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Sintesi
Italiano: Luigi Pirandello (l'arte come innovazione);

Latino: Apuleio (l'arte come difesa);

Storia: il cinema nel Nazismo (l'arte come strumento di propaganda);

Filosofia: Arthur Schopenhauer (l'arte come catarsi);

Inglese: Oscar Wilde (The Picture of Dorian Gray) - art for art's sake);

Fisica: la fotografia (l'arte come obiettività);

Matematica: la Sezione Aurea (l'arte come perfezione);

Storia dell'arte: Bauhaus e Le Corbusier (l'arte come strumento didattico).
Estratto del documento

Nel corso della storia, nell’ambito delle cosiddette teorie dell’estetica (dal greco

aisthetikòs, cioè facoltà di percepire) l’idea di “bello” è di certo stata oggetto di

revisioni e di superamenti poiché nelle diverse epoche storiche si riscontra in genere

un consenso nei riguardi di ALCUNI esempi di bello, ma di certo questi non possono

essere considerati eterni.

Fa sicuramente parte dell’estetica la teoria del valore dell’arte. Nell’antichità, l’arte fu

definita come imitazione della natura, poiché il criterio del bello consisteva nella

perfezione dell’imitazione. In epoca moderna, l’arte è soprattutto quella capacità

di inventare ed esprimere qualcosa che in natura non esiste. In passato, all’arte si

attribuiva il compito di educare; oggi si definisce artista chi ha una particolare abilità

nel creare qualcosa di “bello” (sempre tra virgolette). La caratteristica

dell’opera d’arte è dunque quella di rappresentare una creazione autonoma, fine a se

stessa.

Tale teoria si esprime nel detto l’arte per l’arte, teoria di cui parlerò in seguito con

Oscar Wilde.

Il termine arte comunque non ha un’accezione specifica, non può essere rinchiuso

dentro una definizione che tenderebbe a minimizzarlo (date le infinite sfaccettature

rinchiuse in un'unica parola). L’arte infatti, non si può definire soltanto

rappresentazione, espressione, manifestazione dell’essere, ma ha mille volti. Per cui

ho deciso di non parlare di arte, in generale, bensì di abbinare a ciascuna materia

l’accezione che contraddistingue una determinata opera o forma d’arte.

Colui che scelse la via più diretta, dando corpo vivo agli spiriti prepotenti e vaganti

come ad esempio i sei personaggi, fu Pirandello con il suo “teatro nel teatro”. Egli

portò ad una grande innovazione, che può anche essere definita rivisitazione, dato che

non fu il primo a parlare di metateatro nel mondo delle rappresentazioni teatrali (si

pensi a Plauto, Goldoni, ecc..). Il metateatro è la forma che sottolinea il carattere

funzionale della rappresentazione, rendendo esplicito l’artificio contro ogni illusione

realistica. Il teatro nel teatro è l’espressione massima del metateatro, trattasi di una

rappresentazione che ha per oggetto un allestimento scenico. Le opere strutturate

come una commedia da fare di Pirandello sono inserite in una trilogia che comprende:

Sei personaggi in cerca d’autore, Ciascuno a suo modo Questa sera si recita a

e

soggetto. Qui Pirandello vi affronta tutti i nodi problematici inerenti all’arte scenica (il

rapporto fra vita e teatro e il cambiamento dell’idea originaria dell’autore dopo la

rappresentazione degli attori e del regista).

Chi utilizzò l’arte come difesa invece, fu Apuleio. Conferenziere ed abile avvocato, si

appassionò a moltissimi campi sia scientifici che letterari, ma ebbe una formazione

prettamente retorica e filosofica, l’ultima ispirata soprattutto a Platone. Utilizzò le sue

profonde conoscenze sulle arti magiche per difendersi da un processo in cui venne

accusato di magia, comportamenti dissoluti e brama di denaro. Il suo discorso, che

Apologia

intitolò (dal greco “difesa”), fu scritto in soli tre giorni (tempo concesso dalla

corte) e comprende 103 capitoli. Con questo l'oratore smonta l'accusa più grave:

praticare la magia nera. Apuleio venne accusato dai parenti della moglie di aver

utilizzato riti magici e incantesimi al fine di ottenere la mano della donna ed avere

quindi accesso alla sua ricca dote. Apuleio non nega le sue nozioni di magia ma

preferisce fare una sottile distinzione tra magia bianca e magia nera; la prima

identificata con la scienza e la seconda con la negromanzia (cioè l’invocazione di

spiriti). Egli sostiene di praticare la prima, che consente di dominare la natura e gli

elementi, egli è uno scienziato non uno stregone. Dimostra grande abilità oratoria,

riuscendo a persuadere i presenti che fa solamente uso di magia benevola,

escludendo il fine personale. Nell'ultima parte Apuleio passa in rassegna le tappe del

matrimonio e delle vicende che lo hanno condotto al processo ed a conferma della sua

innocenza mostra un documento in cui vi è scritto chiaramente che Pudentilla lascia

tutta la sua eredità ai parenti e non al marito.

L’arte però, fu anche un potente strumento di propaganda. Fu noto il periodo

nazista in cui si produssero documentari e film, cercando la giusta ambientazione, le

giuste geometrie, improntate a mettere in rilievo l’idea di grandezza e di dominio, volti

ad affermare le dottrine codificate nel Mein Kampf e, dunque, a persuadere i tedeschi

circa la necessità di eliminare quelle che venivano considerate le razze etnicamente

inferiori, ad inculcare la più totale devozione e fiducia nel proprio fuhrer e ad affermare

la grandezza del reich. Importante fu di certo il cinema che riuscì a far si che un unico

uomo, Adolf Hitler, venisse idolatrato come un Dio, ed in cui un particolare gioco di

luci contribuì a fargli assumere una dimensione quasi soprannaturale. Come molti film

nazisti, ad esempio “Il giovane hitleriano Quex” era rivolto ai giovani, più facilmente

condizionabili. Qui il bersaglio principale è il Partito comunista: i comunisti infatti

vengono raffigurati come dediti all’alcool e ad i vizi, contrapposti ai tedeschi, le cui

attività sono salutari e benevole, dediti più che ai vizi alle attività sportive. Accanto al

cinema di propaganda, vi fu però, in contemporanea, la realizzazione di alcuni film

contro il regime. Primo fra tutti “Il grande dittatore”, famosissimo il discorso finale di

Charlie Chaplin che ebbe il coraggio di imprimere su pellicola frasi quasi blasfeme per

il tempo, ad esempio: “Al mondo c'è posto per tutti. E la buona terra è ricca e in grado

di provvedere a tutti.”

La funzione catartica dell’arte viene sottolineata da Schopenhauer. Filosofo

pessimista del primo Ottocento, considerava la vita umana come un pendolo che

oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di

piacere e gioia. Per liberarsi dal dolore Schopenhauer mette a punto tre vie: l’arte e

l’ascesi e la noluntas. L’arte è conoscenza pura e disinteressata, che si rivolge alle

idee, ossia alle forme pure o ai modelli eterni delle cose. Proprio per questo suo

carattere contemplativo e per questa sua capacità di muoversi in un mondo di forme

eterne, l’arte riesce a sottrarre l’individuo alla catena dei bisogni e dei desideri. Il

filosofo passa in rassegna una vera e propria gerarchia delle arti, classificandole dal

più basso grado di oggettivazione al più alto. Tra le arti, più specificamente, spicca la

musica, che non esprime le idee, cioè i gradi dell’oggettivazione della volontà, ma la

volontà stessa. Per questo essa è l’arte più universale e più profonda. Come lui stesso

afferma: la musica è capace di narrare “la storia più segreta della volontà”. L’arte è

dunque liberatrice, stacca la conoscenza dalla volontà, ci fa puri oggetti contemplanti

che, mentre contemplano, non vogliono e quindi non soffrono.

Who talked a lot about art was Oscar Wilde. He was an Irish writer and poet. In

particular, I’m going to talk about “The picture of Dorian Gray” also because of the

presence of the paint. Wilde was a proponent of the Aesthetic movement, which

emphasized aesthetic values more than moral or social themes. This doctrine is most

clearly summarized in the phrase “art for art's sake”. The preface of Dorian Gray is

considered the Manifesto of Modernism: he refined his ideas about the supremacy of

art in a series of dialogues and essays, and incorporated themes of decadence,

duplicity, and beauty into his only novel. The story begins with a man painting a

picture of Gray, a young and beautiful man. When he will sees his finished portrait, he

breaks down. Distraught that his beauty will fade while the portrait stays beautiful, he

inadvertently makes a swear in which only the painted image grows old while he stays

beautiful and young. For Wilde, the purpose of art would be to guide life if beauty

alone were its object. phôs

Una delle arti più moderne è la fotografia. Il termine deriva dal greco (luce) e

graphè (disegno), letteralmente quindi significa “disegnare con la luce”. La fotografia,

da un punto di vista artistico, è composizione, prospettiva, giochi di luci e colori. Ma è

sicuramente stata un potente strumento attraverso il quale ritrarre la realtà in modo

obiettivo. Un obiettivo fotografico è un sistema optomeccanico (che simula cioè

l’occhio umano) e che ha come compito quello di mandare a fuoco la luce proveniente

da un soggetto su un piano ben preciso, qualunque sia la distanza del soggetto

prescelto. Deve anche limitare la quantità di luce in ingresso per consentire, una

corretta esposizione (questo avviene grazie al diaframma ed all’otturatore). Gli

obiettivi sono principalmente a rifrazione e sono generalmente composti da un

1 1 1

+ = S

numero elevato di lenti. Nelle lenti sottili avremo: in cui 0

S S f

0 i

S f

è la distanza tra oggetto e lente, la distanza tra lente e immagine ed la focale

i

della lente.

Già nella Grecia classica con le teorie di Pitagora e nell’ambito delle scuole

pitagoriche, ebbe particolare sviluppo la discussione sulle proporzioni più gradevoli in

relazione all’esigenza di creare una realtà estetica ideale. Nel corso della storia al

concetto di sezione aurea si sono associati, nell’ambito delle arti figurative e in

relazione alla teoria della proporzione, una serie di significati psicologici, estetici e più

direttamente formali. Matematicamente avremo che dato un segmento di lunghezza (

l x

) la sua sezione aurea ( ) è la parte di segmento medio proporzionale tra il

l – x

segmento stesso e la parte rimanente ( ).

Tale rapporto vale approssimativamente 1,6180 ed è esprimibile per mezzo della x 1

formula: , che non è altro che il calcolo delle x (

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