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La mia tesina di maturità prende in esame il biodiesel. Per oltre un secolo, l’approvvigionamento energetico mondiale si è basato sul carbone fino ad arrivare ai prodotti liquidi ottenuti dalla raffinazione del petrolio, fonti energetiche destinate all’esaurimento. Il progressivo consumo delle scorte porta inevitabilmente all’aumento del costo del prodotto. Con il passare degli anni, il costo del petrolio greggio è aumentato. I combustibili fossili nella nostra società svolgono svariate funzioni, riscaldano le nostre case, alimentano macchine e servono alla produzione di vari materiali. Ormai sono diventate un elemento importante della nostra società. Siamo arrivati in un punto in cui ormai è difficile immaginarsi un futuro in assenza di queste fonti d'energia. Ma l’esaurimento non è l’unica limitazione di questi combustibili si aggiunge l’inquinamento provocato dalle emissioni di Co2 derivante dalla combustione di queste fonti di energia. Per questo molti ricercatori si sono mobilitati al fine di trovare delle strade alternative affinché un giorno si potrà fare a meno di esse e raggiungere una situazione di autonomia energetica. Cosi sono nate le energie alternative o rinnovabili che mirano ad una produzione di energia illimitata a zero inquinamento, però ancora oggi non sono pronte a sostituire i combustibili fossili. Adesso ci troviamo in una realtà in cui le biotecnologie hanno buone possibilità di essere le nuove fonti di approvvigionamento di energia del futuro. Ho voluto sviluppare nella tesina l’argomentazione del biodiesel perché ormai è una fonte alternativa che si è affermata in molti stati e presenta tutte le caratteristiche per sostituire il diesel (gasolio), migliorandone gli aspetti delle erogazioni di inquinanti.
L’olio utilizzato per la transesterificazione può avere. Tra questi
troviamo:
Oli vegetali vergini: L'olio di colza o di soia è quello più
comunemente usato, anche se altre coltivazioni come, senape,
olio di palma. Utilizzio fonti biodiesel
Olio vegetale di scarto.
olio di colza
Grassi animali. girasole
soia
palma
altri
Gli oli vegetali presentano caratteristiche migliori rispetto agli altri.
Esistono tre modi per utilizzare l'olio su un motore
diesel:
Filtrare l'olio per rimuovere le impurità della frittura e metterlo
direttamente nel serbatoio.
Filtrare l'olio, mescolarlo con il gasolio o solventi e metterlo
direttamente nel serbatoio.
.
Realizzare il biodiesel
E’ importante dire che esistono varie tipologie in base alla sua
miscelazione con il gasolio, infatti il biodiesel può essere miscelato
con il gasolio per fargli assumere le sue caratteristiche (viscosità).
L’estrazione dell’olio
Raccolta semi
Raccolta semi Pulizia Decorticazione
Pulizia Decorticazione
Riscaldamento e
Riscaldamento e Macinazione
Macinazione
condizionamento
condizionamento Prima
Prima
Spremitura
Spremitura depurazione
depurazione
OLI Estrazione con
Estrazione con
O solvente
solvente
I processi tecnologici di estrazione sono raramente semplici, più spesso
rappresentano una successione di operazioni la cui complessità dipende
dalla morfologia della materia prima. L'invenzione della pressa idraulica
(Braham, 1795), della pressa meccanica a vite (Anderson, 1900) e l'impiego
di solventi volatili (Deiss, 1855) hanno permesso di sviluppare l'industria
olearia.
Oggi le tecniche di estrazione sono di tipo:
meccanico (a pressione)
chimico (a solvente, di solito esano)
Nella pratica, i due sistemi sono quasi sempre combinati. In linea
indicativa, l'estrazione meccanica viene operata su semi
contenenti materia grassa (MG) in quantità superiore al 20% (ad
esempio per colza e girasole, che sono caratterizzati da contenuti
iniziali di MG di circa il 40%) e consente di arrivare fino al 10-15 %
residuo, mentre per valori inferiori si procede con quella chimica.
L’estrazione meccanica
L'estrazione meccanica non è altro che la spremitura a freddo
(< 60 °C) dei semi di piante oleaginose. Uno volta spremuto in
frantoio, l'olio vegetale così ottenuto, viene semplicemente filtrato o
centrifugato. L'olio estratto è pari a circa il 30-35% del peso del
seme in ingresso. Il restante è un residuo solido ad alto contenuto
proteico o expeller. Quest'ultima, utilizzata nell'alimentazione
animale, incide in modo critico sull'economia della produzione e
della lavorazione dei semi oleosi. La produzione di olio di soia è,
oggi, strettamente collegata alla domanda di farina proteica e ciò
vale, in misura minore, anche per gli altri semi. . Normalmente
l'estrazione meccanica viene effettuata in frantoi decentrati di
piccole-medie dimensioni, che offrono diversi vantaggi in termini di
qualità del prodotto e di gestione impiantistica.
Estrazione chimica
Questa estrazione avviene mediante l'utilizzo di solventi quali
esano o eptano. Un'eccezione è rappresentata dall'olio di
palma, che viene estratto con vapore. L'olio estratto
chimicamente è pari a circa il 45% del peso del seme in
ingresso. L'olio vegetale, dopo l'estrazione, non viene solo
filtrato ma anche raffinato: si tratta di un olio che, privato di
alcune impurità (proteine, resine, aldeidi, ecc.), risulta adatto
per applicazioni industriali e alimentari. L'estrazione chimica
viene di norma realizzata in grossi impianti industriali. L'olio
vegetale è la materia prima utilizzata per la produzione
di biodiesel. Spesso l'olio vegetale viene confuso con il
biodiesel, ma si tratta di prodotti con caratteristiche molto
diverse. Il principale vantaggio dell'olio vegetale, specie
se puro o grezzo, è dato dall'assenza di molti di quei
processi di lavorazione intermedi che caratterizzano la
produzione di biodiesel .
Step della produzione
Pretrattamento dell’ olio
1. Disidratazione: La presenza di acqua nell’olio influenza
a) negativamente la trans esterificazione sia basica che acida.
Vengono di regola applicati processi di evaporazione sottovuoto;
(in alternativa sono praticabili sufflaggi di azoto attraverso l’olio).
De-acidificazione: La rimozione degli acidi grassi liberi è
b) essenziale, specialmente quando si utilizzano catalizzatori
alcalini, poiché gli acidi grassi liberi formano saponi. La
conseguenza è la perdita di capacità catalitica e la difficoltà di
separare il glicerolo dal metilestere per effetto dell’emulsione
indotta dal sapone. Il numero di acidità deve essere portato sotto
1-3 mg KOH / g olio prima di attuare la trans esterificazione con
catalizzatori basici, la deacidificazione può essere attuata
mediante semplice neutralizzazione con alcali.
Processo di transesterificazione
2.
Come abbiamo detto già in precedenza. La transesterificazione è una
reazione chimica, il cui principale risultato è la rottura delle molecole
dei trigliceridi, cioè degli acidi grassi che caratterizzano l'olio
vegetale e che sono alla base della sua elevata viscosità.
Come possiamo vedere nella
reazione affianco il metanolo
spezza le molecole degli acidi
grassi dalla molecola di trigliceride
fino alla formazione di glicerolo e
tre esteri metilici degli acidi grassi.
questa reazione avviene secondo
un processo a stadi, in cui i
trigliceridi sono convertiti,
attraverso reazioni reversibili e
consecutive, prima in digliceridi,
poi in monogliceridi e in fine in
glicerina. Il meccanismo a stadi
della reazione prevede che in
ciascuno stadio venga liberata una
mole di estere.
Metanolisi Etanolisi
•
La metanolisi è la più usata per la Richiede di operare a temperatura di
trans esterificazione industriale 75°C per avere rese accettabili.
perché:
• •
La reazione può essere condotta I Tempi di reazione molto lunghi;
a temperatura ambiente; • Difficoltà di separazione delle fasi
• Si hanno rese di esterificazione glicerolo- estere, in quanto l’estere
superiori all’80%, anche dopo etilico è più solubile nel glicerolo
solo 5 minuti di reazione; rispetto al metilestere
• Si ha un’agevole separazione di •
estere e glicerolo; La produzione di etanolo è troppo
costosa a causa della natura
• Il costo del metanolo anidro è azeotropica dell’etanolo. Il suo
nettamente inferiore rispetto utilizzo risulta ancora antieconomico.
all’etanolo assoluto.
Purificazione del biodiesel
La purificazione del biodiesel è l’ultima fase è comprende:
L’aggiustamento del ph : da basico a neutro con aggiunte di acido acetico
glaciale che permette anche una riduzione del fenomeno dell’emulsione causata
dall’agitazione. Il ph ottimale del biodiesel è neutro cioè 7.
La separazione :del prodotto dal metanolo rimasto (eccesso) e del glicerolo
che si è formata dal processo di transesterificazione. Questi due sottoprodotti
verranno riciclati tramite diversi trattamenti. La separazione avviene in 2 fasi:
Nella prima fase :verrà eliminata la glicerina che si separerà dal biodiesel nel
imbuto separatore. Mentre nella seconda si va ad separare il sapone derivante
dagli acidi grassi liberi che si sono saponificati con il KOH. Per rimuoverlo sarà
necessario lavare con acqua il biodisel ottenuto, cercando di non agitare
vigorosamente per evitare la formazione di emulsioni. Nella fase acquosa
andranno a disciogliersi anche tutte le sostanze polari presenti nell’estere
metilico.
Biodiesel viene anidrificato : si aggiunge solfato anidro di sodio (Na per
SO )
4
2
anidrificare ovvero togliere le molecole d’acqua.
Separazione
1° fase 2° fase
Prodotto finale
Trattamento per il
riciclo
Metanolo Glicerina
Riciclo del metanolo
La fase successiva alla preparazione del Biodiesel è composta
principalmente dalla glicerina e da metanolo che è stato utilizzato in
eccesso. La separazione si presenta molto semplice visto che la
glicerina e il metanolo possiedono punti di ebollizione molto diversi.
Metanolo: 64,7°C
Glicerina: 290°C
Si procede per la
separazione tramite una distillazione
semplice. Cosi si ha il
recupero del metanolo che potrà
essere riutilizzato.
Riciclo della glicerina
Il sottoprodotto principale della trasformazione dell'olio in biodiesel, ottenuto
dal processo di transesterificazione, è la glicerina o glicerolo (1,2,3-triossi-n-
propano).La glicerina è ottenuta in soluzione acquosa al 12-18% in cui è
presente anche una piccola frazione di acidi grassi che normalmente vengono
eliminati con acido cloridrico. In seguito, attraverso una fase di concentrazione
si ottiene "glicerina grezza" con un contenuto in acqua del 80-88% più altre
impurità: ceneri (0.5-2%) e materia organica (1-2%). Queste ultime si
eliminano con un procedimento di purificazione ad alta temperatura (200°C) a
base di resine a scambio ionico.
La glicerina grezza viene quindi:
separata per sedimentazione;
neutralizzata con una quantità opportuna di acido (cloridrico o fosforico) per
eliminare il catalizzatore;
distillata per recuperare la frazione di metanolo ancora presente.
La raffinazione della soluzione acquosa a base di glicerina ha a sua volta
altri sotto-prodotti come il fosforo, utilizzabile nella preparazione di
fertilizzante una fase oleosa utilizzabile come combustibile al pari degli oli
pesanti ed acqua di rifiuto.
Nella sua forma pure la glicerina è utilizzata in centinaia di prodotti
alimentari, farmaceutici, per saponi e creme per il corpo, ed infine
per esplosivi. Il problema è che la glicerina derivante dagli scarti del
processo di produzione del biodiesel è in quantitativi limitati per un
utilizzo del genere ed inoltre deve essere “purificata” attraverso uno
specifico processo che ha costi assolutamente proibitivi. Però la
soluzione arriva dell’Università dell’Alabama, in Usa, che ha
identificato un particolare batterio chiamato Clostridium
pasteurianum è in grado di “digerire” la glicerina. Tale batterio, è
presente in grandi quantità nel terreno, è già utilizzato per processi
riferiti all’azoto. Tramite l’intervento di questi batteri sulla glicerina si
pone in essere un processo di “digestione” tramite il quale da tale
sostanza se ne ottengono altre dai molti utilizzi tra cui butanolo
(utilizzato ad esempio per la produzione delle vernici), propandiolo
ed etanolo.
Tipi di
impianti
biodiesel
B)Processo a temperatura medio-alta: utilizzato per grandi impianti. Prevede:
1. Un pretrattamento di raffinazione dell'olio: per migliorare le rese e aumentare
l'efficienza del processo seguente è opportuno eliminare le lecitine ed eventuali acidi
grassi liberi ed ottenere una materia prima con caratteristiche costanti;
2. La miscelazione dell'alcool con il catalizzatore (quasi sempre KOH) in ambiente
controllato e sicuro in quanto la reazione libera una notevole quantità di energia;
3. La miscelazione dell'olio con il mix alcool/catalizzatore. Normalmente si opera con il
doppio (1:6) del rapporto stechiometrico che vuole, per ogni mole di olio, tre moli di
alcol (1:3). L‘aggiunta di metanolo può avvenire in continuo (richiede alti costi, grossi
impianti - >20-25.000 t/anno, tecnologie di punta) oppure in batch (discontinuo)
utilizzando agitatori. La miscela viene fatta reagire a 70 °C per un'ora. L'ambiente di
reazione è corrosivo, per cui tutta l'impiantistica deve essere realizzata in acciaio
inossidabile e in materiale plastico;
4. La purificazione del metilestere per eliminare le tracce della fase idrofila (glicerolo,
eccesso di metanolo, catalizzatore). Normalmente si eseguono semplici lavaggi con
acqua del prodotto che successivamente viene fatto decantare o viene centrifugato.
5. Il recupero dell'alcool in eccesso per mezzo di un procedimento di evaporazione
sottovuoto (stripping) e la sua re immissione nel ciclo. Tale operazione si esegue sia sul
prodotto (metilestere) che sulla fase acquosa contenente glicerolo.
6. La raffinazione della glicerina ottenuta in funzione dei differenti utilizzi.
C)Processo continuo a elevate temperatura e pressione :Come accennato il processo di
esterificazione è normalmente discontinuo, ma per impianti con elevata capacità si può utilizzare