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Introduzione Assicurazioni: nascita, evoluzione e situazione attuale, tesina
Raccogliendo informazioni dai libri di testo e dal web, nella seguente tesina maturità amministrazione, finanza & marketing, ho effettuato un'analisi della concezione di “assicurazione” nel presente e nel passato, soffermandomi sulle diverse soluzioni che sono state messe in pratica per permettere alla società di costruirsi un futuro migliore. Il lavoro di approfondimento individuale comprende anche delle ricerche sul concetto assicurazione in altre discipline, come la letteratura e la matematica, le quali si sono preoccupate di dare una propria interpretazione a riguardo. Infine, mi sono interessata ad esaminare le differenze fra il caso italiano e la situazione di altri paesi europei, presentando due grandi aziende leader in ambito assicurativo che operano in tutta Europa.Ritengo interessante conoscere il settore delle assicurazioni perché, sebbene non sia mai piacevole stipulare una polizza assicurativa, in realtà è qualcosa che nella società di oggi non potrebbe mai mancare. Il risultato finale ottenuto è una tesina che espone in modo chiaro e diretto il mondo delle assicurazioni, permettendo di comprenderne il ruolo e l'importanza nella realtà di ogni giorno.
Collegamenti
Economica politica - sistema pensionistico italiano
Storia - Giovanni Giolitti
Diritto - RC auto
Italiano - Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello
Inglese - Lloyd's of London
Francese - BNP Paribas (commento di una pubblicità trovata su youtube)
Negli ultimi anni sta crescendo notevolmente l'importanza del
secondo e del terzo livello a causa del progressivo
invecchiamento della popolazione.
Con il metodo della ripartizione in Italia, le pensioni pagate ogni
anno ai pensionati sono finanziate con le entrate raccolte con i
contributi pagati nello stesso anno dai lavoratori attivi:
fondamentalmente, opera un principio di solidarietà fra
generazioni.
Che problemi comporta una popolazione che invecchia
progressivamente?
Se la popolazione invecchia si registra un aumento del numero dei
pensionati e una diminuzione di quello dei lavoratori, ciò significa
che i lavoratori in attività devono versare contributi sempre più alti
da destinare alle pensioni.
Attualmente il tasso di attività dell'Italia, dato dal rapporto fra il
numero dei lavoratori e la popolazione, è fra i più bassi del
mondo.
I lavoratori si devono quindi rivolgere ad altre forme
previdenziali, per integrare le rendite erogate dallo Stato,
destinate a diminuire progressivamente nel tempo.
È questo il caso dei fondi pensione.
Diversamente dagli enti di previdenza obbligatoria, come l'INPS, che
funzionano secondo il principio della ripartizione, ovvero raccolgono
i contributi dei lavoratori attivi per pagare le pensioni, i fondi
pensione funzionano secondo il principio della capitalizzazione,
raccolgono cioè i contributi dei lavoratori per accumulare un
patrimonio da utilizzare per pagare le pensioni.
L'adesione ai fondi pensione è volontaria e individuale e il loro
finanziamento avviene mediante contribuzioni a carico del datore
di lavoro e del lavoratore, stabilite in percentuale della retribuzione.
Le prestazioni finali possono consistere nella liquidazione di un
capitale, in un rendita periodica o in una forma mista di capitale e
rendita.
Per gravare meno sui lavoratori attivi sono state introdotte le
pensioni integrative, costituite da versamenti dei lavoratori in
fondi-pensione, che matureranno nel trattamento di fine rapporto
(TFR). La destinazione dell'intero TFR al finanziamento del fondo è
obbligatoria se la prima occupazione del lavoratore che aderisce al
fondo pensione è posteriore all'entrata in vigore del d.lgs. 21 aprile
1993, n. 124. 5
La generosità del sistema pensionistico italiano comporta dunque
dei considerevoli punti deboli. Lo Stato sociale ha bisogno di
correzioni incisive: deve diventare più selettivo, per dare di più a
chi ha più bisogno, e di meno a chi riceve più di quanto gli è
necessario.
Ai giorni nostri la situazione si presenta in questo modo, ma già nel
1900 c'era chi si preoccupava del miglioramento delle condizioni di
vita dei lavoratori e delle persone.
In ambito assicurativo, Giovanni Giolitti fu il primo personaggio
politico che adottò delle misure per favorire, tutelare e agevolare la
società. Quali?
L'ASSICURAZIONE NEL XX SECOLO
ASCESA AL POTERE, OBBIETTIVI E PROGRESSI
• DELL'ITALIA
Salito al trono nel 1900 in seguito alla morte del padre Umberto I,
Vittorio Emanuele III affidò l'incarico di formare il governo al giurista
Giuseppe Zanardelli, esponente della sinistra liberale.
Nel 1903 Zanardelli si ritirò e fu chiamato a capo del governo il
ministro degli Interni Giovanni Giolitti, di orientamento liberale e
appartenente alla cosiddetta “Sinistra costituzionale”.
L'obbiettivo principale di Giolitti era il miglioramento delle
condizioni di vita dei lavoratori al fine di avvantaggiare tutto il
corpo sociale, per queste ragioni egli promosse un'avanzata
legislazione sociale e una politica che favorì la nascente industria
italiana.
Le misure adottate dal nuovo capo del governo che più agevolarono
le condizioni in ambito lavorativo furono: l'ammissione del diritto
di sciopero, istituito implicitamente nel codice Zanardelli (1889);
un'ampliata legislazione in favore dei lavoratovi anziani, infortunati,
invalidi, delle donne e dei ragazzi; l'istituzione del giorno di riposo
settimanale e l'introduzione per la prima volta di un'indennità
parlamentare.
Queste riforme favorirono la conquista di migliori retribuzioni, fecero
aumentare la richiesta di beni di consumo con un conseguente
aumento della produzione.
Il benessere generale raggiunto portò a un considerevole
incremento delle entrate dello stato, che a sua volta permise di
mantenere il bilancio in pareggio o perfino ampiamente in attivo, e 6
la cartamoneta italiana acquisì un notevole prestigio, fino a essere
preferita alle monete d'oro sul mercato internazionale.
Aumentò a sua volta anche il risparmio e i depositi presso le
banche, che poterono finanziare numerose imprese nell'industria
agricola, chimica, tessile e alimentare.
Giolitti realizzò anche un intenso programma di lavori pubblici
con un'estensione e una nazionalizzazione della rete stradale e
ferroviaria, promuovendo l'apertura del traforo del Sempione e
avviando i lavori per l'acquedotto pugliese.
Non fece mancare in seguito riforme in ambito sanitario e
scolastico, fra le quali l'estensione dell'obbligo dell'istruzione
elementare fino al dodicesimo anno di età e la distribuzione gratuita
del chinino contro la malaria, abbassando la percentuale dei
malarici dal 31% al 2%.
Nel giugno del 1911 Giolitti portò in discussione al parlamento
l'iniziativa di istituire il monopolio statale sulle assicurazioni
sulla vita, gestite sino ad allora da società private.
Incontrando una fortissima opposizione manifestata attraverso una
violenta campagna di stampa da parte dei soggetti direttamente
coinvolti, il capo del governo scese a compromessi e autorizzò le
società assicuratrici a continuare il loro esercizio per altri dieci anni
limitatamente alle somme superiori a una certo tetto, le altre
dovevano essere cedute al nuovo Istituto Nazionale per le
Assicurazioni (INA) entrato in funzione nel 1912.
Nonostante i numerosi risultati positivi raggiunti, vi erano ancora
molti aspetti nei quali l'Italia era ancora decisamente arretrata,
come l'analfabetismo che presentava punte oltre al 50% in Sicilia,
Calabria e Basilicata; la tubercolosi che causava più di 75.000
vittime l'anno e l'influenza di disoccupazione e povertà ancora
molto diffuse.
Perciò, nei primi anni del Novecento, l'emigrazione italiana
raggiunse il picco massimo di circa 600.000 persone all'anno, rivolte
soprattutto verso l'America.
LA POLITICA INTERNA
•
Una delle più importanti iniziative politiche di Giolitti fu
l'ampliamento del diritto di voto (1912), che venne esteso e tutti i
cittadini di sesso maschile di oltre 21 anni, o di oltre 30 anni se
analfabeti o se non avevano prestato il servizio militare. Il numero
degli elettori crebbe da 3 milioni a 8 milioni e mezzo. 7
Giolitti necessitava inoltre di un appoggio dalle forze politiche che
fino ad allora non erano mai riuscite ad identificarsi con il sistema
parlamentare, ovvero i socialisti e i cattolici, al fine di allargare le
basi della classe politica italiana.
La partecipazione dei socialisti, guidati Filippo Turati, al primo
governo Giolitti, non ebbe successo a causa dell'opposizione dell'ala
massimalista del Partito socialista.
L'intesa con i cattolici si concretizzò in un accordo segreto: il Patto
Gentiloni (1913), il quale prevedeva che i cattolici sostenessero i
deputati liberali alle elezioni, in cambio dell'abbandono della politica
anticlericale.
Nel frattempo fra i cattolici italiani emergeva una figura di rilevante
importanza, il sacerdote Romolo Murri, il quale rappresentava il
principale esponente di un orientamento liberale, aperto a una più
attiva partecipazione alla vita politica del paese, e fondò un
movimento che prenderà il nome di “Democrazia cristiana
italiana”.
Un'altra figura che cercava di qualificare la partecipazione cattolica
alla politica fu il sacerdote siciliano Luigi Sturzo, il quale creò un
partito di carattere democratico e popolare, autonomo
dall'autorità ecclesiastica e capace di aggregare i ceti più deboli
sulla base dei valori cristiani.
LA POLITICA ESTERA
•
L'obiettivo che Giolitti intendeva realizzare in politica estera era un
allontanamento dall'alleanza con Germania e Austria, per poi
ottenere l'appoggio di Francia e Inghilterra, le quali avrebbero
potuto favorire un ampliamento coloniale dell'Italia rafforzando
la sua posizione nel contesto internazionale.
Così iniziò a preparare la conquista della Libia, che allora
apparteneva all'impero turco.
Il 29 settembre 1911 iniziò l'avventura coloniale fortemente
richiesta dal movimento nazionalista e che ebbe fine nell'ottobre
1912 con la pace di Losanna, la quale obbligò la Turchia a
riconoscere all'Italia il possesso della Tripolitania e della Cirenaica.
In seguito all'impresa libica il Partito socialista si divise fra
riformisti, favorevoli al conflitto, e la maggioranza pacifista,
contraria a ogni tipo di guerra imperialistica.
Dopo il congresso di Reggio Emilia (1912) alcuni riformisti, guidati
da Filippo Turati, rimasero nel Psi, mentre altri, guidati da Leonida 8
Bissolati e Ivanoe Bonomi, crearono il Partito socialista
riformista italiano.
Successivamente la situazione sociale riscontrava delle difficoltà a
causa di una forte protesta operaia e contadina, culminata in uno
sciopero generale che durò sette giorni, passato alla storia come
“settimana rossa” (1914), il quale portò Giolitti a cedere il
governo al liberale moderato Antonio Salandra.
Come abbiamo visto, in Italia il concetto di assicurazione nacque
esattamente nel 1912 grazie all'introduzione dell'Istituto Nazionale
per le Assicurazioni (INA).
Sia nel passato che nella società attuale, la competenza di emanare
normative in ambito assicurativo spetta agli organi legislativi.
Per vedere come le nuove norme possono cambiare il modo di
operare dei soggetti che lavorano nel settore delle assicurazioni,
esaminiamo un decreto legislativo entrato in vigore nel febbraio
2016 il quale ha introdotto delle innovazioni per la RC auto, una fra
le più comuni assicurazioni obbligatorie.
L'ASSICURAZIONE RC AUTO
assicurazione
La RC auto costituisce il caso più diffuso di
obbligatoria per la responsabilità civile.
Questa assicurazione è regolata dalla legge 24.12.1969 n. 990 e
presenta le seguenti caratteristiche:
chi abbia subito un danno da incidente stradale, invece di
• rivolgersi all'assicurato-danneggiante, ha la possibilità di
chiedere il risarcimento direttamente all'assicuratore di questi
→ azione diretta;
il danneggiato non può fare causa all'assicuratore prima che
• siano trascorsi sessanta giorni dall'invio della raccomandata
con la quale ha chiesto allo stesso assicuratore il risarcimento,
senza che questo gli sia stato corrisposto;
qualora sia nata una lite giudiziaria tra danneggiato e
• assicurazione, il giudice può imporre a quest'ultima di 9
corrispondere, nel corso del giudizio, una provvisionale, cioè
un acconto provvisorio sul risarcimento definitivo che sarà
liquidato in sentenza, a favore del danneggiato che dimostri di
trovarsi in stato di bisogno;
è costituito presso l'INA (Istituto Nazionale per le Assicurazioni)
• un Fondo di garanzia per le vittime della strada il quale
provvede a risarcire i danni causati da conducenti non
identificati o non assicurati.
ART. 166 CODICE DELLA STRADA: INNOVAZIONI
decreto legislativo
Sabato 6 febbraio 2016 è entrato in vigore il
depenalizzazione
che prevede la del reato costituito dalla
circolazione senza patente di guida.
Ciò significa che il Parlamento, tramite una legge delega, ha
incaricato il Governo di applicare una depenalizzazione per
determinate categorie di reati.
Fra questi troviamo il reato di guida senza patente, con patente
estera, con patente non rinnovata e tanti altri, ma per quali ragioni
si è presa questa decisione?
Per comprendere ciò è necessario riconoscere le differenze fra un
illecito penale e un illecito amministrativo.
Un illecito penale, ovvero la violazione di una norma penale, è
sempre considerato un reato. Il legislatore può in seguito decidere
se definirlo un delitto o una contravvenzione a seconda della
gravità.
Il delitto è il reato di maggiore gravità, che può essere punito con:
l'ergastolo: restrizione perpetua della libertà personale;