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Sintesi
Comprende alcuni argomenti di tutte le materie studiate nel quinto anno di ragioneria 2012/2013 : Economia Aziendale: Il marketing mix, Storia: La società di massa, Italiano: Naturalismo e Verismo (biografia di E.Zola e G.Verga), Scienza delle Finanze: Imposte dirette e indirette, Diritto Pubblico: Il Presidente della Repubblica; Inglese: Banking, Matematica: La Ricerca Operativa - I problemi di scelta (esempio di problema a più alternative)
Estratto del documento

Va tenuta presente anche l’idea di qualità totale, una filosofia aziendale basata sull’innovazione.

Questa filosofia è rivolta ad assicurare alla banca il continuo miglioramento manageriale e

operativo e il perdurare nel tempo delle condizioni di eccellenza.

Come è stato affermato precedentemente, la qualità totale è basata sull’innovazione tecnologica.

Le nuove tecnologie interessano soprattutto il self -service bancario.

IL SELF - SERVICE BANCARIO

La fase iniziale del processo di informatizzazione è rappresentata dal

self-service bancario, con l’automazione aperta al pubblico

attraverso:

- L’apertura di sportelli automatici messi a disposizione del cliente

anche fuori dai locali della banca; ttaglio per

- L’installazione di terminali nei punti vendita al de

consentire il pagamento elettronico degli acquisti.

L’automazione aperta al pubblico si è realizzata tramite l’installazione di sportelli automatici atm

che permettono alla banca di fornire numerosi servizi bancari e non; in quanto con l’attuazione d i

questi sportelli è possibile: pagar e bollette e canone tv, eseguire bonifici, acquistare biglietti per

spettacoli, pagare le tasse ecc. i atm sono:

Gli obiettivi che le banche mirano con l’attivazione degl

- Estendere i tempi di accesso ai servizi fondamentali;

rno dei locali bancari: l’uso delle attrezzature self-service

- Diminuire il flusso della clientela all’inte

favorisce la riduzione delle file d’attesa;

i costi, riguardanti soprattutto i costi del personale e i costi

- Contenere la crescita de

d’ampliamento dei locali;

- Ridurre i problemi del personale bancario;

L’uso di questi sportelli, richiede però u

n rapporto banca-cliente, infatti l’utente deve:

- Essere titolare di un conto corrente;

- Chiedere di essere abilitato all’utilizzo del servizio;

Ottenere il badge(tessera plastificata) e l’assegnazione di un numero di codice segreto.

- 3

LA SOCIETA’ DI MASSA

“Per società di massa si intende quella società nella quale la maggioranza della popolazione

la vita

partecipa attivamente alla produzione, alla distribuzione e al consumo dei beni, nonché al

politica e culturale attraverso l’uso dei mezzi di comunicazione”.

Alla fine dell’800, col diffondersi dell’industrializzazione nei paesi economicamente avanzati

dell’Europa occidentale e del Nord America, nasce la società di massa.

I NUOVI CETI SOCIALI

La società di massa tendeva ad uniformare i comportamenti e i modelli culturali, ma rendeva

anche più complessa la stratificazione sociale.

Nella classe operaia si accentuava la distinzione tra manodopera generica e i lavoratori

qualificati. La crescita dei lavoratori autonomi fu dovuta alla moltiplicazione degli esercizi

commerciali e all’emergere di nuove attività (fotografo, meccanico, dattilografo).

lici si allargava di pari passo con l’aumento delle competenze

La categoria dei dipendenti pubb he

dello Stato. Cresceva la massa degli addetti al settore privato (tecnici, impiegati, commessi) c

svolgevano mansioni non manuali: verranno chiamati colletti bianchi (per distinguerli dai colletti

blu delle tute degli operai).

Nella scala dei redditi i ceti medi occupavano una posizione distante da quella dell’alta borghesia

e vicina a quella degli strati privilegiati della classe operaia. La distinzione tra piccola borghesia e

proletariato era però molto netta. Agli ideali tipici della tradizione operaia (solidarietà, spirito di

classe, internazionalismo) i ceti medi contrapponevano i valori storici della borghesia

(individualismo, rispettabilità, proprietà privata, risparmio, senso della gerarchia, patriottismo).

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Un ruolo importan

te nella nuova società fu svolto dalla scuola. Si cercò di attuare il p

rincipio

secondo cui l’istruzione non era un ben e riservato solo a un’elite, ma era un’opportunità da cui

nessuno doveva essere escluso. L’idea di una scuola aperta a tutti provocava la resistenza di

coloro che erano legati a una visione tradizionale della società ed era motivo di interesse per le

classi dirigenti: la scolarizzazione diffusa rappresentava uno strumento di promozione sociale, u

n

mezzo per educare il popolo e per ridurre la criminalità.

Dagli anni ’70, tutti i governi d’Europa si impegnarono per rendere l’istruzione gratuita e

obbligatoria; Il processo del sistema scolastico, fu più rapido in quegli stati, come la Francia e la

Germania, in cui esisteva già una scolarizzazione diffusa e fu invece più lento nei paesi

mediterranei e orientali, dove le condizioni economiche e sociali erano sfavorevoli.

Le conseguenze:

• aumento della frequenza scolastica;

• diminuzione del tasso di analfabetismo;

• diffusione della stampa quotidiana e periodica: si moltiplicarono le pubblicazioni e aumentò il

numero dei lettori. Nacquero i quotidiani popolari e aumentò l’opinione pubblica. 4

GLI ESERCITI DI MASSA

Un contributo allo sviluppo della società di massa venne dalle riforma militari realizzate in tutta

Europa (tranne in Gran Bretagna). Queste riforme si basavano sul principio del servizio militare

obbligatorio per la popolazione maschile, cioè la trasformazione degli eserciti a lunga ferma

(composti da professionisti), in eserciti a ferm a breve (formati da cittadini in armi).

Due ostacoli si opponevano all’attuazione di tale principio:

1. economico: le risorse finanziarie degli Stati non bastavano a mantenere, armare ed

addestrare per almeno 3 anni tutti gli uomini giudicati abili. Per questo si decisero criteri di scelta,

basati sul privilegio economico (la possibilità di comprare l’esonero versando una tassa o

pagando un sostituto);

2. politico: si pose il problema di quanto tempo si sarebbe potuto negare il diritto di voto a coloro

c he mettevano a repentaglio la vita per lo Stato; e ci si chiese se fosse saggio addestrare all’uso

della forza, masse potenzialmente rivoluzionarie.

I ceti borghesi fecero ricorso all’esonero per non sottostare alla dura condizione del soldato e

quindi la truppa era di estrazione popolare.

Fattori che spingevano per la trasformazione degli eserciti:

• politico-militare: senza la disponibilità di grandi masse non era possibile avere un esercito

efficiente;

• la tecnologia consentiva di produrre armi in serie in modo da coprire le esigenze di gra ndi

eserciti;

• lo sviluppo delle ferrovie permetteva spostamenti veloci.

SUFFRAGIO UNIVERSALE, PARTITI DI MASSA, SINDACATO

Tra 800 e 900 in Europa si manifestò la tendenza verso una più larga partecipazione alla vi

ta

politica.

Il segno evidente di questa tendenza fu l’estensione del diritto di voto. Nel 1890 il suffragio

universale maschile era praticato solo in Francia, Germania e Svizzera. Nei 25 anni successivi

furono approvate leggi che a llargavano il corpo elettorale fino a comprendere la maggioranza dei

c ittadini maschi maggiorenni, indipendentemente dal reddito. In Italia si ebbe nel 1912.

L’allargamento del diritto di voto alle masse determinò un nuovo modello di partito di massa: fu

proposto dai socialisti, era basato sull’inquadramento di larghi strati della popolazione attraverso

una struttura articolata in organizzazioni locali (sezioni, federazioni) e facente capo a un unico

centro dirigente. Un altro canale di socializzazione delle masse fu costituito dalla crescita delle

organizzazioni sindacali in tutti i paesi europei. Esse riuscirono a far valere il proprio diri tto

all’esistenza contro le resistenze degli imprenditori.

I sindacati si federarono sull’esempio delle Trade Unions inglesi. I più importanti furono la

Commissione centrale dei sindacati liberi tedeschi e la Confederazione generale del lavoro ( Cgl)

costituita in Italia nel 1906.

LA QUESTIONE FEMMINILE

Il problema dell’inferiorità economica, politica e giuridica delle donne fece emergere la “qu

estione

femminile”.

I primi movimenti di emancipazione femminile nacquero alla fine del 700 in Francia e in

Inghilterra, ma avevano av

uto scarso risultato. Nell’800 le donne erano ancora escluse

d all’elettorato attivo e passivo e, in alcuni paesi, anche dalla possibilità di accedere alle

università. Quando lavoravano ricevevano un trattamento economico inferiore a quello degli

uomini. Per le donne il lavoro extradomestico non era una scelta di emancipazione ma una

necessità; i maggiori contatti con il mondo esterno, la partecipazione alle agitazioni sociali

portarono le donne lavoratrici a una maggiore coscienza dei loro diritti.

In Gran Bretagna il movimento femminile si impose all’attenzione pubblica e concentrò la sua

attività nell’agitazione per il diritto al suffragio (da qui il nome di suffragette) ricor

rendo a

dimostrazioni di piazza e scioperi della fame.

La lotta delle suffragette trovò pochi appoggi nel movimento operaio; i movimenti femminili furono

lasciati soli a combattere. 5

RIFORME E LEGISLAZIONE SOCIALE

L’estensione del suffragio non comportò cambiamenti nelle classi dirigenti, queste però dovettero

venire incontro alle esigenze delle classi subalterne.

Tra l’800 e il 900 furono introdotte nei maggiori Stati europei, forme di legislazione sociale, furono

istituiti sistemi di assicurazione contro gli infortuni, di previdenza per la vecchiaia e sussidi per i

d isoccupati e si stabilirono controlli sulla sicurezza e sull’igiene nelle fabbriche.

Si cercò inoltre di impedire il lavoro dei ragazzi in età scolare e furono introdotte limitazioni agli

orari giornalieri degli operai oltre al diritto del riposo settimanale. All’azione dei governi si affiancò

quella delle amministrazioni locali e furono estesi ai comuni i servizi pubblici (gas, acqua,

trasporti).

Per sopperire all’aumento delle spese si ricorse a nuove imposizioni fiscali. La tendenza

sostenuta dalle forze politiche fu quella di aumentare il peso delle imposte dirette (cioè sul reddito

o sul patrimonio di persone e società) a scapito di quelle indirette (cioè quelle che colpiscono i

consumi e le attività economiche e che gravano sui ceti popolari), e di introdurre il principio della

progressività (aumento delle aliquote fiscali in relazione all’aumento del reddito).

IL DIRITTO AL TEMPO LIBERO

Il tempo libero e quindi lo svago, divennero una componente fondamentale del nuovo sistema di

consumi. Nelle città di fine Ott ocento le tradizioni cambiarono. Le feste rituali vennero sostituite

dagli spettacoli teatrali e poi cinematografici, dalle gite in bicicletta o in automobile, dal turism

o e

soprattutto dagli sport all'aria aperta, dove la competizione si univa alla cura del f

isico e

all'esaltazione patriottica e poi nazionalistica. La Gran Bretagna, primo paese industriale, fu anche

il primo a sperimentare i divertimenti di massa, dal rugby al calcio. La nazionale del Regno Un

ito fu

costituita durante gli anni settanta. Alla passione tutta inglese per il calcio, Francia e Italia opposero

quella per il ciclismo. Il Tour de France è del 1903, il Giro d'Italia del 1909. Anche l'automobile fu al

centro di nuove attività sportive motoristiche, ma un'idea precisa della funzione dello sport ne

i

paesi moderni è offerta dalla reinvenzione delle Olimpiadi, nel 1896, a opera di Pierre de

Coubertin. Lo spirito dell'iniziativa era chiaro: dirottare il confronto e la competizione fra i paesi s

ul

terreno simbolico dello sport.

Lo spettacolo divenne show business. Il business riguardava essenzialmente la capacità di

occupare una dimensione del tutto nuova della vita, vale a dire il "tempo libero".

Nelle società preindustriali non esisteva il tempo libero, perché per la quasi totalità della

p

opolazione il lavoro occupava l'intero spazio dell'esistenza, tutto il tempo era di fatto libero.

L

a definizione di tempo libero presuppone invece una netta distinzione sociale tra il tempo dedicato

a l lavoro e un tempo privato, familiare, che ognuno decide di dedicare a una molteplicità di attività.

Il tempo libero trova la sua origine nella città industriale ed è soprattutto il risultato del lungo

c onflitto tra capitale e lavoro per l'accorciamento della giornata lavorativa. In questo quadro si

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