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-Il sapone ed i fenomeni superficiali: la tensione superficiale Fisica - La stabilità
-Lamine di sapone e la schiuma
Matematica-Perché la bolla è sferica?
-Il problema di Plateau
Storia dell’arte ed architettura- Otto Frei e le tensostrutture.
N’danou Ami Francesca
Tesina di Diploma di Maturità, Classe 5^AsC Anno Scolastico 2013/2014
Liceo Statale “Duca degli Abruzzi” – Treviso
Con indirizzi :Linguistico,Scientifico,
Scienze umane, Scienze applicate, Economico- Sociale
Tesina di maturità liceo scientifico
TITOLO DELLA TESINA:
TUTTO IL MONDO E’ UNA PICCOLA BOLLA
“Fate una bolla di sapone e osservatela: potreste passare tutta la vita a
studiarla”
(Lord Kelvin)
Coordinatore:Prof.ssa Patrizia Da Ros Alunna: Francesca Ami N’danou
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N’danou Ami Francesca
Tesina di Diploma di Maturità, Classe 5^AsC Anno Scolastico 2013/2014
INDICE:
1. Motivazione ed introduzione generale 3
2. Mappa concettuale 4
3. Storia e primi studi 5
4. Chimica 5
4.1 Il processo di saponificazione 6
4.2 Il sapone ed i fenomeni superficiali: la tensione superficiale 6
5. Fisica 6
5.1 La stabilità 6
5.2 Lamine di sapone e la schiuma 7
6. Matematica 7
6.1 Perché la bolla è sferica? 7
6.2 Il problema di Plateau 7
7. Storia dell’arte ed architettura 9
7.1 Architettura: Otto Frei e le tensostrutture. 9
8. Conclusioni 9
9. Bibliografia 10
10. Sitografia 10
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N’danou Ami Francesca
Tesina di Diploma di Maturità, Classe 5^AsC Anno Scolastico 2013/2014
1. Motivazione ed introduzione generale:
Le bolle di sapone hanno sempre avuto a mio parere un fascino, ed hanno sempre
creato uno stupore nella mia infanzia. Dopo aver rivisto nei bambini questa
meraviglia, ho deciso di approfondire questo tema e con il procedere del mio lavoro
ho trovato sorprendente il fatto che anche in una semplice struttura quale una bolla di
sapone, fossero presenti alla base concetti chimici, fisici e matematici.
Nell’elaborato, dopo una breve introduzione generale sotto l’aspetto storico, si
presentano le componenti chimiche necessarie alla formazione di una bolla di sapone;
successivamente si analizza la fisica delle bolle di sapone e si analizzano i concetti
matematici ad essa legati; in ultimo vengono presentate alcune applicazioni degli
studi eseguiti sulle lamine saponose, in particolare nell’architettura rivoluzionaria e
contemporanea.
“Abbi divertimento sulla terra e sul mare. Infelice `e il diventare famoso!
Ricchezze,onori, false illusioni di questo mondo, Tutto non `e che bolle di sapone.”
Il 9 dicembre 1992 il fisico francese de Gennes, professore al College de France,dopo
il conferimento del premio Nobel per la fisica concludeva la sua conferenza a
Stoccolma con questa poesia, aggiungendo che nessuna conclusione gli sembrava più
appropriata. Ma è giustificato un tale interesse per questi oggetti belli, colorati ma
fragili, eterei, un soffio e nulla più? Una storia che inizia molti secoli fa e che
continua tuttora. 3
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2. Mappa concettuale 4
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3. Storia e primi studi :
Il sapone come noi lo intendiamo oggi in passato non esisteva;si è diffuso fra il
500/600 con la rappresentazione delle bolle di sapone in alcune opere d’arte. Il primo
scienziato che ha studiato la colorazione che si osserva sulla superficie delle lamine
saponate è stato Isaac Newton (1642 - 1727), nell'Ottica, la cui prima edizione è del
1704. Lo studio delle lamine saponate ha dovuto aspettare un secolo, fino a quando
nel 1873 pubblica “Statistique
Antoine Ferdinand Plateau (1801-1883) expérimentale
théorique des liquides soumis aux seules forces moléculaires”.
et In quel libro si
pongono molti problemi che riguardano le lamine e le bolle di sapone. Egli elaborò la
moderna teoria delle superfici minime, quelle superfici che minimizzano l'area della
superficie rispetto a qualche proprietà; nel caso della bolla di sapone, rispetto al
volume d'aria contenuto. I risultati di Plateau saranno dimostrati solo nel 1976 dalla
matematica americana Jean Taylor.
“Soap
Successivamente nel 1902 uscì Bubbles and the Forces Which Moulds
Them” del fisico inglese Charles V. Boys.
Il motivo centrale del libro è lo sforzo continuo di svelare i più profondi problemi
connessi con la natura fisica delle bolle di sapone attraverso semplici esperimenti
spiegati nei minimi dettagli.
4.CHIMICA:
4.1 Il processo di saponificazione.
Per la formazione delle bolle il sapone è l’ingrediente più importante. Propriamente,
il sapone è un sale di sodio o potassio di un acido carbossilico alifatico a lunga catena
(I saponi sono duri quando si tratta di sali sodici e molli quando si tratta di sali
potassici). Per ottenere un sapone si effettua la reazione di saponificazione.
Il sapone appartiene ad una classe di composti chiamati tensioattivi,
ovvero sostanze che diminuiscono la tensione superficiale del liquido preso in
considerazione e ne aumentano la bagnabilità. Le sue molecole costituenti sono
schematizzabili con coda idrofoba, costituita da una catena di carbonio e idrogeno,
e che, essendo insolubile,si lega ai grassi. Legata a questa catena
che respinge l’acqua
è presente una catena idrofila che si lega all’acqua grazie alla sua polarità. 5
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È proprio grazie a questa capacità che il sapone,attraverso aggregati supermolecolari
definiti micelle, rimuove il grasso, insolubile in acqua. Attraverso un risciacquo, lo
sporco viene rimosso definitivamente.
4.2 Tensione superficiale e bolle di sapone.
Con tensione superficiale si intende quella sottile “pellicola”che si viene a formare
lungo la superficie che separa il fluido da un materiale di altra natura; tale tensione ha
origine molecolare e la sua intensità dipende dalle caratteristiche fisico chimiche del
materiali presi in considerazione, in questo caso fra l’acqua ed il sapone.
superficiale dell’acqua permette la formazione delle bolle, ma questa è
La tensione
troppo forte e provoca il loro scoppio immediato. È proprio grazie all’aggiunta di
sapone alla soluzione acquosa affinché la tensione superficiale diminuisca e la durata
delle bolle aumenti.
5.FISICA:
5.1 La stabilità
La bolla di sapone è una struttura sferica molto stabile che dipende dal volume di aria
contenuto in essa. Nel momento in cui viene a mancare l’aria interna ad essa, la
struttura ad arco definita dalle molecole del tensioattivo migrano per garantire la
struttura stessa generano la rottura della struttura stessa, schiacciata dalla pressione
atmosferica. La stabilità non dipende solamente dalla sua struttura sferica ma anche
dal tensioattivo con cui è stata creata: quando una bolla di sapone ingrandisce, la sua
superficie (film) diventa sempre più sottile provocando un indebolimento in alcuni
punti. È proprio in questo momento che interviene il sapone che, migrando sulla
superficie della bolla, va a compensare tali fragilità rinforzando la sfera ed evitando
lo scoppio prematuro.
6. Matematica
6.1 Perché la bolla è sferica?
Il solido sferico ottenuto, a parità di volume d’aria all’interno, ha la superficie più
piccola rispetto a qualsiasi altro. Tale proprietà è definita isoperimetrica ed afferma
che “ Tra tutte le figure piane aventi perimetro dato, la figura che racchiude la
La trasposizione di tale legge nel piano
massima superficie è il cerchio”.
tridimensionale descrive una sfera che racchiude il massimo volume occupando la
minor superficie esterna.
La bolla quindi è sferica in quanto segue il principio di minimizzazione secondo cui
la tensione superficiale tende sempre a minimizzare la superficie.
Consideriamo come superficie una sfera, tutte le curve ottenute intersecando con un
piano passante per la normale nel punto sono circonferenze, cioè hanno tutte uguale
curvatura. Indicando con H il valore della curvatura nel punto P, si ha che H=1/R con
R=raggio della sfera. Se la superficie non è sferica le sezioni normali possono dare 6
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luogo a curve con curvatura diversa. Poiché vi sono molte curvature (una per ogni
sezione normale) occorre privilegiarne due: quella con il valore più grande e quella
con il valore più piccolo, che vengono chiamate “curvature principali” e che si
indicano con H1 e H2. Sono i raggi di curvatura principali rispettivamente le quantità
1/H1 e 1/H2. Nel caso della superficie piana, considerando tutti i piani che passano
per la normale in un punto, si ottengono sempre rette che ovviamente hanno
curvatura nulla. Laplace (1749-1827) e Young (1773-1829) hanno studiato il
problema delle tensioni superficiali arrivando a risultati che forniscono l’equazione
che da loro prende il nome che governa le proprietà delle superfici in cui ha un ruolo
essenziale la tensione superficiale. Le quantità che compaiono in tale equazione sono
le curvature e i raggi principali di curvatura.
Se si hanno due fluidi a contatto e si indica con P la differenza di pressione attraverso
i due fluidi, allora l’equazione ha la forma
la superficie che separa P=(1/2)T(H1+H2)
dove T è una costante che dipende dai due fluidi.
Se si definisce curvatura media della superficie la quantità H=(1/2)(H1+H2),
l’equazione diventa P=TH e si ha proporzionalità tra la curvatura media e la
differenza di pressione.
Nel caso delle bolle i due fluidi sono aria esterna e aria interna,la superficie di
separazione è la lamina saponata su cui si esercita la tensione superficiale, ovvero T.
La situazione di equilibrio si raggiunge quando le pressioni che si esercitano sui
diversi punti dello strato superficiale della bolla sono uguali tra loro; cioè quanto la
quantità H= (1/2)(H2+H1) è costante. Ricordando che la quantità H rappresenta la
curvatura media in un punto della superficie, la condizione che H sia costante ci dice
che, affinché un fluido, considerato senza peso, nell’aria, sotto lc’azione della
tensione superficiale, sia in equilibrio, deve assumere una forma geometrica tale che
in ogni punto la curvatura media sia costante. La superficie sferica soddisfa questa
condizione con H=1/R, mentre una superficie piana la soddisfa con H=0.
Nel 1760 Lagrange aveva ottenuto l’equazione che caratterizza le superfici di area
minima, che espressa in termini delle curve principali è H1+H2=0. Una superficie
minima è quella in cui la curvatura media è sempre nulla, dunque il piano è una
superficie minima. Poiché H è la somma algebrica delle due curvature principali(H1 e
H2), può essere nulla o perché entrambe le quantità H1 e H2 sono nulle (caso del
piano) oppure perché H1=-H2, cioè in ogni punto una delle curvature principali è
rivolta in fuori, l’altra in dentro.
Nel caso delle bolle la pressione interna non è uguale alla pressione all’esterno.
Perciò, dato che P=TH, H non è nulla. Dunque è la sfera la superficie con curvatura
media costante che minimizza la superficie esterna rispetto al volume di aria
contenuto. Queste superfici vengono chiamate superfici di curvatura media costante
per distinguerle da quelle minime in cui H=0. Nelle bolle la curvatura non può essere
nulla, perché deve essere compensata la maggior pressione esercitata dal volume di
aria contenuto rispetto alla pressione dell’aria esterna.
Ecco quindi i motivi per i quali le bolle che fluttuano nell’aria hanno forma sferica. 7