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Introduzione Apollineo, dionisiaco e arte tesina
Questa tesina di maturità liceo classico descrive come, a partire dall'ambito greco, l'apollineo e il dionisiaco, intesi secondo la concezione nietzscheana, si siano armonizzati. Argomenti tesina maturità: in filosofia Schopenhauer, Nietzsche ("La nascita della tragedia" e altra bibliografia), cenni Vattimo), in letteratura greca la tragedia greca, Sofocle e L'Edipo, in italiano Montale, in storia dell'arte l'astrattismo, Kandinsky e Mondrian.
Collegamenti
Apollineo, dionisiaco e arte tesina
Filosofia:
Schopenhauer, Nietzsche ("La nascita della tragedia" e altra bibliografia), cenni Vattimo)
.Letteratura greca:
La tragedia greca, Sofocle e L'Edipo
.Letteratura italiana:
Montale
.Storia dell'arte:
Astrattismo, Kandinsky e Mondrian
.Cenni Wagner (Tristano e Isotta).
nuovamente. Così, dopo secoli di alienazione, il dionisiaco ritorna a vibrare nelle
rappresentazioni e nell’arte. Una tradizione totalmente sclerotizzata da principi
apollinei è spazzata via per ricominciare fin dalle fondamenta a ri-‐educare le forme,
secondo principi dionisiaci. Per citare solo alcuni esempi gli Impressionisti nel campo
artistico iniziano la riscoperta della forza vitale dell'accostamento dei colori
complementari e la loro organizzazione astratta. In Cézanne la pennellata stessa
sembra distendere nelle immagini una forza magnetica; Van Gogh e Gauguin, invece,
daranno massima enfasi alle tensioni di energia. E’ come se gli artisti moderni
fondassero la loro espressività su una rinnovata vitalità di forme e di colori: in Vasilij
Kandinskij l'avanzata del dionisiaco sulle forme apollinee tocca il suo apice,
spingendosi sino all’eliminazione della rappresentazione stessa verso la pura musica
visiva dell’eterna bellezza. Un risultato simile si avrà anche nel neoplasticismo di
Mondrian.
“La pittura è un contrasto fragoroso di mondi diversi destinati a creare insieme
nella e dalla lotta quel nuovo mondo che si chiama opera. Ogni opera nasce
tecnicamente così come è nato il cosmo, attraverso catastrofi che dal ruggito
caotico degli strumenti formano, a conclusione, una sinfonia che è la musica
delle sfere” .
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Anche Mondrian negli scritti teorici, volendo far emergere la dimensione mistica che
appartiene alla sua ricerca e opera, afferma:
“La sofferenza è causata dalla separazione incessante, la felicità dall’incessante
rinascere del mutevole. Dall’equilibrio, dall’inconscio, scaturisce l’arte” .
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Dal breve sommario sopra riportato, corredato da alcune citazioni significative, che si
è ritenuto opportuno anteporre al corpo della trattazione vera e propria per motivi di
facilità nella comprensione generale dell’elaborato, emerge primariamente la grande
importanza che ebbe la tragedia greca di ambientazione attica. Essa rappresentò
certamente la massima espressione artistica dei valori socio-‐culturali di una data
civiltà, nondimeno in questa stessa ebbe luogo il miracolo metafisico ellenico che
portò a quella coincidentia oppositorum identificata come scaturigine, fondamento e
origine dell’arte e della vita stessa. A partire dall’ambito greco pertanto due
componenti, l’apollineo e il dionisiaco, si armonizzarono in un sinodo perfetto, che,
seppure attraverso fasi transeunti, alterne e temporalmente scisse, adempiutosi
originariamente in epoca arcaica, continua tuttora a informare il mondo a noi
contemporaneo. La qualcosa implica che origine e fondamento di ogni
manifestazione umana, qualunque essa sia, può essere ricondotta ad un’opposizione
di fondo tra elementi opposti in reciproco equilibrio dinamico. Questo l’elemento
propulsore stesso dell’evoluzione artistica ed esistenziale. Ed è l’analisi di opere
letterarie, artistiche, musicali e filosofiche di ogni tempo che ci permette di
convalidare questa tesi di ordine generale
_______________________________________
F. Nietzsche, La nascita della tragedia, Editori Laterza, Roma, 1981, p. 21.
1 Ibidem, Passim.
2 F. Nietzsche, La nascita della tragedia, Editori Laterza, Roma, 1981.
3
F.Nietzsche, La nascita della tragedia, tr.it. Giametta, Adelphi, Milano, 2000, p.66.
4 F. Nietzsche, La nascita della tragedia, Editori Laterza, Roma, 1981, p. 81.
5 V. Kandinskij, Lo spirituale nell’arte, curatore E. Pontiggia, SE editore, Milano 2005.
6 P. Mondrian, Il neoplasticismo, SE editore, Milano 2008, p. 13.
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I. La nascita della tragedia
Nella Nascita della tragedia , prima opera matura del filosofo tedesco Friedrich
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Nietzsche, apparsa nel 1872, si trovano già in embrione i temi principali del pensiero
del filosofo. Frutto degli studi di filologia esercitati in qualità di libero docente presso
l’Università di Basilea, La nascita della tragedia ha tuttavia un contenuto
spiccatamente filosofico.
Partendo dall’immagine della grecità consacrata da una lunga tradizione filologica
classicista, secondo la quale la civiltà greca si esprime in opere armoniose, misurate e
serene, in quanto il suo stesso spirito si caratterizzava come tale, Nietzsche contesta
che la suddetta disposizione, indicata come apollineo, fosse l’unica e la principale
componente caratteristica della classicità. Nello spirito greco si trovavano infatti ad
agire anche energie vitali di natura irrazionale, forze istintuali, che conducono alla
perdita del controllo di sé e della ragione. Queste forze sono rappresentate da
Dioniso, dio dell’ebbrezza, e sono parte integrante di quell’arte greca che l’immagine
neoclassica aveva presentato soltanto come armonia, bellezza, serenità e pura
razionalità espressiva.
L’arte nasce pertanto dalla compresenza di due impulsi originari e tra loro antitetici,
due grandi forze che animano lo spirito greco: quello razionale, l’apollineo, ed il
dionisiaco, irrazionale, caotico, votato all’ebbrezza. Proprio in essi acquista visibilità il
contrasto primigenio degli opposti, tra χάος e κόσμος, nascita e morte, generazione e
corruzione, elementi conflittuali che rappresentano l’essenza intima della vita.
La razionalità e l’irrazionalità, posti alla base della duplicità dell’istinto artistico
greco, si mostrano attraverso le maschere di Apollo e Dioniso. Apollo è il dio della
luce e della chiarezza, della misura e della forma: l’apollineo simboleggia
l’inclinazione plastica, la tensione alla forma perfetta, quale se ne trova espressione
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nella scultura e nell’architettura. Dioniso è il dio della notte e dell’ebbrezza, del
caotico e dello smisurato: il dionisiaco simboleggia l’energia istintuale, l’eccesso ed il
furore. Esso è impulso di liberazione e di abbandono; la sua forma espressiva è la
musica, che genera la passione, quindi la tragedia.
Nella Grecia presocratica questi impulsi, di cui si è fatto cenno sopra, seppur presenti,
convissero separati e opposti; nell’età della tragedia attica sofoclea ed eschilea, al
contrario, riemersi dallo stato di latenza che li aveva caratterizzati precedentemente,
si armonizzarono fra di loro non solo in un perfetto accoppiamento, ma anche
rapportandosi come momenti storici indistinti in cui l’apollineo si manifesta come
una configurazione interna al dionisiaco stesso, che quest’ultimo costantemente pone
e tende a superare. Nella tragedia, la quale per questa stessa istanza esprime il
momento più alto raggiunto dalla cultura ellenica, apollineo e dionisiaco si fondono
nella perfetta sintesi del canto, della danza corale e dell’azione drammatica.
“Proprio in questo, nel cogliere l'essenza della vita, la tragedia e
l'arte in generale divengono la giustificazione estetica della vita.
In altre parole l'esperienza che lo spettatore vive durante la
tragedia rende la vita possibile e degna di essere vissuta. L'uomo
attraverso la tragedia si riappropria delle sue passioni
contrastanti e realizza che gioia e dolore sono entrambi necessari,
sono entrambi presenti nella vita. Impara a godere tanto dell'uno
quanto dell'altra. Egli apprende la natura tragica della vita” .
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