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Sintesi Tesina sulla comunicazione
"Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano". Con questa frase tratta dal libro "Manuale del guerriero della luce" di Paulo Coelho, è possibile definire il migliore mezzo di comunicazione del mondo, lo sguardo dell'essere umano.
La seguente tesina di maturità ha quale intento quello di descrivere il tema della comunicazione, prendendo in analisi la censura e la propaganda tra arte e letteratura, inoltre in Pedagogia si analizzano i mass media, la funzione da questi svolta. In ambito filosofico la tesina permette di collegare il tema della comunicazione con la comunicazione filosofica e l'uso che ne fanno filosofi come Jakobson, Bachtin, Goffman. In Arte viene presa in analisi invece la corrente surrealista, con Magritte e infine in Biologia si prende in analisi il linguaggio e l'apparato respiratorio.
Collegamenti
Tesina sulla comunicazione
Italiano e Storia : La censura e la propaganda.
Pedagogia: I Mass media.
Filosofia: La comunicazione filosofica (Jakobson,Bachtin,Goffman,Eco).
Arte: Il surrealismo e Magritte.
Biologia: Il linguaggio e l'apparato respiratorio.
Dal 1924 furono stabiliti rapporti sempre più stretti fra il cinema e il potere politico.
All’Istituto Luce era affidato il compito di diffondere l’istruzione di base e di svolgere
opera di propaganda attraverso il nuovo mezzo cinematografico. Nacquero così i film
Luce, notiziari proiettati obbligatoriamente nelle sale cinematografiche a partire dal
1926,che divulgavano simultaneamente in tutto il territorio nazionale le opere del
regime e mettevano in risalto la figura di Mussolini,nell’intento di creare il “mito del
duce”,personaggio trascinatore e infallibile. Vennero prodotti serie di film eroici che
esaltavano le virtù guerriere degli italiani e dei fascisti.
Quest’azione di propaganda venne svolta in condizioni di monopolio,in quanto non era
ammessa nessuna voce di opposizione. Grazie da un lato alla repressione e dall’altro
all’azione propagandistica lo Stato fascista riuscì a raggiungere alla metà degli anni
Trenta un livello di consenso relativamente elevato, per quanto passivo e statico.
Dal 1933 anche il regime nazista, come tutti i governi totalitari, utilizzò la repressione
e la propaganda come strumenti per inquadrare i tedeschi nel regime. Nel 1933,
Goebbels venne chiamato a rivestire la carica di Ministro della Propaganda del primo
gabinetto Hitler, carica che manterrà ininterrottamente fino alla fine del Terzo Reich.
In tale veste Goebbels assunse il controllo totale di ogni ramo dell'informazione e della
vita culturale e sociale tedesca (stampa, cinema, teatro, radio, sport), ovunque
applicando con rigore i principi della "morale nazista" e divenendo così il vero e proprio
"dittatore della cultura" del Terzo Reich. Fu il principale artefice delle campagne di
"arianizzazione" rivolte contro l'«arte degenerata» moderna e contro la «scienza
ebraica, massonica e bolscevica»,che costrinsero all'esilio centinaia di artisti e
scienziati, ebrei e non. I fascisti tendevano a distinguersi perfino da caratteristiche
fisiche e comportamentali quali,ad esempio,il volto sbarbato e un corpo
allenato(simbolo di una vita attiva e sportiva);il modo di camminare che doveva
imprimere sicurezza:movimenti veloci e scattanti;un proprio modo di salutare:braccio
e mano tesi in avanti,il cosiddetto saluto romano obbligatorio nelle circostanze ufficiali
e nelle parate.
Rimangono famosi i roghi di libri che egli organizzò a Berlino istigando gli studenti
nazionalsocialisti a perlustrare e saccheggiare le biblioteche alla ricerca di opere
proibite dal regime. Durante la guerra, e specialmente dopo i primi rovesci al fronte
che resero critica la situazione della Germania, l'abile opera di propaganda portata
avanti da Goebbels con perizia e fanatismo riuscì in buona parte convincere il popolo
tedesco ad accettare i sempre più numerosi sacrifici che gli erano imposti.
Egli creò un nuovo modo di fare propaganda, ancor oggi largamente utilizzato, basato
sulla continua ripetizione di notizie parziali o palesemente false rigidamente
controllate dal vertice: il futuro «radioso» della Germania, la crudeltà degli alleati che
chiedevano una «resa incondizionata», le «armi miracolose» sono solo alcuni dei temi
utilizzati che contribuirono ad alimentare la resistenza quando l'esito della guerra,
dopo gli iniziali successi, era già compromesso e ad allontanare l'ora della disfatta.
Il Ventennio fascista, dall’emanazione delle leggi fascistissime del 1925, sarà
caratterizzato dalla censura e la sospensione tutte le pubblicazioni periodiche
contrarie al fascismo, tutte le pubblicazioni non approvate e autorizzate dal governo
vennero considerate illegali. Dopo la fine della guerra e la caduta del fascismo,con la
vittoria della Repubblica decisa dal referendum del 2 giugno 1946, l’Assemblea
Costituente approvò il 22 dicembre 1947 la Costituzione della Repubblica
Italiana,tuttora in vigore.
Il particolare momento in cui ha operato la Costituente, all'uscita da un ventennio in
cui la libertà era stata completamente violata, aveva spinto una larga maggioranza dei
Costituenti ad individuare nella libertà di stampa uno dei cardini del nuovo stato
democratico
Il primo comma dell’art.21 della Costituzione Italiana stabilisce in modo ampio e
rivolto a tutti, la libertà di esprimere il proprio pensiero, non solo con la parola , ma
con qualunque altro mezzo di diffusione.
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione »
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Proprio la fine delle
guerre hanno portato tutte le popolazioni coinvolte a una maggiore riflessione
sull’utilizzo della propaganda e dei mezzi di comunicazione, facendo nascere
sentimenti di odio e di paura di un eventuale ritorno agli anni bellici.
La diffusione delle comunicazioni di massa, lo sviluppo dell’industria culturale
trasformano la condizione degli intellettuali e degli stessi scrittori . La creazione di
una cultura di massa e, nei regimi fascisti , l’intervento diretto da parte dello stato
tendono a coinvolgere gli intellettuali che possono o accettare le nuove condizioni di
lavoro o sottrarvi per riaffermare il valore universale della cultura .
Da un lato , quindi , gli intellettuali vengono subordinati all’industria culturale e alle
direttive dello Stato , diventando dei “salariati” , dall’altro una parte di essi proclama
che la letteratura è una condizione esistenziale da viversi con dedizione religiosa.
Da questa concezione vengono a formarsi anche i due tipi prevalenti di letterato degli
anni Trenta: il “letterato-letterato” che si disinteressa della politica e vive nella torre
d’avorio della cultura e della letteratura , e il “letterato-ideologo” che agisce all’interno
degli apparati politici per sostenerli o per contestarli .
La politica culturale del fascismo non fu soltanto repressiva ma fu anche propositiva.
La repressione consisteva nella censura su giornali e libri , sul controllo dell’editoria
tramite la diffusione delle Veline , che imponevano certe notizie e impedivano di
diffonderne altre.
Anche sui nomi e sulle parole il fascismo impone la sua ideologia nazionalistica. Gli
Italiani sono invitati a far uso di termini nuovi, purché "genuinamente italiani", in
sostituzione di quelli di origine straniera o che sembrano tali. Tutto ciò che è straniero
è infatti visto come estraneo, non patriottico. I bar si trasformano in “quisibeve” , i
sandwich in “tramezzini” ed il football in “calcio”.
L'italianizzazione coinvolge anche molti cognomi terminanti con una consonante e
quindi apparentemente "stranieri": a questi viene aggiunta una vocale finale per
renderli foneticamente "più italiani", l'operazione viene motivata con la "legittimità'"
per ogni italiano di "reclamare" un cognome italiano. Il fascismo tenta di imporre l'uso
voi, lei.
del al posto del
Come già detto in precedenza , molto importante è il ruolo dei Mass Media .
I Mass Media sono oggetto di studio e approfondimento da parte degli educatori, per
il medium è il
gli effetti che provocano. Il sociologo Mc Luhan ha affermato che “
messaggio “: con questa affermazione ha voluto dice che lo stesso possesso di un
mezzo di comunicazione lancia un messaggio a chi ci osserva . medium è il
Altri sociologi hanno modificato la frase di Mc Luhan, affermando che “il
massaggio” riferendosi al simbolico massaggio mentale che eseguono su di noi i messi
di comunicazione .
Negli ultimi tempi l’uso dei mezzi di comunicazione si è fatto sempre più individuale :
si pensi per esempio alle prime famiglie che possedevano un televisore che finivano per
ospitare tutto il vicinato per guardare i quiz di Mike Bongiorno .
Gli effetti prodotti dai Mass Media non possono essere sottovalutati anche perché i
produttori televisivi sono a caccia di nuovi telespettatori.
Particolarmente sentito è il problema legato all’uso sempre più frequente del televisore
da parte dei bambini . Alcuni genitori sono orgogliosi di avere bambini di 3 / 4 anni
capaci di riconoscere tutti i personaggi televisivi e di fare zapping ad una velocità
impressionante.
Il filosofo Karl Popper ha sostenuto che la Tv sia diventata una scuola parallela
definendola anche una “cattiva maestra” arrivando al punto di proporre una patente
per chiunque faccia televisione. Il forte legame tra bambini e tv ha portato proprio i
bambini a sostituire la compagnia dei genitori con quella dello schermo e questo ha
prodotto carenze affettive, mancanza di comunicazione ed una percezione falsata della
realtà.
La psicologa Anna Oliverio Ferraris ha individuato gli effetti della Tv sui bambini ,
quali : Effetti fisici negativi , come l’obesità.
Scollegamento dalla realtà
Aggressività
Difficoltà di apprendimento
Stili di vita condizionati
Altri effetti generali della Tv sui bambini sono:
Identificazione con i personaggi Tv ( atteggiamenti aggressivi)
Propensione al consumismo (desiderio irrefrenabile di acquistare tutto ciò che
si vede in tv )
Dipendenza passiva da parte del bambino ( con conseguente mancanza del
pensiero autonomo)
Per tutti questi motivi è fondamentale il ruolo dei genitori; Lo psicologo Petter ritiene
che non serva a nulla spegnere o vietare la tv ai figli ma sia più utile trovare il tempo
per guardare la tv con i propri figli .
Umberto Eco ha distinto coloro che si occupano dei Mass Media in 2 grandi categorie:
Gli apocalittici : sono quelli che non riescono proprio a trovare qualcosa di
positivo nei Mass Media.
Gli integrati : sono quelli che riescono a individuare aspetti positivi e negativi .
Tra gli apocalittici rientra senz’altro Neil Postman , che ha affermato che è in atto una
guerra psicologica che vede protagonisti da un lato la scuola e dall’altro i Mass Media ,
e prevede che i Mass Media prenderanno il posto della scuola nell’educazione dei
giovani .
Un modo per evitare che ciò si avveri è rappresentato dalla “Media Education “ si
tratta di un programma che permetterebbe alla scuola di educare gli alunni ai media e
con i media. In pratica si chiede alla scuola di non demonizzare la tv ma di
promuovere una fruizione critica e consapevole basata sul dialogo tra alunno e
docente.
Il pensiero filosofico del Novecento ha cercato inoltre di rispondere a dei quesiti sulla
comunicazione attraverso varie riflessioni , in cui è possibile individuare 4 modelli di
risposta che rappresentano la comunicazione :
Come trasmissione di informazioni
Come dialogo
Come interazione
Come interpretazione
Il primo modello di risposta considera la comunicazione come un passaggio di
informazioni da un mittente a un destinatario. Il ruolo del destinatario è
sostanzialmente passivo poiché la sua funzione è solo di ricevere dei contenuti. Il
contesto tipico per il quale sono state elaborate queste teorie , è quello della
comunicazione faccia a faccia.
Secondo il modello Jakobson , il linguaggio deve essere studiato in tutte le sue
funzioni. Per tracciare un quadro di queste funzioni è necessaria una sintesi di tutti i
processi linguistici della comunicazione. Il mittente invia un messaggio al destinatario
; per funzionare , il messaggio richiede in primo luogo il riferimento ad un contesto che
possa essere afferrato dal destinatario, in secondo luogo esige un codice comune al
mittente e al destinatario , e infine un contatto ( fisico o psicologico) fra mittente e
destinatario che consenta loro di stabilire e mantenere la comunicazione.
Ciascuno di questi fattori da origine a una funzione linguistica diversa. La diversità
dei messaggi si fonda sul diverso ordine gerarchico fra di esse. La struttura verbale di
un messaggio dipende prima di tutto dalla funzione predominante , ma anche
funzione
dall’atteggiamento verso il referente e rispetto al contesto. Quindi la
referenziale è la funzione prevalente in molti messaggi.
funzione emotiva,
Mentre la che si concentra sul mittente, tende a suscitare una
emozione , vera o finta che sia. La funzione emotiva colora tutte le nostre espressioni a