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PAUL VERLAINE
Paul Verlaine mette al primo posto l’allusività della musica, intesa come
mezzo tecnico per realizzare l’invito al sogno. Sfrutta la poesia per
raggiungere l’intimo senso della realtà, penetrando oltre le apparenze. Nel
componimento Arte poetica (scritto nel 1874 e pubblicato nel 1884 nella
raccolta Allora e Ora) Verlaine si impose come caposcuola dei primi
simbolisti e espose in versi la sua poetica, che può essere riassunta nel
principio “la musica prima di tutto”.La musicalità del verso di Verlaine deriva dalla costante
attenzione al suono e al ritmo, dalla ripetizione quasi incantatoria di suoni o di versi o di strofe,
sostenuta da una versificazione che disgrega la sintassi della frase per distribuirla su versi brevi e
dispari, giudicati da Verlaine stesso più musicali e leggeri, ricchi quindi di allitterazioni, assonanze
e ellissi. ARTE POETICA
La musica, prima di ogni altra cosa:
e per questo preferisci l’impari,
più vago e solubile nell’aria,
senza nulla in sè che pesi e posi.
E’ necessario poi che tu non scelga
le tue parole senza qualche errore:
nulla è più caro della canzone grigia
in cui l’incerto si unisca al preciso.
Sono occhi deliziosi dietro veli,
è la grande luce tremula del mezzogiorno,
è - in un cielo tiepido d’autunno -
l’azzurro brulichio di chiare stelle!
Perchè vogliamo ancor la sfumatura,
non colore, ma solo sfumatura!
Oh, solo essa accoppia il sogno
al sogno e il flauto al corno!
Va più lontano possibile dall’assassina arguzia,
dal crudele spirito e dall’impuro riso,
che fanno piangere gli occhi dell’azzurro 5
e tutto quell’aglio di bassa cucina!
Prendi l’eloquenza e torcile il collo!
E farai bene, in vena d’energia,
a moderare un poco anche la rima.
Fin dove andrà, se non la tieni d’occhio?
Oh, chi dirà i torti della rima?
Quale bambino sordo o negro pazzo
ci ha plasmato questo gioiello da un soldo,
che sotto la lima suona vuoto e falso?
La musica, ancora e sempre!
Il tuo verso sia la cosa che va via,
che si sente fuggire da un’anima in cammino
verso altri cieli ed altri amori.
Il tuo verso sia l’avventura buona
sparsa al vento increspato del mattino
che va sfiorando la menta e il timo…
E tutto il resto è letteratura.
L’autore esprime la propria idea sulla poesia, ispirandosi all’Ars Poetica di Orazio, della quale
mantiene anche la parola “lima”, da “labor limae”.La lirica è composta da nove quartine, dai versi di
lunghezza differente. Il poeta afferma che la poesia dovrebbe essere musicalità, quindi non dal
ritmo regolarmente scandito. Egli cerca la fluidità, l’irregolarità, quindi non ama le rime, che
definisce “quel gioiello da un soldo che suona vuoto e falso sotto la lima”.
Inoltre l’autore è convinto che la poesia debba essere allusiva, non oggettiva e troppo chiara; pur
usando un lessico scelto e ricercato, non bisognerebbe mai essere troppo diretti o espliciti, in
modo che ognuno possa interpretare da solo il messaggio che l’autore vuole trasmettere.
La poesia deve essere come una “sfumatura”, nella quale si mescolano le riflessioni e le idee,
rendendo gli scritti meno enfatici e quindi più emozionanti e personali. Il poeta in questa poesia
afferma anche che bisognerebbe evitare lo sfoggio di intelligenza (arguzia assassina), la falsità ed
il sarcasmo cattivo, per scrivere così testi freschi e frizzanti, che si diversificano dalla “letteratura”.
In Italia il simbolismo ebbe un'eco nella poesia di Pascoli ed un riflesso nell’opera di D'Annunzio.
Questi autori ricorrono a tecniche come il simbolo, l’allegoria e la sinestesia, costruendo delle
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corrispondenze tra suoni, colori, odori ed emozioni attraverso un processo irrazionale basato su
analogie che si sviluppano per associazioni. La musicalità della poesia diventa intensa, raffinata e
capace di significare al di là della semantica tradizionale dando vita al fonosimbolismo.Quindi
viene valorizzato l’aspetto fonico delle parole, stabilendo un particolare rapporto tra il suono di una
parola e il suo significato. GIOVANNI PASCOLI
La poetica del simbolismo, che trova piena espressione in Pascoli, fu
teorizzata nella prosa Il Fanciullino, dove si ritrova la figura del
"fanciullo" che si trova in ogni uomo e ha la capacità di ascoltare la
voce della sua anima e i suoni misteriosi che la realtà gli sussurra. La
musicalità pervade la poesia pascoliana, grazie all’uso frequente di
metafore e analogie, di parole onomatopeiche e ricorso al
fonosimbolismo, a un fitto sistema di rime e all’impiego di versi brevi
che valorizzano ogni singolo elemento lessicale. Egli ricerca quindi una
sorta di musicalità evocativa, accentuando l’elemento sonoro del verso,
secondo il modello dei poeti maledetti come Paul Verlaine.
L'ASSIUOLO
Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù...
Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù...
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento: 7
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...
chiù...
Vi è un'apparente serenità disturbata dall'angoscia della morte incarnata dal verso dell'assiuolo, un
uccello notturno simile al gufo che emmette un suono traducibile con la sillaba chiù.
In questo componimento, ad esempio, all’effetto suggestivo del linguaggio analogico si associa il
simbolismo sonico alquanto caro a Pascoli: l’allitterazione «fru fru tra le fratte», col suo valore
onomatopeico, accresce il carattere misterioso e inquietante dell’immagine indeterminata. Nel
sintagma «finissimi sistri» il fonosimbolismo è scoperto: l’insistenza sulle vocali dal suono sottile, le
i (sono ben sei in due parole) rende fonicamente l' impressione del verso delle cavallette, così
come successivamente «tintinni» ed «invisibili» (altre otto i in due parole consecutive).
Il referente di questa lirica è, come evidente anche dal titolo, l’assiuolo, un rapace notturno spesso
presente nella poesia di Pascoli e generalmente sentito, - come d'altra parte nella tradizione
popolare – quale presagio di morte per il suo luttoso verso.
La musicalità è alla base anche di molte opere dannunziane come ad esempio:
LA PIOGGIA NEL PINETO
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
[...] Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
che dura
con un crepitío
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade. 8
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita. [...]
[...] Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta. 9
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
nell'ombra più fonda,
canta
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione. [...]
La grande opera d'arte cui D'Annunzio voleva affidare la propria fama di poeta/vate sono le Laudi.I
libri contengono le sue poesie più celebri: da La sera fiesolana a La Pioggia nel pineto.Qui
D'Annunzio canta la fusione tra uomo e natura (panismo):l'uomo immergendosi totalmente nella
natura, finisce con il diventare parte di essa, fino ad innalzarsi ad una condizione divina.La poesia
accompagna questa armonia attraverso una musicalità che D'Annunzio dirige con abile maestria:
un gioco continuo di rime, assonanze, consonanze, alliterazioni e onomatopee.Questo tipo di
poesia è pura lirica, senza essere intaccata da un'ideologia politica come invece era presente nelle
Vergini delle rocce con il manifesto del Superuomo.
Nella lirica, una pioggia estiva sorprende il poeta e la sua compagna Ermione. Già al cadere delle
prime gocciole rade sul fogliame il poeta si tende a ascoltare e invita la dolce compagna a fare
altrettanto. Tutto intorno tace e i due si abbandonano pienamente a gustare il rumore della pioggia
che trae dalle fronde degli alberi una meravigliosa varietà di suoni. Alla voce della pioggia si
accorda il canto delle cicale e il gracidio delle rane, che si affievoliscono nel contempo la pioggia
aumenta la sua intensità.
Composta probabilmente nell’estate del 1902, questa poesia rappresenta il fondersi del soggetto
col paesaggio attraverso una valorizzazione del rapporto sensoriale con esso. Il poeta si
concentra sui suoni prodotti dal cadere dell’acqua sulle diverse varietà di vegetazione e dal verso
di alcuni animali, ricostruendo il tessuto sinfonico attraverso un verseggiare frantumato.
Infatti, la musicalità di questo testo si basa innanzitutto sul
fitto sistema di rime ed è favorita dall' impiego di versi brevi e
brevissimi, che serve a valorizzare un singolo elemento
lessicale o sintattico. La musicalità è generata dal concerto dei
suoni e delle voci della pineta sotto la pioggia riesce quanto mai
suggestivo, soprattutto esprimendo l’estasi dei sensi. 10
MUSIC LIKE AN EPIPHANY
"Music is a higher reveletion than all wisdom and philosophy...it is the wine of a new procration,
and I am Bacchus who presses at this glorious wine for men and then drunk with the spirit"
L.W. Beethoven
M usic has capacity to exceed the rational barrier and to hit directly pure
unconsciuous, it goes down into our soul and coscience with rapidity that never
art may equal.
Music acts in several ways on the emotional level: one of this, is the mechanism of mental
association; for example if a song is listened in an emotional context, the playback recalls those
emotions. EPIPHANY FOR JOYCE
For Joyce the epiphany has more or less the same meaning: an event of
ordinary life as a piano music, a word, a sign etc., recalls in the memory of one
person an experience buried in past, which caused emotions.These memories
make you feel the same feelings already tried once, as a REVELATION.After
that, the subject doesn't sees more things through the eyes than
before.Epiphany reveals meanings of deep existence, takes us beyond the
appearance of things, and it is often the key of the Dubliners story, that is found
especially in the story "The Dead".
THE DEAD
"The Dead" is considered the most successful story of the Dubliners's
collection,and was published in 1914 by the editor Grant Richards as a
1
book of fifteen stories centred on the paralysis that has appeared to hit
Dubliners in the early of XX century.
Written between July and August of 1907, when Joyce returned to Trieste
after a brief stay in Rome, "The Dead" is especially a musical story and a
history of memorials, where memory and music are very thin wires that
alternate and intertwine, are arranged during the party they created lasting
1 Paralysis : Dubliners feel a sort of emprisonment living in Dublin, this is a metaphor of the difficult of living
freely. 11
and symbolic echo at the end of the reverb that gives way to a surreal silence the protagonist,
Gabriel Conroy.
Gabriel meditates on the state of things in his present but also on what was and what will be his
life.
The story unknots over a period of four or five hours in an evening between Christmas and
Epiphany.
In these few hours, Gabriel is absent, evasive, impatient to the false feast atmosphere that every
year they are forced to suffer for the sake of a tradition that is renewed, the symbol of Irish