Collegamenti geografia
Durante il XIX secolo ci furono moti rivoluzionari non solo in Europa, ma anche in tutta l’America Latina. Dal 1811 al 1828, tutti gli stati dell’America centro-meridionale conquistarono l’indipendenza, dall’Argentina al Messico per opera di valorosi generali, José de San Martìn e Simòn Bolìvar. In particolare ci siamo soffermati con la professoressa di geografia sull’indipendenza cubana.
Cuba
Nel XIX secolo Cuba era una colonia spagnola, ma nel 1821 scoppiò una rivolta indipendentista guidata da José Martì. Quando i cubani avevano ormai vinto la rivoluzione, gli Stati Uniti, usando un semplice pretesto, entrarono in guerra contro la Spagna a favore di Cuba, che ora si ritrovava ad essere neocolonizzata dagli USA ma indipendente dalla Spagna. Così i ricchi statunitensi, sfruttarono le terre colonizzate a Cuba. Negli anni 50’, dopo più di un secolo di occupazione americana, si formò a Cuba un partito comunista contrario ai sistemi capitalisti con a capo quattro giovani universitari, Raul e Fidel Castro, Ernesto “che” Guevara e Camilo Cienfuegos, i quali organizzarono un esercito ribelle contro il dittatore Fulgencio Batista sostenuto dagli USA. Nel 1959, dopo la battaglia di Santa Clara, l’esercito ribelle rovesciò la dittatura di Batista il quale fu costretto a fuggire. Il nuovo governo comunista avviò una campagna di nazionalizzazione delle terre cubane e cacciò da Cuba gli americani. Iniziano così le ostilità con gli USA i quali decretano un embargo commerciale. Così Cuba, per mantenere il Paese in equilibrio economico, è costretta ad avvicinarsi all’URSS. Nel 1962, alcuni emissari della CIA scoprono sull’isola missili russi: il mondo teme la guerra atomica(definita crisi cubana). Successivamente il crollo dell’URSS priva Cuba degli aiuti finanziari e il Paese subisce una grave crisi economica. Oggi Cuba è guidata sotto l’operato di Raul Castro ed i problemi economici non sono stati ancora risolti. Tuttavia alcuni tra gli ISU sono tra i più elevati tra i Paesi dell’America Latina.
India
Un altro grande movimento di indipendenza che abbiamo trattato quest’anno fu quello che si verificò in India dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’indipendenza indiana si colloca nel processo di decolonizzazione avvenuto a partire dal 1945. IL movimento indipendentista fu condotto da Mohandas Gandhi, detto Mahatma, grande anima. Gandhi aveva viaggiato in Europa e nelle altre colonie inglesi, tra cui il Sudafrica, dove aveva osservato la segregazione a cui erano sottoposti gli africani. Così, tornato in India, Gandhi si avvicinò al partito del Congresso per organizzare assieme all’amico Nehru l’indipendenza indiana. Essendo di religione giainista, la quale rifiutava ogni forma di violenza, Gandhi basava le sue strategie sulla resistenza passiva, sulla non violenza e sul boicottaggio, invitando il popolo indiano a non acquistare i prodotti inglesi ed ad usare come armi gli scioperi della fame. Ad esempio Gandhi invitava il popolo a non acquistare il sale di monopolio inglese, ma di prelevarlo dalle coste indiane. Questo episodio fu definito “la marcia del sale”. Intanto il Mahatma portava all’attenzione delle stampe europee la causa indiana e il Regno Unito concesse l’indipendenza.
Collegamenti scienze
Contemporaneamente al Risorgimento italiano, in Europa e negli Stati Uniti, si sviluppò l’ideologia del darwinismo sociale, che prese spunto dalle scoperte di Charles Darwin. Secondo i sostenitori di queste idee anche nella società umana vi è una selezione naturale, che distingue tra loro gli individui e i popoli. In tal modo le disuguaglianze sociali venivano presentate come necessità naturali e inevitabili. Oltre alla teoria sull’evoluzione delle specie di Darwin, convivevano altre scoperte e teorie di altri scienziati. In classe con la professoressa di scienze, abbiamo affrontato ed approfondito le scoperte e le leggi di Mendel. Johann Gregor Mendel, considerato il fondatore della genetica, la scienza che studia la trasmissione dei caratteri ereditari, nacque nel 1822 nella città di Heinzendorf in Moravia. Da subito mostrò una passione ed interesse per la natura. Cominciò allora, in età più matura, a frequentare gli studi dei licei e delle università. Ma data la sua ristrettezza economica, egli non poté proseguire i suoi studi all’università e decise di continuarli nel monastero di San Tommaso nella città di Brno. Qui fece i suoi esperimenti per cui oggi è conosciuto, e visse qui per il resto della sua vita, fino a quando morì il 6 gennaio del 1884. Durante la sua vita egli enunciò tre leggi fondamentali, le tre leggi di Mendel. La prima legge, definita anche legge della dominanza, stabilisce che tra l’incrocio tra una pianta appartenente alla linea pura con il carattere dominante(=gene che maschera l’altro gene in una coppia di geni, definiti alleli) e una pianta appartenente alla linea pura con il carattere recessivo(=gene la cui azione viene mascherata dal gene dominante) produce discendenti tutti uguali che manifestano solo il carattere dominante. La seconda legge, detta anche legge della segregazione degli ibridi, stabilisce che dall’incrocio di due individui ibridi(=piante ottenute dall’incrocio di due individui di linea pura) nascono sia individui con il carattere dominante, sia individui con il carattere recessivo, e precisamente il 25% con il carattere recessivo e il 75% con il carattere dominante. La terza legge di Mendel, detta anche legge dell’indipendenza dei caratteri, afferma che incrociando individui che differiscono per più caratteri, ognuno di questi si trasmette alla discendenza seguendo la prima e la seconda legge, indipendentemente dagli altri caratteri. Successivamente alle scoperte di Mendel si definirono i termini omozigote(=individuo che possiede una coppia di alleli uguali), eterozigote(=individuo che possiede una coppia di alleli diversi),alleli(=coppia di geni che determinano un certo carattere), genotipo(=insieme dei caratteri ereditari di un individuo), fenotipo(=espressione visibile del genotipo) e si studiarono con più precisione grazie ai moderni macchinari le malattie ereditarie.