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Inglese: malocclusion and appliances
Scienza dei materiali dentali: le resine ortodontiche
Italiano: Pascoli e il fanciullino
ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO
“ENRICO FERMI”
p.le R. Guardini ,2 – 37138 Verona
Anno Scolastico 2011/2012
IL BAMBINO
SIGNORETTO ANITA
5^indirizzo odontotecnici
Sez. B 1
INDICE:
LABORATORIO OD./ GNATOLOGIA: ABITUDINI
SFAVOREVOLI CHE CAUSANO LE MALOCCLUSIONI NEI
BAMBINI E L’ORTOGNATODONZIA.
SCIENZA DEI MATERIALI DENTALI: RESINE
ORTODONTICHE
INGLESE: MALOCCLUSIONS AND ORTHODONTIC
APPLIANCES
ITALIANO: G. PASCOLI e IL FANCIULLINO 2
LABORATORIO OD/ GNATOLOGIA
L’ORTOGNATODONZIA
Introduzione storica:
la terapia delle malformazioni facciali e delle malocclusioni dentarie ha quindi
subito costanti mutamenti, adeguandosi via via ai nuovi materiali introdotti
dallo sviluppo della tecnologia o approntati in laboratori artigianali.
I problemi che l’ortodonzia tenta da sempre di risolvere, rimangono tuttavia
gli stessi: è sorprendente scoprire con quanta intelligenza e accuratezza essi
venivano affrontati fin dal Settecento, epoca che vide la nascita dei primi
rudimenti apparecchi correttivi.
Radiografia in ortognatodonzia:
l’indagine radiologica diventa un mezzo insostituibile in diverse fasi del
trattamento ortodontico.
Gli esami più frequenti sono:
Ortopantomografia
Teleradiografia
Radiografia endorale
ORTOPANTOMOGRAFIA
Fornisce un’immagine negativa, bidimensionale e sintetica di entrambe le
arcate dentarie, impiegando una dose minima di radiazioni.
Poiché è una tecnica extraorale risulta ben tollerata anche da piccoli pazienti.
L’esame radiologico dell’apparato dentario nel lattante e durante la prima
infanzia trova indicazione nella ricerca dei germi della serie latteale e nei
ritardi della dentizione. È chiaro, dunque, che il momento più opportuno per
l’indagine radiologica volta all’accertamento della presenza o meno dei germi
dentali e dell’apprezzamento del loro grado di sviluppo è quello della
dentatura mista.
All’epoca della dentatura permanete, la radiografia panoramica eseguita a
scopo ortodontico può rappresentare una conferma ad agnesie sospette
ovvero a inclusioni di determinati elementi.
TELERADIOGRAFIA
L’analisi cefalometrica eseguita con tecnica radiologica standardizzata ha
impressa un nuovo indirizzo al’indagine diagnostica. Essa permette infatti di
studiare: i reciproci rapporti tra le strutture ossee facciali e base cranica e i
rapporti della dentatura con le strutture ossee della faccia.
Tale analisi offre quindi la possibilità di approfondire e completare la diagnosi
clinica della mal occlusione, stabilendo se la malocclusione , dipende da un 3
rapporto anomalo delle arcate dentarie o da una forma anomala della base
ossea.
RADIOGRAFIA ENDORALE
È l’esame radiografico più circoscritto e definito. Dall’esame del radiogramma
possiamo accertare la presenza e la posizione dei singoli germi, operando
delle previsioni circa i loro tempi di eruzione, considerando che normalmente
l’eruzione di canini e premolari si verifica quando le radici hanno raggiunto i
3/4 della loro lunghezza.
L’esame endorale, serve a evidenziare le modificazioni del parodonto in
risposta alle sollecitazioni operate sui singoli elementi. È infatti noto che il
tessuto osseo periradicolare può presentare fenomeni di riassorbimento dove
esercita una pressione, di addensamento dove c’è una trazione.
Fotografia in ortognatodonzia:
il corredo fotografico consente di integrare la documentazione clinica ed è
utile all’operatore quale mezzo di consultazione diagnostica, di confronto con
i colleghi, nonché come supporto per presentazioni a congressi. Risulta infine
insostituibile in caso di complicanze di carattere legale, in quanto le fotografie
testimoniano inequivocabilmente la situazione iniziale e i miglioramenti
ottenuti attraverso le terapie.
Le fotografie indispensabili per l’ortodontista sono:
-tre foto della faccia: laterale destra, frontale e laterale sinistra;
-tre foto della bocca: laterale destra, frontale e laterale sinistra.
Eziologia delle mal occlusioni
Il risultato finale di un trattamento ortodontico dipende innanzitutto dall’esatta
formulazione del piano terapeutico, che è a sua volta subordinato alla
corretta diagnosi (cioè al preciso riconoscimento dell’anomalia e del suo
meccanismo di formazione).
Il fenomeno eziologico va sempre ricercato nella combinazione di più fattori,
generali e locali, tra i quali ricordiamo:
1. eredità
2. cause patologiche
3. cause morfologiche
4. cause funzionali
5. cause locali o dentali.
1. eredità: ricerche genealogiche compiute in varie generazioni di alcune
famiglie celebri, hanno dimostrato che determinate anomalie dento-
maxillo-facciali si trasmettono come caratteri ereditari secondo la leggi di
Mendel. L’esempio classico è il rapporto di III classe della famiglia degli
asburgo. 4
2. cause patologiche: iperattività o deficienze di alcuni ormoni e vitamine
alterano il metabolismo osseo, modificando in eccesso o in difetto lo
sviluppo scheletrico e originando l’anomali.
3. cause morfologiche: per la semplificazione dell’attività masticatoria, i
mascellari hanno subìto una graduale diminuzione di grandezza e di
volume; ciò ha creato una sproporzione tra l’ampiezza dei processi
alveolari e le dimensioni dei denti, i quali, non trovando più lo spazio
necessario, si dispongono in posizioni anomale, generando mal
occlusioni.
4. cause funzionali: rientrano in questo gruppo le cause che provocano
un’errata distribuzione delle sollecitazioni che agiscono selle ossa
mascellari e sui denti nelle molteplici attività della respirazione, della
deglutizione, del succhiamento del pollice e della fonazione.
Delle cause funzionali appena elencate, tratteremo solamente dei disturbi
respiratori, della deglutizione atipica e delle varie abitudini sfavorevoli.
Approfondimento: CLASSIFICAZIONE DI ANGLE (si tratta di una classificazione ortodontica
composta da tre classi principali e diverse sottoclassi. Si riferisce ai soggetti dentuli, che classifica
principalmente nelle 3 classi in funzione di una “chiave” identificata dal rapporto tra i primi molari
superiori ed inferiori)
I classe: la cupide mesio vestibolare del primo molare superiore articola con il solco mesio
vestibolare dell’antagonista.
II classe: la cuspide mesio vestibolare del primo molare superiore articola mesialmente al solco
mesio vestibolare dell’antagonista.
III classe: la cuspide mesio vestibolare del primo molare superiore articola distalmente al solco
mesio vestibolare dell’antagonista.
DISTURBI RESPIRATORI E MALOCCLUSIONI
Angle afferma che la malocclusione di II classe, I divisione, è sempre
accompagnata (se non sicuramente provocata) dalla respirazione buccale, la
quale è dovuta a una ristrettezza delle cavità nasali. Nei bambini adenoidei,
la respirazione a bocca aperta provoca l’abolizione della pressione
endobuccale della lingua sul palato e sull’arcata mascellare, originando una
conseguente ristrettezza di quest’ultima; alle modificazioni di forma del
mascellare seguono, quasi immancabilmente, delle modificazioni mandibolari
per adattamento funzionale dell’arcata inferiore a quella superiore deformata.
LA DEGLUTIZIONE ATIPICA
Nel neonato, la lingua riempie completamente la cavità buccale e durante la
deglutizione si insinua tra i processi alveolari dei mascellari. Con lo 5
svezzamento, il meccanismo di deglutizione si modifica, in quanto il bambino
si abitua a deglutire con le arcate in occlusione, mentre la lingua prende
punto d’appoggio contro il terzo anteriore del palato.
In un certo numero di soggetti, questa trasformazione del meccanismo
fisiologico della deglutizione non si verifica, ma persiste il riflesso di tipo
infantile, caratterizzato dal fatto che la lingua, anziché aderire completamente
al palato, si proietta in avanti tra le arcate semiaperte, mentre le labbra si
contraggono per assicurare la chiusura della bocca.
L’anomalia più comune è la beanza tra i denti anteriori, causata
dall’interposizione della lingua tra essi.
ABITUDINI SVAVOREVOLI
La più importante è il succhiamento del pollice o di altri oggetti; se esso si
protrae oltre i primi due anni di vita, può portare ad alterazioni maxillo-dentali.
La più frequente è la protrusione dei denti frontali superiori, accompagnata a
retrusione di quelli inferiori: a lungo andare, il labbro superiore diventa
ipotonico, mentre quello inferiore viene risucchiato nello spazio creatosi tra i
denti anteriori delle due arcate, continuando così l’azione meccanica svolta
dal pollice.
Approfondimento: ANOMALIE IN SENSO VERTICALE
A) beanza verticale anteriore o open bite. Se ne possono osservare di tre tipi:
1- da intrusione superiore
2- da intrusione inferiore
3- da intrusione superiore e inferiore
B) mordex apertus. In questa malocclusione la beanza si estende anche agli elementi latero-
posteriori.
C) mordex copertus o deep bite. L’anomalia è caratterizzata da una diminuzione in altezza della
zona inferiore della faccia. I denti superiori anteriori ricoprono più di 1/3 la superficie vestibolare
dei denti inferiori.
CLASSIFICAZIONE DELLE APPARECCHIATURE
In base alla struttura, si possono classificare in apparecchi mobili, fissi e
misti.
Gli apparecchi mobili, sono dispositivi terapeutici che il paziente inserisce e
disinserisce automaticamente nel cavo orale; gli apparecchi fissi sono
dispositivi terapeutici che l’otognatodontista cementa e/o incolla ai denti del
paziente, e che possono essere rimossi solo dall’ortognatodontista (es.
REP). Gli apparecchi misti sono dispositivi terapeutici composti sia da parti 6
cementati direttamente ai denti, sia da altre parti che il paziente mette e toglie
autonomamente.
APPARECCHI MOBILI
Sono costituiti da:
mezzi di stabilizzazione: (filo passante anteriore e posteriore, gancio di
Adams, gancio a palla, gancio lanceolato). Ognuno di questi ha il
compito di conferire alla’apparecchio mobile il mantenimento della
corretta posizione sui denti. Questo mantenimento sfrutta da una parte
la ritenzione del filo nella resina, dall’altra parte la ritenzione esercitata
sulle parti anatomicamente più idonee del dente o degli spazi
interdentali.
Placca base: deve presentare delle caratteristiche ben precise:
deve essere fatta con resine auto polimerizzante a freddo;
- deve presentare una forma a ferro di cavallo;
- spessore di 2 o 2,5 mm;
- il bordo deve contornare tutti i denti presenti in sede;
- il bordo posteriore deve arrestarsi tra il primo e il secondo molare
- superiore;
la superficie deve essere liscia e ben levigata (a specchio).
-
Archi vestibolari: appoggiati alle superfici vestibolari degli incisivi
superiori o inferiori, sono deputati o alla loro retrazione, oppure più
semplicemente al mantenimento e al controllo della loro posizione
durante i movimenti di espansione;
Mezzi di espansione: possono essere costituiti da differenti tipi di
dispositivi. Lo sono la vite sagittale, la vite trasversale, la vite Bertoni,
oppure la molla di coffin, la doppia molla di coffin, il fan spring e il fan
pnas.
Da segnalare che la doppia molla di coffin è utile per l’espansione in
senso trasversale, mentre la vite Bertoni può essere impiegata per
espandere l’arcata sia in senso trasversale che antero-posteriore. Il fan
spring e il fan pnas sono invece dispositivi che permettono di
conseguire un’espansione in zona anteriore(ventaglio). 7
Mezzi ausiliari: realizzati generalmente in filo, sono destinati in genere
a esercitare azioni specifiche sui singoli denti. La loro conformazione
risulta appositamente studiata in funzione dell’azione esercita. Ne sono
un esempio lo sperono vestibolare, la molla retro incisiva, la vite a
telescopio, la molla a cantilever, la molla chiusa, la griglia semplice e la
griglia circolare.
Tra i dispositivi elencati, si ricorda che lo sperone vestibolare serve per gli
spostamenti dei singoli elementi in direzione linguale, mentre la molla retro
incisiva e la vite a telescopio consentono gli spostamenti vestibolari.
Il cantilever, ha la funzione di consentire spostamenti distali, mesiali e
vestibolari, mentre, la griglia semplice e la griglia circolare controllano