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FISICA - Ottica: dalla ripresa alla proiezione
FILOSOFIA - Da Walter Benjamin a Marx
SCIENZE - I come e i perchè dei viaggi nello spazio
DISEGNO E ARTE - Architettura e scenografia
LETTERATURA ITALIANA - I letterati e l'industria cinematografica. Cinema italiano: il neorealismo
INGLESE - Literature and progress
LATINO - Tacito e lo stile cinematografico
PREMESSA
Il cinema è uno dei media più influenti e diffusi e, ormai, non ci sorprende affatto se la gente accorre in massa alla
proiezione dell’ultimo successo o se affitta dalla videoteca qualche cult movie.
Questa tesina si propone non di mostrare ciò è presentato nel cinema, le storie, i temi o i generi, ma il modo in cui il
cinema mostra, si accinge a illuminare, quindi, tutto ciò che sta dietro alla proiezione del singolo film, quello spettacolo
che solitamente non vediamo perché “nascosto” dietro lo schermo.
1 IL MONDO QUANDO NACQUE IL CINEMA
Il cinema fece la sua prima apparizione a metà degli anni novanta dell'Ottocento, in epoca
segnata ormai dallo sviluppo tecnologico e dalla società di massa. Il cinema è erede
proprio di tale sviluppo che si radica in tutto l’ottocento.
L'invenzione del cinema fu un lungo processo che coinvolse tecnici e imprenditori di molti paesi. Le battaglie fra i
concessionari dei brevetti negli Stati Uniti rallentarono lo sviluppo di quest’industria, mentre le società francesi presto
conquistarono il primo posto nei mercati di tutto il mondo.
Il cinema crebbe fino a trasformarsi in industria internazionale. La novità dell'invenzione costituì motivo di curiosità
delle prime, brevi proiezioni di immagini in movimento, ma verso la fine degli anni Dieci, il lungometraggio divenne
l'elemento costitutivo degli spettacoli cinematografici.
1.1 LA BELLE ÉPOQUE
Lo sviluppo tecnologico e industriale che si era verificato nella seconda metà dell’ottocento
generò un clima di euforia e di ottimismo, legato alla fiducia in un progresso che appariva
inarrestabile. Crebbe così un senso di spensieratezza e di voglia di vivere che caratterizzò la
fine dell’ottocento, definita proprio per questo belle époque, un’epoca “bella” in cui si
sperimentavano stili di vita impensabili fino a qualche decennio prima.
Migliorarono le condizioni igieniche, si moltiplicarono i divertimenti, nacque lo sport di
massa, mentre i manifesti pubblicitari propagandavano i tanti prodotti dell’industria.
Questo rapido mutamento comportò però anche aspetti più problematici (crisi della famiglia,
rifiuto delle convenzioni sociali e diffusione di comportamenti “trasgressivi”), che
corrispondevano all’esigenza di aggiornare, assieme alle abitudini quotidiane, anche la
mentalità e la morale comune, ma che esprimevano anche l’inquietudine e l’insicurezza
dovute alla perdita di valori di riferimento. Si determinò così quella crisi esistenziale,
destinata a riflettersi nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel pensiero filosofico di fine
secolo, con Sigmund Freud per esempio. Un altro aspetto inquietante dell’epoca fu
l’esplosione d’irrazionalità, che alimentò i rigurgiti di nazionalismo (inteso come arrogante
presunzione di supremazia di una nazione sulle altre), di razzismo, di xenofobia (avversione per
gli stranieri) e di antisemitismo.
1.2 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
La seconda rivoluzione industriale è il processo di sviluppo industriale iniziato nella seconda
metà dell'Ottocento.
L'acciaio permise nuove soluzioni nel campo della meccanica e il cemento armato, nel 1870 in
quello delle costruzioni. Lo stesso modo di produrre mutò a fondo: accanto a macchine sempre
più evolute, in grado di prendere il posto dell'operaio comparve la catena di montaggio: un
lavoro difficile, come costruire un'auto, veniva ora diviso in tanti piccoli lavori semplici che
anche un analfabeta sapeva svolgere.
Dal 1850 in poi, si ebbe in Europa e negli Stati Uniti uno sviluppo tecnologico senza precedenti,
che assicurò ai paesi Occidentali la supremazia tecnica in tutto il mondo.
I settori in cui si ebbero i maggiori risultati furono quello metallurgico con l'acciaio, quello
chimico e quello elettrico. Anche, i trasporti nella seconda metà dell'Ottocento divennero
assai più sviluppati e complessi e parallelamente ai trasporti, pure le comunicazioni si fecero
più veloci e intense.
1.3 I PRESUPPOSTI PER LA NASCITA DEL CINEMA
Per prima cosa, gli scienziati dovettero comprendere che l’occhio umano riesce a percepire il
movimento quando gli vengono messe davanti, in rapida successione, una serie di immagini
leggermente diverse tra loro, ad una velocità di almeno sedici immagini al secondo ( teoria
della persistenza delle immagini).
Un secondo requisito tecnologico fondamentale era rappresentato dalla capacità di proiettare
una serie rapida d’immagini su una superficie. Dal diciassettesimo secolo gli operatori
dell’industria dello spettacolo avevano usato lanterne magiche per proiettare lastre di vetro,
ma non erano riusciti a mettere in una successione un numero sufficiente d’immagini da creare
l’illusione del movimento.
Un terzo requisito fu la possibilità di usare la fotografia e, soprattutto, la possibilità di ridurre i
tempi di esposizione.
In quarto luogo, il cinema richiedeva che le fotografie venissero impressionate su una base
flessibile in modo da poter scorrere rapidamente attraverso una macchina da presa. Nel 1888
George Eastman ideò un apparecchio, chiamato Kodak, che impressionava su un rullo
flessibile. L’anno dopo Eastman introdusse il rullo di celluloide trasparente, destinato a divenire
la pellicola cinematografica.
In quinto e ultimo luogo, gli sperimentatori dovettero escogitare un meccanismo che
permettesse di interrompere ripetutamente il rullo della pellicola durante la proiezione, per
consentire un’esposizione di una frazione di secondo. Fortunatamente, altre invenzioni del
secolo richiedevano un meccanismo a intermittenza per fermare il loro movimento varie
volte al secondo, come ad esempio, la macchina per cucire.
Durante gli anni novanta, tutte le condizioni tecniche necessarie per la nascita del cinema erano state messe a punto.
2 OTTICA: DALLA RIPRESA ALLA PROIEZIONE
“Il cinema è l’arte scritta con la luce”. È proprio attraverso la luce che le immagini s’impressionano sulla pellicola e
sarà poi attraverso la luce di un proiettore che le stesse immagini saranno proiettate.
Prima di vedere come le immagini vengono catturate e come vengono proiettate, introduciamo il concetto di luce in
fisica.
2.1 LA LUCE E L’OTTICA
Il termine luce si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall'occhio
umano, ed è approssimativamente compresa tra 400 e 700 nanometri di lunghezza d'onda,
ovvero tra 750 e 428 THz di frequenza. La luce, come tutte le onde elettromagnetiche,
interagisce con la materia. I fenomeni più comuni osservabili sono: l'assorbimento, la
trasmissione, la riflessione, la rifrazione e la diffrazione.
Lo studio della luce e dell'interazione tra luce e materia è detto ottica.
2.2 RIFLESSIONE E RIFRAZIONE
La riflessione è il fenomeno fisico che si verifica quando un’onda (una radiazione luminosa,
un’onda meccanica o qualunque altra grandezza fisica che si propaghi nello spazio con moto
ondulatorio), incidendo su una superficie di separazione tra due mezzi diversi, viene in parte o
totalmente rimbalzata all’indietro.
La rifrazione è il fenomeno fisico che si verifica quando un’onda (una radiazione luminosa, un’onda meccanica o
qualunque altra grandezza che si propaghi in modo ondulatorio) si trova a superare la superficie di separazione tra due
mezzi con proprietà diverse: l’onda non procede sul suo cammino in linea retta, ma viene deviata di un angolo che
dipende dalla sua inclinazione iniziale rispetto alla superficie d’incidenza e dalle proprietà dei mezzi in questione.
2.3 LE LENTI
Una lente è un elemento ottico che ha la proprietà di concentrare o divergere i raggi di luce.
Normalmente è realizzata in vetro o materiali plastici. Esistono anche dispositivi analoghi, che
operano su altre bande dello spettro elettromagnetico o altre forme di radiazione, comunque
chiamati lenti.
Il tipo più comune è rappresentato dalle lenti sferiche, caratterizzate dall'avere le due superfici
opposte costituite idealmente da porzioni di una sfera di dato raggio, R e R . Ciascuno di
1 2
questi parametri è il raggio di curvatura della corrispondente superficie.
Il segno di R determina la forma della superficie: se R è positivo la superficie è convessa, se
1 1
negativa la superficie è concava, se R è infinito la superficie ha curvatura zero, ovvero è
1
piatta.
Lo stesso vale per la superficie opposta lungo il cammino ottico, ma con i segni invertiti.
La linea passante per i centri delle sfere ideali e generalmente passante anche per il centro
geometrico della lente è detto asse.
Le lenti convergenti sono più spesse al centro che ai bordi. Fanno convergere in un punto
(fuoco) un fascio di raggi paralleli all'asse ottico. Sono lenti convergenti le lenti
d’ingrandimento e quelle per gli occhiali da presbite e da ipermetrope.
Le lenti divergenti sono più spesse ai bordi che al centro. Fanno divergere da un punto
(fuoco) un fascio di raggi paralleli all'asse ottico. Sono lenti divergenti le lenti per lo spioncino
della porta d’ingresso e quelle per gli occhiali da miope.
2.5 LE LENTI CONVERGENTI
Un raggio di luce che colpisce una lente subisce due rifrazioni: la prima passando dall'aria al
vetro e la seconda dal vetro all'aria. Un raggio di luce che ha la direzione di una retta r e che
incide sulla lente nella zona del suo centro non esce dalla lente ancora lungo r, ma segue una
retta parallela r.
Dato un oggetto luminoso o illuminato, per disegnare l'immagine dovuta a una lente
convergente sottile, basta seguire il percorso di alcuni suoi raggi dopo che sono stati rifratti
dalla lente.
Per ogni punto dell'oggetto, è sufficiente tracciare due di questi raggi e individuare il punto in
cui s’intersecano. Lì si forma l'immagine del punto considerata; in questo modo, riusciamo a
disegnare l'immagine dell'intero oggetto. Possiamo così esaminare il comportamento di una
lente sottile convergente quando l'oggetto ha una forma semplice, come una piccola freccia
luminosa.
AB
Quando la freccia luminosa dista dalla lente più del doppio della distanza focale (2f),
A 'B'
la sua immagine è reale (perche lì s’intersecano i raggi rifratti), capovolta e più
piccola della freccia. Questo è ciò che accade in una macchina fotografica, in cui
l'immagine di un oggetto grande come una persona, un edificio o una montagna è
contenuta nelle dimensioni ridotte della pellicola zero del sensore digitale.
Man mano che la freccia si avvicina alla lente, l'immagine, sempre capovolta e reale,
s’ingrandisce. È uguale all'oggetto, quando questa e al doppio della distanza focale.
2f f,
Quando l'oggetto sta tra e l'immagine è reale, capovolta e ingrandita. È questa la
condizione in cui funzionano il proiettore per diapositiva e quello cinematografico, che
creano un'immagine, grande quanto lo schermo, di un oggetto (la diapositiva o il
fotogramma di pellicola) che misura pochi centimetri.
Quando la freccia luminosa è sul fuoco, l'immagine non si forma, perche i raggi rifratti
sono paralleli e non convergono.
Oltre il fuoco, l'immagine diventa virtuale (perche vi s’intersecano i prolungamenti dei
raggi riflessi), diritta e più grande della freccia. L'immagine è tanto più grande, quanto
più l'oggetto è lontano dalla lente. Questo è ciò che accade quando si usa la lente come
lente di ingrandimento.
2.6 LA MACCHINA FOTOGRAFICA E IL CINEMA
La macchina fotografica è costituita da una scatola, in cui la luce entra da un'apertura (il
diaframma) che si trova dietro un sistema di lenti (l'obiettivo). Queste lenti fanno convergere
la luce sulla parete posteriore della scatola. Li si trova la pellicola, che è un sottile strato di
plastica su cui è depositata una sostanza sensibile alla luce, oppure un rivelatore elettronico
(detto CCD, Charge Coupled Device).
In condizioni normali la pellicola è protetta da una tendina (l'otturatore) che ferma la luce.
Quando scattiamo una fotografia, apriamo e chiudiamo rapidamente l'otturatore; in questa
modo la luce giunge sulla pellicola e la impressiona.
Per il cinema sono necessari sia una macchina da presa che uno speciale proiettore.