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Arte: il Futurismo nelle arti figurative (Umberto Boccioni)
Storia: i totalitarismi (Italia e Germania)
Filosofia: Friedrich Nietzsche
Matematica: la derivata
Scienze: il sistema muscolare
Inglese: Oscar Wilde
Ed. visiva: il movimento del corpo
Ed. fisica: i giochi olimpici
INTRODUZIONE
STORIA
DELL’ARTE
FUTURISMO
STORIA BOCCIONI
L’avvento dei FILOSOFIA
regimi totalitari a
cavallo tra le due NIETZSCHE
guerre
EDUCAZIONE
FISICA MATEMATICA
“
Le Olimpiadi di “FUTURISMO”: Le Derivate
Hitler” L’Arte tra
Berlino 1936 Nazionalismo e
Totalitarismo
nel Novecento
ITALIANO SCIENZE
Futurismo Il Sistema
Muscolare
MARINETTI EDUCAZIONE INGLESE
VISIVA Oscar Wilde
Il corpo in
movimento
La mappa qui rappresentata, illustra come l’arte si ingloba
perfettamente con il momento storico in cui essa si manifesta.
Pag. 2 a 28
Introduzione
Le Avanguardie:
Il Futurismo
L’arte della avanguardie, sviluppatesi all’inizio del secolo XX, si
caratterizzò per la ricerca di una frattura radicale dei linguaggi
artistici con le tradizioni precedenti, allo scopo di portare
all’estremo l’opposizione tra esperienza artistica e società
“borghese” . Pag. 3 a 28
La ricerca di nuovi linguaggi e modalità di comunicazione
estetica fosse quasi del tutto per l’utilizzo delle innovazioni
tecnologiche che caratterizzano il secolo: fondamentale è la ricerca
del confronto tra produzione d’arte e produzione industriale.
Il carattere innovatore delle avanguardie si espresse in
maniera “militante”, spesso aggressive e violente: è per questo che
esse sovrapposero spesso il loro cammino alle esperienze politiche
più estreme del Novecento.
Le avanguardie espressero spesso i loro programmi attraverso
dei “manifesti”: coi manifesti, tutte le forme d’arte erano chiamate
a testimoniare i punti del programma creando dell’arte con la quale
il pubblico potesse sempre interagire e mai da subire passivamente.
Le avanguardie propongono una identità tra arte e vita,
soprattutto vita da azione: l’artista assume la funzione politica di un
“apripista”, custode e diffusore di nuove verità da applicare subito e
direttamente ai fatti della storia.
Ma il rapporto delle avanguardie con la modernità è stato
contraddittorio: il comune spirito antiborghese portò in generale ad
un rifiuto della società costituita, ma l’amore per l’azione ad ogni
costo portò spesso le avanguardie ad assumere atteggiamenti
obbiettivamente vicini alle tendenze più scure e distruttive della
borghesia, come nel caso del Futurismo col Fascismo. Pag. 4 a 28
Il Futurismo: presupposti teorici
Il Futurismo costituisce il risultato estremo in diverse forme
d’arte, ma sia nei linguaggi che nelle azioni, di quelle voglie delle
classi intellettuali del primo Novecento di imporre il proprio punto di
vista nel confronto con le vicende dello sviluppo industriale.
I Futuristi esaltarono la forza eroica dell’artista, in quanto
scopritore di una nuova dimensione del reale e come distruttore
dell’io nel vortice di quella nuovo realtà.
I Futuristi:
rifiutarono l’immobilità della tradizione;
sperimentarono nuove possibilità tecnico-espressive, capaci di
aderire immediatamente alla velocità del reale: le forme
artistiche devono creare accelerazione e dinamismo col essere
stravolte dal movimento;
cadono i confini tra le arti ed acquista valore il gesto, l’evento,
l’esperienza;
ricercarono lo choc al posto delle pacatezze dei processi
razionali
l’arte è volontà di dominio, espressione dell’energia dei forti
contro l’inerzia dei deboli: questa energia si traduce
nell’esaltazione delle conquiste della natura, l’esaltazione
della forza, del piacere, della guerra. Pag. 5 a 28
Ma la sua aggressiva e violenta spinta innovatrice finì per
essere affascinata dalla tendenza imperialistica della grande
borghesia industriale italiana, come nostra esaltazione
Futurista delle guerre e l’adesione della maggior parte dei
Futuristi al Fascismo. Pag. 6 a 28
Italiano
Marinetti ed il manifesto dei Futuristi (1909)
Il fondatore del Futurismo ed autore del “manifesto” è Filippo
Tommaso Marinetti; Marinetti pubblica il “manifesto” sul giornale
francese “Figaro” nel 1909; ecco alcuni punti del programma:
“Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che
-
non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro
[…]”
“[…] Il tempo e lo spazio morirono ieri. Noi viviamo già
-
nell’assoluto poiché abbiamo già creato l’eterna velocità
onnipotente.”
L’ideologia che ispira il “manifesto è un insieme di
celebrazione di energia aggressiva ed irrazionale e glorificazione
della violenza, ricavata da una lettura “di parte” (soprattutto della
destra) di vari autori, tra i quali soprattutto Nietzsche.
Dal punto di vista dello stile, la poesia di Marinetti è
caratterizzata da:
Abolizione della sintassi, della punteggiatura, degli avverbi ed
-
degli aggettivi qualificativi;
Invenzione dello “stile analogico”, in cui le parole e le
-
onomatopee vengono messe insieme “in libertà”, senza troppi
nessi logici (coniugazioni ecc…); Pag. 7 a 28
La poesia futurista viene definita da Marinetti “parolibera”, e
l’esempio più famoso è il poema “Tang Tumb Tumb” (1914), in cui il
poeta sperimenta pure nuove soluzioni grafiche nella stampa del
testo, sottolineando così l’annullamento dei confini tra atre
letteraria e figurativa. Pag. 8 a 28
Storia Dell’arte
Futurismo nelle Arti Figurative
I criteri dell’arte futurista sono:
1. Simultaneità della visione;
Gli eventi vanno rappresentati nella complessità del loro
svolgersi e non più in una prospettiva univoca ed unitaria
come insegnava il cubismo;
2. Sintesi tra visione ottica (percezione) e visione mentale
(comprensione): bisogna rappresentare sia la percezione
diretta (oculare) dell’oggetto e del suo movimento, istante per
istante, sia la percezione della memoria che ricorda
configurazioni e movimenti appena passati e già non più in
essere.
3. Compenetrazione dinamica: Pag. 9 a 28
Tecnica tipicamente futurista, che consiste nella
compenetrazione dinamica, ossia in quella estrema vicinanza
e sovrapposizione tra gli oggetti e le loro forme, quasi che gli
uni penetrino nelle altre e viceversa. Lo studio della
compenetrazione dinamica e la sua applicazione, dunque,
sono finalizzati a portare “lo spettatore nel centro del quadro”
rendendolo partecipe e non più solo fruitore passivo, secondo
quanto recita uno dei punti centrali del “ Manifesto tecnico
futurista. Simultaneità, sintesi tra visione ottica e
della pittura
visione mentale, scomposizione ed espansione delle forme
nello spazio circostante sono tra i principi che Boccioni tenta di
trasporre anche nella scultura, a partire dal 1912, anno in cui
pubblica il “Manifesto tecnico della scultura futurista.” Un
suggestivo esempio di questo sforzo di rinnovamento del
linguaggio plastico è dato dalla scultura in bronzo “Forme
uniche della continuità nello spazio, realizzata nel 1913 e oggi
conservata al Civico Museo d’Arte Contemporanea di Milano.
Pag. 10 a 28
L’Artista: Umberto Boccioni
Umberto Boccioni, pittore, scultore futurista e inventore del
Dinamismo Plastico, nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882,
ma trascorre infanzia ed adolescenza in varie città perché il padre,
impiegato statale, è costretto a frequenti spostamenti. La famiglia,
originaria di Forlì, si trasferisce a Genova, poi a Padova nel 1888 ed
in seguito a Catania nel 1897, dove Umberto consegue il Diploma
in un Istituto Tecnico. Nel 1899 Umberto Boccioni si trasferisce a
Roma presso una zia, frequenta la Scuola Libera del Nudo e lavora
presso lo studio di un cartellonista. In questo periodo il giovane
pittore, dallo stile molto realista, conosce l'altrettanto giovane Gino
Severini e con lui frequenta lo studio di Giacomo Balla, che in quegli
anni, a Roma, è maestro molto famoso, per approfondire la ricerca
sulle tecniche divisioniste. Dal 1903 al 1906 Umberto Boccioni
partecipa alle esposizioni annuali della Società Amatori e Cultori,
ma nel 1905 in polemica con il conservatorismo delle giurie
ufficiali, organizza con Severini, nel foyer del Teatro Costanzi, la
"Mostra dei rifiutati". Pag. 11 a 28
Per sfuggire l'atmosfera provinciale italiana, nella primavera del
1906 Boccioni si reca a Parigi, dove rimane affascinato dalla
modernità della metropoli. Da Parigi, dopo alcuni mesi, fa un
viaggio in Russia, prima di tornare in Italia e stabilirsi a Padova per
iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si laurea. Per
conoscere a fondo le nuove correnti pittoriche, derivate
dall'evoluzione dell' impressionismo e dal simbolismo, Boccioni
intraprende un altro viaggio fermandosi a Monaco, incontrando il
movimento "Sturm und drang" tedesco ed osservando l'influsso dei
preraffaelliti inglesi. L'Italia del primo Novecento ha una vita
artistica ancora ancorata alle vecchie tradizioni, ma Milano è
diventata una città dinamica, ed è qui che Boccioni si stabilisce al
ritorno dal suo ultimo viaggio in Europa per sperimentare, sotto
l'influenza del divisionismo e del simbolismo, varie tecniche. Dal
gennaio 1907 all'agosto 1908, Umberto Boccioni tiene un
dettagliato diario nel quale annota gli esperimenti stilistici, i dubbi e
le ambizioni che scuotono l'artista che si barcamena fra il
divisionismo, il simbolismo, verso il futurismo, dipingendo ritratti,
quadri a carattere simbolico e qualche veduta di città.
Applicando il Dinamismo plastico ai suoi dipinti, Umberto Boccioni
abbandona l'impostazione tradizionale fondendo interno ed esterno,
i dati reali e quelli del ricordo, in una singola immagine. Con questo
intento sviluppa le caratteristiche "linee-forza" che tracciano le
traiettorie di un oggetto in movimento nello spazio.
Negli anni di guerra Umberto Boccioni collabora con la rivista
"Avvenimenti" e si riavvicina al suo vecchio maestro Balla. Pag. 12 a 28
Il suo stile personalissimo, alla ricerca di dinamismo, lo porta ad
accostarsi all'espressionismo ed al cubismo allo scopo di mettere lo
spettatore al centro del quadro per farlo sentire coinvolto e
partecipe. Umberto Boccioni diventa l'artista che meglio degli altri
sa ritrarre la vita moderna, frettolosa e stressante, di cui la
macchina in movimento è il simbolo principale. Il 17 agosto 1916
Boccioni muore dopo una caduta da cavallo a Sorte (Verona), nel
pieno della sua rivoluzione pittorica che lo ha portato
dal Futurismo al Dinamismo Plastico.
Le opere più significative del Boccioni sono:
La città che sale: protagonista del dipinto a cui l’artista
lavorò, è un turbinoso affollarsi di cavalli e di uomini che
invade l’intero campo dell’immagine e che lascia
emergere sullo sfondo le alte e dritte impalcature di
alcuni edifici in costruzione.
Stati d’ animo: in essa l’artista analizza uno stesso
evvento nei suoi diversi risvolti emotivi, restituendone
alcuni aspetti salienti che corrispondono, ad altrettanti
stati d’animo quali: Gli addii, Quelli che vanno e Quelli
che restano;
Forme uniche della continuità nello spazio: unica
opera scultorea, che rappresenta una figura possente che
incede a grandi passi nervosi, che si fonda su una
propria tridimensionalità, intesa come sintesi delle tre
dimensioni in un incessante svolgersi nello spazio di forze
e forme. Pag. 13 a 28
Gli addii,
Quelli che vanno Pag. 14 a 28
Quelli che restano Pag. 15 a 28
STORIA
L’aggressività del Nazionalismo, dell’arditismo e poi di Fascismo e
Nazismo, come espressione delle crisi della piccola e media
borghesia, schiacciata da una parte dalla gestione economica delle
classi egemoni (aristocrazie ma soprattutto alta borghesia
industriale e latifondista), e dall’altra dalle crescenti rivendicazioni
del proletariato, e terrorizzata dall’idea di tornare proletaria essa
stessa: (si pensi al problema del reinserimento dei reduci di guerra,
quasi tutti piccoli borghesi).
IN ITALIA: Il fascismo nasce come movimento anarcoide di
estrazione piccolo borghese, ma ben presto si allinea
alle classi egemoni per ottenere la rappresentanza
politica, pur non rinunciando mai al suo essere
gruppo di azione e violenza “Le Squadraccie”.
IN GERMANIA: L’umiliazione per la sconfitta della 1^ Guerra
preparò il terreno alla idea di Hitler: IL SUPERUOMO”
è puro e Ariano, razzista e violento, nato per
prevaricare gli altri e dominarli.