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La tesina tratta il tema del cibo perché è un tema attuale che coinvolge tutte le persone, è inoltre un argomento molto dibattuto anche per via di Expo 2015 di Milano che tratta il tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita".
Italiano- Il cibo nella letteratura
Storia- Il cibo nella storia
Cittadinanza e costituzione- La FAO
Geografia- L'Africa
Scienze- Apparato digerente
Educazione fisica- Alimentazione di uno sportivo
Francese- La piramide alimentare
Inglese- Il McDonald's
Tecnologia- Sito espositivo di Expo 2015
Arte- La natura morta di Paul Cézanne
Musica- Il cibo e il vino nelle opere di Verdi
nell’orto e le migliori doti nutrizionali, la varietà che pur era conosciuta nel Mediterraneo da
antichi Romani e Greci (e che oggi per noi è introvabile).
E COSA ESPORTARONO GLI EUROPEI VERSO LE AMERICHE?
Frutta e verdura viaggiarono tuttavia anche in direzione contraria. Nei secoli successivi alla
scoperta di Colombo, i navigatori europei portarono infatti nel nuovo Continente diversi
prodotti già comuni sulle nostre tavole. Fu così che l’America scoprì: asparagi, cetrioli, carciofi,
cardi, cavoli, lattuga e sedano, oltre a frutti come melograni, more e pere. I coloni spagnoli e
francesi, ad esempio, introdussero nel Settecento il carciofo in Nord America, rispettivamente
in California e in Louisiana. In California arrivarono anche i cardi, che divennero quasi una
infestante, ovvero una pianta invadente in un habitat in cui non era coltivata
precedentemente. Un discorso particolare è dedicato agli zucchini che, derivati dalle zucche
scoperte ed importate in America, furono poi portati in dote dagli emigrati italiani che nel ‘900
attraversarono l’Oceano Atlantico verso il Nuovo Mondo! Ecco perchè in America si dice “one
zucchini“ ! Ci sono infine gli asparagi che, nati e sviluppati sulle calde coste del Mediterraneo,
si sono diffusi in Sud America fino a rendere il Perù uno dei maggiori produttori ed esportatori
al mondo (non proprio a chilometro zero)!
le tecniche di preparazione e conservazione del cibo hanno avuto una evoluzione anche in
rapporto alle problematiche vissute durante le guerre.
IL CIBO NELLA GRANDE GUERRA
Napoleone Bonaparte evidenziò quanto fosse chiaro il fatto che per vincere una battaglia
l’alimentazione delle truppe non è meno importante del loro armamento ed addestramento.
Il conflitto scoppia nel 1914: in esso sono impegnati milioni di soldati, appartenenti a un gran
numero di paesi. Uno dei grandi problemi durante la Grande Guerra fu quello
dell'alimentazione sia per la popolazione civile che per i militari. Le battaglie, la militarizzazione
dei territori e le razzie (specie nel Friuli e Veneto orientale dopo Caporetto) provocarono
devastazioni nei raccolti e lo svuotamento dei magazzini. Le famiglie nelle retrovie furono
vittime di carestie e di malattie dovute a carenze alimentari gravi (come la pellagra) mentre il
rancio dei soldati diventava ogni giorno più esiguo e scadente. La scarsa qualità era dovuta alla
scelta di cucinare i pasti nelle retrovie e trasportarli durante la notte verso le linee avanzate.
Così facendo, la pasta o il riso contenuti nelle grandi casseruole arrivavano in trincea come
blocchi collosi. Il brodo si raffreddava e spesso si trasformava in gelatina mentre la carne ed il
pane, una volta giunti a destinazione, erano duri come pietre. Scaldarlo una seconda volta non
faceva che peggiorare la situazione, rendendo il cibo praticamente impossibile da mangiare.
Il problema della qualità era parzialmente sopperito dalle quantità distribuite. A differenza
infatti del rancio austro-ungarico (molto più esiguo, specialmente nell'ultimo biennio),
l'esercito italiano dava ogni giorno ai suoi soldati 600 grammi di pane, 100 grammi di carne e
pasta (o riso),frutta e verdura (a volte), un quarto di vino e del caffè. L'acqua potabile invece
era un problema e raramente superava il mezzo litro al giorno.Per coloro che si trovavano in
prima linea la gavetta (o gamella) era leggermente più grande.
Prima degli assalti inoltre venivano distribuite anche delle dosi più consistenti con l'aggiunta di
gallette, scatole di carne, cioccolato e liquori.
“Scatolette” in guerra
È assai probabile che al grande Napoleone Bonaparte quelle che noi comunemente chiamiamo
“scatolette” avrebbero fatto molto comodo. Il generale era infatti ben conscio dell’enorme
importanza di una corretta alimentazione delle truppe durante il corso di una guerra. Peccato
che ai suoi tempi ancora non fossero state inventate: una vera disdetta. Non è un caso, quindi,
che fu proprio lui a indire un concorso per scoprire un nuovo metodo di conservazione del cibo.
Lo chef francese Nicolas Appert (1749-1841) vinse la gara grazie all’invenzione di un
procedimento che da allora prese il nome di “appertizzazione”: il metodo consisteva nel bollire
gli alimenti e sigillarli in vasi di vetro grazie alla pece. Qualche anno più tardi fu, ancora una
volta, un francese, l’ingegnere Philippe de Girard (1775-1845) ad approfondire la tecnica e
introdurre l’uso di contenitori di latta.
L’invenzione del cibo in scatola è di solito erroneamente attribuita a Peter Durand, il quale
invece si limitò a brevettarla per primo nel Regno Unito. L’azienda inglese “ Donkin e Hall”, alla
quale Durand aveva venduto il brevetto per mille sterline, divenne il primo grande produttore
di scatolette.
Fin dall’inizio della Prima Guerra Mondiale appare ben chiara la difficoltà di fornire cibo a truppe
schierate su linee di fronte lunghissime. Gli evidenti problemi logistici vengono accentuati dai
frequenti attacchi di un nemico che ha compreso la fondamentale importanza delle linee di
rifornimento. In un quadro come questo, fondato sull’incertezza, ai soldati deve comunque
essere dato modo di mangiare, in modo tale da sopravvivere, se non alle pallottole, alla fame.
Il cibo in scatola si dimostra l’unico strumento i grado di sopperire nei momenti di emergenza
a una tale, stringente necessità.
Riporto di seguito alcune interessanti informazioni che aiutano a comprenderne l’estrema
utilità:
Il rivestimento metallico e la chiusura ermetica, oltre a garantire la lunga conservazione,
proteggono il cibo dall’estrema sporcizia dell’ambiente e dall’avvelenamento causato dai gas
letali nemici.
Ogni soldato porta con sé alcune scatolette: in genere può farne uso solo previa autorizzazione
di un ufficiale. In situazioni di particolare pericolo, come la permanenza forzata nella terra di
nessuno, da esse può dipendere la sua sopravvivenza.
Nelle scatolette viene conservata una grandissima varietà di generi alimentari, dalla carne al
pesce, ma anche burro, minestrone, prosciutto e molti altri ancora.
Gli eserciti durante gli anni del conflitto consumano milioni di scatolette: ancora oggi, dopo
un secolo, si riesce a trovarne resti disseminati sui campi di battaglia.
ALIMENTAZIONE NEI LAGER
La Seconda guerra mondiale è stata il più grande e disastroso conflitto della storia umana. Durò
quasi sei anni, dal 1939 al 1945, e provocò enormi devastazioni umane e materiali. Fu
combattuta da un insieme assai ampio di Stati stretti attorno alla Germania, all'Italia e al
Giappone da un lato, e alla Gran Bretagna e poi (a partire dal 1941) agli Stati Uniti e all'Unione
Sovietica dall'altro, che risultarono infine le potenze vincitrici. Ancor più della Prima guerra
mondiale fu una vera e propria guerra totale. La sua conclusione, con il bombardamento
atomico del Giappone, segnò l'inizio di una nuova era delle relazioni internazionali,
caratterizzata dall'egemonia bipolare degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica.
Appena arrivati nei campi di concentramento tutti i deportati soffrivano pene atroci : una di
queste era la fame, che portava condizioni di salute pessime. I deportati, diventavano soltanto
scheletrici e le articolazioni si gonfiavano. in tutti i campi il cibo distribuito era poco più che
niente : generalmente veniva dato un pezzo di pane da 150 o 300 grammi , un po´ di acqua e
della zuppa , che era brodaglia sulla quale galleggiavano vermi, piselli secchi o carne
decomposta ; la razione di cibo , nel migliore dei casi , non superava le 1300 calorie . La fame
nei campi diventava un incubo e un'ossessione , dalla quale era impossibile scappare.
l'alimentazione giornaliera di un deportato consisteva : al mattino un tazza di surrogato di caffè
nero senza zucchero ; a mezzogiorno 1 litro scarso di minestra molto acquosa con rape da
foraggio , ravizzone e qualche patata, qualche volta veniva dato anche un pezzetto di carne ;
alla sera un prigioniero abile al lavoro riceveva un pezzo di pane grigio di segale e farina di
patate di circa 200 grammi , un piccolo pezzo di salsiccia e 20/25 grammi di margarina. Il tutto
per un totale di non più di 1450 calorie giornaliere. Gli scienziati dell'alimentazione sostengono
che un uomo sottoposto ad un lavoro gravoso e prolungato come quello svolto dai prigionieri
di Mauthausen avrebbe avuto bisogno di poter usufruire di almeno 3500/5000 calorie
giornaliere. Con il vitto fornito dalle SS, nel 1945, l'alimentazione di un deportato non superava
le 700 calorie giornaliere . La media vita dei prigionieri , che sino all'autunno 1939 era di circa
15 mesi , da anno in anno diminuiva fino a 5 mesi. Alla liberazione del lager , non pochi erano
gli uomini adulti che è pesavano non più di 28 kg.
La FAO
L'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, in sigla FAO, è un'agenzia
specializzata delle Nazioni Unite con il mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione,
aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla
crescita economica mondiale. La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la
fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell'alimentazione e dell’agricoltura.
Fondata il 16 ottobre 1945 a Québec del Canada, dal 1951 la sua sede è stata trasferita da
Washington a Roma presso il Palazzo FAO. Da novembre 2007 ne sono membri 191 paesi più
l'Unione europea.
La FAO fornisce assistenza tecnica ai paesi che chiedono di essere assistiti nello sviluppo del
proprio settore rurale e nella formulazione di programmi e politiche per la riduzione della fame.
Assiste i paesi anche nella pianificazione economica e nella stesura di bozze di legge e di
strategie nazionali di sviluppo rurale. La FAO mobilizza e gestisce fondi stanziati dai paesi
industrializzati, da banche per lo sviluppo e da altre fonti garantendo che i progetti raggiungano
i loro obiettivi. Garantendo la piena disponibilità.
L'Africa
L'Africa attualmente è uno dei paesi più poveri al mondo. L'Africa si estende per oltre 30 milioni
di km a cavallo dell'Equatore. È bagnata dal Mar Mediterraneo , dal Mar Rosso, dall'Oceano
Indiano e dall'Oceano Atlantico. La penisola del Sinai la collega all'Asia, anche se il canale di
Suez (un canale artificiale ) separa i due continenti. Lo stretto di Gibilterra, largo appena 14 km,
la divide dall' Europa. L'unica grande isola che fa parte del territorio è il Madagascar,
nell'Oceano Indiano, in cui si estendono anche gli arcipelaghi delle Comore e delle Seicelle
Zanzibar. Nell'Oceano Atlantico si trovano gli arcipelaghi della Canarie (Spagna) e di Capoverde.
Il territorio dell'Africa è costituito in gran parte da tavolati e altopiani. Le principali catene
montuose si trovano a nord-ovest , sud-est e lungo l'asse della Rift Valley, una spaccatura della
crosta terrestre lunga quasi 6000 km. Qui si innalzano le cime più elevate del continente : il
Kilimangiaro ( 5695 m ), il Kenya (5199 m ) e il Ruwenzori ( 5118 m ). Le pianure sono limitate
a strette fasce costiere o al bacino dei fiumi. In Africa si trovano due vasti deserti che sono : il
Sahara e il Kalahari. Il Sahara occupa 9 milioni di chilometri quadrati e ha un'alternanza subbia
e rocce, ciottoli e ghiaia. Il deserto del Kalahari è caratterizzato da sabbie rocciose. In Africa
scorrono alcuni grandi fiumi che hanno origine in gran parte nelle zone equatoriali e sono
alimentati dalle piogge. Il fiumi principale è il Nilo che è il fiume più lungo del mondo (6670 km
). Nasce dal lago Vittoria e si getta nel Mar Mediterraneo. Un altro fiume molto importante è il
Congo, che è il secondo fiume al mondo con più portata d'acqua e ampiezza del bacino, ha
origine sui monti Mitumba e sfocia nell'Atlantico. Altri fiumi importanti sono : il Niger, lo
Zambesi, l'Orange e il Limpopo. In corrispondenza del Rift Valley si trovano i principali laghi. Il
clima africano è condizionato dalla vicinanza dell'Equatore e dell'altitudine. La fascia