vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Diversità, tesina
La mia tesina di maturità tratta del tema della diversità. La diversità è una tematica che mi ha sempre affascinato; il momento che più mi ha portato a soffermarmi sulla questione del diverso è stato quando, il quarto anno, abbiamo svolto gli stage formativi. Ho eseguito il mio stage nella struttura “La Rete”, una cooperativa sociale che si occupa del benessere delle persone affette da disabilità fisiche e cognitive, le quali spesso vengono etichettate dalla gente come “diverse”, non rendendosi conto di quanto in realtà siano speciali.
Per questo, ho ritenuto utile, approfondire il tema della disabilità all'interno della mia tesina. Ho voluto poi soffermarmi in particolare sulla visione che la società del ‘900 aveva nei confronti di chi si dimostrava diverso, dando più spazio alla concezione che si aveva nei confronti degli ebrei durante il regime di Hitler.
Nella tesina, ho voluto infine mettere in luce il pensiero di Verga nei confronti del “diverso”, attraverso l’analisi di alcuni protagonisti delle sue opere.
Collegamenti
Diversità, tesina
Psicologia - Il disabile.
Storia - L'antisemitismo.
Italiano - Giovanni Verga.
CLASSE:
INDIRIZZO: Liceo Scienze Umane
TITOLO DELL’APPROFONDIMENTO: “La diversità”
MOTIVAZIONE DELLA SCELTA: La diversità è una tematica che mi
ha sempre affascinato; il momento che più mi ha portato a
soffermarmi sulla questione del diverso è stato quando, il quarto
anno, abbiamo svolto gli stage formativi. Ho eseguito il mio stage
nella struttura “La Rete”, una cooperativa sociale che si occupa del
benessere delle persone affette da disabilità fisiche e cognitive, le
quali spesso vengono etichettate dalla gente come “diverse”, non
rendendosi conto di quanto in realtà siano speciali.
Per questo, ho ritenuto utile, approfondire il tema della disabilità.
Ho voluto poi soffermarmi in particolare sulla visione che la società
del ‘900 aveva nei confronti di chi si dimostrava diverso, dando più
spazio alla concezione che si aveva nei confronti degli ebrei durante
il regime di Hitler.
Ho voluto infine mettere in luce il pensiero di Verga nei confronti del
“diverso”, attraverso l’analisi di alcuni protagonisti delle sue opere.
DISCIPLINE COINVOLTE: Scienze Umane, Storia, Letteratura
Italiana. Firma
del candidato _____________________
INTRODUZIONE:
Il tema della diversità ha da sempre suscitato reazioni contrastanti
che vanno dalla curiosità alla paura, dal rifiuto all’accettazione.
È necessario fare una distinzione tra ciò che le persone sostengono
sia diverso e ciò che invece ritengono sia normale.
Letteralmente “diverso” significa ciò che procede in un’altra
direzione, che è differente. Appare evidente che il concetto di
diversità è legato a quello della normalità.
Colui che viene definito “normale” è chi rispetta sia le leggi ufficiali,
sia quelle non scritte che controllano la nostra vita morale
stabilendo la distinzione tra bene e male, vizio e virtù.
Il soggetto percepisce la normalità soprattutto grazie a convenzioni
sociali acquisite all’interno di un gruppo: infatti la tradizione e le
abitudini di una società creano una serie di norme che il soggetto
arriva a dare per certe e scontate, e quindi "normali".
Ma le convenzioni non solo cambiano da cultura a cultura, da
società a società, ma sono mutevoli nel tempo. I tempi cambiano e
cambia anche il modo di pensare e di conseguenza varia il concetto
di normalità e anormalità.
A volte occorre tempo per riuscire a metabolizzare la novità ed
inserirla a pieno titolo nella norma.
In sostanza la distinzione tra normalità e diversità non è un valore
assoluto o eterno, ma una convenzione che può essere messa
sempre in discussione.
TRACCIA DI SVOLGIMENTO:
Scienze Umane: Definizione di disabile e il ruolo all’interno
della società;
Storia: Considerazione degli ebrei durante il regime di Hitler,
analisi delle Leggi di Norimberga, “la notte dei cristalli” e “la
soluzione finale”;
Letteratura Italiana: Analisi della caratteristica dei romanzi di
Verga e di alcuni suoi personaggi.
LA DISABILITA’:
Al giorno d’oggi, utilizziamo il termine disabile per indicare coloro
che non riescono a svolgere alcune attività nelle modalità e nei
tempi in cui vengono svolte dalla maggior parte delle persone,
questo a causa di una menomazione fisica o mentale.
Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sancisce un
documento nel quale si distingue: menomazione, disabilità e
handicap.
La menomazione è una perdita
a carico di funzioni
psicologiche, fisiologiche o
anatomiche, di carattere
permanente o temporaneo.
La disabilità è una riduzione
della capacità di svolgere
un’attività secondo le modalità
ritenute normali per un essere
umano.
L’handicap è una condiziona di svantaggio che deriva da una
menomazione o da una disabilità, che ostacola lo svolgimento di un
ruolo adeguato all’età, al sesso e ai fattori socioculturali.
Questi tre fattori sono collegati in quanto alla menomazione è
legata la disabilità che porta ad una condizione di handicap, quindi
di svantaggio.
In questo documento viene sottolineato come l’handicap sia un
fenomeno sociale, che assume diversa valenza in base al contesto
in cui si trova. Infatti una persona affetta da handicap può svolgere
alcune attività senza alcun problema, purché non incontri barriere.
Le barriere possono essere di tipo architettonico: ad esempio, una
persona che si muove su carrozzina, non può utilizzare le rampe
adibite allo spostamento. Oppure possono essere barriere di tipo
sociale: legate alla modalità di relazione degli altri individui di fronte
al soggetto disabile.
Il contesto socioculturale nel quale l’individuo vive influenza il modo
di vivere della disabilità: una condizione di handicap può aggravarsi
o contenersi, in base agli stimoli che provengono dall’ambiente
esterno.
Quindi si preferisce parlare di portatore di handicap e non di
handicappato, poiché il disabile non va identificato con il suo
handicap, bensì è una persona che vive in una situazione
particolare. Per quanto riguarda l’inserimento
lavorativo dei disabili, nel 1999 è
stata approvata in Italia la legge sul
collocamento obbligatorio, ovvero
un insieme di norme per garantire
loro il diritto al lavoro attraverso
servizi di sostegno e di collocamento
mirato.
Il collocamento mirato è costituito
da una serie di strumenti tecnici e di
supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone
con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto
adatto.
Gli uffici competenti provvedono in accordo con i servizi sociali ed
educativi, all'attuazione dell'inserimento dei soggetti e
all'avviamento lavorativo secondo le specifiche competenze a loro
attribuite.
Le leggi di Darwin sostengono che ogni individuo deve lottare per
sopravvivere, tuttavia solo i soggetti con le caratteristiche migliori
avranno maggiori possibilità di sopravvivenza.
Le leggi di Darwin sono delle teorie scientifiche che non possono
essere applicate ad un contesto socio-antropologico, in quanto non
può esserci una realizzazione etico - morale.
La diversità presente nella società non deve essere vista come
elemento da annullare, poiché altrimenti si sfocerebbe in una
realizzazione sociale secondo l’ottica di Hitler.
HITLER E L’ANTISEMITISMO:
Durante il regime di Hitler, il Führer promosse l’antisemitismo, che
prevedeva la persecuzione degli ebrei, questo divenne il
fondamento dell’ideologia nazista.
L’ideologia nazista consiste nella trasposizione sul piano sociale
delle teorie darwiniane, le quali sostenevano che ogni individuo
dovesse lottare per sopravvivere, i soggetti con le "migliori"
caratteristiche avranno maggiori possibilità di sopravvivenza. Hitler
vedeva come “specie
migliore” la cosiddetta “razza
ariana”, considerata come
“razza superiore” alle altre.
La razza che veniva
considerata l’opposto di
quella ariana era quella degli
ebrei.
Gli ebrei erano concepiti da
Hitler come delle persone
che si insediavano nel corpo sano del popolo tedesco per infettarlo.
Hitler si considerava un’antisemita convinto già all’età di diciassette
anni.
Nel 1913 quando creò il Partito nazionalsocialista dei lavoratori,
l’antisemitismo divenne il dogma del movimento.
Gli ebrei venivano definiti da Hitler come “Untermenschen” ossia,
sottouomini, sostenendo infatti che bisognasse “Sbatterli fuori da
tutte le professioni e metterli nel ghetto. Chiuderli in gabbia da
qualche parte dove possano crepare come meritano davanti al
popolo tedesco che li guardi come si guardano gli animali
(1)
selvaggi” .
Nel 1935, due anni dopo essere diventato Cancelliere del Reich,
Hitler legalizzò le persecuzioni che si erano svolte ai danni dei
giudei fino a quel momento, grazie alla promozione delle Leggi di
Norimberga.
Con l’avvento delle Leggi di Norimberga gli ebrei erano privati della
cittadinanza tedesca, diventando così delle “non persone”. Ad essi
era vietato non solo il matrimonio con ariani, ma anche avere con
loro dei rapporti. Si poteva essere dichiarati ebrei anche solo
possedendo un nonno di quella razza.
Gli ebrei non potevano insegnare, esercitare libere professioni e
possedere dei terreni.
Sulle loro carte d’identità, venne stampata una “J”, iniziale di Juden,
ossia giudeo.
Lo scopo delle “Leggi di Norimberga” era quello di escludere la
popolazione ebraica dalla vita pubblica.
pogrom
Hitler voleva compiere un (distruzione) terrorizzando gli
ebrei che erano rimasti. Nel 1938 il pogrom passò alla
storia come “la notte dei cristalli”:
durante le ore notturne, le
squadre d’azione naziste
dovevano colpire gli ebrei senza
danneggiare gli ariani.
Durante quella notte d’orrore vi
furono sinagoghe bruciate, negozi
devastati, appartamenti distrutti,
spari, torture, violenze e uccisioni.
Vi furono molti morti, centinaia di feriti, donne brutalizzate e
stuprate.
Nonostante le atrocità commesse durante quella notte, per Hitler
non era abbastanza. Egli voleva liberare per sempre la Germania e
l’Europa dagli ebrei.
Hitler elaborò così “la soluzione finale”, la quale consisteva nel
trovare un sistema pratico per attuare lo sterminio degli ebrei su
larga scala.
Hitler affidò “la soluzione finale”a Heinrich Himmler, ministro
dell’Interno e capo delle SS, che fu incaricato della deportazione
degli ebrei nei lager, ed ad Adolf Eichmann, colonnello delle SS, il
quale aveva il compito di coordinare la vita all’interno dei campi di
sterminio.
Con “la soluzione definitiva” tutti gli ebrei vennero spostati nei
campi di concentramento per essere sfruttati col lavoro schiavistico
e per lo sterminio sistematico.
Durante l’internamento i
quantitativi di cibo erano talmente
ridotti al punto tale da rendere le
persone un ammasso di ossa,
erano prive di ogni abito e tutti
dovevano indossare la stessa
uniforme, i capelli erano rasati e le
condizioni igieniche erano
pessime. Questo modus operandi,
eseguito da Himmler e Eichmann,
fece si che gli ebrei venissero ann