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La seconda rivoluzione industriale, che sia pure in tempi diversi a seconda dei paesi,
prende avvio attorno alla metà del secolo XIX, si sviluppa con l'introduzione
dell'acciaio, l'utilizzo dell'elettricità, dei prodotti chimici, del petrolio e di una
trasformazione rivoluzionaria nella vita e nelle prospettive dell’uomo.
L’automobile nasce per la prima volta durante la seconda rivoluzione industriale.
Questo è il processo di sviluppo industriale compreso in Europa tra il 1870 e il 1914
circa.
Nell’evoluzione dell’industria si possono distinguere più fasi specifiche:
A. la prima fase va dagli ultimi decenni del ‘700 ai primi decenni dell’800: è
caratterizzata dalla prevalenza del settore tessile, dall’impiego di macchine
semplici costruite artigianalmente e fatte per la maggior parte di legno, dalla
presenza di industrie ancora relativamente piccole, gestite dagli stessi padroni;
B. la seconda fase va dal 1830 al 1870 circa: le caratteristiche di questa fase sono le
grandi industrie, il decollo della siderurgia e in generale dell’industria pesante, la
rivoluzione dei trasporti (ferrovie);
C. la terza fase è spesso indicata come seconda rivoluzione industriale;
D. la quarta fase inizia dopo la seconda guerra mondiale ed è tutt’ora in corso: è
caratterizzata dallo sviluppo della petrolchimica, dalla diffusione dell’informatica
e dall’impiego crescente di robot, dalla scoperta del DNA e dall’uso di energia
nucleare.
Si tratta di un processo di trasformazione economica che da un sistema agricolo-
artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato
dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di
nuove fonti energetiche (come ad esempio il petrolio e l'elettricità) e dalla diffusione
della fabbrica come principale luogo di produzione nel quale si concentrano i mezzi
di produzione (forza lavoro e capitale). Nasce così la classe operaia che riceve, in
cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica,
un salario. La caratteristica che differenzia maggiormente la seconda rivoluzione
industriale dalla precedente sta nel fatto che le innovazioni tecnologiche non sono
frutto di scoperte occasionali ed individuali, bensì di ricerche specializzate in
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laboratori scientifici e nelle università finanziate dagli imprenditori e dallo stato per
il miglioramento dell'apparato produttivo.
I trasporti nella seconda metà dell'Ottocento divennero molto più sviluppati e
complessi. Il sistema ferroviario, per esempio, ebbe un grande accrescimento tanto
che in alcuni paesi ebbe un incremento del 900%. L'enorme sviluppo del trasporto su
binari rivoluzionò in breve tempo i commerci e la possibilità di movimento delle
popolazioni interessate, divenendo a sua volta un potente elemento di accelerazione e
moltiplicazione dello sviluppo economico delle aree raggiunte dal servizio. La
seconda rivoluzione industriale coincide con l’era del petrolio, che in un primo
tempo viene utilizzato solo per l’illuminazione e per il riscaldamento. Fra i derivati
del petrolio c’è la benzina che, inizialmente considerata inutile e pericolosa, assume
invece la massima importanza quando inizia la produzione massiccia di automobili.
1.1 NASCITA DELL’AUTOMOBILE
Nel 1883 l'ingegnere tedesco Gottlieb Daimler brevettò il primo motore a benzina
efficiente. Pochi anni dopo, apparve la prima vettura a benzina creata da Karl Benz:
la sua “Motorwagen”, un veicolo a tre ruote brevettato il 29 Gennaio 1886 , che verrà
riconosciuta ufficialmente come prima automobile. Applicando i classici metodi di
ingegneria, Benz crea una serie di tecnologie innovative: un motore monocilindrico a
quattro tempi compatto e veloce, alimentato a benzina, con accensione elettrica, il
carburatore, il radiatore ad acqua, lo sterzo e il telaio tubolare in acciaio. Con questi
equipaggiamenti, la prima Motorwagen entra in circolazione nel 1886. 6
In Italia la prima automobile a benzina venne costruita a Torino da Lanza nel 1895.
In seguito venne fondata la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) nel 1899 da
Giovanni Agnelli.
Oltre a Karl Benz, da cui prende il nome la nota casa automobilistica Mercedes-
Benz, un altro inventore fu Henry Ford, creatore della Ford T prodotta appunto dalla
Ford Motor Company.
La Ford T è stata un auto prodotta dal 1907 al 1927 e rappresentò il primo esempio di
utilitaria nel mondo dell’auto, ed è stata la prima autovettura prodotta in gran serie
utilizzando la tecnica della catena di montaggio. Henry Ford vendette la Ford
Modello T usando la famosa frase: "Gli americani avranno l’auto che vorranno,
del colore che vorranno, purché sia nera". In realtà il Modello T era disponibile in
una modesta gamma di colori, ma la produzione rapida richiedeva una vernice che
asciugasse velocemente, che all'epoca era disponibile solo in un colore, il nero
appunto. Il successo trasformò la piccola fabbrica, fondata da Henry Ford nel 1903,
in un gigantesco complesso industriale.
Bisogna però portare a conoscenza che il primo modello prodotto dalla Ford fu la
Model A che rappresenta la prima vettura costruita dalla Ford quando iniziò la sua
produzione nel 1903 e alla quale seguirono 19 vetture tra prototipi e versioni
definitive, riconoscibili dall'uso delle successive lettere dell'alfabeto. 7
Comunque in ambito internazionale la Ford si distinse e riuscì a produrre questi
modelli grazie all’introduzione di nuove forme di organizzazione del lavoro e di
meccanizzazione come la catena di montaggio e il nastro trasportatore.
“Operai a lavoro in una fabbrica Ford”
1.2 UN NUOVO METODO DI PRODUZIONE
La catena di montaggio è un processo di assemblaggio teso ad ottimizzare il lavoro
degli operai e a ridurre i tempi necessari per il montaggio di un manufatto complesso.
Essa è generalmente costituita da un nastro trasportatore che scorre portando con sé i
diversi oggetti da assemblare per ottenere il prodotto finito; ogni operaio può così
assemblare un unico pezzo, tramite movimenti ripetitivi e meccanici, permettendo un
notevole risparmio dei tempi di produzione: da quando questo metodo entrò in
funzione, negli stabilimenti della Ford, i tempi necessari a produrre una singola
autovettura si ridussero da 12 ore ad un'ora sola. Molte teorie nacquero intorno al
8
fatto che il lavoro altamente ripetitivo e meccanico richiesto agli operai dell'epoca
nelle catene di montaggio provocasse alienazione della psiche e disturbi motori negli
operai stessi. Ford ricevette molte critiche per i problemi che i nuovi metodi di
produzione da lui utilizzati produssero nei suoi dipendenti, e tentò di rispondere
installando nelle fabbriche dei presidi medici tesi a ridurre questi inconvenienti.
Oggigiorno, ad ogni modo, l'automazione e l'impiego di robot per svolgere le
operazioni maggiormente ripetitive o pericolose ha ridotto notevolmente gli aspetti
negativi correlati alla produzione in serie. Ford comunque sviluppò intere fabbriche
basate sul concetto della catena di montaggio, ed i benefici che le sue industrie
trassero, in termini di abbattimento dei tempi di produzione e di risparmio
economico, furono tali da spingere la maggior parte delle compagnie industriali
dell'epoca ad assumere questo metodo, creando in definitiva un nuovo modo di
intendere la produzione seriale che prese appunto il nome di Fordismo.
1.3 IL FORDISMO
Il “Fordismo”, detto anche “Taylorismo-Fordismo”, è una modalità di organizzare il
lavoro nelle fabbriche teorizzata dall’ingegnere americano Frederick Winslow Taylor
agli inizi del novecento e applicata per la prima volta, e con successo straordinario,
dall’industriale automobilistico americano Henry Ford, e poi in tutte le società
industriali avanzate.
Il Fordismo gode delle seguenti caratteristiche:
A. particolare divisione del lavoro (la separazione dei diversi compiti tra diversi
gruppi di lavoratori); 9
B. è un sistema dove la fabbricazione è altamente standardizzata;
C. la produzione non è organizzata con il criterio di dislocare nella stessa zona
macchine simili, ma le macchine sono disposte funzionalmente, ovvero nel
corretto ordine di sequenza richiesto per la fabbricazione del prodotto;
D. le varie parti della catena di montaggio sono collegate insieme da un nastro
trasportatore (la linea di assemblaggio) per facilitare un veloce ed efficiente
svolgimento dei compiti. “Frederick Winslow Taylor e Henry Ford”
“Il Taylorismo”
2- L’AUTOMOBILE COME SIMBOLO DEL
FUTURISMO
L’invenzione dell’automobile influenzò i
vari aspetti della società, anche la cultura e
in particolar modo la letteratura e la pittura
furono influenzate dal nuovo mezzo di
trasporto. 10
Il Futurismo infatti fu un movimento di portata internazionale(Francia e Russia),
inoltre non si limitò all’ambito letterario, ma volle rinnovare anche le arti e persino i
modelli di comportamento.
Il Futurismo rappresentò l’uomo moderno proiettato nel mondo della macchina.
I futuristi vollero scuotere il pubblico, esaltando il dinamismo, l’attivismo, la
modernità, la tecnologia, la velocità, la lotta e la guerra. Queste furono le ideologie e
le tematiche apparse nel loro primo manifesto programmatico: il Manifesto del
futurismo, pubblicato a Parigi sul giornale “Le Figarò” da Filippo Tommaso
Marinetti nel 1909.
Il primo manifesto del Futurismo consta di undici punti nei quali oltre all’esaltazione
della forza, del nazionalismo e della guerra appare un’evidente esaltazione della
velocità e dell’automobile, come si può riscontrare ai punti 4 e 5:
“Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una
bellezza: la bellezza della velocità.
Un’automobile da corsa col suo
cofano adorno di grossi tubi simili a
serpenti dall’alito esplosivo…
un’automobile ruggente ,che
sembra correre sulla mitraglia, è
più bello della Vittoria di
Samotracia.”
“Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale
attraversa la terra, lanciata a corsa,essa pure, sul circuito della sua orbita.”
L’esaltazione della velocità dell’automobile si traduce in letteratura nell’uso di un
nuovo linguaggio, fondato sul rifiuto delle regole tradizionali, sullassenza della
punteggiatura, sulle “parole in libertà” (paroliberismo), su caratteri tipografici
insoliti, spazi bianchi, onomatopee. Per definire tali caratteristiche espressive,
Marinetti pubblicò sempre a Parigi, nel 1912, il secondo Manifesto: Il Manifesto
tecnico della letteratura futurista.
Ma è sul fronte delle arti visive
cioè la pittura, che il futurismo
offrì il meglio di sé (Manifesto
11
tecnico della pittura futurista, 1910). Boccioni, Carrà, Severini e Balla furono i
maggiori rappresentanti che rivoluzionarono la pittura tradizionale. Invece il
Fascismo si disinteressò completamente del culto della velocità futurista,
interessandosi però dell’automobile a scopo propagandistico.
“Quadri futuristi”
3- HENRY FORD LIFE
Henry Ford was born in 1863 and he began
his working life at age of 16 as an apprentice
mechanic in a factory in Detroit, until 1891,
when he was employed as an engineer
specializing in lighting company in Edison.
He had the brilliant idea that the car was
supposed to be a product of mass and 12
therefore had to be inexpensive and be available everywhere. He founded what is
now one of the largest car manufacturers, Ford. His greatest success was the Model T
car, a car that stood on the market from 1908 to 1927, a record.
Henry Ford was born in 1863 and he began his working life at age of 16 as an
apprentice mechanic in a factory in Detroit, until 1891, when he was employed as an
engineer specializing in lighting company in Edison.
The turning point of his life came in 1893 when he began to develop prototypes of
the internal combustion engine. In 1896, Ford led for the first time the prototype of a
motor vehicle interior, the ATV, which he himself developed.
Ford resigned from Edison and, thanks to some members, he founded his first