della diversità, e che
merita di essere sottolineato: la bellezza. Una
Zigmunt componente della bellezza della Gioconda di
Bauman Leonardo sta proprio nel fatto di essere unica, vale a
dire diversa. Diversa da ogni altro ritratto di donna
mai fatto. E questo è vero in fondo per ogni opera
d’arte, il fatto cioè di essere irripetibile. Se anche si
vuole provare a riprodurla, non si avrà infatti che
una misera copia, cioè qualcosa di formalmente
perfetto, ma morto, privo di vita.
A questo punto potremmo però chiederci se tutta
questa diversità rappresenti un valore o un
disvalore. Che cosa stia a significare. Se serve a
qualcosa, o ci sia per caso. 5
Per toglierci ogni dubbio in merito, basta fare un piccolo sforzo di
immaginazione, e provare a immaginare per un attimo come
sarebbe la vita sulla terra se la diversità non ci fosse. Tutti
saremmo ad esempio vestiti sempre con gli stessi abiti dello stesso
colore, stesse scarpe e taglio dei capelli, viaggeremmo tutti con lo stesso
mezzo, diciamo un’auto, naturalmente dello stesso modello, colore e
numero di targa, con gli stessi identici accessori e lo stesso preciso
chilometraggio! Avremmo tutti gli stessi occhiali, lo stesso colore degli
occhi e dei capelli, lo stesso sguardo, le stesse otturazioni, ecc. Ma
soprattutto avremmo tutti lo stesso Q.I., e non solo, la penseremmo
anche nello stesso modo, avremmo gli stessi ideali, idee, aspirazioni,
gusti, sentimenti e fantasie, ecc.. Chiediamoci come mai un’ipotesi del
genere ci fa subito correre un brivido lungo la schiena. Forse perché
capiamo, come hanno raccontato tanti scrittori di fantascienza, che in
questo modo avremmo un mondo di clonati in un mondo robotizzato.
Vittorio Viglienghi,
formatore dell'istituto internazionale di Psicosintesi educativa
6
L A
’
DIVERSITÀ NELL UOMO
La diversità è dunque una ricchezza necessaria. La bellezza del mondo
viene dalla sua varietà e anche per l’uomo non è diverso.
Le diversità sono tante:
diversità fisiche;
diversità psicologiche, cognitive, affettive, modi diversi di pensare,
di comportarsi, ideologie diverse …;
diversità sociali, legate alla nascita, alle possibilità, all’istruzione,
ecc.;
diversità di cultura: di religione, di lingua, di razza, di etnia, di
tradizioni, di costumi, di origine…;
diversità dovute a disabilità fisiche, mentali, sensoriali o multiple
diversità fra le generazioni;
diversità di genere e orientamento sessuale.
La lista potrebbe essere ben più lunga, ma non voglio qui allargare troppo
il campo. Compreso il valore delle differenze ho individuato qualche caso
per capire meglio da dove viene la diversità, quando viene vista come
una ricchezza e quando, invece, una sua interpretazione distorta la
trasforma in discriminazione. 7
I BAMBINI SUPERDOTATI
Un caso particolare di
Dalla preistoria in diversità (spesso
poi, gli individui trascurato) è quello di
provvisti di un bambini che hanno le
talento capacità di realizzare un
eccezionale certo numero di attività o
hanno
inevitabilmente di prestazioni che la
dovuto pagare maggior parte dei
altissimi prezzi coetanei non riesce a
esistenziali. compiere. Il primo
Poiché da sempre atteggiamento sviluppato
la società diffida in campo educativo verso
del “diverso”
anche quando ne i bambini dotati era quello
ammira le qualità di creare per essi un'educazione "speciale", in grado di esaltare al
intellettuali e le massimo le loro capacità cognitive: il risultato era spesso quello di
capacità creative uno sviluppo unilaterale, di un disadattamento precoce nelle altre
F. Parenti sfere di vita. Oggi si ritiene che l'importanza sociale di uno sviluppo
adeguato dei talenti e delle risorse individuali non debba mai
prescindere da un rigoroso rispetto dei diritti del singolo ad una
crescita armoniosa e felice. Questi bambini hanno il diritto,
esattamente come tutti gli altri, di crescere in modo coerente con le
proprie caratteristiche, senza che la loro presenza diventi
penalizzante o squilibrante per gli altri o per le istituzioni educative.
Spesso però si delinea la figura patetica del “primo della classe”, ossia di
un ragazzo gratificato negli studi, ma privo di spontaneità nell’agire
comune e soprattutto nelle situazioni di gioco, divertimento e nelle
attività sportive. Il riconoscimento intellettuale c’è, ma è pagato a caro
prezzo, con un’impressione frustrata di isolamento, destinata a incidere
negativamente, più tardi, anche nella vita amorosa. 8
I ’A 14
L GENIO D MERICA SUICIDA A ANNI
Brandenn Bremmer, era un ragazzo di 14 anni con un quoziente
d'intelligenza di 178 punti. A due anni leggeva, a tre suonava il
pianoforte, a dieci aveva finito il liceo, e aveva appena inciso il suo
secondo cd. Si sarebbe dovuto laureare l’anno in cui si è tolto la vita
sparandosi con la pistola del padre.
Il suo tormento è sempre stato quello: l'incapacità di appartenere nello
stesso tempo a due mondi diversi: quello degli adolescenti e quello degli
adulti. Mancanza di normalità, isolamento.
Pur di non sentirsi “diversi dal resto del mondo”, si è disposti a rinunciare
alla propria identità. Si diventa ciechi davanti alla
ricchezza della diversità e si accetta di omologarsi. È
in questo passaggio che la diversità – elemento
positivo – rischia di diventare differenza – elemento
discriminatorio .
Il ragazzo viveva due vite diverse, genio osannato da una parte dai media
e l’ adolescente che vorrebbe essere dall’altra.
La pressione a cui è sottoposto un bambino prodigio
è immensa e il ragazzo tende sempre più a sentirsi
diverso dal resto del mondo. Sentirsi diversi,
anche se in modo positivo credo sia molto difficile da accettare.
Quando le diversità personali vengono smussate, represse possono degenerare in diversità
discriminanti. Le differenze in questa fase non sono più viste come un
arricchimento ma una barriera. Il “diverso” viene isolato. Nascono
stereotipi e pregiudizi Il pregiudizio, inteso come giudizio superficiale
non avvallato da fatti, ma da opinioni, è il motore che a volte muove le
azioni e i comportamenti di tutti noi, condiziona le nostre relazioni sociali,
ostacolando le opportunità di contatto, incontro, esplorazione e scoperta
che sono i fondamenti del rapporto con l'altro da sé.
Vengono, spesso, considerati “diversi” e quindi esclusi ed emarginati dalla società gli
immigrati, gli omosessuali, i matti, i portatori di handicap, i barboni, i
superdotati, i perdenti in genere, e addirittura siamo arrivati al paradosso
9
che si considera diverso in quanto “sfigato” chi non imbroglia, chi non si
sballa, chi non veste alla moda, chi non entra nella taglia 40, chi non
frequenta il giro giusto. 10
E ,
RO COME LUI ORA SONO FELICE CON UNA MODELLA
Fabrizio Zanello è un ragazzo superdotato con un quoziente intellettivo di
178 punti, proprio come quello di Brandenn Bremmer. La loro infanzia, però,
è stata molto diversa. “I miei genitori non mi hanno mai chiesto di
diventare una celebrità, e io non ho mai pensato che con il mio
mondo”.
talento avrei cambiato il Per crescere in modo equilibrato,
anche i bimbi prodigio hanno bisogno di una guida forte, devono essere
costantemente seguiti dagli adulti. A vent'anni di distanza, Fabrizio ricorda
con affetto la sua prima maestra, convinta sostenitrice del metodo
Montessori: “Imparare giocando. Io che andavo così bene con i numeri, per
gli altri bambini ero più o meno come quello che giocava meglio a pallone.
Insomma, mi divertivo un mondo e avevo un sacco di amichetti”. Nemmeno
al liceo, giura, si è dovuto difendere dalle offese riservate ai secchioni.
Anche se partecipava alle finali nazionali delle Olimpiadi di matematica e
pubblicava saggi per importanti riviste scientifiche. Inoltre aggiunge: “avere
un forte talento, come il mio per la matematica, non è una condizione
assolutamente necessaria per vivere bene. Ma averlo e non sfruttarlo al
meglio è un delitto. Insomma, bisogna imparare a conviverci”. Ora
Fabrizio, dichiara di essere felice, lavora come ricercatore all' Istituto reale
di tecnologia di Stoccolma e ha una fidanzata modella.
I bambini superdotati sono ipersensibili, e la loro affettività ha un ruolo
importante. Se i genitori e la scuola cercano di favorire e stimolare solo lo
sviluppo intellettuale si rischia di trascurare alcuni bisogni fondamentali. Il
caso di Fabrizio, dimostra che quando la “diversità” viene compresa,
accolta, accettata, valorizzata, e viene predisposto un ambiente sicuro, il
ragazzo è in grado di inserirsi, integrarsi, di essere incluso, partecipando in
modo attivo e paritario in qualsiasi contesto scolastico, lavorativo, familiare
e nella società. 11
C ’ ’
HE COS È L INTELLIGENZA
L’intelligenza umana, non si caratterizza come un fattore coerente e
delineato, piuttosto essa si manifesta ed esprime attraverso un insieme
numeroso di abilità, comportamenti, pensieri ed emozioni.
La storia ha contato molti tentativi di definire il concetto di intelligenza
in modo univoco, standard; tuttavia essi non hanno avuto successo. Il
motivo dell’ insuccesso risiede principalmente nel fatto che l’intelligenza
non è qualcosa che si possiede o non si possiede, bensì un mosaico di
elementi che trovano espressione in tutti i nostri comportamenti e
pensieri.
In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire
conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando,
quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei
problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti.
L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di
comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato
intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni
concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli
esterni.
L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma
come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il