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Introduzione Crisi finanziarie - Tesina
Nel 2011 frequentavo la terza media presso l'ICS "Domenico Pittarini" di Fara Vicentino. Quell'anno, oltre a sostenere gli esami, dovetti prendere una decisione importante: scegliere la scuola in cui proseguire gli studi. Mi era chiara una cosa: avrei voluto maturare in fretta e imparare a conoscere più (e più velocemente) possibile il mondo che mi circondava. In particolare avrei voluto capire fino in fondo tutte quelle notizie date dal TG, che ogni sera alle 20 vedevo con mio padre. Ricordo infatti che eravamo nel bel mezzo della crisi, un fenomeno per molti nuovo, inaspettato, che si cercava di comprendere anche grazie alla tv. Molte persone perdevano il lavoro, si andava un po' meno a cena fuori, in casa si cercava di tirare la cinghia. Io mi resi conto che la politica e le sue dinamiche mi appassionavano, e con esse l'economia, il diritto, la statistica. Queste materie si proponevano infatti di descrivere la situazione che stavamo vivendo, di anticipare gli scenari futuri, di migliorare le cose. I miei insegnanti mi consigliarono genericamente un liceo, ma la mia scelta non poté che ricadere su un ITCG (ora ITET): l'"Aulo Ceccato". Ora siamo nel 2016, e dopo aver frequentato la quinta superiore sono chiamato ad affrontare di nuovo degli esami. L'Italia non è ancora uscita dalla recessione, ma cinque anni di studio mi hanno formato e dato delle basi che mi permettono di poter giudicare la politica, oltre che interpretare la nostra situazione economica e comprendere come e dove nasce una crisi finanziaria. Per questo ho scelto di sviluppare questo tema nella mia tesina di maturità. La crisi finanziaria è l'evento economico che ha influenzato di più i nostri ultimi anni di vita, e, forse oramai non ce ne accorgiamo più, ne parliamo quotidianamente a scuola, al lavoro e con gli amici. Finalmente penso di avere, e cercherò di dimostrarlo, gli strumenti per analizzare questo complicato fenomeno e la sua storia. La tesina permette anche vari collegamenti interdisciplinari.
Collegamenti
Crisi finanziarie - Tesina
Storia - La Grande depressione del 1929 e la Grande recessione del 2007.
Inglese - The Wall Street Crash of 1929.
Relazioni internazionali - La teoria di Charles P. Kindleberger.
2
INDICE
PREMESSA…………………………………………………………………………………......................... 5
1. INTRODUZIONE: LA CRISI ECONOMICA………………………………….......................... 7
1.1. DALLE CARESTIE ALLE CRISI NEL CAPITALISMO…………......................... 7
1.2. LA CRISI FINANZIARIA……………………………………………….......................... 7
2. LE QUATTRO FASI DELLA CRISI…………………………………………............................... 9
2.1. L’EUFORIA………………………………………………………………........................... 9
2.2. IL DISAGIO………………………………………................................................... 10
2.3. IL PANICO E IL CROLLO………….........……………..............................………. 10
2.4. IL PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA…………...….................................... 11
3. THE GREAT DEPRESSION (1929-39)…................................................................. 13
3.1. BACKGROUND TO THE CRISIS…………………………………………………………… 13
3.2. THE CAUSA PROXIMA: THE STOCK MARKET CRASH……………………….... 14
3.3. THE PANIC AND THE INTERNATIONAL TRANSMISSION…………………….. 14
3.4. THE SOLUTION: ROOSVELT AND THE NEW DEAL……………………………… 15
3.5. THE CRISIS IN ITALY………………………………………………………………………….. 16
4. LA GRANDE RECESSIONE (2007-PRESENTE)....................................................... 17
4.1. LA BOLLA IMMOBILIARE....................................................................... 17
4.1.1. IL MERCATO DEI MUTUI SUBPRIME.................................................. 18
4.1.2. LA CARTOLARIZZAZIONE........................................................ 18
3
4.2. ASIMMETRIA INFORMATIVA, CULTURA DEI BONUS E RISCHIO........... 19
4.3. LA BOLLA SCOPPIA............................................................................... 20
4.3.1. IL RISCHIO MORALE E IL PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA.. 20
4.3.2. IL CROLLO DEL SISTEMA BANCARIO...................................... 21
4.4. VERSO LA RECESSIONE GLOBALE......................................................... 21
4.5. LA RIPRESA IN ITALIA............................................................................ 22
BIBLIOGRAFIA, SITOGRAFIA E FILMOGRAFIA.........………………….......……………….... 23
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PREMESSA
Nel 2011 frequentavo la terza media presso l'ICS "Domenico Pittarini" di Fara Vicentino. Quell'anno, oltre a
sostenere gli esami, dovetti prendere una decisione importante: scegliere la scuola in cui proseguire gli studi.
Mi era chiara una cosa: avrei voluto maturare in fretta e imparare a conoscere più (e più velocemente) pos-
sibile il mondo che mi circondava. In particolare avrei voluto capire fino in fondo tutte quelle notizie date dal
TG, che ogni sera alle 20 vedevo con mio padre. Ricordo infatti che eravamo nel bel mezzo della crisi, un
fenomeno per molti nuovo, inaspettato, che si cercava di comprendere anche grazie alla tv. Molte persone
perdevano il lavoro, si andava un po' meno a cena fuori, in casa si cercava di tirare la cinghia. Io mi resi conto
che la politica e le sue dinamiche mi appassionavano, e con esse l'economia, il diritto, la statistica. Queste
materie si proponevano infatti di descrivere la situazione che stavamo vivendo, di anticipare gli scenari futuri,
di migliorare le cose. I miei insegnanti mi consigliarono genericamente un liceo, ma la mia scelta non poté
che ricadere su un ITCG (ora ITET): l'"Aulo Ceccato".
Ora siamo nel 2016, e dopo aver frequentato la quinta superiore sono chiamato ad affrontare di nuovo degli
esami. L'Italia non è ancora uscita dalla recessione, ma cinque anni di studio mi hanno formato e dato delle
basi che mi permettono di poter giudicare la politica, oltre che interpretare la nostra situazione economica e
comprendere come e dove nasce una crisi finanziaria. Per questo ho scelto di sviluppare questo tema nel mio
approfondimento. La crisi è l'evento economico che ha influenzato di più i nostri ultimi anni di vita, e, forse
oramai non ce ne accorgiamo più, ne parliamo quotidianamente a scuola, al lavoro e con gli amici. Finalmente
penso di avere, e cercherò di dimostrarlo, gli strumenti per analizzare questo complicato fenomeno e la sua
storia. 5
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1. INTRODUZIONE: LA CRISI ECONOMICA
La crisi economica è definita dall’Enciclopedia Treccani come un “improvviso passaggio dalla prosperità alla
depressione nella vita economica”, oppure come “il protrarsi di una situazione di ristagno degli affari, di di-
soccupazione e di basso livello dei prezzi, dei salari, dei profitti e dell'interesse”.
1.1. DALLE CARESTIE ALLE CRISI NEL CAPITALISMO
1
Secondo l’economista italiano Riccardo Bachi (1875-1951) nei sistemi economici anteriori al moderno capi-
talismo, i bruschi squilibri economici, le depressioni nel generale stato di benessere economico di una data
popolazione, erano spesso determinate da tre fondamentali evenienze: scarsi raccolti, guerre, epidemie. Ciò
comportava generalmente una diminuzione dell'offerta ed un aumento dei prezzi per surplus di domanda.
L'economia capitalistica, sorta fra il secolo XVII e il XVIII nell'Europa occidentale e sviluppatasi poi rapida-
mente, è contrassegnata invece da una dinamica economica che non presenta più in genere la prevalenza di
occasionali calamità, ma mostra degli alti e bassi, delle oscillazioni, dei cicli composti a loro volta di varie fasi.
In questo contesto la crisi rappresenta il precipitoso passaggio dalla prosperità alla recessione, ed è perciò
parte integrante dell'ondulazione ciclica.
Con la Grande depressione di fine Ottocento (1873-1895) si assistette a un nuovo tipo di crisi, la crisi di so-
vrapproduzione, caratterizzata dall'eccesso di offerta di un determinato prodotto rispetto alla domanda del
mercato con conseguente crollo dei prezzi. Per la verità una prima crisi di tipo moderno si era potuta osser-
vare già nel 1341, quando a Firenze fallirono i due più importanti istituti di credito di allora, i banchi dei Bardi
e dei Peruzzi. Ma il modello fiorentino si sviluppò in maniera eccezionale, inconsueta, in un mondo che era
ancora in larga parte “feudale”.
1.2. LA CRISI FINANZIARIA
Esaminando una crisi si deve dunque tener presente che in base alle sue caratteristiche essa può appartenere
a differenti categorie: commerciale, industriale, monetaria, bancaria, fiscale, finanziaria. Può inoltre essere
1 Riccardo Bachi (Torino, 11 giugno 1875 – Roma, 11 gennaio 1951) fu un importante economista e statistico italiano di
origine israelita. Tra il 1896 e il 1899 insegnò per tre anni all'Istituto tecnico pareggiato di Vicenza. Professore presso
diverse università italiane, fu consulente economico alla Conferenza di pace di Parigi del 1919 e socio dell’Accademia
dei Lincei. Abbandonò l’Italia in quanto anch’egli colpito nel 1938 dalla Leggi razziali fasciste.
7
determinata da cause congiunturali o strutturali, e in base alla sua estensione identificarsi come crisi locale,
regionale, nazionale o internazionale.
Essendo il fenomeno della crisi economica molto ampio e complesso, è necessario limitarsi in questa tratta-
zione soprattutto allo studio dell’instabilità del sistema creditizio e all’analisi di crisi finanziarie internazionali
che includano alcuni elementi tipici (speculazione, espansione monetaria, aumento dei prezzi delle attività
seguito da una brusca caduta, corsa alla moneta).
Per cominciare si illustreranno gli stadi principali che caratterizzano solitamente una crisi finanziaria, sulla
2
base della teoria economica formulata dall’economista americano Charles P. Kindleberger (1910-2003) . In
seguito si procederà all’esposizione di alcuni esempi storici di crisi come la Grande Depressione, ovvero il
crollo di Wall Street del 1929, e in particolare la Grande Recessione, cioè la crisi economica mondiale iniziata
nel 2007 negli USA e tuttora in corso. LE CRISI
FINANZIARIE
STORIA RELAZIONI
La Grande Depressione INTERNAZIONALI
del 1929 e la Grande Crisi finanziarie:
Recessione del 2007 la teoria di Charles
P. Kindleberger ed
INGLESE esempi storici
The Wall Street
Crash of 1929
2 Charles Poor Kindleberger (1910-2003) fu uno storico dell’economia e scrittore americano, che insegnò per anni al
Massachusetts Institute of Technology di Boston, dopo aver contribuito alla realizzazione del Piano Marshall che fu
decisivo per la ricostruzione dell’Europa devastata dalla seconda guerra mondiale.
Nel 1978 pubblicò il suo libro più famoso, “Manias, Panics, and Crashes” (in Italia “Storia delle crisi finanziarie”), nel
quale elaborò una teoria storica generale delle crisi economiche. L’Economist lo defì "the master of the genre".
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2. LE QUATTRO FASI DELLA CRISI
Indubbiamente l’instabilità non è la normale condizione della nostra economia,
ma la storia dimostra che le crisi finanziarie si manifestano con frequenza, e per-
tanto vi sono situazioni di patologia economica che il mercato non può risolvere
da solo, senza l’intervento della politica.
L’economista americano Charles P. Kindleberger (1910-2003) espose nel suo libro
“Manias, Panics, and Crashes” un modello teorico che prevede quattro fasi desti-
nate a susseguirsi nello sviluppo di una crisi: euforia, disagio, panico e crollo.
Viene poi descritto come fondamentale il ruolo del prestatore di ultima istanza,
barriera in grado di impedire il cedimento del sistema.
Charles Poor Kindleberger
↑ L’EUFORIA
2.1.
Per Kindleberger il ciclo inizia con manie, che provocano bolle speculative. In questo contesto esse si possono
definire come delle “tendenze esclusive e smodate” (Vocabolario Treccani) spesso collettive, oggettivamente
inspiegabili, per certi beni. La storia economica è piena di manie: per le azioni, i terreni, le ferrovie... Esse si
contrappongono all’idea che gli uomini siano esseri razionali, tanto utilizzata nei modelli economico mate-
matici.
Ovviamente la speculazione determinata dalle manie è un elemento desta- “Ci sono due casi in
bilizzante per i mercati finanziari. Nell'attività speculativa il valore atteso cui l'uomo non
non si fonda su stime statistiche robuste, né quantomeno significative, ma deve speculare in
deriva da una attività di previsione puramente soggettiva. La fase di boom borsa: quando non
comporta dunque aumenti ingiustificati nei prezzi di alcuni beni (titoli, ha soldi e quando i
merci, terreni, ecc.). Infatti, se inizialmente gli investitori ricercano il guada- soldi ce li ha.”
gno nel reddito (l’interesse elevato), in seguito essi perseguono il profitto
vendendo il capitale. Accade così che gli investitori comprino un bene ad un Mark Twain
determinato prezzo con l’intento principale non di sfruttarlo, ma di riven-
derlo a un prezzo maggiore, e che nascano imprese che non hanno alcuno
scopo reale, se non la speculazione; è lo schema basato sul nitvender, la ven-
dita del nulla. 9
Kindleberger individua due gruppi di speculatori, gli insiders che operano “dentro” il mercato, fanno salire i
prezzi ed al momento opportuno vendono, e gli outsiders che operano invece fuori dai meccanismi del mer-
cato, sono “dilettanti esterni” che finiscono col comprare a prezzi massimi per poi rivendere a prezzi minimi.
Le perdite degli outsiders sono pari ai guadagni degli insiders e il mercato nel suo complesso è in una posi-
zione di equilibrio. Gli outsiders sono le vittime dell’euforia, e spesso sono imprenditori “prestati” alla spe-
culazione.
Le manie speculative acquistano velocità e forse, i alcuni casi, ricevono il primo impulso, grazie all’espansione
monetaria e creditizia. L’aumento dell’offerta di moneta provoca un aumento della produzione, una ridu-
zione dei tassi di interesse e un aumento del livello dei prezzi.
2.2. IL DISAGIO