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Sintesi
Storia: La crisi del 29'

Filosofia: K. Marx (Il Capitale)

Arte: Dorothea Lange (The migrant mother)

Matematica: il rapporto incrementale e la velocità istantanea

Fisica: il principio di indeterminazione di Heisenberg

Latino: Marziale e il clientelismo

Italiano: La scapigliatura ed Emilio Praga

Ed. Fisica: proibizionismo - alcolismo e tabagismo

Inglese: John Steinbeck and The grapes of wrath
Estratto del documento

delle banche centrali potevano essere costituite non

solo da lingotti d’oro ma anche da divise pienamente

convertibili quali il dollaro e la sterlina) il sistema

economico statunitense godette di una grande

prosperità. La diffusione della produzione in serie e

della razionalizzazione del lavoro in fabbrica favorì

notevoli aumenti di produttività. Salì la produzione

industriale e con essa il reddito nazionale anche se

contemporaneamente diminuiva il numero di occupati

nell’industria poiché gli sviluppi della tecnica

comportarono una diminuzione della quantità di lavoro

manuale necessaria a ottenere un determinato

prodotto. Crebbe invece l’occupazione nel settore dei

servizi e si diffusero le automobili e gli elettrodomestici

che trasformarono gli Stati Uniti in un laboratorio dove

per la prima volta veniva sperimentato un nuovo modo

di vita caratterizzato da una standardizzazione dei

consumi.

- la classe dirigente repubblicana che rimase al potere

per tutti gli anni 20 alimentò le più ottimistiche

aspettative sui destini della prosperità americana

senza troppo preoccuparsi dei gravi squilibri sociali

che si manifestavano le paese : la diseguale

distribuzione dei redditi comportò l’emarginazione di

consistenti fasce della popolazione; si diffuse

un’ondata di conservatorismo ideologico che

investì in primo luogo le minoranze etniche e vennero

introdotte leggi limitative dell’immigrazione per

impedire la contaminazione dei caratteri etnici della

popolazione yankee e la diffusione di ideologie

sovversive di origine europea (punto culmine di

questa reazione fu il processo ai due anarchici

italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti

accusati di omicidio e condannati a morte nel 27’ in

spregio a tutte le prove della loro innocenza). Si

inasprirono le pratiche discriminatorie nei confronti

della popolazione di colore e la setta del Ku Klux Klan

raggiunse negli Stati del Sud le dimensioni di

un’organizzazione di massa.

- Questa realtà sociale così contraddittoria non

intaccava il sostanziale ottimismo della borghesia

nordamericana e la sua fiducia in una continua

moltiplicazione della ricchezza e in un indefinito

processo di crescita.

La conseguenza più vistosa di questo clima fu la

frenetica attività della Borsa di New York : incoraggiati

dalla prospettiva di facili guadagni i risparmiatori

acquistavano azioni per rivenderle a prezzo maggiorato,

facendo leva sulla continua ascesa delle quotazioni

sostenuta dalla crescente domanda dei titoli.

- Dal 1927 il mercato azionario americano cominciò ad

aumentare a causa della politica economica attuata

dal presidente americano Coolidge, il quale rese

disponibili ingenti fondi per gli investimenti in azioni

ordinarie o per finanziare i privati nella compravendita

delle azioni stesse.

D’ora in poi la situazione divenne fuori controllo:

questa incontenibile euforia speculativa

poggiava infatti su fondamenti assai fragili .

La domanda sostenuta di beni di consumo durevoli

aveva fatto sì che nel settore industriale si formasse

una capacità produttiva sproporzionata alle possibilità

di assorbimento del marcato interno: possibilità

limitate sia dalla particolare natura dei beni di

consumo durevoli che tendevano a saturare il mercato,

sia dalla crisi del settore agricolo che teneva bassi i

redditi dei ceti rurali.

….1928,1929

Il volume dei prestiti erogati agli operatori di borsa

aumentò in modo smisurato : il 1 novembre del 1928

raggiungeva quota 5.000.000.000 di dollari. Anche il nuovo

presidente Hoover non fece niente per frenare la febbre

speculativa.

Nell’estate del 29’ il mercato dominava anche la cultura e

nella mentalità comune era diventato strumento personale

di uomini misteriosi ma onnipotenti.

…ottobre 1929

Dal 19 ottobre s’iniziò a parlare di “sostegno organizzato”

ovvero di quelle attività che gli uomini potenti dovevano

mettere in atto al fine di sostenere i titoli di Wall Street, gli

speculatori corsero a liquidare i loro pacchetti azionari.

Il 24 ottobre, il giovedì nero, furono venduti 13 milioni di

titoli.

La corsa alle vendite determinò una caduta del valore dei

titoli distruggendo in pochi giorni i sogni di ricchezza dei

loro possessori.

Il crollo del mercato azionario colpì in primo luogo i ceti

ricchi e benestanti ma riducendo drasticamente la loro

capacità di acquisto e d’investimento, finì con l’avere

conseguenze disastrose sull’economia di tutto il paese e

sull’intero sistema economico mondiale che ormai

dipendeva in larga parte da quello statunitense. Gli effetti

planetari furono aggravati dal fatto che gli Stati Uniti

cercarono di difendere la propria produzione inasprendo il

protezionismo e contemporaneamente ridussero fino a

sospenderla, l’erogazione dei crediti all’estero.

Il protezionismo statunitense indusse gli altri paesi ad

adottare misure analoghe a difesa della propria bilancia

commerciale: tra il 1929 e il 1932 il valore del

commercio mondiale si contrasse di oltre il 60 %

rispetto al triennio precedente. La recessione economica si

diffuse in tutto il mondo: crollarono le imprese, crebbe il

numero dei disoccupati e l’agricoltura attraversò una crisi

senza precedenti dovuta all’instaurazione dei regimi

protezionistici. Nei soli Stati Uniti i disoccupati raggiunsero

quota 14 milioni, e in Europa 15 milioni.

Il New Deal

Nel novembre 1932 si tennero le elezioni presidenziali.

Il presidente uscente, Hoover fu sconfitto dal democratico

Franklin Delano Roosevelt governatore dello stato di New

York.

Quando presentò la sua candidatura Roosevelt non aveva

un programma organico da contrapporre ai repubblicani ma

fin dal momento della campagna elettorale, seppe

instaurare con le masse un rapporto basato su notevoli doti

comunicative e capì che la condizione preliminare di

un’azione politica stava nella capacità di infondere

speranza e coraggio nella popolazione (celebri divennero le

conversazioni al caminetto, trasmissione radiofonica che

teneva spesso per illustrare ai concittadini la sua attività).

Roosevelt annunciò di voler iniziare un “New Deal” –

nuovo patto – nella politica economica e sociale: un nuovo

stile di governo che si sarebbe caratterizzato soprattutto

per un più energico intervento dello Stato nei processi

economici.

Il New Deal fu avviato immediatamente nei cosiddetti 100

giorni, con una serie di provvedimenti che dovevano servire

da terapia d’urto per arrestare il corso della crisi : fu

ristrutturato il sistema creditizio, fu svalutato il dollaro per

rendere più competitive le esportazioni, furono aumentati i

sussidi di disoccupazione e furono concessi prestiti per

garantire ai cittadini indebitati di estinguere le ipoteche

sulle case.

A questi provvedimenti di emergenza il governò affiancò

dei provvedimenti più organici e qualificanti :

A.A.A.

- : Agricultural Adjustment Act che si

proponeva di limitare la sovrapproduzione nel settore

agricolo assicurando premi di denaro a coloro che

avessero ridotto coltivazioni e allevamenti.

N.I.R.A.

- : National Industrial Recovery Act che

imponeva alle imprese operanti nei vari settori, dei

codici di comportamento volti a evitare le conseguenze

di una concorrenza troppo accanita, ma anche a

tutelare i diritti e i salari dei lavoratori.

T.V.A.

- : Tennessee Valley Authority un ente che

aveva il compito di sfruttare le risorse idroelettriche

del bacino del Tennessee producendo energia a buon

mercato a vantaggio degli agricoltori ed anche

impegnato in opere di sistemazione del territorio e di

conservazione della natura.

Negli anni successivi il governo potenziò ulteriormente

l’iniziativa statale, varando vasti programmi di lavori

pubblici, destinati a creare nuovi posti di lavoro e a offrire

nuovi sbocchi agli investimenti industriali, e ampliando al di

là di ogni consuetudine il flusso della spesa pubblica : il

tutto nella convinzione che le difficoltà derivanti dalla

crescita del deficit potessero essere ampiamente

compensate dal contemporaneo aumento della produzione

del reddito.

Parallelamente furono varate una riforma fiscale, una legge

sulla sicurezza sociale e una nuova disciplina dei rapporti di

lavoro.

La fine del laissez – faire

Nel 1936 un economista inglese, John Keynes pubblicò il

Occupazione, interesse e moneta. Teoria

suo volume

generale che aprì un nuovo capitolo nella storia della

scienza economica. Keynes confutò alcune proposizioni

fondamentali della teoria economica classica in particolare

quelle secondo cui il mercato tenderebbe spontaneamente

a produrre l’equilibrio fra domanda e offerta e a

raggiungere la piena occupazione delle unità di lavoro

disponibili (Adam Smith e la “mano invisibile) .

Egli riteneva invece che i meccanismi spontanei del

capitalismo non fossero in grado di consentire da soli

un’utilizzazione ottimale delle risorse, per cui attribuì allo

Stato il compito di accrescere il volume della domanda

effettiva manovrando in senso espansivo la spesa pubblica.

Questa poteva essere finanziata anche con il ricorso ai

deficit di bilancio e con l’aumento della quantità di moneta

in circolazione. Gli effetti inflazionistici di queste procedure

sarebbero stati compensati dai benefici che le spese statali

avrebbero arrecato al reddito e alla produzione. Keynes

teorizzò perciò le politiche di manovra della spesa pubblica,

come quella realizzata in parte dallo stesso Roosevelt,

dichiarando il nuovo ruolo di soggetto attivo dello stato nel

sistema economico e perciò dando inizio al capitalismo

diretto (programmato dall’alto).

La Scapigliatura

La Scapigliatura non è una scuola o un movimento

organizzato, con una poetica comune precisamente

codificata all’interno di scritti teorici.

Gli Scapigliati erano un gruppo di scrittori vissuti tra gli

anni 60 e 80 dell’800’ a Milano e che erano accomunati da

un’insofferenza per le convenzioni della letteratura

romantica ,in particolare quella di Manzoni, per i principi e i

costumi della società borghese e mossi da un impulso di

rifiuto e di rivolta che si manifestò nell’arte così come nelle

loro vite.

Il termine “scapigliatura” fu proposto per la prima volta

nell’opera di Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti)

“La Scapigliatura e il 6 febbraio”, a designare un gruppo di

ribelli alla loro classe di appartenenza che amavano vivere

in maniera eccentrica e disordinata.

Scapigliato è anche il termine italiano usato per tradurre la

bohème :

parola francese ovvero abitante della Boemia,

terra dalla quale si pensava provenissero gli zingari.

Per la prima volta con gli scapigliati appare in Italia il

conflitto tra scrittore e società : se prima gli intellettuali

avevano ancora un preciso ruolo sociale in quanto

propugnatori di valori e celebratori delle glorie del passato,

con la modernizzazione economica e sociale e con

l’affermazione di un vero e proprio mercato letterario e

artistico l’intellettuale è respinto ai margini della società ed

egli stesso come tutti gli altri ha il dovere di produrre della

merce che poi procurerà un determinato profitto. Di fronte

a questa modernità gli scapigliati reagiscono con uno stile

di vita ribelle e anticonformista, rifiutando radicalmente le

norme morali e le convenzioni sociali.

In realtà l’atteggiamento degli scapigliati può essere

definito come un dualismo : da un lato il loro impulso

originario è di repulsione e orrore, dall’altro però essi si

rassegnano delusi e disincantati a rappresentare il vero, gli

aspetti più materiali e turbi della stessa esistenza. Essi si

sentono divisi tra Ideale e Vero, bene e male; virtù e vizio,

bello e orrendo senza possibilità di conciliazione.

Questo stato di incertezza domina non solo la loro

produzione ma anche le loro stesse vite infatti molti

scapigliati moriranno alcolizzati e anche suicidandosi.

Temi per eccellenza della scapigliatura furono l’irrazionale e

il fantastico, il sogno, l’allucinazione ,il nero e il macabro, la

morte l’orrore e il satanismo .

I modelli ai quali gli scapigliati si riferirono furono

sicuramente Edgar Allan Poe per il gusto del macabro e

della morte e anche Baudelaire che aveva scritto

dell’angoscia della vita moderna nelle grandi metropoli.

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