Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 39
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 1 Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinematografia e gastronomia,tesina Pag. 36
1 su 39
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Collegamenti
Cinematografia e gastronomia,tesina



STORIA:Jona che visse nella balena / La vita è bella.L’alimentazione in tempo di guerra dei civili e dei deportati nei campi di concentramento
ITALIANO:Primo Levi,il cibo fonte di ispirazione nel romanzo Se questo è un uomo e il Neorealismo.
FRANCESE:Julia & Julie / Ratatouille,la gastronomie française.
DIRITTO:Meat the truth – Carne, la verità sconosciuta.Allevamento intensivo ed effetto serra, cosa hanno in comune?
ALIMENTAZIONE: Focaccia blues / Super size me.Confronto tra il regime alimentare mediterraneo e quello americano, pro e contro.Malattie legate alla scorretta assunzione degli alimenti.
MATEMATICA:La grande abbuffata
Rapporto come giusta misura di ingredienti in una ricetta e rapporto come divisione matematica
ECONOMIA GESTIONALE DELL’AZIENDA RISTORATIVA:Il bilancio
Estratto del documento

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

Introduzione

Il cibo è l’elemento vitale dell’uomo, sia per il suo corpo che per la sua

anima; è il bagaglio culturale delle civiltà ed è, quindi, capace di mo-

strare le caratteristiche delle varie società, facendole distinguere le

une dalle altre.

Perciò, il cibo è qualcosa di più che semplice materia utile al buon

funzionamento del corpo, caricandosi di significati e simboli fonda-

mentali nella vita di ogni persona.

Non stupisce dunque che molti artisti gli abbiano dedicato grande at-

tenzione, così come avviene con il teatro, la pittura, e soprattutto il

cinema: quest’ultimo è una forma d’arte in cui il bisogno e il desiderio

di mangiare sono stati tematizzati e declinati in modi diversi

"A casa nostra, nel caffellatte non ci mettiamo niente: né il caffè, né il latte"

-Totò

3

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

Jona che visse nella balena

ANNO: 1993

REGIA: Roberto Faenza

ATTORI: Juliet Aubrey [Hanna], Jean-

Hugues Anglade [Max],

Luke Petterson [Jona a 4 anni],

Jenner Del Vecchio [Jona a 7 anni]

TRAMA:

1942. Jona ha quattro anni e vive ad Amster-

dam con i genitori ebrei. Un giorno il piccolo

viene portato via dai nazisti insieme alla madre

e al padre nel campo di smistamento di

Westerbrock. Dopo pochi mesi vengono portati

a Bergen-Belsen, un campo di transito in Ger-

mania. Qui i genitori possono vedersi sempre

più raramente e il padre muore per gli stenti. Arriva il giorno di un nuovo trasferi-

mento, mentre la madre di Jona è gravemente ammalata. Il convoglio viene bombar-

dato e i sopravvissuti liberati dall’Armata Rossa. La mamma muore nel bel villaggio di

campagna dove sono stati portati. Riportato ad Amsterdam Jona verrà affidato a vec-

chi amici dei genitori.

FRASI CELEBRI E CITAZIONI:

“Guarda sempre il cielo e non odiare mai nessuno”

[Juliet Aubrey]

“Si può perdonare senza dimenticare?”

[Jenner Del Vecchio]

4

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

La vita è bella

ANNO: 1997

REGIA: Roberto Benigni

ATTORI: Roberto Benigni [Giudo Orefice],

Nicoletta Braschi [Dora], Giorgio Cantarino

[Giosué Orefice]

TRAMA:

Guido Orefice è un giovane ebreo che si trasferisce in

quel di Arezzo per lavorare come cameriere in un al-

bergo dove è già impiegato suo zio Eliseo. Durante il

viaggio Guido incontra Dora , una maestra elemen-

tare di cui si innamora a prima vista e che trasfor-

merà nella sua “Principessa”. L’esuberanza di Guido

gli creerà qualche problema in città e sul lavoro, spe-

cialmente con i militari fascisti tra cui c’è il fidanza-

to di Dora. Questo non fermerà Guido che dopo una corte serrata riuscirà a conquista-

re la sua “Principessa” e a sposarla. Nascerà così il piccolo Giosuè la cui infanzia coin-

ciderà purtroppo con l’entrata in vigore delle vergognose “leggi razziali fasciste”, prov-

vedimenti che porteranno Guido e la sua famiglia in un lager nazista. Sarà qui che

Guido cercherà in tutti modi di proteggere il figlio dal tragico orrore che li circonda,

trasformando la deportazione e la prigionia in un sorta di avventuroso gioco a premi.

FRASI CELEBRI E CITAZIONI:

“Buongiorno, principessa! Stanotte t'ho sognata tutta la notte, andavamo al cinema, e

avevi quel tailleur rosa che ti piace tanto, non penso che a te principessa, penso sempre

a te!” [Roberto Benigni]

“Abbiamo vinto!”

“Sì, abbiamo vinto... Giosuè...”

“Mille punti da schiantare dal ridere. Primi, si ritorna a casa col carro armato: abbia-

mo vinto!“ [Conversazione tra Giorgio Cantarino e Nicoletta Braschi]

“Noi facciamo la parte di quelli cattivi cattivi che urlano, chi ha paura perde punti.

In tre casi si perdono tutti i punti, li perdono: 1) Quelli che si mettono a piangere; 2)

Quelli che vogliono vedere la mamma; 3) Quelli che hanno fame e vogliono la merendi-

na, scordatevela!” [Roberto Benigni]

5

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

L’alimentazione in tempo di guerra dei civili

e dei deportati nei campi di concentramento

Una delle prime conseguenze delle due guerre mondiali fu il mutamento

dell’alimentazione. Lo stato di guerra mise progressivamente in difficoltà la rete stra-

dale e ferroviaria peggiorando così la circolazione delle merci. Le città furono le più

penalizzate dalla mancanza di approvvigionamenti, ma i problemi non mancarono

neppure nelle campagne. In par-

ticolar modo nell’inverno del ’41

la fame fece la sua comparsa in

quelle campagne in cui l’anno

precedente i contadini, attratti

dai possibili guadagni più che

dallo spirito patriottico, avevano

risposto numerosi all’ordine di

consegnare all’ammasso i loro

prodotti. La convinzione che la

guerra sarebbe stata brevissima

spinse a sottovalutare il proble-

ma dell’approvvigionamento ali-

mentare. Nelle campagne, però,

dopo quel primo inverno si tornò

a una situazione difficile, ma non

disperata, come quella che dovet-

tero affrontare gli abitanti dei

centri urbani. La situazione ap-

parve subito talmente difficile

che ilMinistero dell’Agricoltura lanciò una campagna propagandistica per l’utilizzo di

tutti gli spazi coltivabili nelle città, facendoli diventare i celebri “orti di guerra”, tra-

sformando i parchi e i giardini pubblici in appezzamenti coltivati. Agli orti di guerra si

affiancarono gli allevamenti di polli e conigli sui balconi di casa o nei sottotetto.

Nell’ottobre dello stesso anno, nelle città italiane si distribuirono le tessere per

l’acquisto del pane e dei capi di abbigliamento.

La situazione cominciava a farsi preoccupante, ma c’era ancora la certezza di vincere

la guerra e quindi di trasformare le ristrettezze economiche del presente in un futuro

benessere. Presto quasi tutti i generi alimentari di prima necessità furono soggetti a

distribuzione controllata tramite tessera. Il razionamento impose un ulteriore drastico

ridimensionamento alle razioni alimentari quotidiane. Parallelamente al razionamen-

to con la tessera si presentò un fenomeno chiamato borsanera con cui veniva denomi-

nata la vendita di prodotti alimentari essenziali al di fuori dei canali ufficiali e quindi

in modo illegale.

I prezzi alla borsanera erano molto alti e quindi inaccessibili alla maggior parte della

popolazione, tuttavia il ricorso a essa era diffusissimo e talvolta inevitabile.

Nell’aprile del 1943 le autorità cominciarono a usare il termine mercato nero,

nell’ambito delle campagne di propaganda con le quali si tentò di convincere la popola-

zione che il mercato nero non era una necessità dovuta alla carenza di prodotti, ma

piuttosto la causa stessa di queste mancanze. Le sanzioni previste erano pesanti e

6

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

potevano condurre a pene esemplari.

Tuttavia nessuna minaccia di multa

riuscì a intaccare questo fiorente

mercato clandestino aggravato dalla

dilagante corruzione anche di coloro

che avrebbero dovuto vigilare. La

qualità degli alimenti distribuiti con

la tessera subì un costante peggio-

ramento, non solo quantitativo ma

anche qualitativo. Le caratteristiche

merceologiche di alcuni alimenti au-

tarchici erano scadenti, come la fari-

na “Gentile” e il formaggio “Roma”.

Numerose erano inoltre le frodi e le

adulterazioni. A tutti questi proble-

mi si aggiunse la distribuzione razionata del gas che aveva una scarsa capacità calori-

fera a causa della pressione ridotta. Nell’aprile del ’44 la razione di sale scese a 150

grammi mensili. La scarsità di denaro circolante aveva da tempo imposto il ritorno al

baratto: con un chilo di sale si potevano ottenere fino a dieci chili di farina.

L’esasperazione popolare si esprimeva anche con l’ironia: in Italia l’ultimo buco della

cintura venne battezzato “buco Mussolini”, mentre a Parigi si diceva che la razione di

carne poteva essere avvolta in un biglietto di metropolitana a condizione che questo

non fosse ancora usato, in caso contrario la carne sarebbe caduta attraverso il buco

praticato dal controllore. In Inghilterra la situazione era differente, poiché il cibo era

molto più difficile da trovare che in America. La maggior

parte delle vettovaglie richieste dagli Inglesi doveva essere

importata via mare e le navi mercantili venivano sistema-

ticamente affondate dai sommergibili. Le casalinghe inglesi

preferivano consumare cibi più raffinati. Un rigoroso razio-

namento ebbe inizio nel gennaio 1940 e finì nove anni dopo

la guerra, nel 1954. Tutto ciò che si poteva desiderare di

mangiare o di bere era reperibile solo in quantitativi ridot-

ti. Alcuni generi invece

erano così rari da essere

praticamente introvabili

e per parecchie persone del tutto sconosciuti. I soli

generi di solito disponibili erano il pesce, la farina

di avena, le patate, le carote, la pastinaca e le rape.

Regista di questa rappresentazione era uno degli

eroi della guerra britannica, Lord Woolton, che si

meritò il rispetto generale per la sua onestà, per la

suaingegnosità e per la sua serenità nell’affrontare

delle difficoltà tremende. In particolare il suo mini-

stero fu infaticabile nel promulgare consigli e nel

proporre alternative come la marmellata di carote,

l’insaccato di soia, il caffè Vittoria, fatto con ghian-

de secche. 7

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

Ben più grave era la situazione per i prigionieri dei campi di concentramento che vive-

vano in condizioni disumane, non solo per quanto riguarda l’alimentazione.

La sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo. I cambi di bian-

cheria si succedevano ad intervalli pluri-settimanali e persino mensili e gli internati

non avevano la possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diver-

se malattie. Molti malati non venivano accettati in ospedale per il troppo affollamento.

I più deboli e coloro che non avevano speranze di pronta guarigione erano portati nelle

camere a gas oppure soppressi in ospedale con iniezioni di fenolo al cuore.

Oltre alle esecuzioni e alle camere a gas, un efficace mezzo di sterminio era il lavoro,

come ad esempio l’ampliamento

del campo di concentramento,

la costruzione di baracche,

strade, canali di prosciugamen-

to.

Il valore energetico della razio-

ne quotidiana di un detenuto

nel campo doveva essere di

1700-2500, ma la realtà era ben

diversa. La distribuzione dei

pasti e degli alimenti era effet-

tuata da Tedeschi senza scrupo-

li che portavano via dalle cucine

i pentoloni con la zuppa, il "caf-

fè", il "tè" ed altri alimenti, per poi distribuirli tra i prigionieri, non prima di averne

prelevato per sé una buona parte. Così il reale valore energetico era di circa 1300-1500

calorie. A colazione il detenuto riceveva circa mezzo litro di “caffè”, ovvero un decotto

di erbe; a pranzo circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure avariate.

La cena consisteva in circa 300-350 grammi di pane nero, duro come pietra, in quanti-

tà irrisorie di un altro alimento e in una bevanda d'erbe. Il lavoro pesante e la fame

causavano l'esaurimento totale dell'organismo. E’ noto, come sostengono gli scienziati

dell’alimentazione, che un uomo sottoposto ad un lavoro gravoso e prolungato come

quello svolto dai prigionieri di Mauthausen a-

vrebbe avuto bisogno di poter usufruire di al-

meno 3500-5000 calorie giornaliere. Con il vitto

fornito dalle SS e con un apporto calorico che

nel 1945 non superava le 700 calorie giornalie-

re, la media di vita dei prigionieri, che sino

all’autunno 1939 era di circa 15 mesi, si abbas-

sò di anno in anno fino a 5 mesi. Sempre che le

malattie non ne anticipassero, ancor più tragi-

camente, la morte.

Alcune fotografie scattate dopo la liberazione

del campo mostrano detenute divenute quasi

cadaveri e con un peso variabile dai 23 ai 35 Kg.

La fame nei campi diventava un incubo e un’ossessione, dalla quale era impossibile-

scappare. 8

V^RF Francesco Guerra A.S. 2013/2014

Primo Levi e il Neorealismo

PRIMO LEVI (1919–1987) visse in prima persona

l’abominio dell’internamento in un campo di con-

centramento nazista. Laureato in chimica, nel

1943 venne catturato dalla milizia fascista in se-

guito alla sua adesione a una banda partigiana.

Internato in un campo di concentramento a Mode-

Dettagli
39 pagine
1 download