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Questa tesina di maturità descrive l'uomo tra avventura e scienza. Gli argomenti che vengono trattati nella tesina sono: in Inglese Frankenstein, in Geografia astronomica le rocce che compongono i Poli, le stagioni astronomiche, l'albedo e la diffusione dei raggi luminosi, in Filosofia le frasi di Nietzsche, in Biologia e Chimica gli studi ambientali sulla contaminazione di sostanze inquinanti, la biomagnificazione e la bioaccumulabilità, l'effetto Grasshopper, gli studi di paleoclimatologia, l'ecofisiologia di organismi polari, in Psicologia la resilienza, il coping, la letargia mentale, lo staring, il winter-over syndrome, il rest, il questionario C/A PSO AD, il test di debriefing e il test di Rorschach.
Inglese- Frankenstein.
Geografia astronomica- Rocce che compongono i Poli, stagioni astronomiche, albedo e diffusione dei raggi luminosi
.
Filosofia- Frasi di Nietzsche.
Biologia e Chimica- Studi ambientali sulla contaminazione di sostanze inquinanti, biomagnificazione e bioaccumulabilità, effetto grasshopper , studi di paleoclimatologia, ecofisiologia di organismi polari.
Psicologia- Resilienza, coping, letargia mentale, staring, winter-over syndrome, rest, questionario C/A PSO AD, test di debriefing e test di Rorschach.
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
2. Alla scoperta degli ambienti polari
l’eterna corsa
2.1 Le esplorazioni polari: ai confini del mondo
“Fin dall’inizio dei viaggi polari è stato lo spirito dell’avventura molto più che l’intento di ricerca
ad affascinare la maggior parte della gente che seguiva da casa le vicende”
Reinhold Messner
“Il numero è il nostro grande prezzo per rendere maneggevole il mondo. Noi comprendiamo fino al
punto in cui smettiamo di contare cioè finchè riusciamo a percepire una costanza”
F. Nietzsche
“Vivere e conoscere tanto,vivendo anche tanto del passato; vivere e conoscere nell’unità delle
proprie e altrui esperienze: ciò forma gli uomini più elevati che io chiamo sommi”
F. Nietzsche
“I fortunati sono curiosi”
F. Nietzsche
“In una spedizione come nella vita il successo non dipende dalla forza bruta, e neppure dalla
capacità di sopportazione, ma dalla volontà di tenere duro: saper ricordare senza sosta a se stessi la
gioia di esistere anche tra le difficoltà peggiori”
–“Nessun orizzonte è troppo lontano”
L. Arnesen & A. Bancroft 8
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
Le tappe principali delle esplorazioni polari
L’Artide
2.2
Già i greci nel IV secolo a.C. erano consapevoli dell'esistenza delle regioni artiche. Al principio del
IX secolo d.C., alcuni monaci irlandesi fondarono una piccola colonia in Islanda. I vichinghi, , vi
giunsero poco dopo nello stesso secolo. Intorno al 982 il condottiero vichingo Erik il Rosso avvistò
e diede un nome alla Groenlandia, scoprendola verde e accogliente (come dice il nome). Nel corso
dei quattro secoli successivi i vichinghi raggiunsero l'Artide canadese. Le esplorazioni artiche
successive a quelle vichinghe furono sollecitate dalla necessità, da parte degli europei, di cercare
delle rotte marittime alternative verso l'Oriente: il passaggio di Nord-Est, lungo le coste dell'Asia
settentrionale, e il passaggio di Nord-Ovest, attraverso le isole artiche dell'America settentrionale.
La ricerca del passaggio di Nord-Ovest ebbe inizio alla fine del XVI secolo con i viaggi del
navigatore italiano (al servizio degli inglesi) Giovanni Caboto, che non ebbe fortuna, così come
molti altri che ne seguirono le orme. Nel 1610 Henry Hudson localizzò la vasta baia che in seguito
da lui prese il nome, e che venne riportata su una carta geografica nel 1612-13 dall'esploratore
9
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
gallese Thomas Button. William Baffin, navigatore inglese, esplorò la baia che da quel momento si
sarebbe chiamata baia di Baffin, nel 1616, giungendo a 77°45' di latitudine nord, un primato che
non fu superato per circa 200 anni.
L'esplorazione russa della costa della Siberia artica venne promossa
dallo zar Pietro il Grande all'inizio del secolo XVIII. Il sovrano
ingaggiò il navigatore danese Vitus Johansen Bering, che nel 1728
scoprì lo stretto che ne reca il nome e che separa la Siberia
dall'Alaska. Il governo britannico, con il proposito di trovare il
passaggio di Nord-Ovest, (a proposito del passaggio a Nord-Ovest
vedi anche la pagina su Roald Amundsen) nel 1818 organizzò la
prima di una serie di spedizioni artiche guidate da William Edward
Parry. Nel 1845 John Franklin guidò una spedizione britannica verso
Vitus Johansen Bering lo stretto di Bering, partendo dal canale di Lancaster, uno stretto nella
Baia di Baffin. Le due navi della spedizione rimasero intrappolate dai ghiacci durante l'inverno del
1846 e Franklin morì nel giugno dell'anno seguente, insieme a molti altri membri dell'equipaggio. I
sopravvissuti abbandonarono le due navi nell'aprile del 1848 per cercare la salvezza, ma morirono
tutti quasi subito.
La prima spedizione artica ufficiale,
intrapresa nel 1881-82, fu organizzata
nell'ambito del primo Anno Polare
Internazionale La base fu posta a Franklin
Bay, sull'isola di Ellesmere, e furono
compiute delle importanti osservazioni
scientifiche, soprattutto di carattere
meteorologico. La spedizione, però, si
trovò presto in difficoltà e, nel 1884,
quando giunsero alcune navi di soccorso, Base polare di Franklin Bay
i diciassette membri della spedizione
erano deceduti per il freddo e la fame. Il primo viaggio in nave attraverso il passaggio di Nord-
Ovest fu compiuto nel 1903-1906 dall'esploratore norvegese Roald Amundsen. 10
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
Nel maggio del 1926 l'aviatore ed esploratore
statunitense Richard E. Byrd, insieme al compatriota
aviatore Floyd Bennett, sorvolò il Polo Nord. Pochi
giorni dopo Amundsen, Lincoln Ellsworth e Umberto
Nobile portarono a termine un volo di oltre settanta ore
sul dirigibile Norge, dall'isola Spitzbergen attraverso il
Polo Nord fino all'Alaska, percorrendo circa 5460 km.
Il dirigibile Italia Nel 1928 Umberto Nobile sorvolò ancora una volta il
polo con il dirigibile Italia, che sulla via del ritorno precipitò; la ricerca e il salvataggio dei
naufraghi risultarono drammatici e difficili e portarono tra l'altro alla scomparsa di Amundsen, che
generosamente si era impegnato nell'opera di soccorso. Durante la seconda guerra mondiale furono
installate numerose basi aeree e stazioni meteorologiche in Alaska, nell'Artide canadese e in
Groenlandia. La prima stazione americana sul ghiaccio alla deriva fu installata all'inizio del 1952 da
Joseph O. Fletcher.
La navigazione sottomarina, al di sotto del
pack, che da tempo Stefansson e Wilkins
cercavano di mettere in pratica, divenne realtà
nel 1958, quando il sottomarino statunitense
Nautilus, a propulsione nucleare, navigò per
primo sotto l'oceano Artico dallo stretto di
Bering all'Islanda, passando sotto il Polo Nord, Il Nautilus, sottomarino statunitense
in circa dieci giorni. Le attività scientifiche nelle regioni artiche aumentarono in misura notevole nel
corso dell'Anno geofisico internazionale del 1957-58. Il programma coinvolgeva diversi paesi che
insieme tenevano attive oltre trecento stazioni. Dalla fine degli anni Settanta l'esplorazione
tradizionale dei territori artici è stata sostituita dalle attività di ricerca scientifica. La regione è oggi
facilmente accessibile, grazie a mezzi tecnici più efficaci di un tempo (aerei, sottomarini,
rompighiaccio) e a nuovi metodi di trasporto via terra, mentre i rilevamenti vengono perlopiù
effettuati dai satelliti. All'inizio degli anni Ottanta, un gruppo internazionale di scienziati intraprese
uno studio a lungo termine della copertura di ghiaccio della Groenlandia attraverso l'analisi di
carote di ghiaccio (campioni di ghiaccio a forma cilindrica) prelevate con trivellazioni della
superficie a una profondità di circa 2036 m. Nel 1981 nell'Unione Sovietica erano ormai installate
più di venticinque stazioni di ricerca scientifica. Nel 1986, sull'isola Axel Heiberg, nell'Artide
canadese, fu scoperta la più grande foresta pietrificata dell'Artide, risalente a circa 45 milioni di
11
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
anni or sono: il ritrovamento diede avvio a interessanti ricerche relative ai mutamenti delle
condizioni ambientali e climatiche della zona in epoche geologiche lontane. L'inquinamento del
mondo industrializzato sta progressivamente raggiungendo e danneggiando anche i lontani territori
dell'Artide, oltre che dell'Antartide. Lo testimonia la scoperta, nel 1987, del "buco" nello strato di
ozono sovrastante l'Artide.
L’Antartide
2.3
Per la sua lontananza dagli altri continenti, l'Antartide fu scoperta soltanto nel XIX secolo. I primi a
ipotizzarne l'esistenza furono gli antichi greci, convinti che nell'emisfero meridionale dovesse
esserci un grande continente contrapposto a quello dell'emisfero settentrionale. Il capitano
britannico James Cook fu il primo esploratore ad attraversare il Circolo polare antartico nella
seconda metà del secolo XVIII ma, pur avendo circumnavigato l'Antartide, egli non avvistò mai il
continente. Dai depositi di roccia presenti negli iceberg incontrati in mare, Cook si rese conto
dell'esistenza di un continente meridionale
Dal 1819 al 1821 una spedizione russa, guidata dall'ufficiale della
Marina ed esploratore Fabian von Bellingshausen, circumnavigò
l'Antartide e scoprì alcune isole al largo della costa. I primi ad
avvistare il continente furono, probabilmente, i gruppi guidati dal
cacciatore di foche americano Nathaniel Palmer e dagli ufficiali
della Marina britannica William Smith e Edward Branfield, che si
avvicinarono via mare all'estremità della penisola antartica nel 1820.
Il primo a sbarcare sul continente, il 7 febbraio 1821, fu un altro
cacciatore di foche americano, il capitano John Davis. Nel 1823 il Nathaniel Palmer
cacciatore di balene britannico James Weddell scoprì il mare
(situato a nordovest del continente) che porta il suo nome, avventurandosi verso il punto più
meridionale mai raggiunto fino ad allora da una nave. 12
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
Soltanto nella prima metà del XIX secolo
–
tre spedizioni nazionali autonome una
francese comandata da Jules Dumont
d'Urville, una britannica sotto la guida di
James Clark Ross e una americana
–
comandata dal capitano Charles Wilkes
navigarono per un tratto di costa lungo a
sufficienza perché gli equipaggi si
rendessero conto del fatto che la terra
ammantata di ghiaccio dinanzi ai loro
occhi era davvero un'area continentale. .
Lo sbarco dell'equipaggio di Jules Dumont d'Urville nel 1842
Dalla fine del XIX al principio del XX secolo numerose spedizioni si recarono
in Antartide, con l'appoggio del Congresso internazionale di Geografia. La
ricerca del Polo Sud fu il tema dominante della successiva serie di missioni
antartiche. Dal 1907 al 1909 Ernest Shackleton guidò una spedizione
britannica, a circa 156 km dal Polo Sud prima di fare ritorno per esaurimento
delle scorte. Una seconda spedizione britannica venne messa in campo nel 1910
Ernst Shackleton
sotto la guida di Robert Scott, e così pure una norvegese con a capo Roald Amundsen . I due
cercarono contemporaneamente di raggiungere il Polo, per vie diverse. Scott commise l'errore di
utilizzare pony siberiani per il traino delle slitte. I pony si rivelarono poco adatti, morirono in breve
tempo e Scott fu costretto a trainare le slitte a uomo. Ebbe anche la sfortuna di aver scelto un
percorso forse più difficile rispetto al rivale Amundsen, ma essendo i primi a compiere tale
spedizioni ovviamente non potevano saperlo. Facendo uso di cani per trainare le slitte, Amundsen e
un gruppo di quattro uomini raggiunsero il Polo Sud il 14 dicembre 1911. Il gruppo di Scott,
formato da cinque membri, giunse al Polo il 16 gennaio 1912, dopo aver trainato a forza di braccia
le slitte nei punti più accidentati del tragitto. Tutti i membri del gruppo di Scott morirono sulla via
del ritorno, dopo che i norvegesi avevano felicemente raggiunto la base. Shackleton fece ritorno in
Antartide nel 1914 per tentare l'attraversamento del continente, ma la sua nave, l'Endurance, rimase
bloccata dai ghiacci che la distrussero. Shackleton e i suoi uomini si fecero strada attraverso le
banchise fino all'Isola dell'Elefante e furono finalmente soccorsi nell'agosto del 1916. 13
Ai confini del mondo: l’uomo e il suo viaggio infinito tra avventura e scienza
L'Endurance imprigionata fra i ghiacci
Negli anni Venti furono gli aviatori a esplorare l'Antartide. Dopo la seconda guerra mondiale, gli
Stati Uniti inviarono in Antartide la più grande missione esplorativa mai effettuata in quel
continente. Più di 4000 uomini parteciparono all'operazione tredici navi e oltre venti aerei. Gran
parte della costa fu fotografata dall'aereo per l'approntamento di carte geografiche.
2.4 La nuova frontiera della scoperta dei poli: la ricerca scientifica
L’Artide e l’Antartide, indicate ordinariamente come regioni polari perché circostanti
rispettivamente il Polo Nord ed il Polo Sud del globo terrestre hanno caratteristiche molto diverse,
e quindi l’ambiente, gli