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Filosofia- il rapporto Apollineo-Dionisiaco in Nietzsche con brevi accenni alla concezione di "mania" di Platone nel "Fedro"
Arte- Van Gogh, analisi delle opere anche attraverso le lettere inviate al fratello Theo e descrizione di "Campo di grano con volo di corvi" in inglese
Psicologia- "Genio e follia" analisi di Jaspers su Van Gogh
Esame di Stato 2012-2013
Liceo Ginnasio Lodovico Pavoni
Indirizzo Pedagogico
La cecità di Apollo
“Occorre avere il caos in sé per partorire una stella danzante.”
Nietzsche
a cura di Cecilia Rampazzo
Ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena di esser così e di non poter
essere più altrimenti. [<] là, dove tutto è finto e meccanico, riduzione e costruzione: un altro
mondo nel mondo: mondo manifatturato, combinato, congegnato; mondo d’artificio, di
stortura, d’adattamento, di finzione, di vanità; mondo che ha senso e valore soltanto per
l’uomo che ne è l’artefice. 1
L. Pirandello, in Uno, nessuno, centomila
Lo spirito creativo dell’artista, pur condizionato dall’evolversi di una malattia, è al di là
dell’opposizione tra normale e anormale e può essere metaforicamente rappresentato come la
perla che nasce dalla malattia della conchiglia. Come non si pensa alla malattia della
conchiglia ammirandone la perla, così di fronte alla forza vitale dell’opera non pensiamo alla
schizofrenia che forse era la condizione della sua nascita.
K. Jaspers, in Genio e follia
Si diventa saggi soltanto nella misura in cui si passa attraverso la propria follia.
A. Jodorowsky, in Psicomagia
Perché mai è così tragica la vita; così simile a una striscia di marciapiede che costeggia un abisso.
Guardo giù; ho le vertigini; mi chiedo come farò ad arrivare alla fine. Ma perché mi sento così: ora
che lo dico non lo sento più. Il fuoco arde; stiamo andando a sentire l’Opera del mendicante. Eppure
è intorno a me; non riesco a chiudere gli occhi.
È una sensazione di impotenza.
V. Woolf, in Diario di una scrittrice
Occorre avere il caos in sé per partorire una stella danzante. 2
F. Nietzsche, in Così parlò Zarathustra
LUIGI PIRANDELLO, Uno, nessuno, centomila, Torino, Einaudi, 1994
1 NIETZSCHE F., Così parlò Zarathustra, Roma, Newton Compton, 2006 p.34
2
2 INTRODUZIONE:
Nietzsche afferma che in ogni persona coesistono due forze che rimangono in precario
equilibrio, l’aspetto Dionisiaco, cioè dell’indeterminatezza e dell’irrazionalità, contrapposto
all’aspetto Apollineo, della ragione e della determinatezza. Ho scelto questo argomento
per approfondire il rapporto che intercorre tra queste due forze che non sono in realtà così
scisse e nettamente separate. La novella Il treno ha fischiato di Pirandello può essere
dunque interpretata secondo queste categorie, dal momento che il protagonista Belluca
di fuggire sporadicamente nella sua immaginazione, in quella cioè che l’autore
decide
definisce una fuga nell’irrazionale, per sopravvivere ad una società eccessivamente
organizzata e meccanicistica, ma illusoria. In questo caso l’aspetto Dionisiaco del
protagonista viene controllato e governato dalla ragione e risulta inoltre funzionale alla
sopravvivenza in quella società che Pirandello definisce un palcoscenico di maschere,
ossia un mondo costruito sull’aspetto Apollineo della razionalità. Al personaggio di Belluca
può essere affiancato il pittore Van Gogh che invece, come espresso da Jaspers nella sua
3
, aprì le porte all’abisso dell’indeterminatezza e dell’irrazionale, anche
opera Genio e follia
a causa della sua schizofrenia. Questa malattia infatti gli permetteva di immaginare un
mondo parallelo, inventato dalle percezioni sensoriali, che si sovrapponeva al mondo reale
esistente. ”La parola è schizofrenia, la mente (phren) scissa (schizo) in due mondi, dove
4
uno si rifrange dell’altro, per cui è indecidibile quale dei due sia il mondo vero” . L’aspetto
Dionisiaco in Van Gogh prende dunque il sopravvento, travolgendo l’artista e
conducendolo lentamente alla tragicità del suo suicidio. Platone tuttavia, afferma nel Fedro
ragione, dalla follia, dall’aspetto
che proprio le persone colte da mania, ossia dalla non-
Dionisiaco, siano coloro che producono le opere più geniali e meravigliose, come i
capolavori di Van Gogh che Jaspers definì la perla che nasce dalla malattia della
dell’artista di dare forma (spirito Apollineo)
conchiglia e rappresentano dunque il tentativo
a ciò che ne è privo (spirito Dionisiaco).
FILOSOFIA: Nietzsche, la dicotomia Apollineo - Dionisiaco espressa in Così parlò
Zarathustra presente nel mondo ed in ogni persona. Collegamento a Platone, in ripresa
del concetto di “mania” espresso nel Fedro. l’immaginazione del protagonista
ITALIANO: Pirandello, novella Il treno ha fischiato:
Belluca come fuga dalla realtà e nell’irrazionale come aspetto Dionisiaco
SOCIO-PSICO-ANTROPOLOGIA: Jaspers, Genio e follia: analisi della schizofrenia di Van
Gogh e di come la mania, l’aspetto irrazionale e Dionisiaco della sua malattia gli abbia
permesso la produzione di opere geniali dal punto di vista artistico.
ARTE: Van Gogh, analisi delle opere ( descrizione di Campo di grano con volo di corvi in
inglese).
JASPERS K., Genio e follia, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2001
3 Ibidem p XVI
4 3
La dicotomia Apollineo – Dionisiaco in
Nietzsche
“Questi due istinti così diversi camminano l’uno accanto all’altro, per lo più in aperto
dissidio, stimolandosi reciprocamente a sempre nuove e più gagliarde reazioni per
perpetuare in sé incessantemente la lotta di quel contrasto.”
Nietzsche
Secondo l’ideologia di Nietzsche, come esposto nella sua opera La nascita della
tragedia dallo spirito della musica, in ogni anima umana esistono due forze: lo spirito
Apollineo e lo spirito Dionisiaco, che coesistono come una tensione continua che si
mantiene in un costante equilibrio nella psiche. La rottura di questo equilibrio
provoca, nel caso di Van Gogh, l’invasamento dell’artista da parte dello spirito
Dionisiaco che lo condusse al suo tragico suicidio.
Lo spirito Apollineo
Apollo è quella divinità greca caratterizzata da due strumenti: la lira e l’arco.
Rappresenta dunque la continua tensione che esiste all’interno dell’anima di ognuno
tra le diverse forze della psiche: rappresenta la tensione tra gli opposti. Apollo tiene a
freno le emozioni, segue le regole morali ed il controllo. Venne anche identificato
come il dio del Sole, ossia di ciò che è dimostrato, chiaro ed evidente, della misura,
del logos, del pensiero, di ciò che è definito. Dal punto di vista etimologico significa
“colui che uccide da lontano”, ossia colui che interviene da distante senza reale
contatto. Apollo tuttavia possiede un aspetto fortemente ambiguo: il suo simbolo
caratteristico è infatti il labirinto, ossia un luogo nel quale ci si perde, oppure che
nasconde il Minotauro, secondo la tradizione classica, ossia nasconde un mostro
distruttivo. Allo stesso tempo Apollo è colui che possiede la profetessa di Delfi, che la
mette in contatto con il mondo divino e della profezia.
Lo spirito Dionisiaco
Dioniso è invece rappresentato dal vino e dalla vite, è dunque simbolo di ebbrezza e di
ambiguità, come rapporto con qualcosa di altro da te e dunque con l’alterità. E’ il dio
della fertilità, della sessualità, come ci viene anche descritto nelle Baccanti di
Euripide. Uno dei simboli di Dioniso è lo specchio e quindi il riflesso di se stesso in
qualcosa di altro. Dioniso è il dio del teatro, della rappresentazione. Dal punto di vista
un archetipo di “vita indistruttibile”, di vita e di morte.
etimologico significa
Rappresenta dunque l’indeterminatezza, ma anche l’irrazionalità, ciò che non è
mediato dalla ragione. Dioniso è spesso rappresentato dalla danza come
manifestazione dell’istintività naturale, della spontaneità. Anche Dioniso contiene in
4 sé un alto ambiguo, ossia il fatto che è spesso rappresento con la maschera, come di
qualcosa che da indefinito vuole assumere una forma, da irrazionale a razionale.
La decadenza del mondo, secondo Nietzsche, nasce proprio dalla repressione dello
spirito Dionisiaco nella società, a partire dalle ultime tragedie greche.
La dicotomia Apollineo-Dionisiaco
Scrive Nietzsche riguardo al sottile legame che esiste tra queste due forze:
I Greci, che esprimono e al tempo stesso nascondono la dottrina segreta della loro visione del mondo
nei loro dèi, hanno stabilito come duplice fonte della loro arte due divinità, Apollo e Dioniso. Questi
nomi rappresentano nel dominio dell'arte dei contrari stilistici, che incedono l'uno accanto all'altro
quasi sempre in lotta tra loro, e appaiono fusi una volta soltanto, quando culmina la «volontà» ellenica,
nell'opera d'arte della tragedia attica. In due stati, difatti, l'uomo raggiunge il sentimento estatico
5
dell'esistenza, nel sogno e nell'ebbrezza.
Questi nomi li prendiamo in prestito dai greci, i quali rendono percepibili all’intelligenza le profonde
dottrine della loro visione estetica non già per il mezzo di concetti astratti, ma con raffigurazioni chiare
loro due divinità che simboleggiavano l’arte, Apollo e Dioniso, si
ed incisive della mitologia. Alle
riallaccia la nostra teoria, che nel mondo greco esiste un contrasto, enorme per l’origine e i fini, fra
l’arte plastica, cioè l’apollinea, e l’arte non plastica della musica, cioè la dionisiaca; questi due istinti
così diversi camminano l’uno accanto all’altro, per lo più in aperto dissidio, stimolandosi
reciprocamente a sempre nuove e più gagliarde reazioni per perpetuare in sé incessantemente la lotta
di quel contrasto, su cui la comune parola di "arte" getta un ponte che è solo apparente: finché in
ultimo, riuniti insieme da un miracolo metafisico prodotto dalla "volontà" ellenica, essi appaiono
finalmente in coppia e generano in quest’accoppiamento l’opera d’arte della tragedia attica, che è
6
tanto dionisiaca quanto apollinea. [...]
La nascita della “stella danzante”
Nell’opera , Nietzsche afferma che “Si deve avere ancora del
Così parlò Zarathustra 7
caos dentro di sé per poter generare una stella che danza” . L’autore cioè invoca la
ripresa dello spirito Dionisiaco nel mondo per generare una stella danzante, ossia
un’opera geniale e spontanea al tempo stesso, che brilla di luce propria dal momento
che è nata dalla pura creatività dell’artista. Anche Platone, nel Fedro, descrive la
mania, ossia la follia, come portatrice di opere meravigliose:
… Ora però i beni più grandi ci vengono dalla mania, appunto in virtù di un dono divino. […] Al terzo
posto vengono l’invasamento e la mania provenienti dalle Muse, che impossessandosi di un’anima
tenera e pura la destano e la colmano di furore bacchico in canti e altri componimenti poetici, e
celebrando innumerevoli opere degli antichi educano i posteri. Chi invece giunge alle porte della
valente grazie all’arte, resta incompiuto
poesia senza la mania delle Muse, convinto che sarà un poeta 8
e la poesia di chi è in senno è oscurata da quella di chi si trova in preda a mania.
Nietzsche aveva riconosciuto in Dioniso lo spirito vitalistico, il flusso della vita che si
opponeva alla razionalità e alla ragione apollinea, la fertilità, la vita stessa. Dioniso
di ognuno, l’ambivalenza
rappresenta la dualità propria delle maschere e
5 http://it.wikiquote.org/wiki/Friedrich_Nietzsche
6 http://www.emsf.rai.it/brani/brani.asp?d=321
7 NIETZSCHE F., Così parlò Zarathustra, Roma, Newton Compton, 2006 p.34
8 PLATONE, Tutte le opere, Roma, Newton & Compton, 1997, p. 455,457. 5
dell’indeterminazione. Franco Rella, nell’introduzione all’opera Baccanti di Euripide,
scrive in merito a Dioniso:
Il dio “Tutt’altro”, questa sembra essere la definizione più appropriata. E’ il dio della potenza
provvidenziale e distruttiva per Roux; “è il dio dell’ambiguità”, “il differente”, che unisce le polarità
contradditore dell’umano e il divino e l’animale, del maschile e del femminile, della vita e della morte
no man’s land,
per Versnel; è il dio di una in cui gli opposti della saggezza e della follia si uniscono,
per Calame; è il dio che rappresenta quell’elemento di alterità che ogni essere umano e ogni comunità
9
portano dentro di sé, per Vernant;
Galimberti, nell’introduzione al Simposio, afferma che la follia per Platone è la