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Sintesi

Introduzione Automobile Elettrica - Tesina



La seguente tesina di maturità descrive l'automobile elettrica. La tesina permette i collegamenti con le seguenti materie scolastiche: in Letteratura il futurismo, in Storia la Rivoluzione Industriale in Italia e negli USA con successiva crisi del 1929, in Inglese Electric Cars, in Elettrotecnica il motore asincrono trifase, in TPSEE le sovracorrenti, in Sistemi l'automazione industriale e PLC con successivo progetto presentato.

Collegamenti


Automobile Elettrica - Tesina



Letteratura: Il futurismo.
Storia: Rivoluzione Industriale in Italia e negli USA con successiva crisi del 1929.
Inglese: Electric Cars.
Elettrotecnica: Il motore asincrono trifase.
TPSEE: Le sovracorrenti.
Sistemi: Automazione Industriale e PLC con successivo progetto presentato.
Estratto del documento

Letteratura:

• Futurismo

• Futurismo

• F. T. Marinetti

• F. T. Marinetti

• Manifesto del

• Manifesto del

Futurismo

Futurismo Manifesto

Futurismo del

Futurismo

Filippo

Tommaso

Marinetti

Futurismo

Parte 1

Futurismo significa «Arte del futuro». Esso fu un movimento artistico-letterario fondato da Filippo Tommaso

Marinetti che pubblicò il Manifesto del Futurismo su «Le Figaro» del 20 Febbraio 1909 a Parigi. Sul piano delle

idee il Futurismo proclamò la rottura completa con il passato, la distruzione delle biblioteche, dei musei e delle

Accademie. Al passato contrappose la moderna civiltà della macchina, la bellezza e l’ebbrezza della velocità

«Un’automobile ruggente è più bello della Vittoria di Samotracia» – Marinetti.

L’esaltazione della civiltà della macchina comportò un’etica nuova, che rifiutava il passato ed esaltava

l’aggressività, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo, il pugno, la guerra (Considerata

«Sola igiene del mondo»), il patriottismo ed il disprezzo della donna (Considerata portatrice di valori deboli ed

ispiratrice della poesia sentimentale). Questo spiega la simpatia che aveva, inizialmente, il futurismo verso la classe

operaia e quindi il conseguente successo in Russia che in quel periodo stava affrontando la rivoluzione. In Italia il

Futurismo si orientò politicamente verso destra fino a sfociare, dopo la guerra, nel fascismo e diventare l’arte

ufficiale del regime: Marinetti che prima voleva distruggere le Accademie finì con il diventare Accademico

d’Italia… Letteratura:

Letteratura:

Futurismo • Futurismo

• Futurismo

• F. T. Marinetti

Parte 2 F. T. Marinetti

• Manifesto del

• Manifesto del

 Futurismo

Futurismo

Futurismo

Parte 2

La poetica Futurista è indicata chiaramente nel Manifesto del Futurismo: Essa per quanto riguarda le forme, parte

dall’idea che bisogna liberare le parole dalla prigione del periodo Latino che è incapace di esprimere il dinamismo

della vita contemporanea. Bisogna distruggere la sintassi tradizionale, usare il verbo all’infinito, per rendere il

senso di continuità alla vita, abolire l’aggettivo, l’avverbio e la punteggiatura che rallentano il discorso, abolire la

metrica ed usare il verso libero. In sostituzione della vecchia metafora, che creava rapporti tra cose simili,

bisognava usare l’analogia, che collega cose apparentemente lontanissime tra loro. Per quanto riguarda i contenuti,

la poesia e l’arte in genere, deve cantare l’amor del pericolo, il coraggio, l’audacia, la ribellione, la macchina e la

velocità, le città moderne, le industrie, i ponti che scavalcano i fiumi. Il Futurismo interessò anche il costume

dell’epoca: Come volevano distruggere i musei, simbolo del passato, così volevano abolire la pastasciutta, che

produce sonnolenza e perciò era ritenuta lesiva. Anche se scarsi o nulli furono i suoi risultati nel campo letterario

(Ed addirittura peggio nel campo politico per la sua confluenza con il fascismo) il Futurismo ebbe il merito di aver

influito sugli altri movimenti d’avanguardia del ‘900 e di aver promosso la dissoluzione dei vecchi contenuti e delle

vecchie forme linguistiche e metriche, per giungere ad una forma d’arte nuova, più adeguata ai mutamenti dei tempi

e dei costumi. Ad esempio, la predilezione futurista per il verso libero e per una poesia ricca di analogia, sarà

percepita e approfondita dai poeti ermetici. Scrittori da ricordare, oltre a Marinetti, sono Gian Piero Lucini, Luciano

Fòlgore ed Aldo Palazzeschi (Soltanto i primi anni). Esiti artistici sicuramente migliori ebbe il Futurismo.

Letteratura:

Letteratura:

Futurismo • Futurismo

• Futurismo

• F. T. Marinetti

Parte 1 F. T. Marinetti

• Manifesto del

• Manifesto del

 Futurismo

Futurismo

Filippo

Tommaso

Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti nacque ad Alessandria D’Egitto nel 1876 da una ricchissima famiglia di emigrati

Italiani. Si trasferì diciassettenne a Parigi, e poi a Milano, dove fondò nel 1905 la rivista «Poesia – Rassegna

Internazionale» con il compito dichiarato di far conoscere anche in Italia gli esponenti del Simbolismo Francese.

Dopo aver composto il primo Manifesto, Marinetti divenne il «capo» del movimento Futurista. Oltre al Manifesto

tecnico della letteratura futurista (1910), ricordiamo i volumi Zang-tumb-tumb, Democrazia futurista (1919) e Gli

indomabili (1922) in cui si esalta l’avvento del Fascismo. Sempre fervido e coerente ammiratore di Mussolini, aderì

dopo l’8 Settembre 1943 alla Repubblica Sociale Italiana. La morte lo colse l’anno seguente, per crisi cardiaca,

nella sua villa di Bellagio, sul lago di Como. Letteratura:

Letteratura:

• Futurismo

• Futurismo

• F. T. Marinetti

• F. T. Marinetti

• Manifesto del

• Manifesto del

Futurismo

Futurismo

Manifesto del

Futurismo

Parte 1

1) Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.

2) Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3) La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo,

l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

4) Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un'automobile da

corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla

mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

5) Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito

della sua orbita.

6) Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7) Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia

deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. Letteratura:

Letteratura:

Manifesto del • Futurismo

• Futurismo

Futurismo • F. T. Marinetti

• F. T. Marinetti

• Manifesto del

Parte 2 • Manifesto del

Futurismo

 Futurismo

Manifesto del

Futurismo

Parte 2

8) Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte

dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità

onnipresente.

9) Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle

idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

10) Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e

contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.

11) Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle

rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune

elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti

simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano

l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo

scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il

FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già

per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di

cimiteri. Letteratura:

Letteratura:

Manifesto del • Futurismo

• Futurismo

Futurismo • F. T. Marinetti

• F. T. Marinetti

• Manifesto del

Parte 1 • Manifesto del

Futurismo

 Futurismo

Storia:

• Sviluppo

• Sviluppo

Industriale In Italia

Industriale In Italia

& Negli U.S.A.

& Negli U.S.A.

• Piano Dawes

• Piano Dawes

• Crisi 1929

• Crisi 1929 Crisi

Sviluppo

Industriale In

Italia & Negli 1929

U.S.A. Piano

Piano

Dawes

Dawes

Sviluppo

Industriale In

Italia & Negli

U.S.A.

In Negli Stati

Uniti

Italia d’America

Storia:

Storia:

• Sviluppo

• Sviluppo

Industriale In

Industriale In

Italia & Negli

Italia & Negli

U.S.A.

U.S.A.

• Piano Dawes

• Piano Dawes

• Crisi 1929

• Crisi 1929

In

Italia

La rivoluzione industriale in Italia si avviò nel 1870 ed il 1880, molto in ritardo rispetto ad altri paesi Europei o Americani. Si

affermarono in primo luogo le industrie tessili. Presero inoltre sviluppo gli impianti siderurgici e le industrie meccaniche nell’Italia

Settentrionale. La società Edison (Fondata nel 1884) si dedicò alla produzione di energia elettrica, l’azienda Montecatini (1888) si

specializzò nei prodotti chimici (Quasi un secolo più tardi, nel 1966, le 2 società si sarebbero fuse e avrebbero dato vita al gruppo

Montedison). Il nuovo clima che accompagnava la crescita economica fu sottolineato da alcuni avvenimenti spettacolari, come le

prime prove di illuminazione elettrica in piazza Duomo a Milano nel Marzo del 1877 o come i primi esperimenti telefonici nel

Dicembre dello stesso anno. Anche l’agricoltura registrò qualche sviluppo: In alcune zone dell’area padana furono completate

moderne aziende, nel Sud però rimaneva l’arretratezza generale. Il governo Depretis, per favorire lo sviluppo delle industrie, avviò la

politica del protezionismo, secondo la quale per proteggere dalla concorrenza i prodotti dell’industria nazionale bisognava applicare

dazi doganali sull’importazione di merce straniera. Grazie a questa politica fiorirono vari complessi industriali andando però a

discapito dell’economia delle regioni agricole: A causa delle tariffe doganali, l’esportazione dei prodotti della terra fu ostacolata,

crebbe quindi la povertà dei contadini. Nel 1910 gli industriali vollero creare una loro organizzazione nazionale, denominata

Confederazione Generale dell’Industria o più brevemente «Confindustria». Nel decennio giolittiano l’Italia attraversò uno dei periodi

più floridi del suo sviluppo industriale: Le industrie tessili ebbero un incremento rapidissimo e notevole fu anche la crescita

dell’industria siderurgica. Nacquero inoltre nuovi settori industriali, come l’Olivetti (Macchine da scrivere), la Carlo Erba

(Farmaceutici) e la Pirelli (Gomme). Uno slancio molto importante lo ebbe l’industria automobilistica, a Torino, infatti, nel 1899 fu

fondata la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) per iniziativa di Giovanni Agnelli. Non solo la FIAT nacque, ma anche altre

fabbriche come la Lancia o l’Alfa Romeo. Sviluppo Storia:

Storia:

• Sviluppo

• Sviluppo

Industriale Industriale In

Industriale In

Italia & Negli

Italia & Negli

In Italia & U.S.A.

U.S.A.

• Piano Dawes

• Piano Dawes

Negli U.S.A. • Crisi 1929

• Crisi 1929

Negli Stati

Uniti

d’America

Negli anni Venti del XX secolo gli Stati Uniti d’America erano la più prospera e potente

nazione del mondo. L’industria era in pieno sviluppo: I grandi complessi avevano

applicato nuove tecniche di lavorazione che consentivano di aumentare la produttività e

di abbassare i prezzi. Una delle innovazioni più importanti fu la catena di montaggio,

che, applicata per la prima volta negli stabilimenti automobilistici Ford, rese possibile la

produzione a basso costo di milioni di automobili. Considerate fino a quel momento un

prodotto di lusso, esse diventarono un sistema di trasporto di massa, accessibile a tutti

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