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Italiano: Gabriele D'Annunzio;
Greco: la ὕβρις di Serse;
Latino: la Germania di Tacito;
Filosofia: Friederich Nietzche (il superuomo);
Matematica: il teorema del delirio;
Fisica: la corrente elettrica;
Inglese: Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Gray);
Storia dell'arte: il Novecento.
IL SUPERUOMO NICCIANO CONDUCE AL DELIRIO
HITLERIANO?
Intanto è da precisare che lo stesso termine "Superuomo" è fuorviante: il
tedesco Übermensch corrisponde, a detta di Gianni Vattimo, alla nozione di "Oltre-
uomo", figura dell'uomo che va oltre se stesso, in una nuova epoca contrassegnata
dal nichilismo attivo.
Secondo Nietzsche, infatti, il nichilismo passivo che segue alla scoperta dell'inesistenza
di uno scopo della vita, può essere superato solo con un accrescimento dello spirito, il
quale apre le porte a una nuova epoca. Questa nuova epoca viene annunciata in Così
parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra). È l'era in cui l'uomo è libero dalle catene,
libero dai falsi valori .Zarathustra, antico filosofo persiano vissuto nel VII secolo a.C. e
fondatore dell’antica religione precristiana, diventa, nella trasfigurazione compiutane da
Nietzsche, il profeta del Superuomo. Egli, infatti, dopo un lungo periodo di solitaria
meditazione, si reca nella città più vicina ed aiuta l’uomo a liberarsi dai legami che lo
tengono avvinto alla "preistoria", annunciando un nuovo messaggio: «Morti sono tutti gli
dèi: ora vogliamo che il superuomo viva» (Così parlò Zarathustra, p. 93).
Friedrich Nietzsche
Il Superuomo, abbandona le ipocrisie dei moralisti e afferma se stesso, anteponendo alla
morale comune i propri valori e la propria naturale superiorità "Ma così volli che fosse!
Così vorrò che sia"» (Così parlò Zarathustra, p. 242). Questa teoria affonda, secondo
alcuni filosofi, le proprie radici nel darwinismo, liberamente reinterpretato da Nietzsche:
il Superuomo viene, infatti, concepito come il frutto più alto dell’evoluzione,
l'esponente più elevato della specie umana, formatosi attraverso la lotta per l’esistenza:
lotta che porta necessariamente alla vittoria del più forte contro gli inetti, i deboli e gli
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impotenti.
Il Superuomo è qualificato da una serie di caratteristiche: egli è colui che è in grado di
accettare la vita, vincere le repressioni morali e sociali, lasciarsi guidare dalle proprie
pulsioni lacerando così il "Velo di Maya" introdotto da Schopenhauer (ovvero la Volontà
che opprime l'individuo), superare le contraddizioni e le lacerazioni in cui è costretto da
tutta una tradizione di pensiero idealistica e cristiana, operare una trasmutazione di valori
che rifiuti ogni giustificazione della vita che non venga dalla vita stessa, sopportare la
morte di Dio, presenza invadente ed ossessiva, guardare in faccia alla realtà al di là delle
illusioni metafisiche, cioè con libertà e creatività, vivere e superare l’eterno ritorno, porsi
come volontà di potenza.
Da ciò emerge che la visione del Superuomo non è immaginata come presente, ma
proiettata in una prospettiva evolutiva futura; ne consegue l'opportunità di rendere il
termine Übermensch, come s'è detto, con "Oltre-uomo".
“L'uomo è una corda, tesa tra l'animale e il Superuomo, una corda sopra un precipizio.
Un pericoloso oltrepassamento, un pericoloso andamento, un pericoloso volgersi
indietro, un pericoloso trasalire ed arrestarsi. Ciò che è grande nell'uomo,
è che egli è un ponte e non una mèta: ciò che può venire amato, è che egli è un transito
e una catastrofe. Amo coloro che non sanno vivere, sia pure come decadenti, perché
sono coloro che vanno oltre. Amo i grandi dispregiatori, perché sono i grandi adoratori
e le grandi frecce della nostalgia verso l'altra riva. Amo coloro che non cercano al dl là
delle stelle una ragione per naufragare e sacrificarsi: ma si sacrificano alla terra, onde
far sì che la terra sia un giorno del Superuomo. Amo colui che vive per riconoscere, e
che vuol conoscere, onde far sì che un giorno viva il Superuomo. E così vuole il
proprio tramonto. Amo colui che lavora e scopre, onde costruire la casa del
Superuomo, e preparargli il terreno, gli animali e le piante: perché è uno che vuole la
propria rovina. Amo colui che ma la sua virtù: perché la virtù è una volontà di
naufragio e una freccia dl nostalgia. Amo colui che non trattiene per sé goccia alcuna
di spirito, ma vuole essere interamente lo spirito della sua virtù; perché è uno che
avanza come spirito sopra il ponte. Amo colui che fa della sua virtù la stia inclinazione
e il suo destino: perché è uno che a causa della sua virtù vuole e non vuole più vivere.
Amo colui che non vuole avere molte virtù. Una virtù è più virtù di due, perché è
maggiormente un nodo a cui si appende un destino. Amo colui la cui anima si spende
generosamente; e non vuole essere ringraziato, e neanche ringrazia: perché è uno che
sempre dona e non si preoccupa della propria conservazione. Amo colui che si
vergogna quando il dado della sorte cade in suo favore, e allora chiede a se stesso:
sono forse un falso giocatore? Poiché è uno che vuole inabissarsi”.
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I tre passi che l'essere umano deve
seguire per divenire superuomo
(cioè uomo del superamento) sono:
- possedere una volontà costruttiva,
in grado di mettere in discussione
gli ideali prestabiliti;
- superare il nichilismo, attraverso
la gioia tragica e il recupero della
volontà di potenza;
- attuare e promuovere eternamente
il processo di creazione e
rigenerazione dei valori sposando la
nuova e disumana dimensione
morale dell'"amor fati", che
delinea un amore gioioso e salubre
per l'eternità in ogni suo aspetto
terribile, caotico e problematico.
Il diritto del Superuomo di essere
diverso gli si presenta tuttavia
anche come dovere di
contrapporsi all'ipocrisia della
massa, un dovere che va contro la
stessa tradizionale etica del dovere:
l'oltreuomo contrappone al "Tu
devi!" cristiano e kantiano l'"Io
voglio!". L'impulso vitale al quale
egli obbedisce è, per
definizione,"al di là del bene e del
male".
Nel concetto di oltreuomo è
essenziale la volontà di potenza, Adolf Hitler
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vista come momento della storia dell’uomo. Tuttavia- ed è qui che iniziano le
difficoltà interpretative- a detta dei critici non è possibile identificare questa figura con
quelle storiche che si sono ispirate ad essa, in primis Hitler. Sarà, ma è lecito
nutrire dubbi in proposito; è vero che la figura dell'oltreuomo non, viene identificata
da Nietzsche con un capo carismatico, ma con un profeta religioso quale Zarathustra,
ma non si riesce a comprendere come, nei fatti, dovrebbe esplicarsi questa volontà di
potenza, se non con un dominio politico-militare che passa necessariamente attraverso
la violenza e la guerra.
Non è questa la via indicata da Nietzsche, secondo il quale il Superuomo è il filosofo
dell’avvenire. Gli "operai della filosofia", come Hegel, per lui non sono veri filosofi: i
veri filosofi sono dominatori e legislatori: essi hanno virtù che non hanno niente a
che fare con quelle degli altri: possono sopportare la verità, l’intera e crudele verità
sulla vita e sul mondo; e così possono accettare veramente la vita e il mondo. Dicono
"così deve essere", prestabiliscono la meta dell’uomo e per far ciò utizzano i lavori
preparatori di tutti gli operai della filosofia e di tutti i dominatori del passato. "Essi
spingono nell’avvenire la mano creatrice e tutto ciò che è e fu diventa per loro un
mezzo, uno strumento, un martello. Il loro conoscere equivale a creare, il loro
creare a legiferare, il loro volere la verità a volere la potenza".
Ma questo, al di là dell'enfasi quasi poetica del brano, corrisponde ad una realtà di
fatto a dir poco nebulosa: non si capisce veramente attraverso quali mezzi storico-
politici non violenti si dovrebbe realizzare il loro predominio (regolari elezioni? Plagio
delle masse? Acclamazione popolare?); sembra quasi che il carisma di questi
Superuomini sia in grado di assicurare loro il successo per virtù di magia. Ed è
davvero difficile, per non dire impossibile, che il pensiero non corra ai deliri ideologici
novecenteschi ed in particolare alle folle oceaniche che si accalcavano sotto i balconi
di Hitler e Mussolini, è difficile separare la "volontà di potenza" del Superuomo dalle
loro imprese belliche.
E' un dato di fatto, comunque, che la svolta in senso filo-nazista non si ebbe con
Nietzsche, ma con sua sorella, Elisabeth Förster-Nietzsche, che aveva
sposato Bernhard Förster, un ex insegnante di scuola superiore divenuto un agitatore
antisemita, il quale progettava di creare un insediamento ariano in Paraguay. I
due convinsero quindici famiglie tedesche a fondare una colonia che sarebbe stata
battezzata Nueva Germania (la colonia esiste ancor oggi) e partirono per il
Sudamerica il 15 febbraio 1887. Quando, indebitato fino al collo, Förster si
avvelenò, il 3 giugno 1889, Elisabeth rimase in Paraguay ancora per quattro anni, poi
fece ritorno in Germania. Al suo ritorno Nietzsche era ormai un malato di mente, del
tutto incapace di prendere parte al vivo dibattito che si svolgeva intorno ai suoi scritti.
Elisabeth si diede da fare per diffondere la fama del fratello e fondò nel 1893 a
Naumburg il Nietzsche-Archiv; inoltre, dopo la morte di Friedrich, avvenuta nel
1900, provvide anche alla pubblicazione dei frammenti che vanno sotto il nome di La
volontà di potenza; però, non si sa se per calcolo o per incapacità di comprenderne il
pensiero, diede un'interpretazione tendenziosa e distorta delle sue teorie, in linea
con l'antisemitismo che aveva condiviso col marito. Nel 1930 Elisabeth iniziò a
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sostenere apertamente il Partito Nazionalsocialista Tedesco del Lavoro (ovvero
nazista), guadagnandosi l'appoggio economico di Hitler per il Nietzsche-Archiv
quando, nel 1933, questi prese il potere.
Elisabeth, dal canto suo, ricambiò il favore avallando il regime hitleriano con le
teorie di Nietzsche, che da quel momento vennero inscindibilmente legate al nazismo.
Quanto delle teorie nietzscheane è dovuto al pensiero
di Friedrich, e quanto all'indebito intervento di sua
sorella?
Difficile stabilirlo.
Quel che è certo è che Nietzsche lascia intendere che
l'avvento dell'Oltreuomo non si può considerare da
nessun punto di vista un fatto meccanico ed
automatico: bisogna prima creare le condizioni psico-
fisiche interne e quelle esterne adatte perché
l'Oltreuomo possa apparire, da un lato prendendo a
modello il grandioso splendore, culturale e politico,
prodotto dalla secolare selezione psico-fisica della
nostra passata aristocrazia iniziato nel Rinascimento
italiano e culminato nel '700 francese, dall'altro
rifacendosi all'antica Grecia ed in
particolare alla Repubblica di Platone, il cui scopo finale
era la creazione del guerriero-filosofo. Elisabeth Förster-Nietzsche
Quanto tutto questo possa apparire teorico e velleitario è
evidente a tutti. 10
GABRIELE D’ANNUNZIO, IL SUPERESTETA
“Vivere ardendo e
non bruciarsi mai.”
VITA Nato nel 1863 a Pescara da un’agiata famiglia
borghese, frequentò una scuola aristocratica, il
collegio Cicognini di Prato. A sedici anni scrisse un
libretto di versi, Primo vere, che suscitò una
benevola attenzione. Ottenuta la licenza liceale si
trasferì a Roma per frequentare l’università ma
abbandonò quasi subito gli studi, dedicandosi a
salotti mondani e alle redazioni dei giornali.
Acquistò subito notorietà, anche grazie ad alcuni
articoli che fecero scandalo per i loro contenuti
pornografici. Ebbe una vita altrettanto scandalosa. Si
crea la maschera dell’esteta, dell’individuo
superiore che rifugge inorridito dalla mediocrità borghese rifugiandosi in un
mondo di pura arte e accettando come regola di vita solo il bello. D’Annunzio
attraversa una fase di crisi negli anni 90: lo scrittore cercò nuove soluzioni e le trovò in
un nuovo mito, quello del superuomo, rifacendosi in parte alla filosofia di Nietzsche,
un mito non più solo di bellezza, ma d’energia eroica, attivistica. Il superuomo resta
comunque un vagheggiamento fantastico. D’Annunzio puntava a creare un’immagine
di una vita eccezionale, sottratta alle norme del vivere comune. Si creò attorno a lui un
alone di mito, dovuto anche ai suoi amori, specie quello lungo e combattuto che lo
legò all’attrice Eleonora Duse. Con le sue esibizioni clamorose e i suoi scandali voleva