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Sintesi
Psicologia- i bambini superdotati, l'intelligenza, il Q.I., le intelligenze multiple di Gardner, la teoria dei bisogni di Maslow, la psicologia del ciclo di vita di Erikson e la psicologia dell'arco di vita di Baltes, l'identità personale e l'identità di gruppo, la profezia che si autoavvera di Rosenthal.
Italiano- la perdita d'identità di Pirandello: Il fu Mattia Pascal
Estratto del documento

cioè di diversità, all’interno di un continuum

temporale?

Nell'idea

dell'armonia e del […]Se guardiamo infatti a come la vita si è

consenso sviluppata sul nostro pianeta, vediamo che lo ha

universale, c'è un fatto attraverso un processo di continua e

odore davvero progressiva differenziazione. Ai suoi albori

spiacevole di

tendenze esistevano soltanto distese sconfinate di terre

totalitarie, deserte e di oceani vuoti. In questi oceani hanno

rendere tutti cominciato a formarsi accidentalmente la prime

uniformi, rendere molecole organiche, le prime proteine, le prime

tutti uguali. Alla cellule. Poi hanno cominciato a svilupparsi gli

fine questa è

un'idea mortale, organismi unicellulari, i procarioti, che hanno

perché se popolato gli oceani e nel corso di miliardi di anni

davvero ci fosse arricchito di ossigeno l’atmosfera così da permettere

armonia e il passaggio delle forme vitali dall’acqua alla

consenso, che terraferma, e quindi il progressivo sviluppo su

bisogno ci

sarebbe di tante quest’ultima di tutte le infinite specie vegetali e

persone sulla .

animali che ora la abitano, uomo compreso

terra? Ne

basterebbe una: E così ora la terra pullula di vita, e pullula di varietà.

lui o lei avrebbe E’ quindi evidente che, anche se non possiamo

tutta la saggezza, identificare tout court la vita con la varietà,

tutto ciò che è possiamo però senz’altro dire che lo sviluppo della

necessario, il

bello, il buono, il vita coincide con lo sviluppo della differenziazione,

saggio, la verità. in maniera direttamente proporzionale.

Penso che si

debba essere sia […]Questo vale per la vita del pianeta come per la

realisti che vita del feto, che in nove mesi si sviluppa

morali. evolvendosi dall’unicità della cellula uovo all’infinita

Probabilmente varietà di cellule che compongono il corpo umano.

dobbiamo Non c’è evoluzione senza differenziazione, senza

riconsiderare

come incurabile aumento della varietà, o della diversità.

la diversità del

modo di essere […]E questo ci riporta a un altro elemento

umani. fondamentale che è frutto della diversità, e che

merita di essere sottolineato: la bellezza. Una

Zigmunt componente della bellezza della Gioconda di

Bauman Leonardo sta proprio nel fatto di essere unica, vale a

dire diversa. Diversa da ogni altro ritratto di donna

mai fatto. E questo è vero in fondo per ogni opera

d’arte, il fatto cioè di essere irripetibile. Se anche si

vuole provare a riprodurla, non si avrà infatti che

una misera copia, cioè qualcosa di formalmente

perfetto, ma morto, privo di vita.

A questo punto potremmo però chiederci se tutta

questa diversità rappresenti un valore o un

disvalore. Che cosa stia a significare. Se serve a

qualcosa, o ci sia per caso. 5

Per toglierci ogni dubbio in merito, basta fare un piccolo sforzo di

immaginazione, e provare a immaginare per un attimo come

sarebbe la vita sulla terra se la diversità non ci fosse. Tutti

saremmo ad esempio vestiti sempre con gli stessi abiti dello stesso

colore, stesse scarpe e taglio dei capelli, viaggeremmo tutti con lo stesso

mezzo, diciamo un’auto, naturalmente dello stesso modello, colore e

numero di targa, con gli stessi identici accessori e lo stesso preciso

chilometraggio! Avremmo tutti gli stessi occhiali, lo stesso colore degli

occhi e dei capelli, lo stesso sguardo, le stesse otturazioni, ecc. Ma

soprattutto avremmo tutti lo stesso Q.I., e non solo, la penseremmo

anche nello stesso modo, avremmo gli stessi ideali, idee, aspirazioni,

gusti, sentimenti e fantasie, ecc.. Chiediamoci come mai un’ipotesi del

genere ci fa subito correre un brivido lungo la schiena. Forse perché

capiamo, come hanno raccontato tanti scrittori di fantascienza, che in

questo modo avremmo un mondo di clonati in un mondo robotizzato.

Vittorio Viglienghi,

formatore dell'istituto internazionale di Psicosintesi educativa

6

L A

DIVERSITÀ NELL UOMO

La diversità è dunque una ricchezza necessaria. La bellezza del mondo

viene dalla sua varietà e anche per l’uomo non è diverso.

Le diversità sono tante:

 diversità fisiche;

 diversità psicologiche, cognitive, affettive, modi diversi di pensare,

di comportarsi, ideologie diverse …;

 diversità sociali, legate alla nascita, alle possibilità, all’istruzione,

ecc.;

 diversità di cultura: di religione, di lingua, di razza, di etnia, di

tradizioni, di costumi, di origine…;

 diversità dovute a disabilità fisiche, mentali, sensoriali o multiple

 diversità fra le generazioni;

 diversità di genere e orientamento sessuale.

La lista potrebbe essere ben più lunga, ma non voglio qui allargare troppo

il campo. Compreso il valore delle differenze ho individuato qualche caso

per capire meglio da dove viene la diversità, quando viene vista come

una ricchezza e quando, invece, una sua interpretazione distorta la

trasforma in discriminazione. 7

I BAMBINI SUPERDOTATI

Un caso particolare di

Dalla preistoria in diversità (spesso

poi, gli individui trascurato) è quello di

provvisti di un bambini che hanno le

talento capacità di realizzare un

eccezionale certo numero di attività o

hanno

inevitabilmente di prestazioni che la

dovuto pagare maggior parte dei

altissimi prezzi coetanei non riesce a

esistenziali. compiere. Il primo

Poiché da sempre atteggiamento sviluppato

la società diffida in campo educativo verso

del “diverso”

anche quando ne i bambini dotati era quello

ammira le qualità di creare per essi un'educazione "speciale", in grado di esaltare al

intellettuali e le massimo le loro capacità cognitive: il risultato era spesso quello di

capacità creative uno sviluppo unilaterale, di un disadattamento precoce nelle altre

F. Parenti sfere di vita. Oggi si ritiene che l'importanza sociale di uno sviluppo

adeguato dei talenti e delle risorse individuali non debba mai

prescindere da un rigoroso rispetto dei diritti del singolo ad una

crescita armoniosa e felice. Questi bambini hanno il diritto,

esattamente come tutti gli altri, di crescere in modo coerente con le

proprie caratteristiche, senza che la loro presenza diventi

penalizzante o squilibrante per gli altri o per le istituzioni educative.

Spesso però si delinea la figura patetica del “primo della classe”, ossia di

un ragazzo gratificato negli studi, ma privo di spontaneità nell’agire

comune e soprattutto nelle situazioni di gioco, divertimento e nelle

attività sportive. Il riconoscimento intellettuale c’è, ma è pagato a caro

prezzo, con un’impressione frustrata di isolamento, destinata a incidere

negativamente, più tardi, anche nella vita amorosa. 8

I ’A 14

L GENIO D MERICA SUICIDA A ANNI

Brandenn Bremmer, era un ragazzo di 14 anni con un quoziente

d'intelligenza di 178 punti. A due anni leggeva, a tre suonava il

pianoforte, a dieci aveva finito il liceo, e aveva appena inciso il suo

secondo cd. Si sarebbe dovuto laureare l’anno in cui si è tolto la vita

sparandosi con la pistola del padre.

Il suo tormento è sempre stato quello: l'incapacità di appartenere nello

stesso tempo a due mondi diversi: quello degli adolescenti e quello degli

adulti. Mancanza di normalità, isolamento.

Pur di non sentirsi “diversi dal resto del mondo”, si è disposti a rinunciare

alla propria identità. Si diventa ciechi davanti alla

ricchezza della diversità e si accetta di omologarsi. È

in questo passaggio che la diversità – elemento

positivo – rischia di diventare differenza – elemento

discriminatorio .

Il ragazzo viveva due vite diverse, genio osannato da una parte dai media

e l’ adolescente che vorrebbe essere dall’altra.

La pressione a cui è sottoposto un bambino prodigio

è immensa e il ragazzo tende sempre più a sentirsi

diverso dal resto del mondo. Sentirsi diversi,

anche se in modo positivo credo sia molto difficile da accettare.

Quando le diversità personali vengono smussate, represse possono degenerare in diversità

discriminanti. Le differenze in questa fase non sono più viste come un

arricchimento ma una barriera. Il “diverso” viene isolato. Nascono

stereotipi e pregiudizi Il pregiudizio, inteso come giudizio superficiale

non avvallato da fatti, ma da opinioni, è il motore che a volte muove le

azioni e i comportamenti di tutti noi, condiziona le nostre relazioni sociali,

ostacolando le opportunità di contatto, incontro, esplorazione e scoperta

che sono i fondamenti del rapporto con l'altro da sé.

Vengono, spesso, considerati “diversi” e quindi esclusi ed emarginati dalla società gli

immigrati, gli omosessuali, i matti, i portatori di handicap, i barboni, i

superdotati, i perdenti in genere, e addirittura siamo arrivati al paradosso

9

che si considera diverso in quanto “sfigato” chi non imbroglia, chi non si

sballa, chi non veste alla moda, chi non entra nella taglia 40, chi non

frequenta il giro giusto. 10

E ,

RO COME LUI ORA SONO FELICE CON UNA MODELLA

Fabrizio Zanello è un ragazzo superdotato con un quoziente intellettivo di

178 punti, proprio come quello di Brandenn Bremmer. La loro infanzia, però,

è stata molto diversa. “I miei genitori non mi hanno mai chiesto di

diventare una celebrità, e io non ho mai pensato che con il mio

mondo”.

talento avrei cambiato il Per crescere in modo equilibrato,

anche i bimbi prodigio hanno bisogno di una guida forte, devono essere

costantemente seguiti dagli adulti. A vent'anni di distanza, Fabrizio ricorda

con affetto la sua prima maestra, convinta sostenitrice del metodo

Montessori: “Imparare giocando. Io che andavo così bene con i numeri, per

gli altri bambini ero più o meno come quello che giocava meglio a pallone.

Insomma, mi divertivo un mondo e avevo un sacco di amichetti”. Nemmeno

al liceo, giura, si è dovuto difendere dalle offese riservate ai secchioni.

Anche se partecipava alle finali nazionali delle Olimpiadi di matematica e

pubblicava saggi per importanti riviste scientifiche. Inoltre aggiunge: “avere

un forte talento, come il mio per la matematica, non è una condizione

assolutamente necessaria per vivere bene. Ma averlo e non sfruttarlo al

meglio è un delitto. Insomma, bisogna imparare a conviverci”. Ora

Fabrizio, dichiara di essere felice, lavora come ricercatore all' Istituto reale

di tecnologia di Stoccolma e ha una fidanzata modella.

I bambini superdotati sono ipersensibili, e la loro affettività ha un ruolo

importante. Se i genitori e la scuola cercano di favorire e stimolare solo lo

sviluppo intellettuale si rischia di trascurare alcuni bisogni fondamentali. Il

caso di Fabrizio, dimostra che quando la “diversità” viene compresa,

accolta, accettata, valorizzata, e viene predisposto un ambiente sicuro, il

ragazzo è in grado di inserirsi, integrarsi, di essere incluso, partecipando in

modo attivo e paritario in qualsiasi contesto scolastico, lavorativo, familiare

e nella società. 11

C ’ ’

HE COS È L INTELLIGENZA

L’intelligenza umana, non si caratterizza come un fattore coerente e

delineato, piuttosto essa si manifesta ed esprime attraverso un insieme

numeroso di abilità, comportamenti, pensieri ed emozioni.

La storia ha contato molti tentativi di definire il concetto di intelligenza

in modo univoco, standard; tuttavia essi non hanno avuto successo. Il

motivo dell’ insuccesso risiede principalmente nel fatto che l’intelligenza

non è qualcosa che si possiede o non si possiede, bensì un mosaico di

elementi che trovano espressione in tutti i nostri comportamenti e

pensieri.

In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire

conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando,

quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei

problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti.

L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di

comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato

intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni

concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli

esterni.

L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma

come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il

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