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Introduzione Dinamicità del limite, tesina
Questa tesina di maturità liceo scientifico tratta i limiti e la loro dinamicità. " Mamma perché io non mi posso togliere una gamba?", ho ascoltato queste parole da un bambino mentre vedeva il fratello che si toglieva la protesi per entrare in acqua. Da questo dialogo é partita la mia riflessione sul limiti e la voglia di trattare questo argomento nella mia tesina scientifica. Il limite e i punti-limite sono qualcosa di estremamente soggettivo ed individuale. Per questo possono costituire una risorsa grandissima per testare la nostra vita: i limiti possono farci rinascere o possono farci morire. All'interno delle mie ricerche, rispettivamente alle discipline inserite, ho cercato di far riferimento a figure italiane, che pur avendo vissuto, scambi con realtà internazionali, sono parte della nostra cultura. Credo infatti che sia indispensabile, prima di affrontare e imparare dalle altre culture, essere cittadini critici e informati della propria realtà. Una realtà che a volte, si scopre perfettamente integrata con quelle di tutti gli uomini, a volte si scopre diversa. Solitamente le combinazioni diverse danno risultati nuovi e innovativi.
INDICE
FILOSOFIA DEL LIMITE
Introduzione del concetto di limite tratta dal libro "Filosofia del limite" di Andrea Gentile e piccolo
accenno sulla visione antropologica di Heidegger funzionale al discorso
...........................................................................................................................................................pag.4
LE PARALIMPIADI E IL RECUPERO DELLA PROPRIA AUTENTICITA'
Le Paralimpiadi, il recupero della propria autenticità, la positività del limite, tratta da "Paralimpici"di
Claudio Arrigoni, dall’intervista rilasciata dalla paralimpica Martina Caironi e dal libro di Annalisa
Minetti "Iride"......................................................................................................................................pag .9
KANDINSKY E L'IMPORTANZA DEL PUNTO LIMITE
Il punto limite nella trattazione di Vasilij Kandinsky e qualche cenno a Osvaldo Licini
...........................................................................................................................................................pag.16
PERDITA NELLA NON FORMA E RISCATTO DELL'IO
La perdita nella “non forma”ed elementi di supporto al riscatto dell'Io , l’esperienza di Auschwitz,Levi
ed Elie Wiesel.................................................................................................................................pag.19 2
Motivazione della scelta
" Mamma perché io non mi posso togliere una gamba?", ho ascoltato queste parole da un bambino
mentre vedeva il fratello che si toglieva la protesi per entrare in acqua. Da questo dialogo é partita la
mia riflessione sul limiti. Il limite e i punti-limite sono qualcosa di estremamente soggettivo ed
individuale. Per questo possono costituire una risorsa grandissima per testare la nostra vita: i limiti
possono farci rinascere o possono farci morire. All'interno delle mie ricerche, rispettivamente alle
discipline inserite, ho cercato di far riferimento a figure italiane, che pur avendo vissuto, scambi con
realtà internazionali, sono parte della nostra cultura. Credo infatti che sia indispensabile, prima di
affrontare e imparare dalle altre culture, essere cittadini critici e informati della propria realtà. Una
realtà che a volte, si scopre perfettamente integrata con quelle di tutti gli uomini, a volte si scopre
diversa. Solitamente le combinazioni diverse danno risultati nuovi e innovativi. 3
"Un pilota di un auto da corsa non sa esprimere in dettaglio tutto ciò che conosce a livello teorico;
può solo dimostrarlo guidando l'auto in situazioni estreme o in alcune situazioni limite . Lo stesso vale
per la nostra vita e per la nostra coscienza" Paul K. Feyerabend
PRIMA DI PARTIRE UN PICCOLO CENNO SULLA VISIONE DELL’UOMO DI HEIDEGGER
Riprendo nella mia trattazione un concetto di uomo proprio di Heidegger: l’uomo e’ essere in
progetto, è dinamico, non è un ente statico. Il suo scopo è quello di giungere a una vita autentica .
L’uomo è un "uomo nella situazione" e in questa situazione questi deve affrontare degli eventi che
portano a situazioni limite . Le situazioni limite sono quelle che aiutano a cogliere la propria
autenticità, la propria capacità di reazione, di diventare progetto, di avere mille volti come la dea Iride,
di diventare come lei messaggeri e annunciatori di sé. 4
FILOSOFIA DEL LIMITE
L'essere uomo si configura come un "essere nel limite": il limite é ciò che vi é di più reale nel fluire
inesorabile del tempo, nell'esperienza, nella conoscenza e nell'esistenza umana.
Il significato di "limite" rimanda all'eredità aristotelica del termine greco "péras" . Il limite è ciò che
porta a compimento e conferisce individualità a ciascuna cosa. Per i greci infatti, le cose sono
compiute proprio perché sono limitate, ovvero finite e/o definite. Dirà Aristotele " il limite é il termine
estremo di ciascuna cosa, vale a dire quel termine primo al di là del quale non si può più trovare nulla
della cosa e al di là del quale c'é tutta la cosa. Quante volte si parla di principio, tante volte si parla
anche di limite, anzi del principio si suole parlare anche più spesso perché il principio é sempre una
sorta di limite, ma non ogni limite é un principio".
Tuttavia, la nozione di limite presenta un significato sia sia
negativo positivo.
Il limite significa in primis "negazione di continuità", "negazione d'essere". Essere limitati significa
essere imperfetti e/o essere privi di qualcosa. Ma il limite ha un significato autenticamente e
profondamente Il limite giace nel santuario "ontologico" dell'uomo. Ma il limite non rimane
positivo.
stazionario o statico ma é dinamico. La funzione del limite é quella di produrre limitazioni; nel
riconoscimento e nella presa di coscienza di ogni limitazione si radica la positività del limite.
Kant propose una filosofia del limite in negativo, in cui il limite era una presenza reale che divideva
due campi qualitativamente diversi: quello dei "phaenomena" e quello di "noumena" . Il suo scopo
era tracciare le condizioni di possibilità della conoscenza in rapporto ai limiti della sua struttura
costitutiva: un esame critico della ragione umana.
Andrea Gentile vuole invece aprire una "filosofia del limite ai confini della ragione". Il punto limite
determina un rapporto non di divisione ma di "distinzione relazione" tra due regioni sdoppiate al di
qua e al di là di essa. Chiunque nel proprio percorso incontri una soglia, non può rimanervi
indifferente, poiché la sua presenza impone alla coscienza di dover prendere delle decisioni.
La presenza di una soglia é saliente sia simbolicamente . La soglia chiama in causa la nostra
soggettività in tutta la sua complessità e autenticità. Il concetto di soglia é autentico, unico e originale.
I limiti non sono "confini" o "barriere invalicabili, ma sono limiti "problematici". 5
Un aspetto essenziale del concetto di soglia é il movimento e la trasformazione che essa implica, la
soglia é un concetto dinamico. Sulla soglia avviene di fatto un cambiamento, una trasformazione
dinamica che implica un prima e un dopo, un al di qua e un al di là.
La soglia é il limite nella prospettiva del suo superamento: la soglia é il luogo della creatività della
nostra soggettività, essere sulla soglia é sentirsi "uomini sulle palafitte", esattamente come diceva
Popper della sua scienza " una scienza che non é fatta di certezze, che si può corroborare, rafforzare
ma in nessuno caso ritenere arrivata e definita. La scienza di Popper é come l'uomo, in continua
metamorfosi, é in continua trasformazione per tentare di avvicinarsi alla verità. E' proprio lì, nel
momento in cui la nostra soggettività arriva al suo "punto limite", nella sua simultaneità, immediatezza
, istantaneità che il nostro essere si configura come un "essere sulla soglia".
La soglia é la "terra di nessuno". La terra di nessuno é ciò che sta tra le due sponde, tra i margini di
due realtà, di due spazi differenti. E' il luogo dove la regola del confine non vale più, la terra
selvaggia, autentica e originaria dove ognuno, nella sua solitudine può ritrovare sé stesso. E' il luogo,
la terra, la soglia da dove poter ricominciare a sperare, dove cercare una soluzione per ridare senso
alla propria vita e alla propria esistenza. La terra di nessuno é una soglia per tentare di risolvere, per
oltrepassare lo stato di crisi provocato dal confine, uno spazio e un orizzonte dove provare a liberare
le potenzialità creative connaturate nella nostra soggettività e dove poter ritornare alla vita autentica:
ritornare ad essere se stessi. 6
UN DIALOGO MAIEUTICO CON SE STESSI
" Nessuno uomo che non inserisca, almeno qualche volta, nella sua vita periodi di solitudine potrà mai
sviluppare le facoltà del suo intelletto. Quanta la solitudine, altrettanta la forza"
[ T. De Quincey- Confessione di un oppiomane]
SOCRATE : l'uomo può scoprire se stesso se conosce i propri limiti, se guarda nella sua interiorità.
Socrate afferma : "l'uomo é la sua anima". Da questa frase derivano tre aspetti fondamentali che
caratterizzano il pensiero socratico:
conoscere se stessi e prendere atto dei propri limiti
scoprire se stessi e le potenzialità connaturate nella soggettività ma rimaste nell'ombra
essere se stessi applicando le nostre potenzialità e vivendo una vita autentica
Questo dialogo con noi stessi, nella "terra di nessuno", nella "situazione soglia" ci aiuta a far
partorire, ad essere ostetrici di nuove risorse che ci portano oltre il confine così da recuperarci nella
nostra individualità e unicità. 7
LA VISIONE DELL'UOMO COME LABIRINTO
L'uomo é un labirinto. Questa é una mia opinione. Il labirinto è un disegno geometrico, più o meno
L’ingresso
complesso, costituito da varie linee e corsie che tracciano un percorso verso il centro.
solitamente coincide con l’uscita, segnalando così, fin dall’inizio, la sua costituzionale
ambivalenza simbolica, ovvero la coincidenza fra significati opposti. L'uomo si perde in se stesso al
minimo "strappo nel cielo di carta" - cita. dal romanzo "Il fu Mattia Pascal"-Luigi Pirandello. Dopo una
situazione nociva x, l’io mutilato ci porta a perderci nel nostro labirinto interiore. Ma dal labirinto
interiore è possibile uscire grazie al recupero di quell’io da cui scopriamo, guardandoci con
un'angolazione diversa, di poter trarre nuove risorse. L'uomo può perdere se stesso e al contempo
recuperarsi attraverso se stesso grazie alla sperimentazione del limite/terra di nessuno. Il limite é lo
stato di incertezza in cui noi perdiamo la nostra identità e i nostri abituali riferimenti per acquisire la
forza di poterci plasmare come uomini nuovi, consapevoli di prima sconosciute risorse. 8
LE
PARALIMPIADI E IL RECUPERO DELLA PROPRIA
AUTENTICITA'
"When you allow your mind (imagination) to expand into greater possibilities...eventually your physical
world (reality) expands into greater possibilities too " Sue Austin
Il “Da sein” “l’esserci, secondo Heidegger è singolare e possiede un’”apertura” al mondo degli enti,
degli strumenti statici, utilizzabili.
Gli oggetti, gli strumenti sono funzionali alla ricerca della nostra autenticità. Introduco così il discorso
delle protesi e delle paralimpiadi. Le protesi possono essere considerate strumenti da utilizzare per
ridefinire sé stessi, ridarsi una forma, un progetto di vita o semplicemente riuscire a muoversi verso
la propria autenticità. 9
Sopra, Sue Austin esplora virtualmente le acque del Mar Rosso. La scoperta di quattro ricercatori italiani della Fondazione S.Lucia sull'embodiment.
Ho iniziato il mio approfondimento partendo dall'intervista di una grande atleta paralimpica
bergamasca:Martina Caironi. La sua esperienza personale e il libro "Paralimpici" di Claudio Arrigoni
[HOEPLI] mi hanno supportato nella ricerca di materiale.
Sopra, una foto che coglie un manutentore nell'atto di revisionare una protesi. 10
STORIA DELLE PARALIMPIADI
Gli anni erano quelli della prima guerra mondiale, poco oltre gli inizi del 1900. Una guerra totale e
devastante che si configurò come uno dei tanti ospedali che ospitavano i reduci dal fronte.
[ Estratto dal libro "Paralimpici" Claudio Arrigoni]
Arrivò un soldato in barella. Non camminava e non avrebbe più camminato. La schiena
spezzata."Mettetelo là". I medici più anziani indicarono un paravento alla fine del corridoio. Avrebbe
vissuto poco, quel soldato. In quelle condizioni avrebbe abbassato il morale degli altri. Meglio non
mostrarne troppo i dolori .
In quell'ospedale c'era anche Ludwig Guttmann. Ludwig capì che qualcosa si poteva fare, anzi si
"doveva" fare. Pensò quindi a un progetto per fare in modo che coloro che venivano colpiti da lesioni
al midollo spinale potessero essere autonomi, reinserirsi senza problemi, avere una vita sociale.
Ludwig fu il primo a capire l'importanza dello sport, nella riabilitazione, nella riabilitazione prima e
nella vita sociale poi, per le persone con una disabilità. Il principio era spiegare che non si trattava di