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Sintesi

Introduzione L'arte di sedurre la folla



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L'arte di sedurre la folla tesina


Storia: Pericle, Alessandro Magno, i Tolomei, Augusto, Nerone,Medioevo,Dal XV secolo a Luigi XIV, Rivoluzione francese, Bonaparte, il '900
Italiano: D'annunzio, la figura (Fiume,il rapporto con la musica)
Storia dell'Arte: il Partenone
Inglese : Orwell (1984)
Greco: Callimaco
Latino: circolo di Mecenate
Estratto del documento

1. Presentazione

Ѐ da questa immagine che, a Gennaio, mi è venuto in mente di scrivere

questa tesina. Guardando quella foto mi sono domandato come mai le

avevo creduto, rendendomi conto di non essere altro che una “vittima” di

un modo di pensare ( Ministri italiani = corruzione). Mi sono chiesto

quanti prima di me, in altri contesti socio-politici, avranno guardato un

ministro, un re, un imperatore o un dittatore, lasciandosi persuadere

dalla loro fama o da come erano stati dipinti. Sono così andato a

ricercare e ad analizzare tutte quelle grandi figure che hanno fatto la

Storia, ben consapevole che, se da un lato vi è un grande seduttore,

dall’altro vi è un personaggio a cui spetta sempre il ruolo di farsi sedurre:

la folla. Ѐ essa che sceglie di cedere al sogno dell’uomo politico, ma è a

esso che spetta costruirlo, se non nella realtà, almeno nella fantasia di

chi lo ascolta. Per quanto l’argomento, poiché il volersi elevare sopra

l’altro è insito da sempre nell’uomo, sia vastissimo, ho guardato

soprattutto alla nostra Italia, Paese da sempre attraversato da

Conquistatori, Re, Imperatori e grandi personalità politiche e culturali, tra

le quali vi è colui che, qualche secolo prima di questo scritto, ha indagato

con tanto successo questo rapporto da essere considerato il fondatore

del pensiero politico : Niccolò Machiavelli. Egli, nel suo “Il Principe”, dettò

1

le nozioni basilari per l’immagine della personalità politica di successo,

una su tutte, che fu scandalosa per l’epoca, il considerare la politica

distinta dalla moralità. La sua opera divenne il “Vademecum per l’uomo

di governo”, e sarà commentata da molti (ricordiamo, tra tutti, i 3

Presidenti del Consiglio: Benito Mussolini, che espose il libro e il suo

commento per il decennale della Rivoluzione Fascista, allestita nel 1932

al Palazzo delle Esposizioni di Roma ,Bettino Craxi, anche se si limiterà

2

solo a firmare il commento scritto dall’allora direttore dell’”Avanti” Franco

Gerardi, e Silvio Berlusconi, che nel 2001, inviando un opuscolo a milioni

Nelle

di italiani, scriverà di sé, nel capitolo “I piccoli segreti di Silvio”: “

sue biblioteche accanto a migliaia di volumi, trovano un posto particolare

i libri di cui ha personalmente curato l’edizione, tra cui Il Principe di

Niccolò Machiavelli con le annotazioni di Napoleone 3 ” ). Tornado al mio

4

1 Il Principe e altri scritti, A. Manetti, Edizioni Bignami 1993

2 Catalogo della Mostra della Rivoluzione Fascista, rist. anast., Milano, Edizioni del Nuovo

Candido, 1982, p. 226.

3 Per dovere di cronaca si riporta che Napoleone Bonaparte non scrisse mai alcun commento

all’opera di Macchiavelli, e che i Commentaires napoleonici citati sono un raffinato falso, diffuso

a Parigi dall’abbé Aimé Guillon de Montléon nel 1816.

Una storia italiana,

4 Coordinamento Redazionale di Sandro Bondi, p. 27.

4

scritto, che di geniale avrà quanto successo, si prefigge di indagare il

rapporto tra potente e massa, focalizzandosi sul personaggio pubblico e

su come questo abbia utilizzato quell’arte che, forse, è la più antica di

tutte : l’arte di sedurre.

2. Pericle

Durante il V secolo, ad Atene, città natale della democrazia, si distinse

sulla scena politica della polis la figura di Pericle (495-429 a.C.): abile

comandante militare e fine statista, cui fu affidato per oltre un trentennio

il governo cittadino. Sotto la sua egida, Atene conobbe un periodo di

grande espansione, incoronamento di ciò fu la Lega Delio-Attica, e la

crescita culturale sia in ambito artistico, come dimostra la

ristrutturazione dell’Acropoli, sia letteraria, con la nascita della

storiografia grazie ad Erodoto o della

retorica grazie ai tribunali, sia filosofica,

con Socrate, Platone ,i cinici e i sofisti.

Pericle, fu il primo a capire che la

grandezza di Atene non doveva palesarsi

soltanto a un pubblico ristretto, che

sapeva leggere e scrivere, ma doveva

pervadere anche quegli strati di

popolazione che sino ad allora non erano

stati al centro della politica imperialista,

ma l’avevano permessa, facendo parte

dell’esercito a Maratona, Platea e Samo.

Vennero, così, costruiti ,sotto la direzione dell’architetto Fidia, i

monumenti più grandiosi, i cui resti sono ancora oggi visibili, come il

Partenone e l’Eretteo. Il primo è il monumento che più rappresenta il

messaggio che Pericle vuole far arrivare al popolo: la civiltà ha avuto la

meglio sulla barbarie, l’ordine ha prevalso sul caos, la razionalità umana

ha trionfato sulla violenza bestiale. Perché il messaggio fosse chiaro a

tutti, non si servì della scrittura, ma dell’immagine: ecco che fece

realizzare novantadue metope decorate con episodi della Gigantomachia,

dell’ Amazzonomachia e della Centauromachia. Per un ateniese del V

secolo, non sono solo le immagini del mito, ma della guerra che è

appena terminata e che ha visto il trionfo degli elleni, guidati da Atene,

sui persiani. Insieme all’Acropoli anche l’agorà, l’antica piazza pubblica,

fu oggetto di una vasta opera di rinnovamento: il perimetro della piazza

venne chiuso da grandi porticati, venne riedificato il bouleuterion (luogo

5

in cui si riuniva la Boulé) ed è a questo periodo che risale il primo

impianto del teatro di Dioniso, il più importante di Atene. Proprio il teatro

fu, assieme alle raffigurazioni, lo strumento più usato per la ricerca del

consenso politico o per la critica a esso: le tragedie, come quelle di

Eschilo (citandone alcune: Persiani, Sette contro Tebe), volevano esaltare

il valore guerriero e la vittoria ateniese, mentre, per esempio, le

commedie di Ermippo miravano a criticare i nemici di Pericle (un

frammento raffigura Pericle torturato dalla puntura di un feroce Cleone ).

5

E’ da ricordare che a teatro non andava solamente i cittadini ateniesi, ma

anche le delegazioni delle altre poleis che assistevano, così, non solo a

un mero spettacolo, ma alla celebrazione politica e sociale della

superiorità ateniese su ogni altro popolo. Oltre a ciò, per i caduti di

Platea, vennero erette monumentali tombe a tumolo sul luogo dello

scontro e vennero istituiti agoni atletici panellenici, gli Eleuthèria, con

6

scadenza quadriennale . Chi, dunque, aveva combattuto e dato la vita

7

per salvare l’indipendenza degli elleni, era celebrato come un eroe del

mito. Un'altra intuizione politica periclea fu il ruolo che la Lega Delio-

Attica avrebbe potuto giocare per salvaguardare la politica estera

ateniese e, così, il grande statista fece spostare il Tesoro (che sarà

impiegato per l’abbellimento della città) da Delo ad Atene, abolì l’

assemblea della Lega, trasformò questa da confederazione marittima

democratica ad atenecentrica e da antipersiana ad antispartana. Pericle,

poi, si era reso conto che nella situazione politica ateniese era il popolo a

“il primo ad elevare le condizioni delle masse

comandare e fu quindi

popolari con la distribuzione di terre tolte ai nemici, con stipendi e

contributi per assistere agli spettacoli teatrali 8 ”, assicurandosi in questo

modo la maggioranza dei votanti. Capì che la politica non doveva più

rivolgersi a una nobiltà, ma alla folla. Questo, tuttavia, non significava

per forza “democrazia”, ma poteva, se saputo ben amministrare,

trasformarsi in “monarchia senza corona”. Pericle lo comprese e riuscì,

riducendo il prestigio dell’Areopago, a consolidare il proprio potere. Si

aggiunge, poi, a una così grande intelligenza politica, a una cerchia

illuminata di amici e a una leadership indiscussa, una ottima capacità

Mi sa che, verosimilmente,

oratoria, tanto che Platone scriverà di lui :”

ottimo amico, il più completo di tutti nell’ambito dell’oratoria sia stato

Pericle” . L’immagine pubblica dello statista, inoltre, fu assolutamente

9

ineccepibile : serio (“si distingueva per il suo volto austero ed

5 Plutarco, Pericle, 33.

6 Erodoto, 9, 84 Storie

7 Plutarco, Vita di Aristide 21

8 Plutarco, Vita di Pericle, 9, traduzione di Mario Scaffiti Abbate

9 Platone, Fedro, Bur Rizzoli, 269 d, traduzione Roberto Velardi

6

impassibile, che non indulgeva mai al riso, per la grazia del portamento e

dell'abito, che, pur nell'incitazione del parlare, non si scomponeva mai,

per il tono inalterato della voce e per altre simili doti che riempivano tutti

di stupore” ) rispettoso degli dei (“ ogni qual volta dovesse parlare in

10

pubblico, prima di salire la tribuna, usava pregare gli dei affinché non

proferisse alcuna parola impropria” ) incorruttibile ("si teneva lontano

11

dalla corruzione, anche se non era del tutto indifferente al danaro" ) e

12

magnifico persuasore (“Ogni volta che lo butto giù sostiene di non essere

caduto e lo dice con una tale sicumera da convincere tutti i presenti e

farsi assegnare la vittoria” ). Una immagine fin troppo perfetta, ed è

13

“le bugie dei vincitori diventano storia mentre quelle dei

risaputo che

vinti vengono scoperte” , e Pericle fu sempre un vincitore.

14

10 Plutarco, Vita di Pericle, 5, traduzione di Mario Scaffiti Abbate

11 Quintiliano, Institutiones, XII, 9

12 Plutarco, Pericle, XVI

13 Plutarco, Vita di Pericle, 8, traduzione di Mario Scaffidi Abbate

14 A. Petacco - La nostra guerra 7

“ Perfetto in ogni parte del corpo,

egli aveva la testa oblunga e

sproporzionata ed è per questo che

tutti gli scultori l'hanno raffigurato

con l'elmo per evitare che la messa

a nudo di tale difetto potesse far

pensare che volevano schernirlo.”

Vita di Pericle,

(Plutarco, 3,

traduzione di Mario Scaffiti

Abbate) 8

3. Alessandro Magno

Come ogni persona geniale, Alessandro III di Macedonia palesò la propria

natura da giovanissimo : a solo 16 anni gli venne affidata la Macedonia

durante una spedizione del padre contro Bisanzio e a 18 anni guidò

brillantemente la cavalleria macedone contro il battaglione sacro

tebano ,annientandolo completamente. Questa ultima impresa lo portò

15

a litigare col padre che, comunque, due anni dopo morirà assassinato da

Pausania di Oristide . In soli dodici anni conquistò dall'intero Impero

16

persiano (dall'Asia Minore all'Egitto fino agli

attuali Pakistan, Afghanistan e India settentrionale) fino ai confini

della Cina, dopo aver eliminato chiunque potesse essere suo rivale. C’è

da dire che come maestro ebbe il grande filosofo greco Aristotele, che gli

insegnò la scienza, la medicina, l'arte e la lingua greca, redigendo

appositamente per lui un'edizione annotata dell'Iliade. Come ogni grande

imperatore-conquistatore capì che la sua forza risiedeva soprattutto nel

suo esercito e per questo, durante le battaglie, guidava lui stesso le

15 Il battaglione sacro tebano fu il corpo scelto dell’esercito della città di Tebe istituito da

Gorgida intorno al 378 a.C. Gli storiografi antichi riportano che fu costituito da 150 coppie di

omosessuali poiché, come scrive Plutarco in Vita di Pelopida per motivare questa particolarità:”

Quando il pericolo incombe, gli uomini appartenenti alla stessa tribù o alla stessa famiglia

tengono in minimo conto la vita dei propri simili; ma un gruppo che si è consolidato con

l'amicizia radicata nell'amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di

apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo stesso motivo, affronteranno

volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda”

16 Amante e guardia del corpo di Filippo II di Macedonia.

9

cariche , incitava i soldati e una volta terminati gli scontri, usava

premiare i meritevoli e far visita ai feriti così che venisse visto dai suoi

soldati non solo come un re o un dio, ma uno di loro, pronto a morire per

l’onore e la Patria. Intorno ad Alessandro Magno crebbe una aura di

leggenda quando ancora questo era in vita : sia perché si diceva

discendesse da parte di padre da Eracle, e da parte di madre da Achille,

sia perché molte erano le imprese che aveva compiuto. L’immagine che

si era costruito era quella del liberatore dal nemico persiano e del

civilizzatore. Basti pensare alla conquista dell’Egitto : Nel novembre

del 332 a.C. Alessandro, dopo aver superato il deserto e il lago

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