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Introduzione Avventura dei fratelli Judica Cordiglia, tesina
La seguente tesina di maturità verte sull'avventura dei fratelli Judica Cordaglia. La tesina permette i seguenti collegamenti con le varie materie scolastiche: in Elettrotecnica le antenne, in Diritto Space Debris, in meteorologia la meteorologia satellitare, in Navigazione aerea i sistemi di navigazione inerziale, in Meccanica e macchine -l'aerodinamica delle prime capsule spaziali, lifting bodies, in Fattore umano in aviazione la sofferenza dei piloti sull'aereo e nello spazio, in Inglese From Sputnik 1 to ISS, in Storia il miracolo italiano, in Italiano Salvatore Quasimodo, Alla Nuova Luna.
Collegamenti
Avventura dei fratelli Judica Cordiglia, tesina
Elettrotecnica - Le antenne.
Diritto - Space Debris.
Meteorologia - Meteorologia satellitare.
Navigazione aerea - Sistemi di navigazione inerziale.
Meccanica e macchine - Aerodinamica delle prime capsule spaziali, lifting bodies.
Fattore umano in aviazione - Sofferenza dei piloti sull'aereo e nello spazio.
Inglese - From Sputnik 1 to ISS.
Storia - Il miracolo Italiano.
Italiano - Salvatore Quasimodo, Alla Nuova Luna.
Turin Flying Institute 2015 – 2016 Corgiat Mecio Lorenzo
L’ultimo episodio della lunga avventura dei due fu lo sbarco dell’uomo sulla
Luna. In quell’occasione si occuparono anche della telecronaca diretta
dell’avvenimento per Radio Svizzera, e il loro centro d’ascolto fu
letteralmente invaso da centinaia di persone.
Iniziò, da quel giorno in poi, il declino delle iniziative pionieristiche verso lo
spazio, e, con esse, dell’attività di intercettazione degli Judica Cordiglia.
Parallelamente a queste intercettazioni di viaggi spaziali ufficialmente
riconosciuti, esistono, nel loro archivio, registrazioni di presunti lanci
sovietici falliti.
Coloro che non tornarono
SOS a tutto il mondo – 28 novembre 1960
Il primo episodio documentato avviene 135 giorni prima del trionfale
annuncio del lancio di Yuri Gagarin.
Giravano da giorni voci incontrollate
provenienti da Mosca su un probabile
lancio di una nave con un uomo a bordo,
e il mattino di quel 28 novembre, i due
fratelli ricevono dall’amico giornalista
dell’Ansa Ugo Sartorio, la notizia che
l’osservatorio di Bochum, in Germania,
aveva captato segnali dagli strati di
spazio solitamente utilizzate dai sovietici
per i proprio esperimenti. Gli Judica
Cordiglia, attivati gli apparecchi, non
sentirono il consueto segnale del
satellite, ma un messaggio in alfabeto
Morse (ben conosciuto dai due per
l’esperienza giovanile delle
comunicazioni radio con tutto il mondo):
un SOS A TUTTO IL MONDO, ripetuto in
continuazione. Agendo sull’antenna,
i due torinesi dedussero che il segnale proveniva da un punto ben definito
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del cielo e che la stazione che lo emetteva sembrava immobile. Tutto ciò
non era normale: se l’emissione fosse provenuta da un satellite artificiale in
rotazione attorno alla Terra, sarebbe stato necessario inseguire la sorgente
di quei suoni. Inoltre la trasmissione stava avendo una durata troppo lunga:
i suoni dopo qualche minuto avrebbero dovuto scomparire per poi riapparire
circa 90-100 minuti dopo, ovvero il periodo orbitale dei satelliti sovietici
attorno al nostro pianeta. L’unica spiegazione plausibile era che si trattasse
di un veicolo in allontanamento dalla Terra. Avvertirono dell’accaduto
l’ANSA, e subito l’interesse della stampa fu altissimo: numerosi giornalisti
si recarono alla loro stazione e ascoltarono con loro il misterioso segnale.
Uno di questi, Domenico Garbarino, organizzò un dialogo telefonico tra i due
fratelli e il professor Kaminski, della stazione di Bochum, che pur avendo
annunciato di aver captato segnali dallo spazio, non aveva fatto altre
precisazioni in quanto, lavorando per lo Stato, era tenuto a mantenere il più
stretto riserbo. Il confronto dei dati diede esito positivo. La notizia fece il
giro delle stampe internazionali e, dopo pochi giorni, Radio Mosca annunciò
che era stata messa in orbita una nave spaziale che rientrava negli
esperimenti per il futuro lancio di un satellite con pilota umano.
Lo studioso tedesco commentò: “Probabilmente un uomo è già nel cosmo”
Un cuore pulsa dallo spazio – 2 febbraio 1961
Un episodio simile e se
possibile più sconvolgente
avvenne 69 giorni prima del
lancio di Gagarin nello spazio.
Dopo ciò che era accaduto a
novembre, i radioricevitori a
Torino erano quasi sempre in
funzione, sintonizzati sulle
frequenze sovietiche.
Improvvisamente su un Attesa di un nuovo passaggio del satellite su Torino
radioricevitore comparve un segnale mai sentito da Achille e Giambattista:
suoni acuti a tonalità diversa molto frequenti e di breve durata. L’analisi del
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segnale confermò loro che esso proveniva da un satellite che ruotava
intorno alla Terra. All’ascolto del transito seguente, i genitori avevano
raggiunto i figli davanti ai ricevitori: il suono riapparve, più forte e chiaro,
ma entro breve si interruppe, e fu sostituito da un respiro faticoso, e,
successivamente, da un rumore cupo e ritmico.
Il padre, medico, riconobbe subito questo secondo suono come un battito
cardiaco, in cui distinse un’extrasistole, e propose di chiamare il professor
Achille Mario Dogliotti, uno dei più autorevoli cardiochirurghi dell’epoca a
livello mondiale. Subito accorso con la sua equipe, analizzò attentamente la
registrazione e confermò, come detto precedentemente dal padre, che
certamente si trattava di un battito cardiaco in cui era presente
un’extrasistole. Stilò una dichiarazione ufficiale, seguita da una seconda il
giorno seguente, dopo aver effettuato in clinica le analisi con i dovuti
apparecchi. Come accadde a novembre la notizia, confermata da più centri
d’ascolto da varie parti del mondo, attirò l’interesse della stampa mondiale
e, allo stesso modo, i sovietici annunciarono pochi giorni dopo il lancio di un
nuovo veicolo spaziale senza uomini a bordo, e che esso, come previsto, si
era disintegrato.
Frequenze radio impazzite - maggio 1961
Circolavano a Mosca voci che sostenevano l’imminenza di un nuovo lancio
con equipaggio umano a bordo. Scattò immediatamente l’ascolto radio
continuo, sia sulle consuete frequenze, sia su altre che i due avevano
individuato col tempo. Su queste seconde frequenze, iniziarono a registrare
un’intensa attività di segnali ritmici e, successivamente, lunghe ore di
conversazioni radio provenienti da terra. La direzione era quella di
Baikonour, dove si trovava una delle basi di lancio sovietiche.
Successivamente nelle conversazioni comparì anche la voce di una donna,
accompagnata da quella di due uomini, e questa volta i segnali provenivano
inequivocabilmente dallo spazio. I discorsi, col passare del tempo, si
facevano sempre più concitati e rapidi, e, tradotti, evidenziavano difficoltà
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tecniche per gli astronauti. Di particolare effetto una delle frasi pronunciate
dalla donna:
“…Già, tanto questo il mondo non lo saprà”.
Infatti, nessuna notizia da Radio Mosca su qualche
nave in orbita.
La situazione sul veicolo, intanto, precipitava: le frasi
tradotte evidenziavano sempre più una situazione
drammatica: frequenti erano i riferimenti a mancanza
di ossigeno, di forze, non corrispondenza dei dati delle
macchine. Le trasmissioni durarono per sette lunghi
giorni, finché, dopo la mattina del 23, le voci maschili
scomparvero. Al transito successivo, si sentì solo la
voce femminile, in uno stato d’animo indescrivibile,
che diceva di sentire caldo, di non avere ossigeno, che
continuamente chiedeva se sarebbe rientrata, se
sarebbe precipitata.
Infine, dopo un momento di silenzio, la donna prese
a urlare “JA VIGIU PLAMA!” ovvero “vedo una
fiamma”, ripetendolo più volte, dicendo “ascoltatemi, compagni!! Vedo una
fiamma!!”, finché, dopo averlo urlato un’ultima volta, il segnale si
interruppe, sostituito dal fruscio.
«Probabilmente aveva sbagliato l’angolo di rientro nell’atmosfera terrestre
e si stava incendiando per l’attrito; accadde anche a Valentina Tereshkova,
ma lei riuscì a farcela a cambiare all’ultimo istante» ricorda ancora Achille.
[4]
Un cosmonauta in orbita? – 14 ottobre 1961
A Torre Bert, il 14 ottobre 1961, fu captata una voce maschile, che parlava
in russo, anche se le evanescenze del segnale erano frequenti. Le frasi
erano alternate da pause impegnate da un’altra voce, ancora più distante,
forse proveniente dalle basi di terra. Anche se con difficoltà, analizzando il
segnale, fu possibile accertarsi che provenisse dallo spazio. Al transito
successivo, si riuscirono a captare ancora poche parole, e quello ancora
seguente solo più i segnali telemetrici. Dopo di che scomparve
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completamente. Non poteva essere rientrato, poiché, data la posizione della
stazione torinese, sarebbe stato captato.
Mosca non fece trapelare nessuna notizia. Qualche settimana dopo,
tuttavia, un giornale americano pubblicò un articolo che riferiva: “le autorità
statunitensi hanno ricevuto informazioni segrete secondo le quali l’URSS
avrebbe lanciato e perduto nello spazio un enorme satellite con tre
astronauti a bordo. Il lancio sarebbe avvenuto il 14 ottobre. Segnali
trasmessi dalla nave cosmica sono stati captati a Tokio, Dakar, Sidney e
Bochum.
L’istituto giapponese di ricerche sulle onde radio ha calcolato che l’astronave
era stata collocata su un’orbita situata tra i 400 e i 480 km, cioè la più alta
che sia mai stata tentata. Gli scienziati pensano che l’orbita fosse troppo
alta e che la nave cosmica si sia persa nello spazio.”
Raffica di voli spaziali sovietici senza ritorno
settembre/novembre 1962
Tra il settembre e il novembre del 1962 i fratelli Judica Cordiglia captarono
una serie di segnali provenienti da voli sovietici molto ravvicinati tra loro. Il
primo risale al 6 settembre, e nell’occasione la ricezione del segnale del
satellite avvenne anche da parte da una stazione d’ascolto svedese. Il 17
18 e 19 ottobre, fu captato un altro segnale, e accompagnata alla ricezione
in modulazione, c’era anche la
voce di un uomo. La situazione
si ripeté nei giorni dall’8 al 12
novembre dello stesso anno.
Le intercettazioni furono
confermate anche dalla stampa
americana e la stampa stessa
avanzò l’ipotesi che, con questi
lanci, i sovietici tentassero la via Tabelle di conversione autocostruite
di Venere. per prevedere il successivo transito del satellite
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L’ultima intercettazione di un lancio fallito – 13 aprile 1964
L’ultima intercettazione di un lancio fallito effettuato a Torre Bert risale
all’aprile del ’64.
Gli esperimenti cominciarono a Terra e finirono nello spazio il 25. La
registrazione è lunga, presenta più voci umane, di cui una femminile, ma la
conversazione è frammentaria. Le ultime battute sono quelle della donna,
che chiama inutilmente la base di Terra, che non risponde più.
“La morte di cosmonauti? Assurde menzogne” Nell’aprile del
1965 comparì su
Stella Rossa,
giornale sovietico,
e, di riflesso, sulla
stampa italiana, la
smentita ufficiale
del tenente
Kamanin alle
accuse fatte dai
due torinesi, che
A sinistra fotografia che ritrae Yuri Gagarin insieme ad altri astronauti,
a destra la stessa fotografia dopo il ritocco. furono definiti
(“Spazio – i segreti e gli inganni” Roberto Pinotti) “radiopirati”, e le
loro accuse assurde menzogne e allucinazioni. Il tenente affermava inoltre
che le notizie distribuite dalla stampa fossero fornite dallo spionaggio
americano, che i nomi dei presunti astronauti morti in orbita citati dai due
fratelli (Scibotin, Zowodowsky, Belokonev, Ludmilla …) fossero inesistenti,
e che probabilmente le intercettazioni riguardavano altre frequenze radio e
non certamente quelle sovietiche. La risposta dei due, tramite la stampa, fu
immediata: le informazioni diffuse erano tutte ampiamente documentate,
le ricezioni effettuate in presenza di testimoni e gli “inesistenti nomi” degli
astronauti erano comparsi, accompagnati dalle loro foto durante gli
addestramenti, sulla rivista russa Ogoniok, e nelle conversazioni da loro
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captate. Inoltre, presentarono prove “tecniche” che confermavano la
provenienza dei segnali:
• La polarizzazione dell’antenna: per poter “seguire” il corso del satellite,
occorreva usare un’antenna a polarizzazione orizzontale quando esso
sorgeva, in modo da ricevere più forte il segnale. Quando esso di trovava
allo Zenit occorreva invece quella a polarizzazione verticale e nuovamente,
quando tramontava, veniva usata quella a polarizzazione orizzontale.