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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Alice nel paese..della letteratura, arte e scienza

Autore: Mascotto Chiara

Descrizione:

Materie trattate:

Area: scientifica

Sommario:

Estratto del documento

Ho sviluppato questo elaborato interdisciplinare attorno alla storia di “Alice nel paese delle Meraviglie”;

questo tema ha suscitato il mio interesse perché non si tratta solo della favola da tutti conosciuta e

ammirata, ma di un romanzo dietro cui sono celati molti aspetti della cultura a molti ignoti.

Il viaggio percorso da Alice, infatti, ha in sé innumerevoli riferimenti all’arte, alla scienza e alla matematica.

La sua influenza non è da registrarsi puramente nell’ambito della favola e o del cartone animato, ma anche

nell’arte: molti sono gli artisti, soprattutto italiani, che, nell’ultimo secolo, hanno raffigurato la storia di

Alice. Primo fra tutti Salvador Dalì, noto per le rappresentazioni dell’inconscio. Oltre al celebre esponente

del surrealismo ho scelto Emanuele Luzzati, anch’egli illustratore della favola, in quanto cittadino onorario

del paese di Conzano, in cui vivo da diversi anni.

Oltre alla notevole importanza della favola, ho approfondito anche nello specifico il suo autore: Lewis

Carroll infatti non è solamente uno scrittore, ma anche un matematico e un fotografo. Egli è quindi

l’esempio di come sia possibile conciliare, all’interno di una stessa persona, interessi in ambiti

apparentemente contrastanti: arte e scienza risultano dunque aspetti di una stessa medaglia.

Un po’ come è stato per il suo autore, anche la storia non è solo un viaggio all’interno dei sogni di una

bambina: nella letteratura del novecento questa favola è stata ripresa per far compiere ai lettori viaggi

all’interno della matematica e della fisica. In particolare, ho analizzato il libro “Alice nel paese dei quanti” in

cui il “Paese delle meraviglie” è questa volta il mondo della meccanica quantistica, Quantilandia, come lo

chiama il suo autore Robert Gilmore.

Infine, facendo ricorso all’analogia e prendendo spunto da un articolo della Nasa, ho esaminato quello che

è per noi il “Paese delle meraviglie”: lo spazio. Come Alice osservò un mondo nuovo attraverso lo specchio,

anche noi, grazie all’utilizzo dei telescopi, possiamo esplorare una realtà tutta nuova, che per certi aspetti

sembra quasi un sogno. Sommario

Alice nel paese delle meraviglie Pag. 1

Viaggi attraverso i paesi delle meraviglie Pag. 5

Lewis Carroll e il suo ruolo di matematico Pag. 8

Alice nel paese dei quanti e la meccanica quantistica Pag. 14

L’universo attraverso lo specchio: i telescopi Pag. 24

Bibliografia Un buon libro fa apparire quello

che senza quel libro forse non

sarebbe mai stato visto.

(Robert Bresson)

Introduzione

Nell’assolato pomeriggio di venerdì 4 luglio 1862 due reverendi che insegnavano a Oxford (Charles Dodgson e Robinson

Duckworth) portarono tre bambine (Lorina, Alice ed Edith Liddell) a fare una gita in barca sul Tamigi. Non era la prima volta,

ma fu diversa da tutte. Le sorelline erano particolarmente irrequiete, e pretesero che venisse loro raccontata una storia

insensata. Dodgson improvvisò, come era solito fare, e la favola fu tanto attraente che Alice gli chiese di metterla per

iscritto. Il reverendo accondiscese, “per accontentare una bimba che amava”, e dopo qualche mese le presentò un

manoscritto illustrato, Le avventure di Alice sottoterra.

Che cosa successe in seguito non si sa. Probabilmente la cosa stava raggiungendo massa critica, viste le tendenze di

entrambi. Da un lato, il trentenne reverendo aveva un debole piuttosto sospetto per le bambine, ed amava fotografarle

nude e sbaciucchiarle, salvo poi scandalizzarsi se scopriva che erano più grandicelle di quanto avesse creduto. Dall’altro

lato, la decenne Alice era anche fin troppo sveglia per la sua età: un giorno, ad esempio, invitò un adulto (Ruskin) a

prendere il tè a casa sua mentre i genitori erano in gita, provocando un imbarazzo generale quando questi tornarono in

anticipo a causa del maltempo. Certo è che, pochi mesi dopo la gita in barca, la madre costrinse di colpo Alice a distruggere

tutte le lettere che Dodgson le aveva scritto, e impedì a lui di rivederla: i due si rincontrarono soltanto trent’anni dopo, nel

1891 (Alice lo aveva invitato al battesimo del primo figlio, qualche anno prima, ma lui non le aveva neppure risposto).

Dodgson non dimenticò comunque la sua giovane musa, e nel 1865 pubblicò una versione riveduta e corretta della storia,

con il nuovo titolo Alice nel paese delle meraviglie, e sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll: un’inversione plurima, sia

linguistica che posizionale, dei suoi nomi (Charles Ludwige). Vide così la luce uno dei più singolari libri della letteratura, a cui

si aggiunse nel 1871 un seguito: Attraverso lo specchio, e ciò che Alice vi trovò. In realtà, le Alici di quest’ultimo sono due: la

Liddell, alla quale Dodgson aveva raccontato storie ispirate agli scacchi mentre imparava a giocare, e la Raikes, lontana

cugina della Liddell, che Dodgson aveva introdotto ai misteri della riflessione speculare nel 1868. Nel 1876 Carroll pubblicò

una terza grande e intraducibile opera, The hunting of the Snark, “La caccia allo snualo”, anch’essa dedicata ad una

bambina: Gertrude Chataway, l’unica delle sue amichette con cui il reverendo mantenne un rapporto affettuoso per tutta la

vita. Il poema è singolare in molti aspetti, non ultimo il processo compositivo. Carroll ebbe infatti, durante una passeggiata,

l’ispirazione del famoso ultimo verso (for the Snark was a Boojum, you see, “perché, vedi, lo Snualo era un Boojum”), e da

esso partì per costruire dapprima l’ultima strofa, e poi via via l’intero poema, a ritroso.

L’ultima fatica letteraria di Carroll fu il romanzo Silvia e Bruno, pubblicato in due parti nel

1889 e 1893, e dedicato a Isa Bowman, la bambina che impersonò Alice in teatro, e che

fu la sua seconda preferita. Anche quest’opera fu costruita a ritroso, adattando

questa volta la trama ai dettagli: cercando, cioè, di amalgamare in un tutto

strutturato decine di brandelli di idee e di sogni (“effetti senza causa”) che

Carroll aveva collezionato per anni. L’artificiosità del procedimento,

unita ad un troppo esplicito intento moralizzatore, finì però per

produrre un’opera noiosa e poco riuscita, che è stata definita

“uno dei più interessanti fallimenti della letteratura inglese”.

La composizione del romanzo

Nonostante l’apparente caos del racconto, i due libri di Alice sono profondamente strutturati. Anzitutto, si articolano

entrambi in una serie di 12 capitoli ciascuno, come i 24 preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato di Bach o i

24 Preludi di Chopin. Il poema che apre Alice usa per tre volte la parola “little” (che significa “piccola” e suona come

“Liddell”) nella prima strofa, e racconta la fatidica gita sull’acqua. Il poema che conclude lo Specchio ritorna sull’argomento

con nostalgia, e costituisce un acrostico: le prime lettere dei 21 versi formano il nome ALICE PLEASANCE LIDDELL, mentre

ALICE compare per esteso all’inizio dell’undicesimo verso, nella strofa centrale che la descrive come “un perseguitante

fantasma, mobile sotto il cielo, mai vista da occhi svegli”.

Alice nel paese delle meraviglie è ambientato all’esterno in estate, il 4 maggio 1859, giorno del settimo compleanno della

bimba: e, infatti, sulla copertina della versione manoscritta che Dodgson le regalò, era incollata una fotografia di lei a sette

1

anni, scattata da lui stesso. Attraverso lo specchio è ambientato all’interno in inverno, a sei mesi esatti di distanza, il 4

novembre 1859: Alice ha dunque esattamente sette anni e mezzo, e Humpty Dumpty le fa notare che se qualcuno non le

avesse dato una mano, cioè se il seguito della storia non fosse stato scritto, si sarebbe fermata a sette anni. In ciascuno dei

due libri hanno un ruolo preminente i giochi: le carte e il croquet in Alice, e gli scacchi nello Specchio. Gli eventi di

quest’ultimo costituiscono le mosse di una partita descritta nella prefazione, e Alice è un pedone bianco che attraversa

l’intera scacchiera, interagendo sempre soltanto con pezzi che stanno in caselle adiacenti alla sua. Ruscelli e siepi separano

fisicamente tra loro le caselle in orizzontale e in verticale, e il passaggio di Alice da una casella all’altra viene indicato nel

testo da tre righe di puntini. Alla fine Alice raggiunge la sponda opposta della scacchiera, diventa regina, cattura la Regina

Rossa e dà scacco matto al Re Rosso.

In entrambi i libri, oltre ad Alice, è presente Dodgson stesso. In Alice nel paese delle meraviglie come Dodo, che deriva da

“Do-do-dodgson” e allude alla sua balbuzie. In Attraverso lo specchio come il Cavaliere Bianco che, in un capitolo

appropriatamente intitolato “E' una mia invenzione”, accompagna Alice a regina, cioè alla maturità, e si allontana

tristemente. Altri personaggi che compaiono in entrambi i libri sono Re e Regine, il Cappellaio Matto e Dinah, il gatto delle

sorelle Liddell (che nel finale si scopre era Humpty Dumpty, così come i due gattini bianco e nero con cui si apre e si chiude

la storia erano le due Regine: per questo le poesie di Specchio parlano sempre di pesce).

Paragone fra Alice Liddell e l’Alice del racconto

Alice Liddell ed il personaggio di « Alice » del libro sono molto differenti. L'idea diffusa secondo cui il personaggio di

« Alice » sia fortemente ispirato ad Alice Liddell fu contestata da Charles Dodgson stesso

che, verso la fine della sua vita, dichiarò che « Alice » era un personaggio totalmente

immaginario e non era basato su di una bambina in particolare o realmente esistita. Ad

ogni modo una cosa è certa: Alice Liddell non ha ispirato i disegni di « Alice »

nell'edizione originale, John Tenniel l'illustratore non l'aveva mai incontrata. Anzi, egli

disse che Charles Dodgson aveva lui inviato delle fotografie di un'altra bambina (Mary

Hilton Badcockpour) da cui ha poi tratto l'ispirazione. Questa tesi non è mai stata

provata e ad oggi non è dato di sapere a chi il disegnatore si ispirò davvero. In fin dei

conti rimangono numerose incertezze circa l'influenza reale di Alice Liddell sui racconti

di Charles Dodgson. Ma un elemento lascia pensare che i libri le fossero almeno dedicati.

Nel XII ed ultimo capitolo del libro Through the Looking-Glass, and What Alice Found

There (Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) figura un acrostico, poema che,

letto dall'alto in basso concentrandosi sulla prima lettera di ogni verso, forma il nome « Alice Pleasance Liddell »

Sintesi del libro

Alice si sta quasi addormentando dalla noia, seduta all’aperto con sua sorella maggiore, quando vede un Bianconiglio che

guarda l’orologio e parlotta fra sé. Lo segue giù per una tana di coniglio molto profonda e finisce sottoterra, in una saletta

con una porticina chiusa a chiave che conduce a un bel giardino. Alice mangia e beve cose che le fanno cambiare di

dimensione, però non riesce ad attraversare la porticina ed entrare nel giardino. Quando diventa enorme, piange di

frustrazione e fundo si rimpicciolisce, si ritrova a nuotare in un mare fatto delle sue stesse lacrime. Nel mare, incontra

molte creature, fra cui un Topo. Le creature e Alice riescono a uscire dal mare e ad

asciugarsi, ma Alice viene subito lasciata sola. Alice trova la casa del Bianconiglio e

ridiventa grande bevendo uno strano liquido. Spaventa il coniglio e i suoi vicini e

ridiventa molto piccola sventolandosi con un ventaglio. Poi Alice incontra un Bruco che

sta fumando la hookah. La Bruco irrita Alice chiedendole di recitare una poesia, cosa che

al momento non le riesce. Il Bruco informa Alice che mangiare da una parte del fungo su

cui è seduto, la farà crescere, ma mangiare dall’altra parte la farà rimpicciolire. Alice sta

ancora provando a diventare della misura giusta per raggiungere il giardino. Arriva ad

una casetta nel bosco, dove risiede una Duchessa, con il suo bambino bruttino, la sua Cuoca ribelle, e il suo Gatto del

Cheshire. La cucina è piena di pepe e di piatti tirati per la rabbia. Alice prova a salvare il bambino da tutto quel pandemonio,

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