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Sintesi Cultura nella società moderna tesina
Questa tesina descrive la cultura nella società moderna. La tesina di maturità abbraccia anche alcune materie scolastiche: in Inglese la Prima rivoluzione industriale, in Storia il Novecento ed industrializzazione in Italia (Giolitti), in Italiano Pirandello.
Collegamenti
Cultura nella società moderna tesina
Inglese - Prima rivoluzione industriale.
Storia - Novecento ed industrializzazione in Italia (Giolitti).
Italiano - Pirandello.
Cultura nella società di massa
Introduzione – L’arte, in ogni sua manifestazione, è la più alta espressione
umana di creatività e di fantasia, ciò che permette all’uomo di esteriorizzare la
propria interiorità.
Ma a cosa serve l’arte? A cosa servono la poesia e la filosofia? Perché si
dovrebbe studiare personaggi che hanno detto tutto ed il contrario di tutto? Al
giorno d’oggi, in un’epoca comandata dal consumismo, la cultura, la filosofia e
l’arte servono veramente a qualcosa?
Quando si parla di arte e di poesia l’opinione comune generalmente accettata è
che sono un prodotto assolutamente inutile.
Dall’avvento del consumismo, della società di massa, col potere e l’utilità che ci
offrono il denaro e le risorse tangibili, la poesia e l’arte in generale sembrano
aver perso il loro ruolo.
In effetti quest’idea non è del tutto nuova, ma trova origine già nell’ottocento,
periodo di grande decollo industriale da parte di molti paesi europei.
Praticità – Innanzitutto è necessario contestualizzare e precisare che cosa
s’intende per pratico, perché se dicendo che la cultura e la filosofia sono inutili
s’intende che non t’insegnano a costruire un computer o a progettare edifici,
allora questo è evidente a chiunque e non è un gran problema, poiché a quei
problemi ci pensa qualcun altro.
Ciò che invece è da notare è che la filosofia non si occupa di indagare e
risolvere problemi particolari che possono interessare “solo” qualche persona in
qualche momento della vita (come per esempio un ingegnere che deve
progettare un certo modello o un sistemista che deve costruire una rete di
computer), ma delle questioni universali che riguardano tutti, tutte le persone
in tutti i tempi.
Il fatto di non riceverne risultati tangibili non significa affatto che sia inutile.
Nichilismo – Nella società moderna vige un nichilismo profondo, ci si
accontenta di verità parziali e provvisorie, senza più tentare di porre domande
radicali sul senso e sul fondamento ultimo della vita umana, personale e
sociale.
In questa situazione trovare un punto fermo sembra un’utopia, ma è
particolarmente evidente la causa: se siamo privi di cultura (sia essa storica,
sia essa filosofica o qualsivoglia tipologia) rischiamo di assolutizzare il presente
e di ritenere che tutte le scoperte ed i luoghi comuni che si ritengono veri in
questo tempo siano quelli “veri” in assoluto, mentre il passato era soltanto un
ammasso di superstizioni non più valide.
Questo è falso: ci vuole una cultura, essa apre le menti, ne è un esempio
evidente l’epistemologia (la branca della filosofia che si occupa delle condizioni
sotto le quali si può avere conoscenza scientifica), da essa si capisce che
nessuna scienza (nemmeno la matematica) è vera o esatta in ogni tempo, in
ogni luogo ed in ogni condizione, ma successive scoperte possono ribaltare
tutto ed inoltre una certa scienza ha un senso in un ben preciso campo
d’applicazione (la geometria Euclidea –quella studiata e conosciuta da tutti-
perde di significato a piccolissime e grandissime scale, altre geometrie
affermano per esempio che <<due rette parallele si incontrano in un
punto>>).
Se si vuole capire la scienza, o pensare di poter ragionare solo con essa,
bisogna saperne anche di questo: è la filosofia che ti fa rendere conto che non
basta un’analisi superficiale a dar voce alle proprie convinzioni.
Cos’è il tempo, cos’è la coscienza, cosa è giusto, cosa è sbagliato, qual è il
significato di libertà, perché esisto… Riuscire a trovare una risposta a queste
domande non è certo facile, ma ci fa rendere conto che, come queste, ci sono
un’infinità di cose che non sappiamo e che dovremmo dar meno per scontate.
La cultura è costruttiva – Tantissimi filosofi hanno affermato tesi
completamente divergenti su stessi problemi.
Questo a prima vista può sembrare un aspetto di pura incoerenza, la prova
effettiva che si tratta di ciarlatanerie; eppure è proprio questo fatto che ci
dovrebbe far rendere conto di qualcosa di ancor più vero: le idee più grandiose
non sono nate da uomini completamente isolati che hanno basato tutto sui loro
progetti ed ideali, bensì nascono dal fatto di possedere una sorta di bagaglio
storico formato dalle idee di pensatori del passato e tuttora consultabili così da
poter discutere in modo costruttivo e critico.
È evidente che il conflitto d’ideali non è quindi un difetto, ma un segno di
costruttività da cui le idee possono trovare basi e rafforzarsi.
Ciò chiaramente non significa che è tutto vero o tutto va bene anzi; significa
solo tenere a mente che nessuno ha la verità in tasca e che possiamo trovarci
in accordo solo con lo scontrarsi di fronte alle idee altrui.
La cultura non è metafisica – Proprio il fatto di studiare idee, discussioni e
pensatori passati mette a disposizione riflessioni su problemi che tornano ogni
giorno.
La politica stessa nasce dalla filosofia, essa affronta vari ideali e li rende propri
o meno.
La cultura apre le menti, fornisce modelli di ragionamento, la capacità di
individuare errori e scegliere da che parte stare.
La cultura forgia le idee, per questo ai tempi della dittatura si cercava di
reprimere ogni forma d’arte e di cultura: è pericoloso avere un popolo difficile
da “imbambolare”; lo stesso Robespierre, una delle figure simbolo della
rivoluzione francese, riteneva e difendeva una politica di “controllo del popolo”,
non a caso infatti non appoggiava il processo di scristianizzazione attuato in
quegli’ anni, egli vi scorgeva i rischi dell’ateismo e dell’attenuazione del
controllo morale e sociale esercitato dalla religione.
Prospettivismo – Studiando e facendo esperienze di vita, si matura la
consapevolezza che ciò che si dice e che si fa, in pratica il nostro modo di
essere e vedere le cose è estremamente diverso da quello degli altri.
Per fare un esempio banale: se si prendono uno psicologo ed un letterato e si
mettono di fronte alla stessa persona che parla di libri che ha letto, alla fine
della discussione lo psicologo avrà un quadro sulla personalità di questa
persona (seppur piuttosto generico) mentre il letterato avrà un’idea sui gusti
letterari della stessa.
In base a ciò che conosciamo ci sono aspetti della realtà che riusciamo a
catturare ed altri che, per forza di cose, ci sfuggono, vanno persi per sempre.
Con la cultura e la filosofia si è in grado di percepire meglio i concetti, le idee e
le riflessioni che emergono dal dialogo con una persona.
English
Industrial revolution
Introduction – The Industrial Revolution was characterized by a great change
and improvement in industry and manufacturing processes in the period from
1760 to 1820-1840.
This revolution included going from hand production methods to machines,
improved efficiency of production processes and development of machine
tools. It started in England and it is the first step for the beginning of the
modern world.
Causes – The Industrial Revolution causes were:
- A great increase in population and production
- A greater demand for objects such as pots, clothes
- Need for more efficient production
Effects – The Industrial Revolution implied:
- New inventions (ex. Spinning Jenny, which allowed workers to work eight
spools at one)
- New technologies and source of power (Steam engine: machine using steam
power to perform mechanical work)
- The factory system’s development
Another important invention was the waterframe, a spinning frame which used
the power of water. There were changes in transport too. It was made more
efficient, new waterways were built and road condition were improved.
The Industrial Revolution was also an “agrarian revolution” because there were
improvements in the selective breeding of cattle to produce more meat as well
as new farming techniques.
Society – One of the most important thing that characterized the industrial
revolution were the “mushroom towns”: small towns built near the factories to
house the workers.
People lived in terrible conditions for lack of elementary public services, air and
water pollution. Furthermore the houses were built in endless rows and this
caused overcrowding.
Working conditions were also bad: women and children were employed instead
of men because they were paid less and easier to control.
Life expectancy was below twenty years because people had long working
hours, they had no time to sleep and they could not nurse their diseases. Men
also get heavy drinking to avoid fatigue.
The first Industrial Revolution evolved into the Second Industrial Revolution in
the transition years between 1840 and 1870.
Storia
Industrializzazione in Italia
Grazie alla prima e successivamente alla seconda rivoluzione industriale è
possibile vedere come il popolo entra prepotentemente nella scena politica ed
economica. Grazie all’industrializzazione e dei connessi fenomeni di
urbanizzazione si vengono delineando i contorni di quella che oggi chiamiamo
“società di massa”.
Gli anni 1896-1913 furono un periodo di grande espansione economica in
Europa, aumentò il reddito pro-capite favorendo l’ampliamento del mercato
In Italia la figura più importante collegata a tutti questi fenomeni fu Giovanni
Giolitti, certo la più notevole figura di statista mai apparsa in Italia dopo la
morte di Cavour. Entrò alla guida del governo nel 1903 e restò al potere per
oltre un decennio tanto da dare nome allo stesso periodo definito “età
giolittiana”. Quello che Giolitti seppe intuire, a differenza dei molti governi che
lo precedettero (come quello di Crispi e Rudinì), fu l’importanza che le masse
stavano assumendo.
Le sue riforme furono molto importanti ed influenzarono la società in modo
decisivo:
Riforme sociali – con il codice Zanardelli limita il lavoro minorile, crea delle
assicurazioni sulla vecchiaia e sugli infortuni lavorativi.
Nonostante ciò si registrava una forte emigrazione (verso il nord America) a
causa di una situazione disagiata, soprattutto nel mezzogiorno; questo
comportò comunque un fattore positivo che furono le rimesse le quali
contribuirono a sanare il deficit della bilancia commerciale.
Riforme economiche – Vennero favorite le industrie, la più importante fu la
siderurgia, la quale subì una forte modernizzazione, a seguire l’industria
cotoniera e quella automobilistica (si sviluppò la Fiat).
Questa crescita industriale provocò un aumento della produzione, soprattutto
al nord, dove si creò il cosiddetto “triangolo industriale” formato da Milano,
Torino e Genova.
Ancora una volta però il sud rimaneva in condizioni di arretratezza, dove vi era
ancora un analfabetismo diffuso, l’assenza di una classe dirigente moderna, la
subordinazione della piccola e media borghesia agli interessi della grande
proprietà terriera. Ciononostante furono varate (anche se con effetti tutt’altro
che risolutivi) alcune importanti iniziative a favore del Mezzogiorno: nel 1904 le
leggi speciali che incoraggiavano lo sviluppo industriale e la modernizzazione
dell’agricoltura mediante finanziamenti statali; nel 1905 la statalizzazione delle
ferrovie, fu ampliata la rete ferroviaria in tutta Italia.
Riforme politiche – Quella di Giolitti fu una dittatura parlamentare, simile a
quella di Depretis, ma molto più aperta.
Attuò una politica trasformista, un esempio ne è il patto Gentiloni con i clerico-
moderati, nel quale Giolitti concede privilegi a favore della chiesa (come la
tutela dell’insegnamento privato) in cambio di un appoggio politico.
Nel 1912 fu varata la più importante tra le riforme giolittiane: l’estensione del
diritto di voto a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto trent’anni e a
tutti i maggiorenni che sapessero leggere e scrivere, in pratica il suffragio
universale maschile.
Durante l’età giolittiana si diffuse definitivamente in Italia la cultura di massa,
con la pubblicazione di molti giornali, la diffusione della pubblicità, l’industria
editoriale. Furono anni di grande produzione, in cui nacquero riviste letterarie,
culturali, filosofiche.