Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Caffè, tesina
La mia tesina di maturità descrive il caffè. Fino all'anno scorso ero una bevitrice accanita di caffè ne bevevo, diciamo, circa cinque al giorno. La mia situazione era una sorta di circolo vizioso che si basava sul sentirmi perennemente stanca ed assonnata e l' avere appunto, proprio per questo, "assolutamente bisogno di bermi un caffè". Solo che, a pensarci bene, non saprei proprio dire quale delle due cose, se la stanchezza cronica o il bere un caffè, abbia dato inizio al tutto, insomma, quale sia la causa e quale la conseguenza. Sarà nato prima l' uovo o la gallina?!
Sta di fatto che ad un certo punto la situazione mi è sfuggita di mano. Così quando dicevo cose del tipo: "stanotte ho dormito pochissimo" dall' altra parte si rebeccava sempre: "per forza, con tutti i caffè che ti bevi!", allora io rispondevo encomiando il caffè per le sue proprietà benefiche (lette di sfuggita da qualche parte e alle quali faticavo a credere pure io stessa)! Così, per saperne di più, ho deciso di approfondire la cosa nella mia tesina e, ormai, inutile dirlo, di fare proprio la tesina sulla cosa che, tra nervosismi e notti quasi insonni, mi aveva creato non pochi problemi: il caffè!
Collegamenti
Caffè, tesina
Il caffè nella STORIA dal 1400 all'Expo 2015, chimica analitica, chimica organica, inglese, letteratura (Thomas Eliot)
.Premessa: Perchè proprio il caffè?
Fino all' anno scorso ero una bevitrice accanita di caffè ne bevevo,
diciamo, circa 5 al giorno. La mia situazione era una sorta di
circolo vizioso che si basava sul sentirmi perennemente stanca ed
assonnata e l' avere appunto, proprio per questo, "assolutamente
bisogno di bermi un caffè". Solo che, a pensarci bene, non saprei
proprio dire quale delle due cose, se la stanchezza cronica o il bere
un caffè, abbia dato inizio al tutto, insomma, quale sia la causa e
quale la conseguenza. Sarà nato prima l' uovo o la gallina?!
Sta di fatto che ad un certo punto la situazione mi è sfuggita di
mano. Così quando dicevo cose del tipo: "stanotte ho dormito
pochissimo" dall' altra parte si rebeccava sempre: "per forza, con
tutti i caffè che ti bevi!", allora io rispondevo encomiando il caffè
per le sue proprietà benefiche (lette di sfuggita da qualche parte e
alle quali faticavo a credere pure io stessa)! Così, per saperne di
più, ho deciso di approfondire la cosa e, ormai, inutile dirlo, di fare
proprio la tesina sulla cosa che, tra nervosismi e notti quasi
insonni, mi aveva creato non pochi problemi: il caffè! 2
Paragrafo 1): il caffè ai tempi del fascismo
il caffè durante la battaglia di Caporetto
• il surrogato cicoria di Mussolini
•
Paragrafo 2): la storia del caffè
l' arrivo del caffè in Europa e specialmente in Italia
• personaggi illustri amanti del caffè
• Tomas Stearn Eliot
•
Paragrafo 3): come agisce la caffeina
davvero ci tiene svegli?
• Non solo caffeina; le altre sostanze contenute nel caffè
•
Paragrafo 4): produzione del caffè
dalla pianta alla tazzina
• le varietà di caffè più diffuse
• le variazioni chimiche subite dal chicco di caffè durante il
• processo
Paragrafo 5): curiosità:
Gustavo III king of Swabia in the 7 century
th
• le varietà di caffè più pregiate (e bizzarre)
•
Paragrafo 6): la chimica del caffè
l' HPLC
• cromatografia su strato sottile (TLC)
•
Paragrafo 7): speciale "la caffeina"
le proprietà della caffeina
•
Paragrafo 8): ultimi avvenimenti riguardanti il caffè
caffè per un nuovo tipo di plastica
• 3
scoperte possibili proprietà antimicrobiche del caffè
• il caffè all' expo 2015
•
Ogni giorno in Italia vengono consumate 30 milioni di tazzine di
caffè.
Alzi la mano chi non ha mai bevuto caffè a colazione, eppure,
anche se pare impossibile, il rito del caffè la mattina non è un'
abitudine poi così antica. Come racconta il seguente articole de "Il
Sole 24 ore" dal titolo:
"Perché beviamo il caffé al mattino?
Tutta colpa di Caporetto…"
Lo straniero passa, l’italiano no: la battaglia del Piave in campo gastronomico
assume un esito opposto rispetto a quello che avrebbe avuto nelle trincee. La
bevanda di origine straniera, ovvero il caffè, solo dopo la prima guerra
mondiale entra a far parte della prima colazione di tutti gli italiani.
Il caffè arriva in Europa nel XVI secolo (la prima citazione è di un
ambasciatore veneziano presso il sultano ottomano, nel 1573), per circa un
centinaio d’anni viene considerato un medicinale e poi, a metà Seicento, si
cominciano ad aprire i primi caffè d’Europa (Venezia 1645, Oxford 1650).
L’illuminismo trasforma il caffè nella bevanda della borghesia attiva, in
contrapposizione alla cioccolata propria della molle aristocrazia. E così lo
descrive il torinese Giuseppe Baretti nel suo “Gl’italiani”, pubblicato nel 1818,
ma riferito a un paio di decenni prima: in città i borghesi al mattino bevono
caffè, ma non il popolo. «La generalità de’ nostri contadini e del basso popolo,
fa colezione con della polenta, sulla quale, quando è ben calda, sparge del
butirro fresco e qualche fetta di cacio.» E infatti, la prima colazione dei soldati
al fronte è una specie di mix delle prime colazioni contadine di mezza Italia.
La circolare del novembre 1916 stabilisce che mangino fichi secchi o castagne
(dai 120 ai 150 grammi), quindi mandorle, noci, nocciole o formaggio (40
grammi), olive, sardine o aringhe (30 grammi) e due etti di mele fresche.
Caporetto… e dopo fu caffé a colazione
Ma quando, all’indomani della sconfitta di Caporetto, l’esercito italiano si
rischiera lungo il Piave, c’è bisogno che i fanti stiano ben all’erta per non far
4
passare lo straniero. E quindi che bevano caffè. La circolare del novembre
1917 prevede che al mattino vengano distribuiti otto grammi di caffè e dieci di
zucchero. Nel tempo le dosi saranno aumentate fino ad arrivare a venti
grammi. I soldati, una volta tornati a casa, continueranno a bere caffè al
mattino, determinando in tal modo un cambiamento definitivo della prima
Anche se durante il fascismo di Mussolini
colazione di tutti gli italiani.
verrà, per diverse ragioni, sostituito dal surrogato. Fin dal XVII secolo, la
cicoria è stata impiegata per usi alimentari. Solo a partire dal XVII secolo, fu
usata anche come surrogato del caffè. Curioso è l'episodio del blocco
continentale operato nel 1806 da Napoleone che, vietando ogni importazione
di prodotti provenienti dall'Inghilterra e dalle sue colonie, contribuì a
diffondere l'uso del "caffè" di cicoria. Dopo la soppressione del blocco, la
pianta cadde nuovamente nell'oblio, ma durante le due guerre mondiali tornò
drammaticamente di moda. Con il discorso di Mussolini del 23 marzo
all'Assemblea nazionale delle corporazioni viene delineata la strategia
economica dell'autarchia, legata all'imperialismo italiano: "La possibilità di
una politica estera indipendente, non si può più concepire senza una
correlativa capacità di autonomia economica". Le ragioni dell'impiego dei
surrogati non furono soltanto dettate dalla guerra. All'inizio degli anni 30, le
importazioni di prodotti alimentari, soprattutto di grano, subirono un notevole
calo provocato sia dalla crisi economica mondiale sia della politica che
esortava gli italiani a consumare riso, pesce e formaggi nazionali. Il mito
fascista di "uno stile di vita frugale e guerriero" si diffuse attraverso una serie
di slogan, che volevano essere l'immagine della saggezza popolare e
incitavano la popolazione a sostituire la carne col pesce, i legumi o con altri
prodotti nazionali. L'Ufficio propaganda del Pnf pubblicò un opuscolo di
consigli, norme dietetiche, ammonizioni che miravano alla limitazione dei
consumi. Le illustrazioni avevano lo scopo di mostrare l'infelicità, la noia e i
malanni da eccesso di cibo, ed erano accompagnate da espliciti titoli dei
capitoli: "Ne uccide più la gola che la spada", "L'appetito è il miglior
condimento" e "Gli obesi sono infelici".
Ripercorriamo da qui più approfonditamente la storia di questa
bevanda:
Caffè: storia, aneddoti e amatori illustri della
“bevanda di Satana”. 5
Come spesso accade a ciò che tutti conoscono, anche il caffè si trova spesso
dimenticato nelle origini, nella storia e negli aneddoti che hanno contribuito
alla creazione di un mito. La sua più grande qualità è stata resa nota subito,
fin dal nome: quello arabo di “qahwa” (eccitante), dato dai mercanti che
intorno all’anno mille riportarono dall’Africa questo prodotto poi chiamato in
turco “kahve”… diventato poi il caffè diffuso dai mercanti veneziani sul fare
del 17° secolo come “vino d’Arabia”. Ma in virtù di queste origini, la bevanda
che corrisponde alla mattutina preghiera quotidiana del 65% dei suoi
consumatori (su una media mondiale di oltre 4 miliardi di tazzine consumate
ogni giorno) di sacro non aveva proprio nulla: anzi, per quella pericolosa
eccitazione provocata, la “bevanda del diavolo” venne inizialmente relegata
più alle taverne che alle tavole altolocate. Come proseguire il suo viaggio
verso la notorietà? Semplice, puntando direttamente ai vertici. Una prima
approvazione venne, infatti, data proprio da papa Clemente VIII, famoso per
aver mandato al rogo Giordano Bruno, che, incuriosito da questo liquido
malefico perché musulmano, si pronunciò dicendo che il peccato sarebbe stato
più lasciare una bevanda così buona agli infedeli… e che la bevanda di Satana
andava battezzata. Proprio Venezia fu la città italiana a vedere l’apertura del
primo “caffè”, probabilmente in virtù del commercio esistente (si dice intorno
al 1640); mentre se il primo Cafè Procope parigino divenne il tempio dei più
noti letterati del tempo, fu forse perché nel 1669 un ambasciatore del sultano
Mehmet IV lo offrì a Louis XIV che, deliziato, lo fece subito inserire nelle
coltivazioni del Jardin du Roi.
Si potrebbe dire che il resto è storia: ma per approfondirla un po’, è bene
iniziare a suon di musica pensando a come persino Bach, nel 1732, abbia
composto una meno conosciuta Coffee Cantata La parte da soprano
(
recita: “Signor padre, non siate così severo! / Se non posso bere tre volte al
giorno / la mia tazzina di caffè / divento per mia sventura / come un arrostino
di capra rinsecchito.”) dedicata proprio al dolce gusto del caffè. Una piccola
ossessione musicale condivisa anche da Beethoven che, ogni mattina, non
poteva fare a meno del suo caffè preparato con esattamente 60 grani: non più,
non meno.
I nazionalisti potrebbero invece notare come Giuseppe Verdi lo definisse
balsamo per il cuore e per lo spirito, anche se in cima a chi oggi potrebbe
essere definito decisamente “addicted” risiede sempre Honoré de Balzac: il re
dei romanzieri di Francia viene spesso citato per le sue (si dice) 50 tazze
6
quotidiane, tanto amate da averlo portato fino alla stesura di un piccolo
Trattato sul caffè. Al chimico nippo-americano Satori Kato si deve invece
l’invenzione del caffè istantaneo nel 1881. .
-Thomas Stearns Eliot: "Ho misurato la mia vita a cucchiaini
di caffè"
Thomas Stearns Eliot (Saint Louis, 26 settembre 1888 – Londra, 4
gennaio 1965) è stato un poeta, saggista, critico letterario e drammaturgo
statunitense naturalizzato britannico.
Premiato nel 1948 con il Nobel per la letteratura, è stato autore di
diversi poemi, alcuni dei quali destinati al teatro, tra questi (insieme a Il canto
d'amore di J. Alfred Prufrock, Gli uomini vuoti, Ash Wednesday, Quattro
quartetti, Assassinio nella cattedrale e The Cocktail Party) vi è una delle opere
The Wasted Land.
considerate più importanti ed influenti del '900,
La terra desolata (The Waste Land) è un poemetto pubblicato per la prima
volta in inghilterra nel 1922. È probabilmente l'opera più celebre del poeta
statunitense, ed è considerata uno dei capolavori della poesia modernista (per
modernismo si intende in letteratura un movimento tipico dei paesi di lingua
inglese, situato approssimativamente tra il 1900 e il 1945. Questo movimento
ha affinità con l'opera di scrittori non anglosassoni quali, in Italia, Luigi
Pirandello o in Cecoslovacchia, Franz Kafka. Il modernismo è coetaneo delle
varie avanguardie artistiche europee del primo '900 come il futurismo, il
dadaismo, il cubismo, il surrealismo e altre).
La prima pubblicazione, senza le note di Eliot, avvenne nell'ottobre 1922 sulla
rivista The Criterion; nel dicembre dello stesso anno fu pubblicata la prima
versione in volume, la prima a includere le note del poeta.
Titolo:
Il titolo è altamente significativo. La "terra desolata" è contemporaneamente
la terre gaste dei poemi epici medievali, cioè un territorio devastato, sterile e
mortale che devono attraversare i cavalieri per arrivare al Graal (uno dei
simboli centrali del poemetto), e il mondo moderno, contrassegnato dalla crisi
e dalla sterilità della civiltà occidentale, giunta forse al termine del suo
percorso: non va ignorato il fatto che la prima guerra mondiale, terminata
neanche quattro anni prima della pubblicazione del poemetto, era stata
7
vissuta come un'inutile e folle strage che aveva dilapidato milioni di vite e
portato quasi alla bancarotta le grandi nazioni europee. La "terra desolata" è
anche Londra, città dove Eliot risiedeva, e nella quale ha ambientato alcune
scene del poemetto (come quella conclusiva della prima sezione, che si svolge
sul ponte di Westminster).
Abbiamo detto che la circolare del '17 prevedeva che al mattino i