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Introduzione Diritti negati e Hip Hop, tesina
La seguente tesina di maturità permette di collegare il suo tema portante, l'hip hop, con il tema dei diritti.
Collegamenti
Diritti negati e Hip Hop, tesina
Storia- Shoah; L'ONU e la Dichiarazione universale dei diritti umani; la "Nuova Frontiera" di Kennedy; la discriminazione razziale negli Stati Uniti negli anni '60; il Sudafrica e l'apartheid.
Letteratura - Ungaretti.
Inglese- Turismo internazionale; turismo responsabile.
Francese - Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino (Francia, 1789).
Accoglienza turistica - Itinerario nel Salento consigliato per i turisti americani; i servizi offerti da un albergo a 5 stelle; la colazione internazionale (full breakfast).
Alimentazione - Stati Uniti (geografia, movimento turistico, gastronomia, il passaggio dal fast food alla dieta mediterranea di Ancel Keys).
Economia - Identikit del turista americano in Italia.
Altri possibili collegamenti da collegare all'argomento:
Storia: - Contestazione politica negli Stati Uniti negli anni '60; - Guerra del Vietnam; - La guerra fredda; - Il conflitto israelo-palestinese; - Prima guerra mondiale; - Seconda guerra mondiale; - La decolonizzazione; - Neoliberismo di Ronald Reagan; - La civiltà nel mondo globale; - Lo stato del benessere; - Il Sessantotto.
Letteratura: - Montale; - Primo Levi; - Thomas Stearns Eliot.
Inglese: - UNWTO; - New York; - Attacchi terroristici dell'11/09/2001; - Richard Wright: Black Boy.
Francese: - Turismo; - OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo); - Hotel e catene alberghiere; - Parigi.
Accoglienza turistica: - Strutture ricettive alberghiere e paralberghiere; - Itinerario turistico a New York.
Alimentazione: - Territorio, turismo sostenibile e impatto ambientale; - Alimentazione nelle religioni cristiana, musulmana ed ebrea; - Obesità.
Economia: - Mercato turistico internazionale; - Norme internazionali e comunitarie di settore.
MOMENTI STORICI NELLO SPORT PER GLI AFROAMERICANI.
Olimpiadi del 1936, Berlino - Jesse Owens
Nel 1936 il governo nazista organizzò a Berlino l’11^ edizione delle olimpiadi dell’età moderna.
Nonostante Hitler avesse sempre considerato lo sport un’attività particolarmente congeniale alla razza
ariana, non tutte le gare furono vinte da atleti tedeschi; soprattutto vi fu la clamorosa vittoria in ben
quattro discipline dell’atletica leggera (100 metri, 200 metri, 4 x 100 e salto in lungo) per l’atleta nero
statunitense Jesse Owens agli occhi di Hitler, secondo il führer un rappresentante di una razza inferiore.
Olimpiadi del 1968, Città del Messico - Black Power: Tommie Smith e John Carlos
L'idea di boicottare le Olimpiadi di Città del Messico del 1968 venne ai dirigenti delle Pantere Nere.
Il 16 ottobre 1968 Tommie Smith e John Carlos corsero i 200 metri e si classificarono al primo e al terzo
posto. Sul podio con la medaglia al collo, mentre le note diffondevano l'inno americano, alzarono il pugno
chiuso e chinarono il capo. E' stato uno dei momenti sportivi più potenti e controversi del ventesimo secolo,
e un evento spartiacque nel movimento per i diritti civili. Determinati a usare il grande scenario delle
olimpiadi come piattaforma di protesta, Smith e Carlos accettarono le medaglie a piedi scalzi (per
evidenziare la povertà della comunità afro-americana), indossando perline (in onore delle innumerevoli
vittime di colore uccise dallo schiavismo e il razzismo). Entrambi infilarono il pugno in un guanto nero,
prima di alzarlo al cielo, sebbene quel guanto non era il simbolo delle Pantere Nere, come in tanti ancor
oggi ritengono, ma fu messo per non sporcarsi le mani in vista della premiazione.
Sarebbero dovuti essere due ma Carlos dimentica il suo paio di guanti al villaggio olimpico e così, è Smith a
darne uno al suo compagno di squadra, su suggerimento dell’australiano Norman (il 2° classificato, che
aderisce alla protesta, mostrando sul petto, sul podio come gli altri due medagliati, il distintivo del Progetto
Olimpico per i Diritti Umani) Carlos lo mette sulla sua mano sinistra (per questo motivo alza l’altro pugno,
rispetto al vincitore e al saluto del Black Power).
L’immagine è fortissima, finisce immediatamente su tutte le prime pagine mondiali: rappresenterà il più
importante gesto di protesta mai avvenuto durante un’edizione delle Olimpiadi. Il messaggio che Smith e
Carlos vogliono mandare al mondo è chiaro per dimostrare la situazione dei neri in America e i diritti negati.
Le due Pantere Nere pagarono a caro prezzo il loro gesto: una tempesta di scandalo colpì Smith e Carlos
immediatamente. Per non aver rispettato la "bandiera a stelle e strisce" e le olimpiadi, il CIO forzò la
commissione dei giochi olimpici degli Stati Uniti a ritirarli dalla staffetta, bandirli dal villaggio olimpico ed
espellerli dal team olimpico degli Stati Uniti. Nondimeno la loro leggenda crebbe, e la loro immagine in
bianco e nero è diventata il simbolo per la lotta verso l'uguaglianza degli atleti di colore in America.
Al loro rientro a casa, non ricevono una grande accoglienza, subiscono insulti e persino minacce di morte. Avranno
destini simili, dovettero aspettare 10 anni prima di trovare un lavoro come istruttore di atletica in un college
americano. Entrambi giocheranno a football americano, alleneranno nell’atletica leggera e riceveranno nel 2008 il
premio Artur Ashe per il Coraggio agli ESPY Awards, per onorare la loro azione nel 1968. John Carlos attualmente
lavora come consulente in una scuola mentre Tommie Smith è un pubblico oratore e recentemente è stato tra gli
invitati del Mennea Day, il 12 settembre 2014, allo stadio dei Marmi di Roma.
Il Sudafrica e l’apartheid
Fin dal 1910 l’Unione sudafricana era un dominion, cioè un territorio dell’Impero britannico dotato di
ampia autonomia amministrativa. Essa divenne una repubblica del tutto indipendente, Repubblica del
Sudafrica, nel 1931. La popolazione era composta da:
una minoranza bianca, discendente dai coloni olandesi arrivati nel ‘600 e da quelli inglesi emigrati
nel corso del XIX e XX sec.;
una maggioranza di neri indigeni;
cospicue minoranze di meticci e indiani, aggiunti al seguito dei colonizzatori inglesi.
Nel 1949 il partito nazionalista instaurò un regime di segregazione razziale, l’apartheid. Per legge la
popolazione era divisa in 4 gruppi etnici: i bianchi (il 16%) erano i soli a esercitare il diritto di voto e
dominavano su 16 milioni di neri, 2 milioni di meticci e 1 milione di indiani. Il caso del Sudafrica era dunque
particolare nel processo di decolonizzazione dell’Africa: si trattava di uno stato indipendente, e tuttavia al
suo interno il potere politico era dominato dalla minoranza bianca ed esisteva un regime apertamente
razzista.
Nel 1912, per difendere i diritti della popolazione di colore, era stato fondato il partito dell’African National
Congress (Anc). Negli anni ’50 ne divenne uno dei più importanti capi Nelson Mandela.
Nelson Mandela nacque nel 1918 e la sua famiglia apparteneva al popolo xhosa, un gruppo etnico
africano. Il padre di Mandela era un capo villaggio e svolgeva un ruolo di prestigio e permise al figlio di
frequentare le scuole e di diventare avvocato.
Appena conseguita la laurea entrò nell’African National Congress (Anc) e ne diventò uno degli
esponenti più noti e prestigiosi. A partire dal 1961 guidò la “Lancia della nazione”, l’ala militare dell’Anc,
il cui compito era di effettuare attentati contro le infrastrutture economiche del paese. Dal 1960,
l’Anc aveva rinunciato alla non violenza in seguito alla dura repressione scatenata dal governo
sudafricano contro ogni opposizione. Mandela, dopo essere stato arrestato e processato, entrò in
clandestinità (i giornalisti lo soprannominarono “primula nera”) per restarvi due anni fino all’arresto,
avvenuto nel 1962. Processato con l’accusa di cospirazione, venne condannato all’ergastolo per quasi
trent’anni.
Nel 1990 Mandela è stato liberato e nel 1993 ha vinto il premio Nobel per la pace. Dopo la sua nomina
a presidente della Repubblica nel 1994, ha mostrato la sua grandezza non solo politica, ma morale. Ha
promosso la “Commissione sulla verità e la riconciliazione” per indagare sui crimini commessi dai
sostenitori dell’apartheid, con obiettivo di stabilire la verità dei fatti evitando ogni tipo di vendetta:
chi confessava dei propri crimini di fronte alla commissione aveva il diritto all’amnistia. In questo
modo, Mandela ha fatto la scelta di rivolersi riconciliare con coloro che l’avevano oppresso, senza però
per questo rinunciare ad affermare e a stabilire la verità della storia.
Ricollegandoci con gli anni ’50, la politica di apartheid fu inasprita dal governo dei bianchi, che nel 1960
mise fuori legge l’Anc e soffocò le proteste dei neri con sanguinose repressioni (l’evento più clamoroso fu il
massacro di dimostranti neri avvenuto a Sharpevile). L’arresto dei leader dell’Anc e la repressione
sistematica delle forze di resistenza antirazziste non impedirono lo sviluppo di manifestazioni di protesta: la
più importante ebbe luogo nel 1976 a Soweto, un sobborgo di Johannesburg, dove si radunarono migliaia di
studenti neri per contestare il governo; l’intervento della polizia fu durissimo e le vittime centinaia.
Negli anni ’80 la mobilitazione dell’opinione pubblica internazionale colpita dalle palesi violazioni dei diritti
umani, le pesanti risoluzioni e sanzioni votate dall’Onu, la lotta non violenta a favore dei neri condotta
dall’arcivescovo anglicano nero Desmond Tutu spinsero il governo sudafricano alle prime concessioni.
Nel 1990 il presidente bianco del Sudafrica, Frederik De Klerk, liberò Mandela e avviò con lui le trattative
per superare l’apartheid che fu abolito nel 1991. Nel 1994 si tennero le prime elezioni a suffragio
universale: vinse l’Anc e Mandela fu eletto presidente.
Letteratura
Ungaretti
La vita. Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da genitori italiani originari della
provincia di Lucca.
Nel 1912 si trasferisce a Parigi, dove frequenta i principali esponenti dell’ambiente culturale, tra cui Picasso.
Nel 1914 ritorna in Italia e si arruola come volontario alla Prima guerra mondiale. L’esperienza della guerra
lo segna in modo determinante e lo porta a scrivere delle liriche innovative che sono raggruppate prima
nella raccolta “Il Porto sepolto” e dopo in “Allegria di naufragi”. Agli inizi degli anni venti, vive a Parigi, dove
si sposa e tra il 1925 e il 1928 si riavvicina alla fede cattolica. Dal 1936 al 1942 Ungaretti vive in Brasile, dove
insegnò letteratura italiana all’Università di San Paolo e venne colpito da un grave lutto, la morte del figlio.
Nel 1943-1944 rimane impressionato dalla tragica occupazione nazista di Roma e questo lo porta a scrivere
il libro “Il dolore” (tra cui, anche la morte del figlio). Dopo la Seconda guerra mondiale, la sua poesia è
apprezzata dal grande pubblico e rilascia le ultime raccolte: La terra promessa, Un grido e paesaggi, Il
taccuino del vecchio. Nel 1969 è stampata la definitiva edizione di Vita di un uomo, il libro che raccoglie la
sua intera produzione.
Muore a Milano nel 1970, a 82 anni.
L’allegria. La produzione poetica di Ungaretti della giovinezza, in gran parte è formata dalle liriche
scritte durante la Prima guerra mondiale, le quali confluiscono prima in Il Porto sepolto, poi in Allegria di
naufragi e infine nella raccolta l’Allegria pubblicata nel 1931. Questo titolo intende sottolineare che sia
nell’esperienza di guerra, sia nella condizione umana in generale, gli estremi si toccano. E così dal disastro
della guerra e dal naufragio dell’umanità, si può forse avere la gioia di ricominciare, l’allegria di assaporare
nuovamente il valore della vita.
La raccolta Allegria si presenta composta in cinque sezioni: Ultime, Il Porto sepolto, Naufragi, Girovago,
Prime. Tutte le poesie dell’Allegria sono datate e portano la segnalazione del luogo di composizione, così da
formare una sorta di diario autobiografico in una particolarissima stagione di vita. Dal punto di vista
formale, l’Allegria porta in sé la rivoluzione più importante conosciuta dalla poesia italiana. In essa trionfa la
ribellione alle regole tradizionali della forma poetica: è rifiutata la punteggiatura e la rima. La metrica è
sconvolta dall’uso di versi brevissimi, fino alla coincidenza di verso e parole (enjambement). Sono presenti
pause e soprattutto spazi bianchi che equivalgono ai silenzi da cui la parola nasce. Tutto questo, nelle
intenzioni del poeta, serviva a trasferire nelle forme il disordine e lo sconcerto della guerra; e in generale a
restituire alle parole la purezza. La “Veglia”
La poesia "Veglia" è stata composta da Ungaretti il 23 dicembre 1915, ed era inclusa inizialmente nella
raccolta "Porto Sepolto", poi confluita nel 1931 in "Allegria". Si tratta della quarta poesia della raccolta ed è
la prima che affronta il tema della guerra, che Ungaretti vive personalmente tra il dicembre del 1915 fino
alla fine dell'anno successivo. È un componimento in versi liberi. Rilevante è l'assenza della punteggiatura.
Con questa lirica Ungaretti parla di una sua allucinante esperienza di guerra. Il poeta ha trascorso un’intera
notte buttato accanto al cadavere di un compagno e rivive tutta la brutalità e l’angoscia di una simile
situazione. La bocca del compagno è deformata e il suo sguardo è rivolto verso la luna piena. L’elemento
paesistico, nella lirica, è appena accennato, ma la serenità della luna che illumina la scena crea un forte
contrasto con l’immagine di violenza e morte che caratterizza la scena stessa. Di fronte all’atroce spettacolo
della morte, il poeta riafferma i diritti della vita: l’ansia, che lo spinge a scrivere “lettere piene d’amore” per
recuperare lontani legami affettivi, è una reazione istintiva contro la disperazione. Il poeta stesso è come