vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Geografia/Storia: Seconda rivoluzione industriale
Geografia/Storia: Taylorismo
Italiano: Futurismo
Economia aziendale: Il Kaizen
L'AUTOMOBILE
Tesina multidisciplinare
di
Vale2611
anno scolastico 2011/2012
indirizzo IGEA 1
INDICE:
1) La storia dell'automobile
2) Seconda rivoluzione industriale e Taylorismo
3) L'automobile come simbolo del Futurismo
4) Il Kaizen 2
La storia dell'automobile
L’automobile è una delle invenzioni più importanti del nostro tempo. Nel XVII
secolo Denis Papin in Francia e New Comen in Inghilterra costruirono i primi motori
a vapore e Nicolas J. Cugnot applicò il motore a vapore su un carro per farlo
muovere, creando il primo veicolo semovente della storia.
Durante il XIX secolo il motore a vapore venne perfezionato, ma il suo peso e le sue
dimensioni erano troppo elevati, quindi venne utilizzato soltanto per dei mezzi grossi
come le locomotive o le navi.
Due italiani, Eugenio Borsanti e Filippo Matteucci, costruirono e brevettarono, nel
1858 il primo motore a benzina che funzionava però soltanto con cicli a tre tempi.
Successivamente, nel 1862, Nikolaus Otto inventò il motore con un ciclo a "quattro
tempi", che permetteva di raggiungere potenze molto elevate. Nonostante questo
però, la prima applicazione dei motori a combustione interna ad un veicolo arriva
vent'anni più tardi, con Daimler e Benz che costruirono rispettivamente un quattro
ruote e un triciclo con un motore a quattro tempi.
La Benz Patent Motorwagen (la prima auto della storia)
Benz si accorse che, per superare con i suoi tricicli le strade in salita, bisognava
aumentare il numero di giri del motore, e diminuire quelli delle ruote, nacquero cosi i
primi cambi di velocità. 3
Nel 1903 nel Michigan, Henry Ford, fonda la Ford Motor Company e produce la
prima automobile di serie, il modello T, che verrà prodotto in più di 15.000.000 di
esemplari, questo risultato sarà raggiunto grazie all'applicazione del Taylorismo e del
nastro trasportatore nei processi produttivi.
Gli anni che vanno dal 1930 al 1940 rappresentano "l'Epoca d' Oro" dell'automobile,
che raggiunse alti livelli di perfezione, di tecnica e di eleganza, in Italia durante il
regime fascista si afferma il Futurismo, una corrente culturale che esalta la velocità e
l'automobile come indici di forza e di potenza di un popolo.
Con il boom economico degli anni '60
l'automobile ha un ulteriore
rinnovamento,nascono infatti nuovi modelli tra
cui le utilitarie, le spider e le coupé. In questi
anni nascono anche le prime campagne pro auto
che coinvolgono nella propaganda anche attori
del cinema.
L'Alfa Romeo Giulietta Spider prodotta agli
inizi degli anni '60
Nel 1973 il mondo affronta una grande crisi petrolifera causata dall'interruzione degli
approvvigionamenti da parte dei paesi dell'Opec che fa aumentare i prezzi del
petrolio e per questo motivo anche il mondo dei trasporti subisce una flessione.
Negli anni '80, il Giappone diventa leader mondiale nella produzione di automobili
con aziende come la Toyota che si inserisce nel mercato alla pari con le grandi
aziende automobilistiche americane come la Ford, in questi anni si ottengono inoltre
importanti risultati nelle prestazioni, nel risparmio energetico, nell'aerodinamica e
nella qualità e robustezza, infine negli anni '90 ci sono miglioramenti nella sicurezza
sia attiva che passiva. 4
Seconda rivoluzione industriale e Taylorismo
La seconda rivoluzione industriale, che inizia nel
tardo Ottocento e dura fino ai primi anni settanta,
porterà molti cambiamenti nella società del
tempo, nascono infatti i primi sindacati, la società
di massa e i partiti di massa e si affermano nuovi
modelli consumistici.
Nel 1854 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci
costruiscono il primo motore a combustione
interna che gradualmente si sostituirà al motore a vapore che era stata la grande
scoperta della prima rivoluzione industriale; con questa nuova invenzione al carbone
viene gradualmente sostituito il petrolio come fonte di energia primaria.
Per sostenere la crescente domanda ed abbattere i costi in questo periodo un
ingegnere americano, Frederick Winslow Taylor, teorizza una modalità di organizzare
il lavoro in modo scientifico che verrà applicata per la prima volta, dall’industriale
automobilistico americano Henry Ford, e poi in tutte le società industriali avanzate.
Il “Taylorismo” vero e proprio si fondava su una serie di osservazioni: ogni
operazione lavorativa veniva suddivisa nei movimenti elementari che la costituivano.
Questa operazione veniva poi fatta svolgere dagli operai più efficienti. Si notava così
che ognuno di essi eccelleva in alcuni movimenti ed era meno abile in altri. Si faceva
la “somma” dei movimenti elementari a più alto rendimento e si otteneva così il
modello dell’operazione globale più redditizia. 5
Operai al lavoro in una fabbrica Ford
Frederick Winslow Taylor e Henry Ford
L'automobile come simbolo del Futurismo
L’invenzione dell’automobile influenzò
i vari aspetti della società, anche la
cultura e in particolar modo, la
letteratura fu influenzata da questo
nuovo mezzo di trasporto.
L’influenza dell’automobile sulla
letteratura di inizio ‘900 è
riscontrabile, soprattutto in Italia,
dove si afferma il Futurismo, che
nasce nel 1909, quando Filippo
Tommaso Marinetti pubblica il primo
manifesto del Futurismo sul giornale
francese “Le Figaro”.
Il primo manifesto del Futurismo è
composto di undici punti nei quali
oltre all’esaltazione della forza, del
nazionalismo e della guerra appare
6
una esaltazione della velocità e dell’automobile, nei punti 4 e 5:
Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è
4. “
arricchita di una bellezza: la bellezza della velocità.
Un’automobile da corsa col suo cofano adorno di
grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo…
un’automobile ruggente ,che sembra correre sulla
mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.”
5. “Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il
volante, la cui asta ideale attraversa la terra, lanciata
a corsa,essa pure, sul circuito della sua orbita.”
L’automobile era agli inizi del Novecento, oltre che simbolo di velocità, spesso
accomunata con la libertà; questa voglia di libertà è visibile nei componimenti
Futuristi e soprattutto nelle loro poesie, infatti non venivano più usati i versi della
tradizione, ma un nuovo tipo di verso: il verso libero. Queste innovazioni apportate in
campo stilistico dai Futuristi per distaccarsi dal passato, prendono il nome di “parole
in libertà” e sono riportate nel “Manifesto tecnico della letteratura futurista” del 1912
in cui vengono stabilite alcune regole sintattiche come l'abolizione dell'aggettivo e
dell'avverbio considerati una “sfumatura di significato”, la “distruzione della sintassi”
attuata ad esempio tramite la sostituzione della punteggiatura con simboli matematici
e l'uso del sostantivo doppio.
La poesia futurista è una poesia diretta e vuole far cogliere al lettore le intenzioni del
poeta, per questo motivo vengono usati elementi linguistici, come espressioni
dialettali, neologismi ed onomatopee che ricordano suoni meccanici(es.Prrrendimi!...
Prrrendimi!...).
La velocità e la sinteticità sono principi sostenuti anche nelle poesie, che devono
essere brevi e chiare ed essere capaci di trasmettere velocemente un intreccio di
emozioni ed incitazioni. Infatti, i futuristi affermano che. " È stupido scrivere cento
pagine dove ne basterebbe una". 7