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Introduzione Aspetti psicologici dell'emergenza, tesina
La seguente tesina di maturità descrive il tema degli aspetti psicologici dell'emergenza. La tesina permette anche il collegamento con psicologia, diritto e scienze della comunicazione.
I 9 principi chiave della psicologia
dell'emergenza
E' fondamentale imparare a considerare qualsiasi risposta
● emotiva alle situazioni di emergenza come normale;
E' necessario integrare gli interventi psicologici ai normali
● protocolli di soccorso;
Gli interventi di soccorso devono tenere in considerazione la
● cultura e la religione delle persone coinvolte;
La sicurezza individuale e materiale è alla base della
● stabilità emotiva di un paziente;
È’ necessario identificare quali persone rischiano
● maggiormente di sviluppare o mantenere una sintomatologia
rilevante e trattarli prioritariamente;
I bambini, gli anziani, le persone con precedenti
● psicologici/psichiatrici e gli operatori di soccorso hanno speciali
necessità che devono essere gestite efficientemente;
Gli specialisti e gli operatori che operano in emergenza devono
● essere preparati a svolgere le seguenti funzioni rivolte alle
vittime: ACCOGLIENZA, INFORMAZIONE, INTERVENTI
CLINICI, INTERVENTI PSICO-SOCIALI;
Sono utili anche interventi ’leggeri’/informali con i pazienti
● meno gravi e nelle situazioni meno critiche;
I sistemi di supporto sociale e gli interventi psicologici sono
● cruciali per il recupero dell'equilibrio psichico.
Una definizione di emergenza:
“Improvvisa difficoltà, situazione
imprevista che impone di
intervenire rapidamente…”
Una definizione OPERATIVA
di emergenza:
Ogni situazione in cui è necessario attuare modalità di
soccorso fuori dall'ordinario, uno scostamento dalle
normali condizioni operative, tale da determinare
situazioni di potenziale danno a persone e/o cose;
Una situazione di emergenza è:
“un evento che minaccia o effettivamente rischia di
minacciare persone e cose” - Federal Emergency
Management Agency
L'emergenza ha varie facce!!
L'emergenza ha varie facce! Oltre alle situazioni in cui
l'emergenza è collettiva (terremoti, alluvioni) nelle
quali ad essere traumatizzata è
la collettività e ad essere in
crisi è il sistema solciale, vi
sono anche emergenze individuali
(incidenti stradali, aggressioni,
stupri, eventi patologici) in cui
ad essere traumatizzata è la
persona colpita, e ad essere in crisi
è l'individuo stesso.
Chi è il soccorritore volontario?
E' un volontario, una persona formata e addestrata al
trattamento e al trasporto dei pazienti che mette a
disposizione il suo tempo e le sue energie per la
collettività. Per svolgere tale attività è necessario
portare a termine un percorso formativo, superare i
relativi esami, mantenersi addestrati ed avere i requisiti
fisici di sana e robusta costituzione. I volontari con
queste qualifiche vengono impiegati come equipaggio dei
mezzi di soccorso, come le ambulanze, dal 118, il
“Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza” , dove
operano a fianco di professionisti come medici e
infermieri.
Al soccorritore si richiede:
Di saper valutare prontamente la situazione per
● comprendere il contesto in cui interverrà;
Di possedere le capacità tecniche, come conoscere le
● procedure e i protocolli di intervento e di saper
utilizzare i presidi e la strumentazione a loro
disposizione sui mezzi di soccorso;
Di possedere le capacità empatiche necessarie a
● “contenere” emotivamente le vittime, gli astanti ma
anche se stesso e i suoi colleghi;
Di saper instaurare rapporti efficaci con la squadra con
● cui dovrà lavorare.
Il soccorritore deve sapere come prendersi cura delle
ferite fisiche delle vittime, ma anche essere
consapevole del fatto che questo non è l'unico tipo
di ferita: il danno psicologico, il trauma, non è
affatto da sottovalutare in un contesto di
emergenza. Durante un evento
critico le persone si sentono
vulnerabili e impotenti,
percependo la propria
incapacità di controllare
la situazione.
Per il soccorritore c'è una grande differenza tra i
vari tipi di emergenza, ma per le “vittime” sono
tutte ugualmente tragiche e traumatiche!
E' importante che un soccorritore sappia che le
vittime non hanno la percezione della gravità
oggettiva dell'evento in corso, tutto appare loro
ingestibile e doloroso!
Il soccorritore non è un supereroe!
Il rischio che un soccorritore sia emotivamente
coinvolto nelle esperienze traumatiche di coloro che
soccorre è molto alto ed è importante conoscere e
imparare a gestire questa eventualità.L'intervento di
soccorso si compone di varie fasi, ciascuna delle quali è
caratterizzata da specifiche reazioni psico-fisiche del
soccorritore, che possono essere più o meno marcate a
seconda della gravità della situazione e della personalità
di ognuno.È importante ricordare che questi sentimenti
reazioni
sono da considerarsi come normali a situazioni
straordinarie . Vediamoli nel dettaglio:
Le reazioni del soccorritore
ALLARME!
Dal momento in cui un volontario è allertato
per un servizio di emergenza fino al momento
dell'arrivo sul posto e di una prima
valutazione della situazione; i sentimenti in
gioco per un soccorritore
sono nella maggioranza
dei casi:
Ansia;
● Irrequietezza .
● Le reazioni del soccorritore
MOBILITAZIONE!
Superato l'impatto iniziale il soccorritore si prepara
all'azione; l'agire aiuta a dissolvere la tensione, a
recuperare l'autocontrollo e ad essere pronti a aiutare i
professionisti (medici o infermieri).
Alle reazioni appena descritte si associano, come
preziosi fattori di recupero
dell'equilibrio:
Il trascorrere del tempo;
● Il passaggio all'azione
● finalizzata e coordinata;
L'interazione con gli altri;
● Le reazioni del soccorritore
AZIONE!
●
Inizia l'intervento di primo soccorso a favore della/e
vittima/e. Si effettuano le valutazioni per comprendere
la patologia e si pianificano i successivi interventi.
Questa fase è caratterizzata dalla razionalizzazione
dell'evento: il soccorritore è concentrato nell'eseguire i
suoi compiti ed è guidato dai professionisti; a seconda
della gravità della situazione, della condizione del/i
paziente/i e della propria personalità
per un soccorritore puo' essere
più o meno difficile concentrarsi
e distaccarsi emotivamente dall'evento.
Durante questa fase è utile sia per il soccorritore che
per la vittima:
Presentarsi col nome;
● Non urlare, usare un tono di voce pacato, lento e
● cordiale;
Chiamare la persona (se cosciente) per nome;
● Cercare il contatto visivo;
● Dare piccoli compiti al paziente per farlo sentire
● “utile”;
Toccare in modo dolce (sfiorare la mano, la spalla);
● Allontanare familiari o altri astanti in caso siano di
● intralcio alle manovre di soccorso o fonte d'ansia per
il paziente o i soccorritori (solo se il paziente è
d'accordo e mai se esso è un minore) .
Le reazioni del soccorritore
RILASSAMENTO o DECOMPRESSIONE!
Questa fase va dalla fine dell’ intervento al ritorno alla
routine lavorativa o sociale, nella quale possono riemergere i
contenuti psichici negativi inibiti durante la fase di azione;
come la vittima, infatti, anche il soccorritore è sottoposto a
stress in ogni tipologia d’intervento uelli che si rivelano più
. q
traumatici possono lasciare nel soccorritore segni più o meno
indelebili; tra i disturbi più gravi, quelli più comuni sono:
Difficoltà a rilassarsi o ad addormentarsi;
● Tristezza, tensione, riaffioramento di episodi
● particolarmente forti sul piano emotivo, rabbia;
disturbi comportamentali come fumo, abuso di alcolici .
● Il disturbo post traumatico da
stress
Il PTDS è diagnosticato quando una persona
esposta ad eventi traumatici sviluppa sintomi
patologici persistenti nel tempo; il soggetto
rivive l'evento scatenante in modo persistente
con:
Sogni ricorrenti dell'evento;
● Sensazione di rivivere
● l'esperienza, illusioni,
allucinazioni, episodi di
flashback, ricordi destabilizzanti .
Meno del 50% degli individui che hanno
vissuto un evento traumatico mostrano i
sintomi di tale disturbo, che possono essere
di breve durata o, se ignorati e non trattati,
cronicizzarsi con lo scorrere del tempo; le
persone che più facilmente rischiano di
soffrire di PTDS sono:
Adolescenti e giovani adulti;
● Soggetti che hanno avuto precedenti disturbi
● psicopatologici;
Soggetti con temperamento introverso e
● scarsa educazione e formazione;
I sintomi di questo disturbo possono essere:
Ansia: preoccupazione, nervosismo, vulnerabilità o senso
● di impotenza menomanti;
Depressione: anedonia, senso di indegnità, perdita di
● interesse per la maggioranza delle attività, risvegli
precoci, senso di affaticamento persistente e mancanza di
motivazione;
Problemi connessi all'uso di sostanze: abuso, dipendenza o
● auto-somministrazione impropria di medicinali;
Sintomi psicotici: deliri, allucinazioni, immagini o pensieri
● bizzarri, catatonia;
Spesso gli affetti da questo tipo di sindrome canalizzano
le loro emozioni ricorrendo a piercing o tatuaggi, per
esternare gli effetti dell'evento traumatico .
Lo stress peritraumatico
Recentemente è stato introdotto il concetto di
“STRESS PERITRAUMATICO”, definito
originariamente per descrivere le reazioni e i
sintomi che pompieri, poliziotti e paramedici
presentavano durante i soccorsi per l'attentato
dell' 11 Settembre 2001; tale sindrome è
caratterizzata dalla comparsa dei sintomi durante
o subito dopo l'esperienza traumatica e
consistono in reazioni così intense da causare una
menomazione significativa sulla percezione della
realtà e da interferire sulla comunicazione, sulle
relazioni, sulla cura di sé e sulla propria capacità
di azione mirata ed efficace.
I soccorritori non sono supereroi!
Neanche quando le circostanze lo fanno
sembrare!
Defusing e Debriefing
Le misure terapeutiche più utilizzate per il
trattamento dello stress peritraumatico e
di quello post traumatico negli esponenti
delle forze dell'ordine, nei pompieri, nei
militari, nei professionisti dell'ambito
sanitario e nei soccorritori volontari sono
quelle che prevedono l'uso delle tecniche di
defusing e debriefing.
Il Defusing
Consiste nel far raccontare in gruppo ciò che si è vissuto e
fatto durante gli interventi di emergenza; si lasciano
esprimere le emozioni dando loro un nome e possibilmente
anche localizzandole nel corpo; non è indispensabile la
presenza di uno psicoterapeuta. Questa tecnica permette
di condividere le proprie esperienze dando l'opportunità ad
ognuno di sentirsi parte di una squadra, di un gruppo che
ha subito un trauma e in cui c'è piena comprensione e
coesione tra i singoli. Essa
inoltre aiuta il gruppo a
ritornare alla normalità
fornendo soluzioni a breve
termine utili a stabilizzare
le proprie emozioni . Il Debriefing
Il debriefing è una terapia basata su specifici
gruppi di discussione strutturati e coordinati da
un esperto nella gestione degli eventi critici; essa
contribuisce a ridurre l'impatto emotivo delle
esperienze con le quali ci si è
confrontati; chi partecipa a questo
tipo di terapia impara semplici
e rapide tecniche di rilassamento
o di autoipnosi. Tecniche di questo
tipo sono state utilizzate con il
personale di soccorso coinvolto
nell' attentato alle torri gemelle
del 2001.
Le reazioni della vittima:
Un disastro, un incidente, un evento improvviso e
dai risvolti negativi portano ad uno stravolgimento
dell' “ordine costituito”: vengono a sparire quelli
che erano i normali punti di riferimento spazio-
temporali e insorge spesso un senso di
disorientamento. Le capacità
basilari della persona vengono
alterate, lasciando spazio a
reazioni e comportamenti
che possono costituire un
ulteriore pericolo per la
persona stessa, che non
si riconosce. La vittima
Sono state definite sei tipologie di vittime; :
•Vittime del primo tipo: chi subisce in modo
diretto l’impatto dell’evento catastrofico (persone
soccorse);
•Vittime del secondo tipo: parenti o persone care
delle vittime, presenti o meno al momento
dell'evento traumatico;
•Vittime del terzo tipo: i soccorritori (volontari o
professionisti), che possono riportare danni fisici
e/o psicologici;
•Vittime del quarto tipo: la comunità coinvolta
nell'evento e chi in qualche modo vi ha assistito (gli
abitanti dei dintorni o altri testimoni);
•Vittime del quinto tipo: individui il cui equilibrio
psichico è tale che, anche se non direttamente
coinvolti nell'evento traumatico, possono reagire
sviluppando un disturbo psicologico;