vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
1) La Nascita Dell’Automobile.
2) Il Motore a Benzina
3) Il Motore Diesel
4) La Nascita della FIAT e dell’Automobile Italiana
5) L’automobile e il Futurismo in Letteratura
6) La pittura Futurista: la Velocità e l’Automobile
7) L’Automobile Italiana durante e dopo la Grande
Guerra
8) L’industria Automobilistica Italiana e il Fascismo
9) La Propaganda Fascista e l’Automobile
10) La Balilla, la Prima “Utilitaria” Italiana 3
1) La Nascita Dell’Automobile
4
Il sogno di costruire un veicolo semovente ha assillato l’uomo fin dall’antichità, ma
passarono tuttavia secoli prima che l’idea prendesse corpo e fosse sostenuta come
invenzione. I padri della moderna
automobile con motore a combustione
interna sono universalmente riconosciuti
in Gottlieb Daimler e Carl Benz, i quali
pur essendo nati entrambi in Svevia non
si conobbero né incontrarono mai e
perseguirono ognuno la propria strada. I
loro esperimenti condussero alla
realizzazione e alla produzione in serie di
un motore, compatto e veloce. Il 17
ottobre 1926 avvenne la fusione delle
aziende di Daimler e Benz, fusione che
diede vita a un marchio tuttora fra i più prestigiosi, la Mercedes Benz. Daimler e
Benz devono dividere i loro meriti con una schiera di innumerevoli inventori che
hanno contribuito allo sviluppo dell’intero progetto. Per permettere il movimento
della prima “automobile” essa venne attrezzata di un motore a scoppio; il primo
abbozzo risale addirittura al 1673, anno in cui il matematico e fisico olandese
Christian Huygens lo presentò all’“Accademia Francese delle Scienze”, ottenendo
però scarso seguito. Il primo motore a scoppio utilizzato per mettere in movimento
un’auto fu però quello presentato all’ “Esposizione Universale Di Parigi” del 1867 da
parte di Nikolaus Otto, un commesso viaggiatore tedesco, con una modifica apportata
successivamente da Daimler e Wilhelm Maybach. Questi ebbero il compito di
dedicarsi allo sviluppo di un motore a petrolio sulla base di quello di Otto, il quale
benché perfettamente funzionante risultava di scarsa potenza, appena 3 cavalli. Otto
tuttavia non si diede per vinto e brevettò nel 1876 un nuovo motore che riassumeva
tutti i principi del motore a quattro tempi. Iniziò così la sfida tra Daimler e Otto,
quest’ultimo infatti impose il veto sull’utilizzo del suo motore per un eventuale
perfezionamento da parte del rivale, il quale però ignorò il divieto e si mise a
costruire in segreto quello che sarà il primo motore a scoppio della storia,
modificando con l’aiuto di Maybach il progetto di Otto. A vincere la causa davanti al
tribunale del Reich fu Daimler il quale nel 1886 collaudò la sua prima automobile
sperimentale, una carrozza per cavalli mossa da un motore della potenza di un cavallo
e mezzo che gli consentì di raggiungere i 18Km/h. Seppur questo fu un inizio poco
promettente lo sviluppo dell’automobile non avrà più soste.
2) Il Motore a Benzina
La maggior parte delle odierne automobili funziona con un motore a quattro tempi. 5
Anche se il merito di aver applicato per primo questo tipo motore a un mezzo di
trasporto ( vedi sopra la carrozza di Daimler) va a Gottlieb Daimler, l’inventore del
primo motore a scoppio alimentato a benzina è universalmente riconosciuto in
Nikolaus Otto. Il motore progettato e costruito da Otto è composto da due parti
principali: il carburatore e il cilindro, nel primo si forma la miscela esplosiva formata
da aria e benzina, la quale dopo essere stata aspirata si divide in piccolissime gocce. Il
cilindro è di metallo ed è chiuso a tenuta stagna da un pistone; dalla base superiore
sporgono due tubi dei quali uno si collega al carburatore, mentre l’altro esce
all’esterno. Il cilindro è inoltre caratterizzato da due valvole ( V1 e V2) che chiudono
i due tubi e da una candela. La candela è costituita da due punte metalliche molto
vicine, tra le quali scocca all’accensione del motore una scarica elettrica che produce
l’esplosione della miscela provocando così il movimento del pistone. Il
funzionamento del motore avviene in sei tempi, dei quali però vengono presi in
considerazione solo quelli in cui il pistone in movimento, per questo motivo il motore
a scoppio viene comunemente detto motore a quattro tempi.
Le quattro fasi nelle quali il pistone è in movimento sono:
ASPIRAZIONE: si aprono le valvole di aspirazione che permettono al pistone
di risucchiare all'interno del cilindro della massa gassosa composta da aria e
carburante formata precedentemente all’interno del carburatore.
COMPRESSIONE: questa fase si realizza quando il pistone inizia a risalire;
all’inizio di questa fase la valvola di aspirazione è ancora aperta, questa viene
poi chiusa e la miscela, nel caso del motore a ciclo di Otto senza iniezione
diretta, viene compressa fino a raggiungere il minimo di volume del ciclo
termodinamico.
COMBUSTIONE ( ed ESPANSIONE): la scintilla che scocca tra le due punte
metalliche della candela fa esplodere la miscela esplosiva formata da aria e
benzina, provocando così una rapida discesa del pistone.
SCARICO: la valvola di scarico si apre permettendo la veloce fuoriuscita dei
gas per differenza di pressione.
6
Dopo la fase di scarico i gas hanno due possibilità: essere riutilizzati e poi purificati,
o essere purificati direttamente, prima di passare per il silenziatore.
Il ciclo del motore a quattro tempi può essere anche schematizzato con un
diagramma pressione-volume; ci riferiamo in questo caso a un motore ideale che
funziona molto lentamente, a differenza del motore reale nel quale si hanno
trasformazioni così repentine che non c’è mai un momento in cui il sistema si trovi in
equilibrio.
Il ciclo di Otto ideale si compone di sei fasi:
0) ASPIRAZIONE ISOBARA:
aspirazione della miscela aria/benzina a
pressione atmosferica;
1) COMPRESSIONE ADIABATICA:
drastica riduzione del volume;
2) COMBUSTIONE ISOCORA:
combustione della miscela;
3) ESPANSIONE ADIABATICA
RAPIDA;
4) ISOCORA di SCARICO
ISTANTANEO;
5) ISOBARA di SCARICO.
3) Il Motore Diesel
Nel 1893 l’ingegnere tedesco Rudolf Diesel inventò una nuova tipologia di motore da
applicare ai vari mezzi di trasporto, il motore Diesel. 7
Questa tipologia di motore differisce dal tradizionale motore a benzina per due aspetti
principali; infatti esso presenta al posto del carburatore, un iniettore, il quale spruzza
nel cilindro un getto di gasolio sotto forma di piccolissime gocce, la miscela
esplosiva non è quindi costituita di aria e benzina, bensì di aria e gasolio.
La seconda differenza rispetto al motore benzina è data dal fatto che il motore diesel
non presenta alcuna candela, in quanto l’accensione è dovuta ad una rapida
compressione che si attua nel “secondo tempo” che causa un repentino
surriscaldamento.
4) La Nascita della FIAT e dell’Automobile Italiana
In seguito alla progettazione e alla produzione della macchina di Daimler (1886) , in
Europa ( soprattutto in Francia e Germania) nacquero industrie produttrici di
automobili.
L’Italia si vide in un primo momento tagliata fuori dal mercato dell’automobile in
quanto nel nostro paese l’automobile tende a non assumere una dimensione
industriale; nel 1898 esistevano infatti in Italia solo tre costruttori che si occupavano
del nuovo mezzo di trasporto: Lanza e Ceirano a Torino e Ricordi a Milano. Le
aziende dei tre costruttori non avevano carattere industriale infatti riscivano a
produrre nel migliore dei casi tra le 15 e le 20 auto ogni anno.
Nel 1899 nel capoluogo piemontese matura così l’idea di fondare una nuova società
per la produzione su scala industriale di automobili; l’iniziativa parte da un gruppo di
aristocratici, possidenti e professionisti, accomunati dalla passione per il nuovo
veicolo, queste persone con al volontà di intraprendere una nuova attività economica
e di assicurare alla città un settore industriale di avanguardia si riunirono l’11 luglio
1899 presso la sede del Banco Sconto e Sete dove firmarono l’atto costitutivo.
8 Venne così fondata la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili
Torino); tra i soci che firmarono l’atto le due persone che
possedevano il maggior numero di azioni erano Scarfiotti e
Agnelli i quali furono nominati rispettivamente presidente
ed amministratore delegato.
La prima vettura costruita dalla Fiat fu il modello “3½HP”
in 8 esemplari nel corso del 1899, copia della “Welleyes”
prodotta precedentemente dalla “casa automobilistica
Ceirano”.
Negli anni successivi l’automobile (Fiat) e con essa Torino
crebbero; nel 1901 15000 erano gli operai addetti al ramo
metalmeccanico, dei quali poche centinaia facevano parte
dell’industria dell’auto; soli dieci anni dopo gli impiegati torinesi nell’industria
automobilistica erano circa 15000 a fronte di un totale di 30000 metalmeccanici.
La Fiat non era comunque la sola industria automobilistica italiana, infatti in pochi
anni nacquero ben tredici case tra le quali possiamo ricordare: Lancia, Itala e O.M.T..
Due fattori permisero alla Fiat di prevalere sulle altre case automobilistiche in breve
tempo: la spregiudicatezza di Giovanni Agnelli e la sua volontà di “fare come il
Ford”; importantissimo fu anche il fatto di trarre dalla crisi automobilistica del 1907,
dovuta a una caduta dei titoli azionari, un sostanziale vantaggio. Gli anni tra il 1906 e
il 1909 furono comunque anni difficili per la Fiat coinvolta in uno scandalo
finanziario per falsificazione dei bilanci; superata la crisi la casa torinese riuscì ad
ottenere notevoli aumenti di produzione grazie all’applicazione parziale dei metodi
tayloristici.
Il salto di qualità avviene nel 1912 quando
la Fiat introduce nel mercato
automobilistico un nuovo modello: la Fiat
Tipo 0,lanciata sul mercato al prezzo di
8000 lire, prezzo che poi verrà ribassato a
6900 lire. 9
Di ritorno da un viaggio a Detroit, dove aveva visitato le grandi officine della Ford,
Agnelli apprende quanto la produzione in serie possa abbassare i costi e aumentare la
produttività, così decide di applicare il “fordismo” all’interno della sua azienda. Il
“fordismo” consisteva nell’integrazione di quattro elementi: l’intercambiabilità dei
pezzi; lo studio e la costruzione di apparecchiature ausiliarie; lo studio del modo più
efficace per svolgere una certa prestazione; e il collegamento in sequenza di tutte le
operazioni di lavorazione delle parti. (la catena di montaggio). Questo sviluppo nella
fase di costruzione del veicolo permise alla Fiat di allargare i propri orizzonti, tanto
da iniziare a produrre anche veicoli commerciali, tram, autocarri e motori marini.
Dal 1912 la parola chiave all’interno dello stabilimento Fiat è quindi: “fare come il
Ford”.
5) L’Automobile e il Futurismo in Letteratura
L’invenzione dell’automobile influenzò i vari aspetti della società, anche la cultura e
in particolar modo la letteratura e la pittura furono grandemente influenzate dal
nuovo mezzo di trasporto.
L’influenza dell’automobile sulla letteratura di inizio ‘900 è ben riscontabile,
soprattutto in Italia, dove si afferma il Futurismo, avanguardia che nasce nel 1909,
anno in cui Filippo Tommaso Marinetti pubblica il primo manifesto del Futurismo sul
giornale francese “Le Figaro”.
Il primo manifesto del Futurismo consta di undici punti nei quali oltre all’esaltazione
della forza; del nazionalismo e della guerra appare un’evidente esaltazione della
velocità e dell’automobile, come si può riscontrare ai punti 4 e 5:
“Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una
bellezza: la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col suo cofano
adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un’automobile
ruggente ,che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di
Samotracia.”
10 “Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale
attraversa la terra, lanciata a corsa,essa pure, sul circuito della sua orbita.”
L’esaltazione della velocità dell’automobile si traduce in letteratura nell’uso di uno